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In the Belly of AI
Giovedì 20 novembre 2025 venite a vedere la presentazione e proiezione del film documentario "In the Belly of AI". Un lavoro imperdibile per capire i costi umani dell'automazione industriale. Giovedì 20 novembre 2025 AvANa & CinemaForte presentano e proiettano su grande schermo presso il cinema del C.S.O.A. Forte Prenestino, via delpino, Roma "IN THE BELLY OF AI" I sacrificati dell'IA (Fra 2024) 73' diretto da Henri Poulain scritto da Antonio Casilli, Julien Goetz, Henri Poulain introduzione di di AvANa Avvisi Ai Naviganti avana.forteprenestino.net * film sottotitolato in italiano * ingresso a libera sottoscrizione ... IN THE BELLY OF AI I sacrificati dell'IA Dietro l'intelligenza artificiale si nasconde il più grande sfruttamento umano e territoriale del XXI secolo. Un'analisi approfondita, ben documentata e illuminante sulla nuova rivoluzione digitale e su ciò che essa comporta in termini di costi umani e ambientali. Magiche, autonome, onnipotenti... Le intelligenze artificiali alimentano sia i nostri sogni che i nostri incubi. Ma mentre i giganti della tecnologia promettono l'avvento di una nuova umanità, la realtà della loro produzione rimane totalmente nascosta. Mentre i data center ricoprono di cemento i paesaggi e prosciugano i fiumi, milioni di lavoratori in tutto il mondo preparano i miliardi di dati che alimenteranno i voraci algoritmi delle Big Tech, a scapito della loro salute mentale ed emotiva. Sono nascosti nelle viscere dell'IA. Potrebbero essere il danno collaterale dell' ideologia del “lungo termine” che si sta sviluppando nella Silicon Valley ormai da alcuni anni? ...
Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, l’ambasciata svizzera premia “Little Syria
Assegnato nelle scorse ore il Premio per la Pace che suggella l’amicizia tra il Festival partenopeo e la Confederazione Elvetica. Continuano le proiezioni a Palazzo Corigliano in attesa della seconda settimana di eventi internazionali. Il primo premiato dell’edizione 2025 del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli è “Little Syria”, di Madalina Rosca e Reem Karssli (Germania, Portogallo, Romania, 80’). La storia di tre rifugiati siriani in Europa, in fuga dopo la Rivoluzione, si aggiudica il “Premio per la Pace” che da cinque anni l’ambasciata svizzera in Italia assegna durante la manifestazione partenopea. Reem Karssli, presente nell’Aula delle Mura Greche di Palazzo Corigliano, sede dell’Università L’Orientale, ha ricevuto il premio dalle mani di Anna Russo Mattei, Vicecapo missione, alla guida della delegazione che comprendeva Barbara Wachter e la Console a Napoli Raffaella D’Errico. Il sostegno della Confederazione Elvetica e dell’ambasciata svizzera in Italia è ormai consolidato da tempo; questa sinergia si è tradotta, da cinque anni ad oggi, in un premio assegnato al film che meglio racconta il valore universale della pace. «La presenza costante dell’ambasciata svizzera è un impegno culturale e umano che ci accompagna da anni, di cui siamo particolarmente onorati e che speriamo possa interessare altre iniziative, come la Peace School Mario Paciolla», dichiara il Coordinatore del Festival, Maurizio Del Bufalo. Che aggiunge: «In un tempo in cui i Diritti Umani vengono costantemente violati, sapere di poter contare su un’istituzione che difende con coerenza il valore del dialogo e della pace rafforza la nostra missione e tutto ciò in cui crediamo» Intanto, la manifestazione, che quest’anno ha scelto il tema “Terre promesse, terre rubate. Popoli senza pace”, prosegue verso nuovi obiettivi. Dopo le tre mattinate dedicate alle scuole (lunedì 17 e martedì 18) e all’Università L’Orientale (mercoledì 19), continuano fino al 20 novembre le proiezioni dei film in gara a Palazzo Corigliano (ogni sera, dalle 19:00, fatta eccezione per domenica 16 novembre). C’è attesa per i successivi eventi internazionali in programma, tutti a Piazza Forcella dalle ore 18.00, nei giorni 17, 18, 19 e 20 novembre) che metteranno al centro le storie di tre popoli perseguitati (saharawi, curdi e palestinesi) che “resistono ai loro oppressori e dimostrano di saper vivere in promiscuità e in condizioni anche estreme.” Accompagneranno gli spettatori alla serata finale del 21 novembre a Piazza Forcella, quando assisteremo alle premiazioni per le altre categorie in gara (Human Rights Doc, Human Rights Short, Human Rights Youth, Premio Mario Paciolla), alle Menzioni (Arrigoni/mer Khamis e Giuria Diffusa) con l’omaggio musicale “… nostro mare è il mondo intero” di Alessio Lega. Andando nel dettaglio, lunedì 17 novembre è la Giornata dedicata al popolo saharawi. Alle 10.00, al Cinema Vittoria sito nel quartiere Arenella, si terrà l’incontro “Un popolo in esilio”, con Fatima Mahfud, rappresentante del Fronte Polisario in Italia, Mohammed Dihani, ex prigioniero politico, il fotografo Patrizio Esposito e il regista Mario Fusco Martone. Sarà proiettato il film Una storia Saharawi di Mario Martone, girato nel 1996 nei campi profughi del Tindouf. Nel pomeriggio (ore 18.00, Piazza Forcella), l’incontro “Saharawi, vedere l’occupazione” proporrà un confronto sulla situazione del Sahara Occidentale, ancora sotto controllo coloniale marocchino, con interventi di registi e attivisti impegnati nei territori occupati.  Martedì 18 novembre è la prima delle due giornate dedicate al popolo curdo. La mattina (ore 10.00, Cinema Vittoria) previsto il panel “Il popolo delle montagne”, con il regista Veysi Altay, l’attivista Alfonso Di Vito e il ricercatore Alessandro Tinti. Proiezione de “La memoria di Sur” di Azad Altay (TUR, 2025, 36 min). Alle 18.00, a Piazza Forcella, “Il genocidio curdo” ripercorrerà gli esiti del processo aperto dal Tribunale Permanente dei Popoli che ha riconosciuto la straordinaria aggressione subito dal popolo curdo. A guidare la serata Gianni Tognoni, Segretario generale del Tribunale Permanente, accompagnato da Alfio Nicotra e Angelica Romano di Un Ponte Per, la giornalista Emanuela Irace e Yilmaz Orkan, coordinatore del Kurdistan National Congress in Italia. Proiezione ancora di “La memoria di Sur” di Azad Altay (TUR, 2025, 36 min). Mercoledì 19 novembre, seconda giornata dedicata al popolo curdo. Alle 10.00, al Palazzo Mediterraneo (sede de L’Orientale), la tavola rotonda “Oltre il conflitto: le sfide della pace curda” approfondirà, coordinata dalla prof.ssa Lea Nocera, il tema dell’autogoverno democratico nel Rojava e delle esperienze di confederalismo comunitario. Partecipano Gianni Tognoni, Ylmaz Orkan, Alfio Nicotra, il ricercatore Alessandro Tinti e Veysi Altay. Proiezione de “La memoria di Sur” di Azad Altay (TUR, 2025, 36 minuti). Nel pomeriggio, alle 18.00, “Rojava, il Confederalismo Democratico è qui” incontro a Piazza Forcella. Sarà proiettato “Naharina – Resistenza comunitaria nel Kurdistan siriano” di F.D. Tona (51 minuti), seguito da un confronto con Zilan Diyar, attivista femminile curda, Tiziano Saccucci dell’Ufficio UIKI di Roma, Alessandro Tinti e Yilmaz Orkan, sulla realtà curda del Rojava, dove il Confederalismo Democratico è oramai una realtà. La serata di giovedì 20 novembre è dedicata alla questione palestinese. L’appuntamento delle 18.00 a Piazza Forcella vedrà la partecipazione di Luisa Morgantini, Francesca Albanese (Relatrice ONU per i Diritti Umani nei Territori Palestinesi, in collegamento), Luigi de Magistris (già Sindaco di Napoli) e Luigi Daniele, giurista dell’Università del Molise. L’incontro, dal titolo “La crisi dell’ordine mondiale e il futuro della Palestina”, offrirà una riflessione ampia sul nuovo assetto geopolitico del Medio Oriente e sulle conseguenze umanitarie del conflitto a Gaza e in Cisgiordania. Il monologo di Nino Racco, cantastorie calabrese, “Una storia palestinese” chiuderà la serata proponendo una storia di amicizia israelo-palestinese tra due giovani. Fino al 21 novembre, nello Spazio Comunale Piazza Forcella, in via Della Vicaria Vecchia 23, dalle 9 alle 19.00, l’associazione Annalisa Durante accoglierà i visitatori della Mostra HeART che esporrà i disegni dei bambini di Gaza, l’arte dal genocidio, in collaborazione con il Festival. Il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli è promosso dall’associazione Cinema e Diritti, con il contributo di Regione Campania, Film Commission Regione Campania, Comune di Napoli, Università L’Orientale, e il patrocinio della Confederazione Elvetica e dell’ambasciata svizzera in Italia, il Festival aderisce alla Human Rights Film Network, è patrocinato da Amnesty International ed è sostenuto da Banca Etica, Un Ponte Per, FICC e Assopace Palestina. Redazione Napoli
[2025-11-13] "Born in Flames" di Lizzie Borden (1983) • VERSO IL 25 NOVEMBRE x NON UNA DI MENO @ CSOA Forte Prenestino
"BORN IN FLAMES" DI LIZZIE BORDEN (1983) • VERSO IL 25 NOVEMBRE X NON UNA DI MENO CSOA Forte Prenestino - via Federico delpino, Roma, Italy (giovedì, 13 novembre 21:30) Giovedì 13 novembre 2025 VERSO IL 25 NOVEMBRE x NON UNA DI MENO CSOA Forte Prenestino & CinemaForte proiettano: "BORN IN FLAMES" (USA 1983) 80' di Lizzie Borden > inizio proiezione ore 21:30 • in lingua originale inglese sottotitolato in italiano - ingresso a libera sottoscrizione … "BORN IN FLAMES" Dieci anni dopo una rivoluzione culturale social-democratica negli Stati Uniti, la fondatrice radicale della Woman’s Army viene uccisa in circostanze misteriose. In risposta a questo, nasce una coalizione femminista di donne di tutte le etnie, classi e preferenze sessuali per ribaltare il Sistema. Born in Flames è un film fantascientifico punk queer del 1983 diretto, prodotto e co-sceneggiato dalla femminista radicale intersezionale Lizzie Borden. Ambientato dieci anni dopo la rivoluzione più pacifica degli Stati Uniti, il film ci mostra il modo distopico con cui le questioni di molti gruppi di minoranze, liberali, organizzazioni per i diritti dei gay e femministe sono affrontate dal governo. ... trailer del film: https://vimeo.com/235626875?fl=pl&fe=vl ... https://forteprenestino.net/.../cinema/3450-born-in-flames https://www.facebook.com/events/1129275545984512
La V edizione del KinEst Fest cinema internazionale nel segno della Palestina
All’insegna della Palestina la quinta edizione del KinEst Fest, festival internazionale del cinema che si è svolto a Catania — organizzato di tutto punto dalle compagne Santina Arena e Chiara Platania — con un programma ricchissimo di film in prima visione assoluta accompagnati da tanti ospiti internazionali. Fra un film […] L'articolo La V edizione del KinEst Fest cinema internazionale nel segno della Palestina su Contropiano.
Le avventure tragicomiche di Nathan K., “Fantozzi” africano nel Belpaese al mondo d’oggi
Un giovane immigrato spaesato e stralunato, protagonista principale della serie televisiva NATHAN K. in onda su Rai Play dal 10 ottobre, è il personaggio interpretato dallo stand-up comedian congolese, una star dei palcoscenici milanesi e del piccolo schermo italiano, insieme a un cast di attori esordienti. Nato nel 1995 in Congo, dove le guerre infuriano da più di 30 anni, la prima deflagrata in seguito al genocidio delle etnie tutsi e hutu avvenuto in Ruanda nel 1994, Nathan Kiboba M’bang-a-ngo è arrivato in Italia nel 2014 e abita a Milano, dove ha intrapeso la carriera di comico calcando le scene di teatri e set televisivi. La sua storia è narrata in un libro, composto a 4 mani insieme allo scrittore lombardo Cristiano Sormani Valli e pubblicato dalla casa editrice varesina People, intitolato LA LUNA DA SOTTO IL MARE – Storia di un viaggio da Kinshasa a “Le Iene”: “L’avventura di Nathan comincia a Kinshasa, vola fino in Libia, attraversa il Mediterraneo a bordo di un gommone, fino a toccare terra in Calabria, per poi risalire la penisola a bordo di un autobus, e poi di nuovo per le strade della Lombardia, in sella a una bici. La sua prima apparizione in tv risale al programma Eccezionale veramente (2017), un talent show dedicato ai comici in onda su La7, dove si classifica al quarto posto. Nel 2021 è ospite del Diversity Show su Comedy Central e poi del programma Stand Up Comedy, in onda su Sky. Da novembre 2022 è monologhista e copresentatore de Le Iene, su Italia 1. Su TikTok conta quasi 200mila follower e 2,5 milioni di Mi piace“. Nella commedia satirica ambientata a Milano, negli anni ’70-80 con Bologna e Genova una capitale italiana della contro-cultura demenziale, Nathan Kiboba interpreta un giovane immigrato, Nathan K., che insieme a due amici, il timido Damiano (Maurizio Bousso) e l’esuberante Mikele (Sebastiano Fumagalli), si avventura nella paradossale realtà della società multienica italiana, in cui affronta i problemi della quodidianità e si confronta con i dilemmi degli immigrati extra-comunitari, e cerca di districacarsi nelle tortuosità della quotidianità e del sistema burocratico nazionale (UCAS / Ufficio Complicazioni Affari Semplici). Capendo che per sopravvivere nel Belpaese bisogna fare di necessità virtù, ovvero adeguarsi a uno stile di vita rocambolesco e applicare le regole con l’arte di arrangiarsi, per ottenere la cittadinanza Nathan accetta di risolvere le difficoltà avvalendosi di un escamotage, cioè sposare un’anziana italiana “compiacente”. Ma nei preparativi del provvidenziale matrimonio accade un imprevisto, che mette in difficoltà il giovane africano: incontra Diana (Chloe Vescovi), laureata che aspira a diventare avvocato e attivista per i diritti umani. “Nathan K. è una serie comedy senza battute scritte, che punta a far ridere raccontando il lato più divertente di situazioni reali, che possono accadere davvero e a molte persone – spiega il regista, Alessio Lauria – Per questo, nel mettere in scena la storia, ho sempre puntato all’autenticità. Ho scelto uno stile di regia sobrio, senza troppi movimenti di macchina a sottolineare i momenti chiave, per spiazzare lo spettatore e lasciarlo libero di avere una reazione spontanea. Per rendere il mondo della serie il più realistico possibile, abbiamo attinto dalla vita e dai racconti del protagonista, Nathan Kiboba”. La sigla espressiva del personaggio interpretato dal comico congolese è la perplessità, mostrata con l’eloquente silenzio che precede le sue “battute”. La commedia è stata ideata dal collettivo Grete Samsa, un gruppo il cui nome è ispirato al personaggio della sorella del protagonista de La Metamorfosi di Kafka e composto da 3 compagni di scuola al Centro Sperimentale di Cinematrografia di Roma – Michael Campisano, Jonas Moruzzi e Rebecca Ricci – a cui in corso d’opera si è aggregata l’attrice e sceneggiatrice Val Wandja. Osservando i video di Nathan Kiboba, i giovani hanno progettato la pungente, irriverente e politicamente consistente parodia cinematografica, che hanno proposto al comico di realizzare e poi presentato al concorso per l’assegnazione del Premio Solinas Experimenta 2023. Con la vincita e, così, con il sostegno della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e il contributo del Fondo per lo Sviluppo degli Investimenti nel Cinema e nell’Audiovisivo è stato realizzato l’episodio “pilota”, il primo della serie, prodotta da Rai Fiction, Elsinore Film e Associazione Culturale Premio Solinas e distribuita da Rai Com. Inoltre Rai Fiction ha investestito anche nella produzione della seconda “puntata” e se la proiezione dei due episodi avrà  successo, allora verranno realizzati anche quelli successivi, già scritti e pronti per esser girati e, poi, trasmessi.   Ray Play / NATHAN K. – Nathan prova a farsi strada a Milano tra precarietà abitativa, lavoretti di fortuna e permessi di soggiorno da rinnovare. Ha una gran voglia di trovare il suo posto nel mondo e magari anche l’amore. Ma innamorarsi non è facile, specie se la ragazza dei sogni è fidanzata con il tuo peggior nemico. Ep. 1 – OPEN MIC : Nathan ha problemi con il permesso di soggiorno… Ep. 2 – PAGLIACCIO – Mentre Nathan è alle prese con un sedicente venditore…        Maddalena Brunasti
Festa del cinema di Roma 2025. I tre film sulla Palestina
Dopo il grandissimo interesse suscitato a Venezia da “The voice of Hind Rajab” premio Leone d’Argento e da “No other land” vincitore di un Oscar negli Stati Uniti, in un momento in cui Gaza è al centro dell’attenzione mondiale, tre sono i film sulla Palestina alla ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma, dal 15 al 26 ottobre 2026. Ecco quali: “Palestine 36”, film di Annemarie Jacir Presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival il 5 settembre 2025 e ambientato in Palestina nel 1936, durante la rivolta araba contro la trentennale occupazione britannica, racconta del giovane Yusuf, in perpetuo movimento tra il villaggio del quale è originario e Gerusalemme, mentre cominciano ad arrivare gli ebrei in fuga dall’Europa e dalle leggi razziali. I conflitti, i personaggi e le loro aspirazioni si intrecciano nella storia di un popolo intero, arricchita anche di notevoli e rari materiali d’archivio. Il film è la ricostruzione di un periodo fondamentale della storia della regione, che la regista palestinese Annemarie Jacir da tempo desiderava realizzare. Come i suoi film precedenti (Wajib, Quando ti ho visto e Il sale di questo mare), anche Palestine 36 è il candidato ufficiale palestinese agli Oscar per il miglior film straniero. Regia di Annemarie Jacir (2025). Palestina, Regno Unito, Francia, Danimarca, Norvegia, Qatar, Arabia Saudita, Giordania |119’ Cast: Hiam Abbass, Kamel El Basha, Yasmine Al Massri, Jalal Altawil, Robert Aramayo, Saleh Bakri, Yafa Bakri, Karim Daoud Anaya, Wardi Eilabouni, Ward Helou, Billy Howle, Dhafer L’Abidine, Liam Cunningham, Jeremy Irons. “Put Your Soul on Your Hand and Walk” documentario di Sepideh Farsi La protagonista del documentario, la foto-giornalista Fatma Hassouna, è stata uccisa a Gaza. In una piccola casa nel nord di Gaza, le connessioni cadono, i generatori si spengono, eppure il sorriso di Fatma è sempre presente, mentre si sistema l’hijab e parla di famiglia, vicini, aiuti, blackout e piccoli desideri: un pezzo di cioccolato, un pasto come si deve. La regia di Farsi, austera, senza enfasi retorica, lascia che siano volti, gesti e un umorismo spontaneo a sostenere il racconto, trasformando in cinema il reportage. Ne scaturisce uno scambio sommessamente radicale tra due donne che non si incontreranno mai. La regista iraniana Sepideh Farsi ci restituisce un ritratto penetrante di Gaza costruito attraverso mesi di videochiamate con la ventiquattrenne fotogiornalista palestinese Fatma Hassouna, uccisa poi lo scorso aprile durante un attacco israeliano in cui hanno perso la vita anche tutti i membri della sua famiglia. Composto in gran parte da conversazioni schermo a schermo, scorci di notiziari in diretta e soprattutto dalle fotografie scattate da Fatma, il film possiede l’intimità di una chiacchierata tra amiche e la nitidezza di un reportage dal campo. Once Upon a time in Gaza Nel diluvio di immagini dell’assedio, la vita e l’immaginazione dei gazawi restano invisibili. I registi Arab e Tarzan Nasser le riportano in scena mescolando revenge thriller, western urbano, satira e cronaca per restituire con forza il presente e la memoria di quella Gaza City che non vedremo mai più. 2007: Osama gestisce una falaferia e con lui lavora Yahya, studente timido che sogna di ottenere un permesso per lasciare la Striscia. Quando un poliziotto corrotto tenta di arruolare Osama come informatore, la resistenza dell’uomo innesca un’escalation di minacce e violenza. Due anni dopo, con Hamas al potere, un regista nota la somiglianza di Yahya con un militante celebrato come martire e lo ingaggia per interpretarlo in una produzione commissionata dalle autorità locali. Sul set, Yahya impara a “diventare” un eroe nazionale mentre, tra armi vere e zero effetti speciali, la finzione scivola nella realtà. Con un film audace, i Nasser riflettono su chi controlla le immagini e i miti – martirio compreso – evitando ogni pornografia del dolore. Regia di Tarzan & Arab Nasser (2025). Francia, Palestina, Germania, Portogallo Durata: 90’ Cast: Nader Abd Alhay, Ramzi Maqdisi, Majd Eid Bruna Alasia
Put Your Soul on Your Hand and Walk: al cinema la voce di Gaza
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di WANTED CINEMA Carissimə, prima di tutto un enorme grazie. Il viaggio di No other land è stato straordinario: dopo nove mesi è ancora nelle sale, un risultato reso possibile non solo dal pubblico, ma soprattutto dal vostro impegno e dal prezioso lavoro di tutte le associazioni che hanno creduto in questo film. Abbiamo dimostrato insieme che il cinema può essere una potente arma di difesa, di cultura e di comunicazione, capace di illuminare situazioni cruciali e troppo spesso dimenticate. Film come questo dovrebbero essere all’ordine del giorno, e il vostro supporto ha contribuito a renderlo possibile. Oggi siamo felici di condividere con voi un nuovo, urgente capitolo di questo impegno: PUT YOUR SOUL ON YOUR HAND AND WALK diretto da Sepideh Farsi con Fatma Hassona In memoria di Fatma Hassona, Walaa Hassona, Alaa Hassona, Mohammed Hassona, Muhanned Hassona, Yazan Hassona e Raed Hassona. “SE IO MUOIO, VOGLIO UNA MORTE RUMOROSA, CHE SIA SENTITA DA TUTTO IL MONDO” Fatma Hassona, fotogiornalista (1999-2025) Dopo l’anteprima mondiale al Festival di Cannes nella sezione ACID, siamo orgogliosi di annunciare che Put your soul on your hand and walk sarà presentato in anteprima italiana alla Festa del Cinema di Roma 2025. Put your soul on your hand and walk racconta l’incontro, a distanza, tra una regista iraniana in esilio a Parigi e Fatma, che da Gaza documentava con coraggio l’assedio della sua terra. Il loro progetto comune prendeva forma proprio mentre la notizia della selezione al Festival di Cannes riempiva Fatma di gioia; ma il giorno seguente, il 16 aprile 2025, un attacco missilistico ha ucciso lei e gran parte della sua famiglia. Le loro videochiamate, registrate giorno dopo giorno, sono diventate l’unico materiale possibile per un film che oggi si fa memoria viva, resistenza, atto d’amore. “Fatma è diventata i miei occhi a Gaza. Io, dal mio esilio, sono stata la sua finestra aperta sul mondo. Questo film è un’urgenza di memoria, un modo per non lasciare che la sua voce venga cancellata.” — Sepideh Farsi La luce e il sorriso di Fatma meritano di essere custoditi e portati ovunque. La sua morte, come quella di tanti troppi giornalisti uccisi a Gaza, non deve passare sotto silenzio. Mobilitiamoci perché la sua voce si faccia sentire ancora più forte attraverso questo film, perché la sua testimonianza non sia dimenticata e continui a parlare al mondo intero. Accanto al film, anche le fotografie di Fatma restano una testimonianza straordinaria. Scatti che oggi, come già proposto in diversi luoghi a Cannes, vogliamo portare in giro per l’Italia con mostre fotografiche dedicate, per permettere a tutti di entrare in contatto diretto con lo sguardo di Fatma e con le immagini che ha avuto il coraggio di consegnarci. Sono 232 i reporter uccisi dall’inizio della guerra. Dal 7 ottobre 2023, a Gaza, sono morti più giornalisti che in entrambe le guerre mondiali (fonte: Il Manifesto). Fatma è un’altra voce che è stata messa a tacere. Come No other land, anche Put your soul on your hand and walk non è solo cinema, ma una presa di posizione politica e umana, un’opera che scuote le coscienze e ci obbliga a non distogliere lo sguardo. È un film che deve essere visto, discusso, condiviso, un documento urgente che ha bisogno della stessa rete di sostegno che ci ha accompagnati fin qui. Vi invitiamo quindi a organizzare proiezioni e dibattiti, a diffondere la voce nelle vostre reti, a continuare a usare il cinema, e ora anche la fotografia, come strumenti di resistenza e di verità. Solo insieme possiamo fare in modo che questa testimonianza trovi lo spazio e l’eco che merita. Contiamo ancora una volta sul vostro sostegno. Per qualsiasi informazione potete contattarci scrivendo a eventi@wantedcinema.eu Redazione Italia
Il primo festival sul tema della decolonialità
Riceviamo e pubblichiamo dalla associazione ‘Un ponte per…’ “Arene decoloniali”: una settimana di cinema, arte e cultura a Roma Al via il primo festival organizzato dalla Ong ‘Un Ponte Per’ dedicato a cinema, letteratura, fotografia e dibattiti intorno al tema della decolonialità Roma, 25 agosto 2025 – Una settimana dedicata al processo decoloniale, per esplorare attraverso immagini, parole e memorie il passato coloniale e le sue eredità nel presente. Una programmazione intensa e articolata, che intreccia cinema d’autore, letteratura, fotografia e incontri pubblici, in un dialogo aperto tra arti e attivismo, storia e identità. E’ “ARENE DECOLONIALI”, il primo festival organizzato a Roma dalla Ong italiana Un Ponte Per, attiva in Asia sud occidentale e Nord Africa da oltre 30 anni, che prevede la proiezione di 10 tra film, documentari e cortometraggi provenienti da diversi contesti geografici, 6 presentazioni di libri, due mostre fotografiche e un reading bilingue arabo-italiano con accompagnamento musicale, per dare voce alle memorie rimosse e alle resistenze dei popoli colonizzati. Il festival si svolgerà dall’8 al 14 settembre 2025 nel Parco della Torre di Tormarancia, a Roma, grazie al patrocinio del Municipio VIII. Nel 2025 inoltre ricorre il cinquantesimo anniversario della scomparsa di Pier Paolo Pasolini, figura centrale del panorama culturale italiano ed europeo del Novecento. Alla sua figura e al suo lavoro verrà quindi dedicata una retrospettiva nelle prime due giornate del festival, con un percorso critico attraverso alcune delle sue opere cinematografiche che esplorano il tema dell’alterità, con particolare attenzione al suo rapporto con l’Africa e l’Oriente. L’iniziativa mira non solo a rileggere criticamente il passato, ma anche a coinvolgere attivamente la cittadinanza in un percorso di memoria collettiva e riflessione decoloniale, che ponga domande urgenti sul nostro presente e sul ruolo delle immagini nella costruzione dell’immaginario culturale. A latere del festival, saranno organizzate inoltre due mostre fotografiche. “Patrimonio Scomodo – Memorie di un passato coloniale”, che in 18 pannelli con foto e testi ripercorre la storia della colonizzazione italiana della Libia, curata da Annunziata D’Angelo e Elisa Russo; e “Il Leone, il Giudice e il Capestro”, che in una ideale prosecuzione del festival sarà allestita dal 16 settembre al 7 novembre presso la Casa della Memoria e della Storia, realizzata in collaborazione con l’Istituto Storico Iconografico dell’Università Roma Tre. La mostra conterrà circa 80 scatti provenienti in gran parte dal fondo Bedendo e documenta la resistenza libica alla colonizzazione negli anni ’30 e la repressione fascista fino all’esecuzione di Omar Al Muktar. Infine, con l’obiettivo di riconoscere il contributo della cinematografia al movimento decoloniale, Un Ponte Per ha istituito il Premio Arene Decoloniali, che ogni anno premierà uno dei film in rassegna secondo il parere di esperti e del pubblico. Il premio consisterà ogni anno in una opera d’arte appositamente realizzata. Per maggiori informazioni: https://unponteper.it/it/arene-decoloniali/ IG: @arene_decoloniali Redazione Italia
Un Sud mai visto
Raccontare il Sud Italia attraverso i fenomeni sociali che lo caratterizzano porta a scoprire tante buone pratiche e a prendere atto di una narrazione diversa del nostro Mezzogiorno. E’ questo l’obiettivo di un’iniziativa promossa da Fondazione Con il Sud e Fondazione Apulia Film Commission per far incontrare il mondo del cinema – imprese cinematografiche italiane o internazionali – con il Terzo settore – organizzazioni non profit meridionali – per raccontare il Sud Italia attraverso le tematiche sociali. Una sperimentazione unica nel suo genere che promuove una collaborazione attiva tra società di produzioni cinematografiche di qualunque nazionalità e organizzazioni del Terzo settore meridionale. La prima edizione del bando promossa in via sperimentale nel 2018, registrò un grande interesse con la partecipazione di 350 organizzazioni tra imprese cinematografiche e organizzazioni di terzo settore. Le 10 opere selezionate ottennero numerosi premi e riconoscimenti internazionali – tra cui la vittoria alla Festa del Cinema di Roma del docufilm “Santa Subito” di Alessandro Piva – ma, soprattutto, hanno contributo ad alimentare e qualificare un’originale narrazione sul Sud attraverso i fenomeni sociali che lo attraversano, presso le comunità locali e, attraverso i festival, gli incontri, i canali distributivi e, più in generale, verso l’opinione pubblica. Anche la seconda edizione del bando “Social Film Production Con il Sud” (evoluzione del precedente “Social Film Fund Con il Sud”), promossa nel 2020, registrò grande interesse con oltre 160 proposte ricevute da 150 società di produzione cinematografica, con il coinvolgimento di circa 350 organizzazioni di Terzo settore di tutte le regioni meridionali. In base alle categorie previste dal bando, furono selezionati 10 documentari sui temi: ambiente, cultura, legalità, territorio, diritti, nuove generazioni, pensiero femminile, cittadinanza attiva, oltre i luoghi comuni, emergenza Covid. Diverse opere hanno partecipato a festival nazionali e internazionali, ricevendo riconoscimenti e riscontrando successo, a partire dalla proiezione di “Naviganti” di Daniele De Michele alle prestigiose Giornate degli Autori, nella cornice della Mostra internazionale d’Arte del Cinema di Venezia a settembre 2021, dove riscosse un grande successo di pubblico. Torna ora la terza edizione del “Social Film Production Con il Sud” , il cui bando scade il 3 novembre 2025. L’iniziativa si rivolge a partenariati composti da almeno tre organizzazioni: l’impresa cinematografica proponente dovrà essere affiancata da almeno due enti del Terzo settore meridionale (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia), che avranno un ruolo di valorizzazione e promozione della tematica affrontata, nella fase di ideazione e realizzazione del prodotto audiovisivo e della promozione. Le riprese, così come le attività di promozione sul territorio, potranno essere svolte in una o più delle regioni meridionali in cui interviene la Fondazione Con il Sud (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia). Le opere potranno essere documentari (della durata compresa tra i 20 e i 52 minuti) o cortometraggi di animazione (della durata minima di 10 minuti). A disposizione 50.000 euro complessivi per progetto. Le proposte potranno affrontare una o più tematiche sociali tra quelle previste nel bando. Beni comuni e territorio: tutela, cura e valorizzazione del patrimonio ambientale, del paesaggio, della biodiversità, del patrimonio culturale materiale e immateriale; valorizzazione di terreni incolti o abbandonati, di beni confiscati alle mafie, di periferie urbane, di biblioteche di comunità; promozione culturale e turismo responsabile; legalità: educazione alla legalità; contrasto alla criminalità organizzata; percorsi di inclusione socio-lavorativa di persone detenute; diritti: cura e integrazione delle persone con disabilità; cura e integrazione degli anziani; supporto ai caregiver; contrasto allo sfruttamento sessuale e lavorativo e integrazione degli immigrati; contrasto alla violenza e promozione della parità di genere; housing sociale; nuove generazioni: servizi per l’infanzia, contrasto alla dispersione scolastica e alle povertà educative; contrasto al lavoro minorile; accoglienza e interazione dei minori stranieri non accompagnati; promozione dei giovani talenti in ambito economico sociale e della ricerca scientifica; cittadinanza attiva: promozione della cittadinanza attiva, volontariato; promozione della partecipazione attraverso lo sport sociale, l’arte urbana; comunità e spopolamento: contrasto al fenomeno della denatalità e dello spopolamento al Sud, promozione della rigenerazione demografica, sociale e culturale delle comunità; promozione dell’economia sociale nell’ambito dello sviluppo locale del territorio; oltre i luoghi comuni e pensiero femminile: contrasto alla narrazione stereotipata di comunità e persone. Qui la documentazione necessaria per partecipare al bando Social Film Production Con il Sud: https://www.apuliafilmcommission.it/bandiefornitori/avviso-pubblico-relativo-ad-una-indagine-di-mercato-per-la-produzione-esecutiva-di-opere-audiovisive-social-film-production-con-il-sud-edizione-2024-2025-nellambito-del-programma/.  Giovanni Caprio
La battaglia di Gaza
Tutti – spero – ricordano il film “La battaglia di Algeri“, di Gillo Pontecorvo. Per chi non sa di cosa si parla, o volesse semplicemente rivederlo, in questi giorni è disponibile su Rai Play. Il film racconta sostanzialmente un pezzo della guerra di liberazione algerina, e precisamente una fase acuta […] L'articolo La battaglia di Gaza su Contropiano.