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Santa Palomba è Roma: nessun territorio è un’isola
Una speciale ricchezza di ecosistemi e di biodiversità, una sorprendente varietà di paesaggi, contraddistinguono i comuni dei Castelli Romani. Proprio per le sue peculiarità il territorio castellano è da gran tempo noto nel mondo, anche grazie alle tante rappresentazioni pittoriche e alla prestigiosa sede estiva pontificia di Castelgandolfo. Molte di queste qualità si manifestano sul ponte monumentale di Ariccia, da cui si può ammirare lo spettacolo magnifico nel quale ci si trova letteralmente immersi. Lo sguardo plana sulla foresta Chigi, sulle distese boschive che rivestono i Colli Albani sino alla cima di Monte Cavo; sulla piana, cosparsa di campi coltivati, di frutteti, vigneti e uliveti – le produzioni tipiche protette dei Castelli –, attraversata dall’Appia e dalle stupende teorie di pini che le si snodano ai fianchi; infine sulla striscia di mare all’orizzonte che rischia di essere ferito irreparabilmente dalla colossale ciminiera dell’inceneritore che si vorrebbe costruire a Santa Palomba. > Ironicamente, la struttura, che viene presentata come una “torre panoramica”, > oltre a disperdere tossine fatali per la salute, cancellerebbe attorno a sé il > panorama di borghi ben altrimenti turriti. Ambienti montani, forestali, lacustri, marini, urbani, tutti accomunati, nelle loro rispettive specificità, da straordinaria bellezza e dalla fragilità dei loro equilibri, la cui preservazione e tutela sola può salvaguardare – anche nell’interesse delle future generazioni, come ormai prescritto dall’art. 9 della Costituzione – la salute e il benessere di tutte le viventi che vi abitano o vi sostano. Il Villino Volterra e il Palazzo Chigi con le prospicienti piazza e chiesa del Bernini, invitano – dalle due estremità del ponte di Ariccia – a superare sia la sconsiderata dicotomia Natura/cultura sia le opposizioni strumentali tra le “due culture” (l’umanistica e la scientifica), tra conservazione e “progresso”, per promuovere invece, con approcci in tanto autenticamente integrati in quanto improntati a ecologie integrali, un dialogo tra i saperi e tra le comunità che conduca a scelte che non sacrifichino più alcun territorio in nome di interessi solo dichiaratamente generali: a Santa Palomba come a Casal Selce, a Pietralata come altrove. > «Nessun uomo – ha scritto John Donne – è un’isola, intero in se stesso; > ciascuno è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se una zolla di terra > viene portata via dal mare, l’Europa ne è diminuita, così come lo sarebbe un > promontorio […] la morte di qualsiasi uomo mi diminuisce, perché sono preso > nell’umanità, e perciò non mandar mai a chiedere per chi suona la campana: > essa suona per te». L’esperienza della vita, e la conoscenza della storia, insegnano ad attribuire gli alti versi del poeta agli ecosistemi non meno che agli individui, ai quali è invece di solito circoscritta la lezione di Donne. Considerando gli innumerevoli disastri ambientali dovuti agli impatti e alle conseguenze di attività antropiche che si sono verificati dal 1940 (l’anno in cui un’epigrafe di Hemingway rese popolare quei versi) sino ai giorni nostri, la meditazione di Donne si rivela incontrovertibile. Essa smentisce, tra l’altro, il carattere di emergenza e di straordinarietà che pure ci si ostina, contro ogni evidenza, a continuare ad attribuire a tali catastrofi, e richiama dunque ognunə alle proprie responsabilità. Reagendo alle molteplici crisi occorse negli ultimi decenni, una moltitudine di persone, associazioni e realtà locali ha acquisito una profonda consapevolezza dell’interdipendenza tra tutti gli ecosistemi naturali e sociali. Da qui il rifiuto dei vari “modelli” e delle molteplici “ricette” e “soluzioni” che solo apparentemente vengono proposte – nei fatti sono imposte – ai territori. Recentemente, la scala affatto locale di tale sistema è stata restituita con grande nettezza in numerose occasioni: nelle assemblee pubbliche e nelle manifestazioni promosse dalla rete RIOT – Realtà Indisponibili Organizzate sui Territori; nel confronto tra le politiche romagnole e romane, stimolato da un dibattito con il regista Pascal Bernhardt a margine della proiezione del suo Romagna tropicale organizzata dalle EcoResistenze; nel dialogo tra realtà sociali e ambientaliste di Milano e della capitale svoltosi alla Festa dei Circoli ARCI Roma. Risuonano oggi dunque più che mai valide e attuali – e anzi ci interpellano con un’urgenza alla quale le conseguenze irreversibili di progetti nefasti come l’inceneritore di Santa Palomba e di pratiche irresponsabili quali lo sfrenato consumo del suolo e la captazione dissennata delle risorse idriche conferiscono una magnitudine senza precedenti –, le due parole che compongono il motto scelto cinquant’anni orsono dal Comitato Promotore per il Parco Naturale Regionale dei Castelli Romani, che Castelli Suoli Vivi ha a sua volta fatto proprio: Sinite florere, “lasciate fiorire”. Lasciate, lasciamo, vivere! Si potrebbe riassumere in questi termini il nucleo delle ricerche e delle battaglie contro ogni nocività che ai Castelli Romani da anni – in alcuni casi da decenni –, cittadinз e comitati stanno portando avanti, da Albano a Santa Palomba. Un messaggio, questo, che è stato ribadito, con approccio multidisciplinare e multiorganico, in incontri e presidi che si sono svolti ai Castelli in questi ultimi giorni. > La scorsa domenica ad Albano Laziale, nell’ambito della quarta edizione della > Festa Resistente, si è ragionato sulla gestione dei territori a partire da > prospettive accomunate dalla consapevolezza della vitale correlazione tra > giustizia ambientale e giustizia sociale. Durante l’assemblea pubblica tenutasi lunedì sera a Santa Maria delle Mole l’Unione dei comitati contro l’inceneritore ha ribadito, in dialogo con una nutrita platea istituzionale, la necessità di presentare, per Santa Palomba, un’istanza d’istituzione di area ad elevato rischio ambientale ai sensi dell’art. 2, comma 1, L.R.Lazio 13/2019. L’assemblea – alla quale erano presenti, o rappresentatз, sindacз di nove comuni dei Castelli –, è stata dunque anche l’occasione per ribadire la necessità dell’impegno costante di tutte le parti coinvolte e sottolineare l’urgenza di adottare ulteriori deliberazioni e predisporre tutte le iniziative che le amministrazioni locali hanno facoltà di promuovere. Il presidio settimanale che l’Unione dei comitati, a seguito dello scempio perpetrato dalla mattina del 27 giugno sulla vegetazione ripariale del Fosso della Cancelleria, promuove ogni martedì dinanzi al sito, in Via Ardeatina, sta registrando una crescente partecipazione di cittadinз e di altre vertenze, provenienti non solo dai Castelli ma anche da Roma e dalla provincia, concordi con l’appassionata esortazione civile che si leva dal territorio di Santa Palomba affinché ci si impegni per il ripristino del «diritto violato». All’ultimo sit-in la dottoressa Francesca Mazzoli (pediatra e co-autrice, assieme ad altrз membrз del comitato tecnico-scientifico dell’Unione, del volume L’inceneritore di Roma. Una scelta sbagliata) ha fatto riferimento alla letteratura sui danni, anche gravissimi, che il cosiddetto termovalorizzatore – in verità un inceneritore, dunque un impianto tecnicamente appartenente alla categoria delle industrie insalubri di prima classe –, causerebbe nella popolazione umana, in particolare neз bambinз e nelle persone più fragili, in tutte le altre specie viventi – si pensi a esempio alle api (sono più di 4.600 gli alveari censiti ai Castelli, ha successivamente ricordato unз attivista) –, con ricadute su ogni ecosistema. Dall’Unione dei comitati sono stati ribadite le principali vulnerabilità di cui risulta costellato l’iter dell’inceneritore: a partire dalla decisione di sostenere un progetto che avrebbe impatti di tanto grave entità e di così lunga durata su un territorio, quello di Santa Palomba, peraltro già fortemente colpito da molteplici forme di inquinamento dovute anche a ex discariche e da gravi carenze idriche (mentre, a causa delle ulteriori captazioni, il livello dei laghi di Albano e di Nemi sta diminuendo costantemente), senza che sia stata completata la Valutazione di impatto ambientale, condizione inderogabile, secondo le normative comunitarie, per un’eventuale approvazione dell’impianto. > È in tale contesto che l’Unione dei comitati si è trovata nella condizione di > dover richiedere una valutazione del rischio di crisi ambientale costituito > dall’elevata concentrazione, nell’area, di stabilimenti a rischio di incidente > rilevante (ben 4 dei 19 RIR della Regione Lazio si trovano nei pressi di Santa > Palomba). È stata ricordata infine la perdurante assenza di risposte alla petizione firmata da oltre 12.000 cittadinз e ai cinque quesiti contenuti nella lettera inviata il 7 aprile 2025 dall’on. Bogdan Rzońca, presidente della Commissione petizioni del Parlamento Europeo, a Roberto Gualtieri, che a Santa Palomba interviene nella quadruplice veste di sindaco di Roma Capitale e di Città Metropolitana, di commissario straordinario ai rifiuti e per il Giubileo. Il prossimo appuntamento a Santa Palomba è per il 29 luglio alle 18. È previsto un corteo che partirà dal sito per dirigersi in Via Cancelliera, anche per denunciare le conseguenze della paventata chiusura di circa un km di Via Cancelliera, funzionale all’avvio dei lavori. L’immagine di copertina è di Norma Bianchi SOSTIENI, DIFENDI, DIFFONDI DINAMOPRESS Per sostenere Dinamopress si può donare sul nostro conto bancario, Dinamo Aps Banca Etica IT60Y0501803200000016790388 tutti i fondi verranno utilizzati per sostenere direttamente il progetto: pagare il sito, supportare i e le redattrici, comprare il materiale di cui abbiamo bisogno L'articolo Santa Palomba è Roma: nessun territorio è un’isola proviene da DINAMOpress.
Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi si esprime contro l’inceneritore della Montello Spa
Durante l’ultima seduta dell’Assemblea di Comunità Montana dei laghi Bergamaschi, avvenuta in data lunedì 9 giugno 2025, la presente si è espressa in contrarietà al progetto di termovalorizzazione della Montello Spa. L’Assemblea ha votato, all’unanimità, la mozione presentata dal consigliere Lorenzo Poli dal titolo “Mozione di contrarietà all’impianto di termovalorizzatore proposto da Montello Spa”. Prima della votazione, il consigliere Poli ha esposto i contenuti e il messaggio della mozione, sottolineandone l’importante peso politico come esempio di solidarietà sociale a tutti i comuni che potrebbero essere travolti da un progetto del genere. L’endorsement alla mozione è arrivato dal Presidente di Comunità Montana, Danny Benedetti, sindaco di Trescore Balneario; dal Presidente dell’Assemblea Roberto Martinelli, sindaco di Tavernola Bergamasca; dal sindaco di Sarnico Vigilio Arcangeli; e dalla sindaca di Credaro Adriana Bellini con una dichiarazione di voto. “La proposta avanzata dall’azienda Montello Spa, mirante a realizzare un impianto di termovalorizzatore di rifiuti aziendali che produca energia elettrica e termica per esclusivo autoconsumo (senza alcun eventuale beneficio per la comunità), è da mesi oggetto di dibattito nell’opinione pubblica bergamasca. L’eventuale realizzazione di questo impianto di termovalorizzatore chiama ad una presa di posizione chiara della nostra Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi in quanto vede coinvolti 16 comuni membri appartenente all’ambito della Val Cavallina (Berzo San Fermo, Bianzano, Borgo di Terzo, Casazza, Cenate Sopra, Endine Gaiano, Entratico, Gaverina Terme, Luzzana, Monasterolo del Castello, Ranzanico, Grone, Spinone al Lago, Trescore Balneario, Vigano San Martino e Zandobbio), oltre che ad altri 25 comuni bergamaschi (Alzano Lombardo, Azzano San Paolo, Bagnatica, Bolgare, Brusaporto, Calcinate, Carobbio, Cavernago, Cenate Sotto, Chiuduno, Costa di Mezzate, Gorlago, Gorle, Grassobbio, Grumello del Monte, Nembro, Orio al Serio, Pradalunga, Ranica, Scanzorosciate, Seriate, Telgate, Torre Boldone, Torre de Roveri e Villa di Serio).” – ha affermato Poli, aggiungendo – “A fine febbraio 2024, ben 41 sindaci del territorio – in rappresentanza di oltre 200.000 bergamaschi (quasi il 20% della popolazione) – hanno manifestato la loro contrarietà e preoccupazione per il progetto stesso, fondandosi su ragioni sanitarie, ambientali, paesaggistiche, economiche, sociali e strategiche. Nel frattempo la cittadinanza ha raccolto migliaia di firme per manifestare la propria opposizione al progetto, dimostrando chiaramente che la popolazione non accetta la realizzazione di un impianto che comporterebbe danni ambientali e sanitari senza alcun beneficio concreto per il territorio. Incalza Poli: “Stiamo parlando di un progetto fortemente impattante che avrebbe una potenza di 154 MW, diventando il più grande inceneritore esistente in Italia (quasi il doppio di quello di Dalmine e di Brescia). Secondo le stime, tutti i comuni nel raggio di circa 15/20 km dall’eventuale impianto verrebbero raggiunti dalle sue emissioni, quindi i paesi membri di Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi che verrebbero raggiunti dalle emissioni si ampliano a dismisura arrivando fino a Lovere.  Ormai la letteratura medico-scientifica ci dice chiaramente che un termovalorizzatore può avere effetti collaterali nel medio periodo, tra cui l’accumulo di sostanze tossiche nel suolo e nelle falde acquifere, la riduzione della biodiversità locale e l’aumento della resistenza agli inquinanti nei microorganismi, compromettendo la qualità dell’agricoltura, dell’acqua potabile e dell’ecosistema circostante, con ripercussioni negative per la salute umana e animale. Senza parlare delle emissioni di anidride carbonica (CO₂) e l’esposizione multipla di polveri sottili che potrebbero conseguire.”  L’impianto della Montello Spa impatterebbe negativamente sul contesto paesaggistico e ambientale, in un’area che ospita percorsi naturalistici, sportivi e culturali. In questi anni le amministrazioni locali e altri enti territoriali hanno investito risorse significative per valorizzare il patrimonio naturale della zona, sforzi che verrebbero vanificati dall’introduzione di un’infrastruttura così invasiva. In Lombardia esistono già 14 impianti funzionanti che garantiscono l’autosufficienza dei rifiuti trattati, compresi quelli provenienti da fuori regione, ciò evidenzia l’inutilità di un ulteriore inceneritore e contraddice il principio di una gestione sostenibile dei rifiuti, che dovrebbe puntare su riduzione, riuso e riciclo piuttosto che su nuove strutture di combustione. L’Unione Europea sta adottando misure che potrebbero influenzare l’uso futuro di questi impianti in quanto il Regolamento Europeo sulla Tassonomia ha escluso l’incenerimento dalle attività economiche considerate ecosostenibili, riconoscendo il danno ambientale causato dagli inceneritori. Inoltre si deve sottolineare che la proposta di un progetto di termovalorizzazione è oggi più che mai fuorviante, in un periodo storico dove anche l’Unione Europea sta adottando misure che potrebbero influenzare l’uso futuro di questi impianti in quanto il Regolamento Europeo sulla Tassonomia ha escluso l’incenerimento dalle attività economiche considerate ecosostenibili, riconoscendo il danno ambientale causato dagli inceneritori[1]. La Legge Europea sulla Gestione dei Rifiuti, approvata in maggio 2018, stabilisce che entro il 2035 i rifiuti urbani smaltiti in discarica dovranno essere ulteriormente ridotti, per costituire al massimo il 10% del totale dei rifiuti urbani prodotti, stabilendo inoltre un aumento del riciclaggio fino al 55% entro il 2025, al 60% entro il 2030 e al 65% entro il 2035[2]: un obiettivo che va in totale controtendenza rispetto alla proposta di inaugurare un inceneritore.” Conclude il consigliere Poli: “La votazione all’unanimità della mozione in contrarietà all’impianto di inceneritore della Montello Spa è un esempio di solidarietà sociale e di responsabilità politica che sottolinea come certi temi importanti, come la salute umana e l’ambiente, non possono essere più negoziabili al giorno d’oggi. Il nostro compito, come amministratori, è di mantenere vivibile il territorio e non aggiungere ulteriori fattori di rischio”   [1] https://www.ecoseven.net/ambiente/europa-gli-inceneritori-nonsono-sostenibili/ [2] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_18_3846   Redazione Sebino Franciacorta