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MILANO: CHIUDE SENZA PREAVVISO STORICA AZIENDA ZAF, LASCIATI A CASA 50 OPERAI. PRESIDIO E SCIOPERO DELLA FIOM
La Zaf, storica azienda milanese di Zibido San Giacomo da 70 anni di proprietà della famiglia Zentile, ha avviato ieri, senza alcun preavviso, una procedura di cassa integrazione straordinaria per cessazione d’attività. La fabbrica, che occupa 50 dipendenti, produce scaffalature metalliche per grandi magazzini. Negli ultimi anni ha visto un calo degli ordinativi e il susseguirsi di amministratori “mentre quello di cui non c’è stata traccia sono stati gli investimenti indispensabili per la continuità produttiva”, denuncia la Fiom. All’annuncio dei licenziamenti e della chiusura del sito i lavoratori sono scesi in sciopero con la Fiom Cgil e hanno organizzato un presidio. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto Emanuela Morosi, Fiom Milano. Ascolta o scarica.
Ex GKN, da quattro anni “abbiamo avuto ragione fin qui, dobbiamo continuare ad avere la forza di andare avanti”
“Venerdì 11 e sabato 12 luglio chiamiamo tutta la nostra comunità solidale in piazza Poggi. Sarà un concerto e un’assemblea, forse anche un corteo e una tendata. Una mobilitazione per chiedere che a prevalere siano i posti di lavoro e l’intervento pubblico, non le logiche immobiliari e potenzialmente speculative”. Così il Collettivo di Fabbrica ex GKN alla vigilia del quarto anniversario dell’inizio della lotta contro licenziamenti e delocalizzazione. “Questa vicenda va avanti da quattro anni e da cinque estati – dice il Collettivo di Fabbrica – Ma, nonostante tutta la fatica e il logoramento, è ancora tempo: di esserci, di sostenerla, di provarci. Del resto, abbiamo avuto ragione. Praticamente su tutto e sin dall’inizio. Oggi ci sembra ufficiale che l’investimento sull’area sia di natura immobiliare, e il quadro appare più che completo. Rimane da chiedersi se la partita non fosse truccata sin dall’inizio. Avevamo ragione, ma dobbiamo avere la forza. Perché l’obiettivo, oggi come sempre, è riaprire la fabbrica”. La scorsa settimana i Comuni di Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino e Calenzano hanno approvato le delibere per entrare nel Consorzio di sviluppo industriale della Piana, che potrà trattare sull’utilizzo dello stabilimento ex GKN. Manca ancora la Città Metropolitana e poi il Consorzio dovrà sbrigarsi a muovere i primi passi costitutivi per trattare l’area industriale, dove potrebbe reindustrializzare la cooperativa GFF, con almeno 100 posti di lavoro nella fase iniziale, ma anche altri, nell’idea di un condominio industriale. Lo stabilimento è l’unico tassello che manca al piano industriale della cooperativa per poter partire: “Non può rimanere ancora appeso all’infinito. Nessun piano industriale rimane fermo per anni. È arrivato il momento di decidere se in quell’immobile si vuole che torni il lavoro o se si vuole lasciarlo in mano a soggetti di natura immobiliare, che magari lo rivenderanno poi ad altri fondi finanziari ancora”. A quattro anni dai licenziamenti, sono state costituite almeno quattro nuove Srl attorno alla vicenda ex GKN, l’immobile è stato valutato e svalutato, sono stati spesi milioni di euro tra indennizzi, costo dell’immobile, quote societarie, e si sono accumulati almeno 12 milioni di euro di debiti verso i dipendenti. E ora compare l’ennesimo anello della catena: l’“investitore” sarebbe Idea SGV Srl, una società che da visura risulta avere un dipendente, specializzata nella realizzazione di operazioni di sviluppo immobiliare. Idea SGV, ad esempio, ha appena concluso due operazioni di compravendita immobiliare con il Fondo Mars e il Fondo Mercury, gestiti dalla SGR Kryalos. Parliamo di fondi che annoverano tra i gestori realtà della finanza globale come Blackstone. E parliamo di investimenti immobiliari soprattutto per la logistica dell’ultimo miglio: esattamente il profilo dello stabilimento ex GKN. “La presenza di questo nuovo soggetto societario getta un’ulteriore luce sinistra su tutta l’operazione – conclude il Collettivo di Fabbrica – Vogliono aprire qui l’ennesimo polo della logistica, che impiega pochi lavoratori e ha un forte impatto sul territorio, in termini di traffico, uso delle strade e inquinamento? Ma la partita era questa sin dall’inizio? E quindi c’era un interesse oggettivo, fin da subito, a ridurre e licenziare i lavoratori? Se così fosse, si spiegherebbe perché il consorzio pubblico dà tanto fastidio e perché dà fastidio il nostro piano di reindustrializzazione”. L’idea del Collettivo è semplice “ed è questa semplicità che non riescono a piegare: la fabbrica va riaperta. E noi abbiamo un piano per farlo. Bisogna resistere per tornare a ri-esistere. A maggior ragione, lo sgombero del presidio operaio è ritenuto inaccettabile, nell’interesse di tutta la comunità: quella stessa che ora è chiamata a scendere di nuovo in piazza”. Venerdì 11 luglio, in piazza Poggi, ci sarà un concerto a partire dalle 18, con Piero Pelù, Bandabardò, España Circo Este, Arpioni, Mauràs, Sakatena Tenor Fi, DJ Mars, Ejent e Spleen. Il giorno dopo, sabato 12 luglio, l’assemblea dell’azionariato popolare e della solidarietà. Redazione Toscana
11 e 12 luglio: Resistere per ri-esistere
Concerto e lotta Venerdì 11 luglio, a partire dalle h 18.00, Piazza Poggi, Firenze concerto con: donna G, España Circo Este, Piero Pelù, Mauràs, @Romanticismo periferico: Simone Sakatenan Tenore Mofire, @Dj Mars, Bandabardò (formazione ridotta), … Leggi tutto L'articolo 11 e 12 luglio: Resistere per ri-esistere sembra essere il primo su La Città invisibile | perUnaltracittà | Firenze.
5 si per lavoro e tutele
> REFERENDUM 8 E 9 GIUGNO > UN’OCCASIONE PER TUTELARE LAVORO e DIRITTI Domenica 8 e lunedì 9 giugno i cittadini italiani aventi diritto al voto sono chiamati alla partecipazione a cinque referendum popolari abrogativi (articolo 75 della Costituzione). Si tratta di cinque quesiti in materia di disciplina del lavoro e cittadinanza. Invitiamo i ferrovieri a mettere da parte, per un paio di giorni, il risentimento nei confronti della CGIL, responsabile della sottoscrizione di una nefasta ipotesi di rinnovo del CCNL Mobilità/Attività Ferroviarie, e a concentrarsi sull’importanza del rivendicare diritti per i lavoratori e per i cittadini. Opponiamo ad una politica che va sempre più a destra e favorisce sempre più i grandi poteri economici e finanziari, una società civile che vuole invece diritti, tutele e risorse per i cittadini. Questi referendum non sono sostenuti solo dalla CGIL, ma anche da tutte le forze politiche e sindacali, i movimenti e le associazioni che ritengono che il bene collettivo venga prima dei capricci di pochi privilegiati, che si arricchiscono sempre più sulle spalle di chi lavora. ANDIAMO TUTTI A VOTARE, ANDIAMO TUTTI A SCRIVERE SI! Di seguito una breve presentazione dei quesiti referendari. 1. STOP AI LICENZIAMENTI ILLEGITTIMI Nel primo referendum si chiede “l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs Act. Nelle imprese con più di 15 dipendenti, le lavoratrici e i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi non possono rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo.” Attualmente i lavoratori italiani penalizzati da questa legge sono oltre 3 milioni e 500mila: “Abroghiamo questa norma, diamo uno stop ai licenziamenti privi di giusta causa o giustificato motivo.” 2. PIÙ TUTELE PER LE LAVORATRICI E I LAVORATORI DELLE PICCOLE IMPRESE Il secondo quesito riguarda l’eliminazione del numero minimo di dipendenti per quanto riguarda i licenziamenti, “in quelle con meno di 16 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo oggi una lavoratrice o un lavoratore può al massimo ottenere 6 mensilità di risarcimento, anche qualora una/un giudice reputi infondata l’interruzione del rapporto. Questa è una condizione che tiene le/i dipendenti delle piccole imprese (circa 3 milioni e 700mila) in uno stato di forte soggezione.” 3. RIDUZIONE DEL LAVORO PRECARIO Il terzo quesito “punta all’eliminazione di alcune norme sull’utilizzo dei contratti a termine per ridurre la piaga del precariato.” Si parla allo stato attuale di circa 2 milioni e 300 mila lavoratori italiani con contratti a tempo determinato, i quali “possono oggi essere instaurati fino a 12 mesi senza alcuna ragione oggettiva che giustifichi il lavoro temporaneo.” 4. PIÙ SICUREZZA SUL LAVORO Il quarto referendum riguarda la salute e sicurezza sul lavoro, e punta a prevenire le attuali 500.000 attuali denunce annuali di infortunio sul lavoro e i quasi mille morti. Si intende modificare le norme attuali, “che impediscono in caso di infortunio negli appalti di estendere la responsabilità all’impresa appaltante. Cambiamo le leggi che favoriscono il ricorso ad appaltatori privi di solidità finanziaria, spesso non in regola con le norme antinfortunistiche. Abrogare le norme in essere ed estendere la responsabilità dell’imprenditore committente significa garantire maggiore sicurezza sul lavoro.” 5. PIÙ INTEGRAZIONE CON LA CITTADINANZA ITALIANA Il quinto quesito è invece relativo alla tematica della cittadinanza italiana, si propone di “dimezzare da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana, ripristinando un requisito introdotto nel 1865 e rimasto invariato fino al 1992.” Rimangono invariati gli altri requisiti per ottenere la cittadinanza, quali “la conoscenza della lingua italiana, il possesso negli ultimi anni di un consistente reddito, l’incensuratezza penale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica.” Oltre alla CGIL una serie di forze politiche e sindacali, movimenti e associazioni, tra cui la nostra rivista, sostengono a gran voce la partecipazione e il SI ai 5 quesiti. Di seguito, a titolo di esempio, solo alcuni di questi. Alleanza verdi e sinistra sostiene i 5 SI Movimento 5 stelle sostiene 4 SI per il lavoro e lascia libertà di scelta sul quinto quesito USB è per 5 SI CUB sostiene i 5 SI Emergency invita a votare SI al quesito sulla cittadinanza L'articolo 5 si per lavoro e tutele proviene da Ancora in Marcia!.