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Trascendere il conflitto: seminario alla Casa per la Pace di Ghilarza
Si è svolto, dal 4 al 6 di luglio 2025, il seminario sul metodo Transcend, condotto da Salvatore Deiana ed Erika Degortes, presso la Casa per la Pace di Ghilarza.  creata già nella seconda metà degli anni Ottanta dello scorso secolo dalla coppia di nonviolenti storici, Agata Cabiddu e Marino Cau, il seminario estivo promosso dal gruppo territoriale sardo del Movimento Nonviolento. Era dall’ottobre del 2023 che non si svolgevano nuovi convegni o corsi nella storica Casa che ha ospitato in tanti anni moltissime persone, comprese coloro che non sono più con noi: da Nanni Salio, ad Alberto L’Abate, ma non solo, che hanno lasciato fra queste mura e nel cortile una parte della forza emanata nella loro vita, che è compresente. E’ la forza loro e di tanti altri che queste mura ricordano: da Daniele Lugli a Guido Ghiani. L’occasione è arrivata dalla pubblicazione del libro di Salvatore Deiana “Trasformare i conflitti, promuovere la pace”, Edizioni ETS. Salvatore Deiana è ricercatore e docente di Pedagogia, all’università di Cagliari, oltre che storico attivista nonviolento. Erika Degortes, autrice di un capitolo del libro, è stata per molti anni allieva e collaboratrice di Galtung e continua a seguirne le tracce. La Casa ha accolto ventuno partecipanti, quattordici donne e sette uomini, che hanno contribuito alle attività preparate da Salvatore Deiana ed Erika Degortes, per un primo approccio al metodo Transcend, ideato dal compianto Johan Galtung. Il metodo, fra i più considerati a livello internazionale per la trasformazione nonviolenta dei conflitti, ha una struttura assai complessa, ma può essere semplificato in tre azioni: 1. Fare la mappatura del conflitto, evidenziando le parti, gli attori in causa, gli obiettivi di ciascuna parte e degli altri attori implicati. 2. Legittimare gli obiettivi delle parti, distinguendoli da quelli illegittimi, ovvero quelli che ledono pesantemente i diritti umani della parte avversa (comparazione tra obiettivi e mezzi, lavoro per l’integrazione). 3. Costruire ponti fra le parti e tra gli attori interessati, con l’obiettivo di andare verso il futuro, per trascendere e trasformare il conflitto in modo creativo e costruttivo. Ci sono dei bisogni fondamentali per ogni persona ed ogni popolo. * Bisogni materiali: sopravvivenza (o sicurezza), benessere (lavoro, cura, relazioni, natura, salute…) * Bisogni immateriali: l’identità (il senso di appartenenza, la cultura) e la libertà (rispetto delle libertà democratiche, ma anche di quelle collettive per i popoli colonizzati). Senza entrare nel merito del seminario e delle dinamiche suscitate, si può dire che di un momento come questo c’era bisogno, soprattutto qua in Sardegna, dove il conflitto tra guerra e pace, viene vissuto quotidianamente sul territorio, occupato da poligoni e basi, con le esercitazioni sempre più lunghe, sempre più frequenti, con l’avvelenamento dell’ambiente e della vita selvatica ed il pericolo sulla salute per la popolazione umana. Possiamo intanto uscirne con la consapevolezza che è necessario mappare il conflitto, per poter scegliere in che modo possa essere affrontato. Ma la vera svolta è quella di agire in modo nonviolento, o nel modo meno violento possibile, che sembra coinvolgere sempre più attivisti non solo in Sardegna, ma in Europa e nel mondo. La Casa per la Pace di Ghilarza, del Movimento Nonviolento, ricorda, non dimentica. Non si arrende e va avanti.   Carlo Bellisai
Johan Galtung: per una prospettiva pedagogica sui conflitti, la violenza, la pace
Per una prospettiva pedagogica sui conflitti, la violenza, la pace. Johan Galtung era un sociologo e matematico noto per i suoi studi sulla pace e la risoluzione dei conflitti. È considerato uno dei fondatori della ricerca sulla pace e ha sviluppato la teoria della “trasformazione dei conflitti”. Fece il carcere come obiettore di coscienza e fu molto importante per lui il contatto con il noto pedagogista Danilo Dolci. Questo valido e significativo trattato di Salvatore Deiana, Trasformare i conflitti, promuovere la pace. Per una lettura pedagogica della proposta nonviolenta di Johan Galtung [1], con lo specifico e puntuale contributo di Erika Degortes, è volto prevalentemente a rendere fruibile il pensiero del grande sociologo Johan Galtung in termini e in aspetti pedagogici del sapere. La Risoluzione e il Trascendimento e la Trasformazione dei conflitti e delle controversie per riuscire a costruire la pace in ogni contesto comunitario e sociale e a livello planetario. La proposta teorica e pratica elaborata da Galtung si costituisce esplicitamente entro un campo di studi di azione e di educazione avente come oggetto la pace ed è volta ad affrontare i conflitti in un’ottica di trascendimento e trasformazione nonviolenta e a cercare di costruire la pace prima di tutto con mezzi pacifici. L’importanza di un approccio nonviolento per travalicare le illogiche dinamiche belliciste e militaresche. Questo approccio può rivelarsi perciò utile ed efficace, proprio per affrontare e superare le dinamiche della violenza, confrontarsi con concezioni diverse, come le proposte di matrice nonviolenta e cercare di comprendere come queste si pongano rispetto alla violenza e alla guerra e la loro alternativa positiva, ossia la pace Johan Galtung, noto sociologo e studioso norvegese che ha dedicato la sua intera vita ai temi della pace, ha sviluppato una teoria sulla risoluzione dei conflitti e la costruzione della pace che enfatizza l’importanza di trascendere i conflitti piuttosto che semplicemente risolverli. La gestione costruttiva e con dinamiche di nonviolenza di tutti i conflitti, tramite approcci di creatività, attraverso l’empatia, per costruire e creare la pace a ogni livello della società e in ogni contesto mondiale. Nella Teoria dei conflitti, Galtung sostiene che i contrasti e le controversie sono inevitabili e possono essere positivi se gestiti in modo costruttivo. Tuttavia, se non gestiti bene, possono degenerare in violenza e odio e distruzione. Trascendere i conflitti significa per Galtung che, per creare la pace, è necessario superare e oltrepassare i conflitti stessi, ovvero andare oltre la semplice risoluzione della controversia e del dissidio e del contrasto e lavorare per creare relazioni positive e di giustizia sociale in ogni parte del mondo e della società a partire dalle singole individualità e dai vari e molteplici ambiti comunitari. Tutto questo portato di idee e ideali richiede empatia ossia comprendere le prospettive e le esigenze di tutte le parti coinvolte, con creatività per trovare soluzioni innovative che soddisfino le esigenze di tutte le parti e i soggetti in questione, tramite nonviolenza al fine di utilizzare metodi nonviolenti per risolvere i conflitti. La Costruzione della pace secondo Galtung enfatizza l’importanza di costruire l’accordo attraverso la creazione di relazioni positive e di giustizia sociale. Tutto questo apparato di ideali e di contenuti sociologici e educativi richiede varie componenti pedagogiche. Il dialogo al fine di promuovere l’interscambio dialogico e la comunicazione tra le parti coinvolte e favorire la cooperazione e la collaborazione tra le parti tramite il potenziamento, ossia il rafforzare le capacità e le competenze dei soggetti coinvolti. In sintesi, la teoria di Galtung sulla risoluzione dei conflitti e la costruzione della pace enfatizza l’importanza di trascendere i conflitti e lavorare per creare relazioni positive e di giustizia sociale. Teoria della trasformazione dei conflitti di Galtung. Come trascendere il disappunto e il dissidio e il contrasto che possono condurre all’odio e trasformarsi in varie tipologie di violenza. Questa teoria comporta il conflitto come opportunità. Galtung vede i conflitti come opportunità per il cambiamento e la crescita, piuttosto che come problemi da risolvere. Secondo Giovanni Salio, noto collaboratore di Galtung, possiamo distinguere principalmente che esistono tre approcci ai conflitti come la gestione dei conflitti stessi, ossia gestire le controversie per ridurre la violenza e i danni e la risoluzione dei conflitti e contrasti e controversie finalizzata a risolvere i conflitti eliminando le cause sottostanti. La Trasformazione dei conflitti consiste invece nel trasformare i conflitti, i contrasti e le controversie in opportunità per il cambiamento positivo e la crescita. E molto importante per il suo assetto teorico e pratico la Pace positiva. Galtung distingue tra “pace negativa” (assenza di violenza) e “pace positiva” (presenza di giustizia, uguaglianza e benessere). Creare la pace secondo Galtung tramite l’empatia e l’approccio creativo tra tutti i soggetti e le parti in disaccordo e in contrasto. Risulta necessario capire le cause dei conflitti e identificare le cause sottostanti dei contrasti per poterle affrontare, inoltre sviluppando l’empatia, promuovendo la comprensione e l’accordo tra le parti in disaccordo. Tutto questo con la creazione di soluzioni appunto creative al fine di trovare soluzioni innovative e trasformative e creative per risolvere i conflitti. Per Galtung è precipuo costruire la pace, ossia lavorare per costruire una pace duratura e sostenibile, basata sulla giustizia e sulla cooperazione. La teoria di Galtung sulla trasformazione dei conflitti e la creazione della pace è stata influente nel campo della ricerca sulla pace e della risoluzione dei conflitti a ogni livello della società e delle istituzioni. Per una lettura pedagogica della proposta nonviolenta di Johan Galtung, possiamo considerare i seguenti punti chiave. Per esempio l’Educazione alla pace, ossia l’approccio di Galtung può essere visto come un modello educativo per promuovere la pace e la risoluzione nonviolenta dei conflitti, attraverso lo Sviluppo di competenze e l’enfasi sulla creatività, l’empatia e la nonviolenza che può essere utilizzata per sviluppare competenze sociali ed emotive negli studenti, con il tramite dell’Analisi critica dei conflitti, perchè l’approccio di Galtung può essere utilizzato per analizzare criticamente i conflitti stessi e comprendere le loro cause profonde. Promozione della giustizia sociale oltre le dinamiche di guerra e di violenza e di odio. L’enfasi sulla giustizia sociale e sulla costruzione della pace può essere utilizzata per promuovere la consapevolezza e l’impegno per la giustizia sociale e la cooperazione tra persone e genti e popoli e minoranze. Attività pedagogiche possibili. Tramite la cooperazione e la progettualità di empatia e di contesti di creatività. Obiettivi pedagogici. Per rendere la pace fruibile e auspicabile attraverso il sapere formativo e educativo e in buona sostanza pedagogico. Gli obiettivi pedagogici consistono in questi aspetti tra cui sviluppare competenze sociali ed emotive e promuovere l’empatia, la creatività e la nonviolenza, per agevolare la consapevolezza critica per analizzare criticamente i conflitti e comprendere le loro cause profonde e favorendo l’impegno per la giustizia sociale e così promuovere la consapevolezza e l’impegno per l’equità a tutti i livelli della società e la costruzione della pace in ogni contesto. In sintesi, l’approccio di Galtung può essere utilizzato per promuovere l’educazione alla pace e la risoluzione nonviolenta dei conflitti, sviluppando competenze sociali ed emotive e promuovendo la consapevolezza critica e l’impegno e la cooperazione tra popoli e genti e minoranze e per una risoluzione delle guerre e dei genocidi in atto nel mondo.   [1] Edizioni ETS, Pisa 2025. Laura Tussi