Tag - Danimarca

Crollano i socialdemocratici, a Copenaghen vince la sinistra
La formazione di sinistra radicale “Alleanza Rosso-Verde” (che si è presentata col nome di “Lista dell’Unità”), pur perdendo il 2,5% rispetto alla scorsa tornata municipale, ha vinto le elezioni amministrative a Copenaghen quasi raddoppiando i voti presi dal Partito Socialdemocratico che perde così il governo della capitale danese dopo ben 122 […] L'articolo Crollano i socialdemocratici, a Copenaghen vince la sinistra su Contropiano.
Il mistero dei droni sugli aeroporti
Sulla questione del “mistero dei droni russi” ci siamo già espressi. questa ricognizione/analisi fatta su fonti più tecniche conferma la “stranezza” di queste “terribili minacce” di cui non si riesce ad avere nessuna prova empirica certa (un pezzo, una foto chiara e non prodotta dall’AI, ecc). Si parla moltissimo, e […] L'articolo Il mistero dei droni sugli aeroporti su Contropiano.
La non-notizia degli aerei russi ‘intercettati’ vicino la Lettonia, fabbricata dai guerrafondai
Il segno dei tempi che viviamo è dato dal fatto di dover in continuazione spiegare come le notizie allarmistiche lanciate dai media nostrani riguardo minacce imminenti di sconfinamenti russi siano fabbricate ad arte dai guerrafondai europei, che devono pur legittimare la scelta di far scivolare l’intero continente in guerra. Anche […] L'articolo La non-notizia degli aerei russi ‘intercettati’ vicino la Lettonia, fabbricata dai guerrafondai su Contropiano.
“A Storm Foretold”: su Mymovies One un documentario sul manipolatore di Capitol Hill
Roger Stone, fiduciario e ispiratore di Trump, ha fatto per l’attuale presidente degli Stati Uniti il lavoro più sporco e occulto.  Politico e lobbysta americano nato nel 1952, Stone è conosciuto per le sue quarantennali consulenze strategiche per il partito repubblicano, per lo più consistenti nel promuovere bufale e teorie del complotto. Fu il primo a suggerire Trump come candidato alla presidenza degli Stati Uniti all’inizio del 1998 e nel 2016 prese parte alla sua campagna elettorale. Roger Stone ha accettato nel 2018 che il regista danese Christoffer Guldbrandsen entrasse a filmare la sua vita per tre anni e Gulbrandsen, su di lui e il movimento Make America Great Again, ha realizzato “A Storm Foretold” (Una tempesta annunciata), documentario interessantissimo, visibile oggi sulla piattaforma streaming Mymovies One. Christoffer Guldbrandsen intervista Roger Stone, seguendolo nei suoi incontri, ricostruendone la carriera,  il suo rapporto con i Proud Boys, organizzazione di estrema destra; lo vediamo disprezzare i diversi, maltrattare i subordinati, diffondere malignità sugli oppositori, fino alla sua personale influenza sull’assalto a Capitol Hill il 6 gennaio 2021.  “A Storm Foretold” evidenzia i meccanismi del movimento MAGA grazie anche alla capacità del regista di rendere il documentario quanto più obiettivo possibile, riducendo al minimo i suoi commenti e dando voce ai protagonisti. Il film evidenzia il divario tra il volto pubblico di Trump e la solitudine del potere che si nutre di caos. Roger Stone rivela, senza volerlo, la natura di uomo pericoloso per il prossimo, dalla spregiudicata capacità di mentire, dalla camaleontica abilità di adattarsi al contesto occasionale, artefice delle post verità che influenzano emotivamente a scopo manipolatorio l’opinione pubblica. Christoffer Guldbrandsen rende chiaro come il violento assalto al Campidoglio sia stata una conseguenza di anni di incitamento all’odio attraverso la diffusione di fake news.  Stone venne arrestato nell’ambito delle indagini sulle interferenze russe durante le elezioni del 2016, ma Trump gli ha concesso la grazia. Christoffer Guldbrandsen ha avuto non poche difficoltà per realizzare questo lavoro, al punto che lo stress gli ha causato un arresto cardiaco nel periodo della lavorazione. “A Storm Foretold” è un’opera necessaria perché rende esplicita, visibile senza tanti giri di parole, la cultura e il livello di moralità insito nella classe dirigente negli USA oggi, di cui Stone non è che un esempio. Il film solleva domande nello spettatore, facendolo riflettere sulle responsabilità individuali e collettive verso un futuro che si presenta incerto, come se gli eventi ai quali il regista ha assistito non siano che l’inizio. Regia: Christoffer Guldbrandsen. Cast: Christoffer Guldbrandsen Roger Stone, Joe Biggs, Matt Gaetz, Alex Jones. Titolo originale: A Storm Foretold. Genere. Documentario, Danimarca 2023. Durata: 101 minuti.  Visibile su Mymovies One   Bruna Alasia
Il boicottaggio funziona: dopo mesi di pressione Maersk disinveste in Cisgiordania
Dopo mesi di campagna, il movimento di boicottaggio contro il colosso danese della logistica Maersk sta iniziando a portare a casa i primi risultati. L’azienda di trasporto marittimo ha infatti rilasciato un comunicato in cui annuncia che disinvestirà nelle aziende coinvolte in violazioni dei diritti umani in Cisgiordania, interrompendo le spedizioni verso di esse. Una mossa «storica» da parte di Maersk, che potrebbe aprire ad analoghe decisioni da parte delle altre compagnie di trasporto. «Questa vittoria è stata ottenuta dopo una ricerca instancabile», ha commentato il movimento Mask off Maersk, che si batte per boicottare il colosso della logistica; «ma mentre la accogliamo, la lotta non è finita. Finché Maersk continuerà a spedire componenti per armi che consentono il genocidio israeliano contro il nostro popolo a Gaza, non smetteremo di denunciare Maersk e di chiederle di interrompere i legami con il genocidio», ha continuato, rilanciando la battaglia. Il comunicato di Maersk è stato rilasciato a giugno 2025, in coda a un’ulteriore dichiarazione risalente al mese di marzo in cui la compagnia sostiene di non avere mai trasportato armi verso Israele. Maersk di preciso, informa che «a seguito di una recente revisione dei trasporti relativi alla Cisgiordania, abbiamo ulteriormente rafforzato le nostre procedure di screening in relazione agli insediamenti israeliani, anche allineando il nostro processo di screening al database dell’OHCHR delle imprese coinvolte in attività negli insediamenti». Il database dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR) a cui fa riferimento Maersk è stato pubblicato a febbraio del 2020, in attuazione della risoluzione 31/36 del Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU del 2016; quest’ultima, tra le varie cose, chiede di non collaborare con le imprese israeliane che contribuiscono al progetto coloniale israeliano. Il database consiste in una lista di 112 entità che partecipano attivamente all’espansione coloniale dello Stato ebraico in Cisgiordania. Maersk, insomma, ha annunciato che smetterà di fornire supporto e attrezzature alle 112 entità elencate nel database OHCHR. Una vittoria «storica», commenta il movimento Mask off Maersk, che tuttavia non basta. Maersk, infatti, come ha sottolineato la stessa compagnia in un altro comunicato, continua a inviare a Israele componenti di aerei F-35, partecipando al programma internazionale di produzione e fornitura dei caccia. Questi sistemi d’armamento sono stati utilizzati in diverse occasioni dallo Stato ebraico nel genocidio a Gaza; in Italia, oltre 200 associazioni si erano mosse contro il loro commercio verso Israele. «Non smetteremo di esporre Maersk pretendendo che tagli i propri legami con il genocidio», hanno invece scritto gli attivisti di Mask off Maersk in riferimento al programma di fornitura di F-35, rilanciando così la mobilitazione.   L'Indipendente
La Danimarca dice addio a Windows e il perché vi stupirà
La Danimarca ha scelto di ammainare le bandiere di Windows e 365, per issare quelle di Linux e LibreOffice: una scelta economica, ma anche politico-strategica. La Ministra della Digitalizzazione danese Caroline Stage ha annunciato una decisione storica: la Danimarca abbandonerà gradualmente i prodotti Microsoft Windows e Office per adottare soluzioni open source come Linux e LibreOffice. Questa mossa segna un passo significativo verso una maggiore autonomia tecnologica per il paese scandinavo, che intende ridurre la dipendenza dai giganti tecnologici statunitensi. La strategia si inserisce in un più ampio dibattito europeo sulla sovranità digitale, con altre nazioni che stanno considerando percorsi simili per proteggere le proprie infrastrutture digitali. Leggi l'articolo completo