Tag - Pistoia

La questione palestinese a Pistoia in un ciclo di conferenze
L’Istituto Storico della Resistenza di Pistoia (ISRPT), la Fondazione Valore Lavoro (FVL), lo SMILE Toscana e l’FLC-CGIL Pistoia propongono un ciclo di lezioni sulla questione palestinese. Ne parliamo con Stefano Bartolini, Direttore di FVL e Direttore Scientifico dell’ISRPT. “La questione palestinese – come l’aveva chiamata Edward W. Said in un suo famoso libro – non era mai finita, era semplicemente caduta fuori scena, nel disinteresse del mondo e dei paesi occidentali. Oggi è tornata tragicamente e prepotentemente alla ribalta, mobilitando milioni di persone in tutto il mondo e chiamando in causa la lunga durata dei fenomeni storici e le chiavi interpretative con cui li leggiamo. Dobbiamo quindi addentrarci a ritroso lungo i decenni per capire come siamo arrivati a quello che si svolge davanti ai nostri occhi. E dobbiamo inquadrare tutto quello che ci dice oggi la questione palestinese rispetto al mondo in cui viviamo. Le immagini della distruzione ci riportano alla forma concreta della realtà, costituendo un antidoto alle distorsioni prospettiche e al limite del distopico che affollano le nostre società del benessere e dell’indifferenza”. Il ciclo è articolato in quattro focus tematici, condotti da quattro esperti universitari, ed è destinato in primo luogo ai docenti delle scuole, ma anche alla popolazione in generale. Gli incontri si terranno nella Sala Lama della sede della CGIL di Pistoia, via Niccolò Puccini 104, secondo il calendario seguente: * Mercoledì 22 novembre 2025 ore 16.30 Decostruire l’idea di spartizione della Palestina Mattia Giampaolo Università di Roma La Sapienza * Lunedì 10 novembre 2025 ore 16.30 La politica palestinese: origine, evoluzione e protagonisti Sofia Bacchini Università di Napoli L’Orientale * Martedì 18 novembre 2025 ore 17.30 Israele oggi. Quale sionismo. Arturo Marzano Università di Pisa * Lunedì 1 dicembre 2025 ore 16.30 Una storia politica e culturale dell’idea di genocidio Paolo Fonzi Università di Napoli Federico II La partecipazione ai 4 incontri garantisce l’acquisizione di 8 ore formative riconosciute dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. L’IRSPT è parte della Rete degli istituti associati all’Istituto Nazionale Ferruccio Parri, riconosciuto agenzia di formazione accreditata presso il MIM. Per iscrizioni. pistoia@flcgil.it Redazione Toscana
Sciopero generale per Gaza a Pistoia
Nonostante e le intimidazioni, anche Pistoia ha risposto in modo molto positivo allo sciopero generale, indetto per protestare contro l’assalto in acque internazionali alle barche della Sumud Flotilla. Si è svolta così una grande manifestazione, come non se ne vedevano da anni; alcuni degli organizzatori hanno addirittura ipotizzato in 10 mila i partecipanti. Tanti i ragazzi delle scuole, tanti gli insegnanti e i pensionati, insieme a tante altre categorie di lavoratori, dai metalmeccanici, ai lavoratori dei trasporti, del commercio, dell’edilizia, ai vigili del fuoco: una manifestazione quindi multicolore, che ha unito persone di tutte le età, favorita anche dal piacevole sole autunnale. Piazza Gavinana (il Globo per i pistoiesi), ove il concentramento era fissato per le 9.30, si è subito riempita di bandiere palestinesi, mescolate a quelle delle categorie sindacali e a qualcuna di Rifondazione. Dopo circa un’ora il corteo è partito, con in testa un mega striscione coi nomi dei bambini uccisi a Gaza, sorretto dai ragazzi e dagli insegnanti delle scuole pistoiesi. Dopo aver sfilato per le principali strade del centro cittadino, il corteo è approdato in piazza del Duomo, dove si è tenuto un comizio, proprio davanti al portico del Comune amministrato da una giunta di centrodestra, il cui sindaco di Fratelli d’Italia è candidato presidente alle prossime elezioni regionali. Ha aperto gli interventi Daniele Gioffredi, Segretario Generale della Camera del Lavoro di Pistoia e Prato, il quale ha innanzitutto ricordato che la Flotilla si è sostituita con la propria azione ai governi e alle istituzioni, che sono invece rimaste silenti dinanzi al genocidio in corso a Gaza. Ha poi richiamato i valori della nostra costituzione, specialmente con riferimento all’articolo 11 ove si dice che “l’Italia ripudia la guerra” ed ha quindi fortemente criticato la politica di riarmo dell’attuale governo che, portando la spesa militare verso il 5% del PIL, non solo sottrae risorse vitali per il welfare, ma conduce il paese verso un’economia di guerra, che alimenta il bellicismo. Per Gioffredi invece i Governi si devono attivare perché sia subito convocata una conferenza di pace, sotto l’egida delle Nazioni Unite. La perseveranza della Flottilla, secondo Gioffredi, ricorda al mondo che non possiamo abituarci all’orrore ed ha concluso citando Sandro Pertini: “Si svuotino gli arsenali e si riempiano i granai” invitando i manifestanti a continuare nell’impegno e nella lotta. Il secondo intervento è stato quello di una rappresentante di Non una di Meno, che ha ricordato come la guerra e il genocidio siano l’estrema espressione della cultura patriarcale e maschilista. La Palestina rappresenta inoltre un laboratorio per lo sviluppo di una violenza sistemica, con il controllo tecnologico, la militarizzazione del territorio, l’apartheid, il razionamento del cibo e dell’acqua, l’ecocidio e la distruzione delle possibilità di vita. E’ quindi doveroso opporsi alla produzione e al traffico delle armi verso Israele, così come è necessario porre fine agli accordi con le università israeliane, ma è anche doveroso opporsi contro la torsione autoritaria della società italiana, che criminalizza il dissenso. E’ intervenuta quindi una insegnante del Coordinamento Pistoiese degli insegnanti per la Palestina, che ha esordito richiamando tutte le risoluzioni della Nazioni Unite che lo Stato di Israele ha violato fin dalla sua fondazione ed ha risposto a chi accusa certi insegnanti di fare politica in classe, rammentando che l’antifascismo è il fondamento della nostra Costituzione e che quindi la trasmissione dei suoi valori rientra a pieno titolo tra gli insegnamenti di Educazione Civica a cui i docenti sono tenuti. Successivamente è intervenuta una rappresentante dell’Arci, che ha ricordato come la sua organizzazione, da sempre impegnata per la difesa dei diritti del popolo Palestinese, si sia particolarmente attivata da quando è iniziata l’aggressione israeliana, sia a Gaza, che in Cisgiordania ed ha invitato tutti a proseguire nell’impegno, a partire dalle prossime scadenze, come la grande manifestazione nazionale di domani a Roma. Il quinto intervento è stato quello di un rappresentante del Comitato per la Palestina di Pistoia, che ha richiamato le norme del diritto internazionale, per le quali in acque internazionali una nave che batte la bandiera di uno Stato costituisce parte integrante del territorio stesso di quello Stato: l’aggressione della marina israeliana alle barche italiane della Sumud Flotilla in acque internazionali costituisce quindi un attacco al nostro paese e l’arresto dei membri dell’equipaggio costituisce per l’oratore un sequestro di persona. Questi gravi fatti integrano le fattispecie previste dalla normativa per l’indizione senza il consueto preavviso di uno sciopero; i sindacati si muovono quindi nella piena legalità e, se ci dovessero essere sanzioni, sono sin da ora pronti al ricorso contro tali provvedimenti. Ha concluso infine gli interventi un giovane studente, che ha ricordato come il boicottaggio di tutte le aziende coinvolte nell’economia della guerra sia un’altra importante modalità di sostenere la lotta del popolo palestinese, invitando tutti ad utilizzare l’applicazione denominata No Thanks, che con la semplice lettura del codice a barre consente di individuare prodotto “non etici”, indirizzando quindi i consumatori verso acquisti consapevoli. Enrico Campolmi
Vicofaro a Pistoia non muore
-------------------------------------------------------------------------------- Vicofaro -------------------------------------------------------------------------------- A Pistoia, il 1° luglio del 2025 sarà ricordato come il giorno della vergogna delle istituzioni, sia civili che religiose. A un manipolo di una ventina di tutori dell’ordine, scomodati addirittura da Taranto, è stato ordinato di dare l’assalto alla struttura di Vicofaro per liberarla della presenza ingombrante degli ultimi sei ospiti del centro, i più fragili, i più bisognosi di cure e contatti umani significativi, i più affezionati a quella che hanno considerato come la propria “casa”, che ha offerto loro riparo e attenzione. Viste le gravi fragilità personali in questione, avremmo desiderato l’intervento di operatori sanitari, psicologi e dello stesso don Massimo Biancalani per rassicurarli e favorire il loro ricollocamento in strutture adeguate. Marziani in assetto di guerra, invece, li hanno affrontati diffondendo il panico e completando la smobilitazione di Vicofaro nella maniera più lacerante possibile. Perché questo colpo di mano conclusivo? Per suggellare la chiusura di Vicofaro, auspicata dalle istituzioni e più volte reiterata, ma finora rinviata? Una vendetta finale che serva a rimettere in ordine gli organigrammi del potere? Anche perché, nelle settimane passate, il ricollocamento degli ospiti del centro di accoglienza, seppure in maniera disorganica e deludente sul piano delle prospettive, è proceduta senza alcuna tensione. La maggior parte dei ragazzi ha accettato le nuove destinazioni mentre i volontari della struttura hanno contribuito a facilitare l’intera operazione, indicando le sedi più opportune in relazione alle esigenze degli stessi ragazzi. Era necessario arrivare a questo punto di rottura? Da anni, lo stesso don Massimo Biancalani e la comunità che gli si raccoglie attorno, hanno ripetutamente chiesto l’intervento delle istituzioni e della società civile. Questo, per definire e concordare un progetto, una rete integrata di residenze protette all’interno della quale Vicofaro avrebbe svolto il ruolo di hub, di centro di prima accoglienza o, come comunemente riconosciuto, di accoglienza di bassa soglia. Tavoli di lavoro, di confronto e di co-progettazione sono stati proposti o semplicemente avviati ma puntualmente naufragati nelle nebbie e nella neghittosità delle istituzioni e della società civile. Vicofaro non ha mai negato la propria disponibilità. Certo, le condizioni dell’ospitalità sono andate sempre più peggiorando visto l’alto numero degli ospiti e la ristrettezza degli spazi e dei servizi. La ristrutturazione dei locali era diventata ineludibile. Perché è stato necessario far incancrenire l’esperienza di Vicofaro e non intervenire per tempo? Qualcuno ha giocato al tanto peggio tanto meglio? Forse ora sono in gioco carriere politiche, ecclesiastiche ed elezioni che hanno agito da detonatore di questa situazione? Una cosa è certa. Nel giro di poche settimane sono state messe a disposizione circa otto sedi per il ricollocamento dei ragazzi, mentre fino a ieri c’era il deserto. Sorprendente. Ormai era stata decisa la chiusura del centro di Vicofaro e così tutti si sono dati da fare. Chiusura? Hanno chiuso i locali, hanno sigillato gli ingressi, ma a dispetto delle esultanze del ministro Piantedosi e del sindaco Tomasi, non hanno potuto sigillare i cuori di tutti coloro che hanno dato vita all’esperienza di Vicofaro, a partire da don Massimo a tutti i volontari e a coloro che in tutta Italia hanno visto in questo centro di accoglienza un modello di umanità, di pace e di fratellanza. Da oggi Vicofaro si moltiplica per dieci, per cento e oltre, si moltiplica nella presenza dei ragazzi ospitati e ricollocati nelle varie sedi, nello spirito e nell’azione dei volontari, degli accompagnatori, degli insegnanti, dei sanitari che sempre sono stati al fianco dei ragazzi e che si faranno promotori di altre 10, 100, 1000 Vicofaro. Annamaria Argentaro, Daniela Banchini, Paolo Bongiovanni, Enrico Campolmi, Martina Chiti, Antonio Fiorentino, Giovanni Ginetti, Isabella Pratesi, Sandra Torrigiani -------------------------------------------------------------------------------- Pubblicato da Antonio Fiorentino, architetto ed esponente del Gruppo Urbanistica di perUnaltracittà di Firenze, su perunaltracitta.org. -------------------------------------------------------------------------------- LEGGI ANCHE QUESTO ARTICOLO DI MASSIMO BIANCALANI: > Non smetteremo di accogliere -------------------------------------------------------------------------------- L'articolo Vicofaro a Pistoia non muore proviene da Comune-info.