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A Roma manifestazione contro la finanziaria di guerra, il riarmo e il genocidio a Gaza
Un mare di persone ha attraversato per l’ennesima volta le strade di Roma partendo da Porta San Paolo, per concludersi in Piazza San Giovanni. Sul carro di testa sono saliti Greta Thunberg, l’attivista brasiliano Thiago Avila, entrambi membri della Global Sumud Flotilla e presenti alla manifestazione di ieri a Genova e Maya Issa, rappresentante degli studenti palestinesi in Italia. Si sono poi uniti tutti al cordone di apertura del corteo, insieme a Francesca Albanese, a numerosi attivisti della Global Sumud e della Freedom Flotilla, ai pompieri dell’Usb e ai portuali di Genova, accompagnati dalla canzone composta da Roger Waters per salutare e appoggiare lo sciopero generale indetto ieri da USB. In testa anche le bandiere del Venezuela, quotidianamente minacciato di invasione da parte degli Stati Uniti. L’imponente corteo non ha tradito le attese, con la partecipazione di tante famiglie con bambini e tantissimi giovani e giovanissimi italiani da generazioni e di altri originari di innumerevoli Paesi, a dimostrazione che anche a Roma è il mondo intero a opporsi al genocidio e ai governi occidentali complici, ma anche alla finanziaria fatta di riarmo, di tagli allo stato sociale e di politiche guerrafondaie purtroppo diffuse in tutta l’Europa. Politiche che stanno apertamente sabotando ogni possibile accordo di pace in Ucraina e ci stanno irresponsabilmente trascinando in una spaventosa guerra mondiale. Accolta da calorosi applausi e grida che scandivano il suo nome e l’hanno accompagnata per tutto il tempo, alla fine del corteo Francesca Albanese ha pronunciato un discorso appassionato ed emozionante: “Non ho più voce non per questa giornata o per quella di ieri, ma perché sono due anni che cerco di svegliare il mondo dicendo che i palestinesi sono vittima di un genocidio” ha scandito, per poi dirsi felice di essere là e ringraziare i portuali del CALP, Genova, Roma e l’Italia. “Facciamoci sentire, fate sentire la vostra voce contro la finanziaria” ha proseguito, denunciando gli investimenti nelle armi e non nella salute o nell’istruzione. Ha poi ringraziato ed esortato i poliziotti e le poliziotte presenti a non mettersi muro contro muro rispetto al popolo in marcia che si sta battendo anche per i loro diritti. “Oggi, giornata di solidarietà con il popolo palestinese istituita dall’ONU nel 1977, sono qui anche perché non voglio più sentir dire che si è spezzato il senso di unità e urgenza che ha spinto la gente a riempire le piazze” ha continuato. “Se le istituzioni facessero quello che dovrebbero fare non ci sarebbe bisogno di riempire le piazze. Dovrebbero tagliare le relazioni economiche, militari, strategiche e anche di ricerca con uno Stato che commette il crimine dell’apartheid e del genocidio e continua a uccidere. Il genocidio non si è fermato. A Gaza si muore nella mancanza di dignità, di acqua, di cibo. E noi come europei abbiamo una responsabilità verso la Palestina. Non ci possiamo fermare, fino a liberare la terra tra il fiume e il mare perché tutti siano liberi e con gli stessi diritti. La liberazione della Palestina sarà anche la liberazione degli israeliani. Io condanno la violenza in tutte le sue forme, condanno gli attacchi alla sede della Stampa; la violenza anche all’interno di un sistema violento finisce per rafforzarlo. Invece bisogna praticare la sumud, la resilienza, l’etica dell’empatia, sentire l’altro e il suo dolore come se fosse il nostro. Io vedo la fine di questo incubo se porteremo dalla nostra parte anche chi non sta qui, agendo con gentilezza e amorevolezza” ha concluso tra gli applausi, portando una luce di speranza opposta alla logica brutale della violenza e dell’oppressione rappresentata da Israele e dai governi occidentali, Italia in testa.   Mauro Carlo Zanella
Il saluto musicale di Roger Waters allo sciopero generale del 28 novembre
USB ed il CALP ringraziano Roger Waters per il sostegno allo sciopero generale del 28 novembre: il musicista inglese ha inviato ai portuali di Genova un video saluto musicale, visibile sui canali social del CALP e di USB nazionale. 28 e 29 novembre vogliamo fermare la finanziaria di guerra del Governo Meloni, che impoverisce la popolazione per puntare sul riarmo, bloccare i rapporti con lo stato israeliano che compie un genocidio in Palestina, rimettere al centro le vere priorità del paese: i salari, fermi da 30 anni, le pensioni, i servizi pubblici ed i diritti sociali. La giornata di sciopero si articolerà su decine di piazze in tutta Italia: a Genova saranno presenti ospiti internazionali come Greta Thumberg e Francesca Albanese mentre a Roma è prevista una manifestazione a Piazza Montecitorio per votare la finanziaria del popolo, ma le mobilitazioni riguarderanno tutti i principali centri del Paese.  Il 29 novembre una grande manifestazione nazionale partirà da Porta San Paolo: fermiamo l’economia del riarmo e del genocidio. Qui il video saluto di Roger Waters sui nostri social: https://www.instagram.com/reel/DRjYrPxjJ-_/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA== Unione Sindacale di Base
Genova per noi #2 | Intervista a Riccardo Degl’Innocenti sugli scioperi dei portuali a sostegno alla Sumud Flotilla – a cura di Lidia Demontis e Roberto Faure
Una seconda intervista di Effimera sulla situazione genovese e sugli scioperi dei portuali a sostegno alla Sumud Flotilla. Parla Riccardo Degl’Innocenti, genovese, esperto di porti, attivista di The Weapon Watch, Osservatorio sulle armi nei porti europei (www.weaponwatch.net), da sempre al fianco del CALP di Genova.  ***** 1. La vostra mobilitazione è stata un successo, [...]
Genova per noi. I blocchi moltitudinari dei trasporti di armi
Il mattino del sabato 27 settembre al Circolo dei portuali di Genova in Via Albertazzi si è tenuta la relazione pubblica di un convegno internazionale di sindacati di portuali terminato questo sabato; erano presenti numerose delegazioni tra cui portuali greci, baschi, francesi, turchi, ciprioti etc., ospiti del CALP (che è da anni uscito dalla CGIL per aderire come membro alla USB – Unione sindacale di base). Effimera ha colto l’occasione per intervistare Riccardo Rudino del Calp e Roberto Pardini dell’USB. Nel ringraziare la predetta testata online  rilanciamo per i lettori della nostra Agenzia gli interventi dei due sindacalisti_ ______________________   Domanda 1. La vostra mobilitazione è stata un successo, anche mediatico. Come pensate di allargare la protesta? Esiste un collegamento con gli altri porti italiani? È indubbio che la mobilitazione generale è stata un successo. Senza esagerare si può sostenere che si è trattato di uno sciopero generale come non se ne vedeva da anni. Inoltre, per una volta, si è messa in campo una forza che ha dato sostanza a uno slogan agitato da anni ma i cui confini reali non sono mai stati perseguiti, che è quello dello sciopero generalizzato. Allo sciopero classico si è unita una forza enorme che ha bloccato le città in tutti i suoi snodi principali. Se ha senso quindi  parlare di generalizzazione della lotta e di unità tra il mondo del lavoro “classico” e mondo del precariato diffuso, il 22 si è visto questo. Non solo nelle città grandi ma anche in quelle minori. Questo successo che anche i media non hanno potuto oscurare vuol dire che la mobilitazione è già ampia e diffusa, con una forte presenza di parole d’ordine radicali e non minoritarie. Certamente va allargata. Lo si fa, a mio parere, cercando la più ampia convergenza, tenendo insieme e non creando contrapposizioni tra chi si muove per motivi solamente etici e umanitari e chi ha presente che la mobilitazione è anche e soprattutto politica. Sul collegamento con altri porti italiani esiste già un coordinamento che USB ha iniziato a costruire da almeno due anni. Questa rete si sta allargando a livello internazionale soprattutto con l’aiuto della Federazione Sindacale Mondiale di cui USB è membro e fondatore. Se oggi i porti sono bloccati non solo a Genova ma anche a Livorno, a Ravenna, Taranto etc. il merito è di chi sciopera ma anche dell’idea del coordinamento organizzativo. Proprio oggi (27 settembre 2025) si sta tenendo a Genova una riunione operativa con lavoratori dei porti europei e non solo. Esiste già un coordinamento internazionale ma pensiamo che vada allargato e reso ancora più strutturato. Domanda 2. Per sanzionare Israele è possibile ipotizzare un più ampio blocco o almeno parziale boicottaggio delle merci provenienti da o dirette verso Israele? Magari coinvolgendo il trasporto aereo o il supporto su gomma? Certamente va perseguito questo obiettivo. I lavoratori di USB dell’aeroporto di Brescia hanno già scioperato per evitare il volo di aerei verso Israele. Per il trasporto su gomma è più complesso anche perché il lavoro in quel caso è molto parcellizzato, la stragrande maggioranza dei lavoratori è straniera con tutto ciò che comporta e scarsamente sindacalizzata. Domanda 3. Si coglie nell’aria una convinta richiesta popolare di lotta unitaria per far cessare il fuoco (e la strage) a Gaza, superando le differenze e puntando a rompere il fronte di chi vuole la guerra. Che cosa pensate si possa fare? Questa richiesta è evidente. Va alimentata. Credo che in questi due anni di mobilitazioni in cui l’intero circuito mediatico ci chiamava antisemiti e ci considerava alla stregua di propagandisti del terrorismo, abbiamo tenuto duro in unità con le organizzazioni palestinesi della diaspora. Evidentemente non arrendersi, continuare a lottare anche attraverso analisi, piccole iniziative diffuse etc. a qualcosa è servito. Oggi è il momento di comprendere che un fronte ampio è fondamentale ma che se trasformiamo tutto in una operazione di sostegno puramente umanitaria non allarghiamo nulla e la lotta in tempi non brevi si spegnerà. Domanda 4. In particolare con quali soggetti politici e con quali comunità possiamo sperare di costruire una rete capace di far sentire a Israele la nostra indignazione? Lo sciopero del 22 settembre 2025 è stato importante anche perché ha dimostrato che moltissimi lavoratori si sono schierati con una piattaforma di richieste radicale che chiede lo stop al genocidio ma anche di continuare a lottare contro l’occupazione sionista per uno Stato Palestinese, senza nascondere gli intenti. Inoltre lo sciopero aveva una piattaforma che univa la questione palestinese con la volontà di lottare contro l’economia di guerra e contro le ricadute delle spese belliche e di riarmo europeo e NATO sui lavoratori, sui disoccupati, sui subalterni in generale. Ciò che va fatto è mantenere queste posizioni e che chiunque le appoggi si impegni a perseguirle. Se manteniamo queste posizioni allargheremo il fronte. Siamo aperti quindi a collaborare in senso ampio come abbiamo fatto in questi anni, innanzitutto con le comunità palestinesi, coinvolgendo anche le organizzazioni studentesche come Cambiare Rotta e OSA (Opposizione Studentesca d’Alternativa). Ovviamente chiunque si schieri su questi obiettivi senza ambiguità può affiancarci mantenendo le proprie specificità. Domanda 5. Oltre ai compagni del CALP, quale è il livello di partecipazione  alla mobilitazione dei lavoratori della CULMV e degli altri lavoratori del porto (CAP, ramo industriale ecc.)? Su questo, essendo io un lavoratore e un militante USB della scuola, per il settore portuale non posso dire molto e credo che nelle interviste i compagni che lavorano in porto possano essere più precisi. Sappiamo comunque che la lotta in porto non è solo a carico dei lavoratori di un sindacato pur forte come USB. Questo succede perché sappiamo che molti lavoratori sono d’accordo con le nostre idee e con le nostre pratiche anche in contrapposizione con dirigenze sindacali alle prese con cautele e compromissioni che i lavoratori, lottando uniti, possono rendere inoffensive. Domanda 6. Quale è il rapporto con i sindacati di categoria tra cui la CGIL e quale il loro ruolo e peso nella mobilitazione? Lavorando nella scuola io rispondo per la mia categoria. La CGIL è passata da una posizione preoccupata per lo sviluppo di un inesistente sentimento antisemita a una serie di posizioni più sensate ma senza mobilitazioni. La situazione però è cambiata da qualche mese. Tuttavia, l’indicazione dello sciopero del 19 settembre è stata un grave errore, sintomo che all’interno di quella organizzazione le idee sono confuse o, peggio, dovute a rapporti politici e anche istituzionali che di fatto sostengono Israele. Ovviamente, il 22 settembre in piazza i lavoratori CGIL ci sono stati e in gran numero. La posizione che abbiamo oggi è di indire lo sciopero generale in caso di attacco alla Flotilla, posizione recepita anche dalla CGIL. Ovviamente siamo contenti di questo e ci aspettiamo che gli adempimenti che sono necessari per lo sciopero generale non rimangano inevasi, confidiamo che non si tratti solo di parole. Domanda 7. E della Flotilla che dici? Che ha avuto l’enorme merito di proporre una iniziativa concreta, ampia e inclusiva che ha portato alla mobilitazione di migliaia di cittadini che, per tanti motivi, fino a quel momento erano restati inermi pur stando idealmente dalla parte giusta. Il merito è stato anche quello di coordinarsi con quei soggetti le cui organizzazioni erano state in campo sul tema da molto tempo. In una riunione a Genova in cui abbiamo proclamato lo sciopero del 22, una rappresentante della Flotilla ha detto che l’obiettivo umanitario non ha senso se non è legato alla volontà di liberare Gaza e la Palestina. Su questo punto direi che è obbligatorio che concordiamo tutti. Come punto di partenza non mi sembra poco. Redazione Italia
Genova per noi | i blocchi moltitudinari dei trasporti di armi. Interviste a Riccardo Rudino (Calp) e a Roberto Pardini (USB) – a cura di Lidia Demontis e Roberto Faure
Genova, 28 settembre 2025. L'organizzazione Music For Peace aveva convocato a Genova una manifestazione per la Palestina e per la tutela della Sumud Flotilla per il venerdì 26 settembre 2025 alle ore 20, poi spostata al giorno dopo sabato 27, da tenersi senza simboli di partito o organizzazione. La folla si è concentrata presso l'ingresso [...]
L’impotenza di Tajani e l’Italia in mobilitazione
Le dichiarazioni del Ministro Tajani al Festival di Open non sono altro che una confessione di impotenza di fronte ai crimini di Israele. È proprio questo che ci spinge a intervenire. Maria Elena Delia: “Il Ministro degli Esteri dovrebbe conoscere e applicare i principi del diritto internazionale. Noi non chiediamo la protezione militare, bensì la mera applicazione di quei principi, non solo a tutela della nostra missione, ma soprattutto a fronte del genocidio in corso. Il ministro ha una visione rovesciata della realtà, prediligendo la posizione israeliana al diritto internazionale: il blocco navale imposto da Israele dal 2007 è illegale e l’eventuale intercettazione della Global Sumud Flotilla sarebbe un atto di pirateria finalizzato al sequestro di persona. Tajani non può sottrarsi alle proprie responsabilità dinanzi agli italiani. Assieme al Senatore Marco Croatti e all’Europarlamentare Benedetta Scuderi, sollecitiamo l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta che faccia luce sulle relazioni istituzionali ed economiche tra Italia e Israele, in quanto materie di pubblico interesse”. Il Global Movement to Gaza aderisce allo sciopero generale indetto da USB e CALP per lunedì 22 settembre. Una mobilitazione trasversale che coinvolgerà diverse realtà sociali in oltre 80 piazze italiane. A Roma il raduno è previsto per le ore 11:00 in Piazza dei Cinquecento. Chiediamo agli italiani di scendere in piazza per chiedere al governo una risposta netta, severa e seria, in linea con il diritto internazionale. Invitiamo a fare riferimento alle comunicazioni ufficiali di USB per l’elenco integrale delle piazze in mobilitazione (in aggiornamento).   Redazione Italia
La continuità genovese contro le guerre grazie ai portuali. CLAP: “ci vediamo il 26/27 settembre”
– 24 aprile 1945: i partigiani genovesi (fra i quali molte donne e tanti giovanissimi) liberano la città costringendo i teschi alla resa; Genova è medaglia d’oro della Resistenza – 30 giugno 1960: Genova insorge contro il governo neofascista Tambroni -18 novembre 1973: una grande manifestazione attraversa la città raggiungendo Ponte dei Mille, per salutare la partenza dell’«Australe», la nave dell’amicizia, pronta a partire per Haiphong con un carico di aiuti ai Vietcong (vedi sotto). 31 agosto 2025: 50mila manifestano a Genova a sostegno della Fottiglia per Gaza   > L’« AUSTRALE», LA NAVE DELL’ AMICIZIA FRA I LAVORATORI ITALIANI E IL POPOLO > DEL VIETNAM È PARTITA IERI DA PONTE DEI MILLE PER IL PORTO DI HAIPHONG. LA > GIORNATA È STATA DEDICATA A QUESTA PARTENZA. I LAVORATORI PORTUALI HANNO > CONTINUATO LA LORO OPERA PER TUTTA LA MATTINATA, TERMINANDO D’IMBARCARE SULLA > NAVE, MESSA A DISPOSIZIONE DALLA COOPERATIVA GARIBALDI, IL MATERIALE OFFERTO > DA NUMEROSE DITTE ITALIANE. ALLE NOVE E TRENTA, A PALAZZO SAN GIORGIO SI È > SVOLTO UN INCONTRO FRA LE DELEGAZIONI DELLE CITTÀ ITALIANE, I SINDACATI E LE > AUTORITÀ LOCALI, ALLA PRESENZA DEL SENATORE FOSSA, PRESIDENTE DEL COMITATO > GENOVESE DI ITALIA – VIETNAM E DEL CAPOGRUPPO CONSILIARE SOCIALISTA, > MALERBA. NEL POMERIGGIO, ALLE QUINDICI, GENOVA ANTIFASCISTA E DEMOCRATICA SI È > RACCOLTA IN LARGO XII OTTOBRE PER DIMOSTRARE L’AMICIZIA E LA SOLIDARIETÀ VERSO > IL POPOLO VIETNAMITA. SI È RACCOLTA CON LA SUA POPOLAZIONE, I SUOI OPERAI, GLI > STUDENTI, INSIEME ALLE NUMEROSE RAPPRESENTANZE DELLE ALTRE CITTÀ ITALIANE, > INTORNO AL PALCO DOVE HANNO PARLATO RICCARDO LOMBARDI DEL PSI, GIANCARLO > PAJETTA, DEL PCI, DANILO MORINI DELLA DC E HUYNH TIENG INCARICATO DI AFFARI > DELL’AMBASCIATA DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL VIETNAM. E’ STATO UN > ABBRACCIO SIMBOLICO CHE LA CITTÀ HA VOLUTO DARE A TUTTI COLORO CHE HANNO > CONTRIBUITO CONCRETAMENTE A FAR PARTIRE LA NAVE «AUSTRALE» CON UN CARICO DI > TREMILA TONNELLATE DI MATERIALE PER IL PORTO DI HAIPHONG. ALLA PRESENZA DI > MIGLIAIA DI CITTADINI HA PRESO LA PAROLA RICCARDO LOMBARDI, PRESIDENTE > DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ITALIA-VIETNAM CHE HA RICORDATO LE DURE LOTTE > SOSTENUTE DAL POPOLO ASIATICO PER LA CONQUISTA DELLA LIBERTÀ. “GENOVA NON È > NUOVA A QUESTE MANIFESTAZIONI” – HA DETTO LOMBARDI -“RICORDIAMO CHE DA GENOVA > PARTÌ LA “AMILCARE CIPRIANI” CHE PORTÒ GLI AIUTI ALLA RIVOLUZIONE SOVIETICA” > LOMBARDI HA RICORDATO CHE, COME ALLORA LA RIVOLUZIONE RAPPRESENTÒ L’AVVENIRE > DEI DEMOCRATICI, OGGI LA RIVOLTA DEL VIET NAM È STATA LA DISCRIMINANTE CHE HA > DECISO UNA NUOVA SCELTA, LA SCELTA DELLE NUOVE GENERAZIONI. HANNO PRESO QUINDI > LA PAROLA L’ON. DANILO MORINI DELLA SINISTRA DEMOCRISTIANA E GIANCARLO PAJETTA > DEL PCI. LA PRIMA PARTE DELLA MANIFESTAZIONE È TERMINATA CON L’INTERVENTO DI > HUYNH TIENG CHE HA RINGRAZIATO I LAVORATORI ITALIANI PER L’AIUTO DATO AL > VIETNAM CON L’INVIO DELLA NAVE “AUSTRALE” E DI MARIO GIOVANNINI DELLA CGIL, > APPENA GIUNTO DA HANOI, CHE HA PORTATO UN MESSAGGIO DEI LAVORATORI E DEI > SINDACATI VIETNAMITI. ALLA MANIFESTAZIONE ERANO PRESENTI IL PRESIDENTE > DELL’ASSEMBLEA REGIONALE LIGURE AVV. PAOLO MACHIAVELLI, IL PRESIDENTE DELLA > PROVINCIA DI GENOVA RINALDO MAGNANI, UNA DELEGAZIONE UFFICIALE DEL COMUNE DI > GENOVA NELLE PERSONE DEL VICE SINDACO FULVIO CEROFOLINI E DEGLI ASSESSORI > BAFFICO, GUALCO E CANGELOSI, GLI ONOREVOLI CANEPA E LABOR, IL SEGRETARIO DELLA > FEDERAZIONE DEL PSI, MENTI, IL CAPOGRUPPO SOCIALISTA ALLA REGIONE MEOLI, IL > CONSIGLIERE GUGLIELMINO, IL VICECONSOLE DELLA COMPAGNIA UNICA FUSARO E IL > SEGRETARIO DELLA CAMERA DEL LAVORO, LANZA. > LA SECONDA PARTE DELLA MANIFESTAZIONE È STATA CARATTERIZZATA DAL CORTEO CHE HA > ATTRAVERSATO TUTTA LA CITTÀ RAGGIUNGENDO PONTE DEI MILLE, NEL PORTO, DOVE ERA > ATTRACCATA LA «AUSTRALE», LA NAVE DELL’AMICIZIA, PRONTA A PARTIRE PER > HAIPHONG. E COSÌ È STATO: I’«AUSTRALE» È SALPATA NEL TARDO POMERIGGIO TRA LE > SIRENE DELLE NAVI ANCORATE NEL PORTO GENOVESE PER UN VIAGGIO CHE È IL SIMBOLO > DELL’INTERNAZIONALISMO E DELL’AMICIZIA CHE GLI ITALIANI HANNO DIMOSTRATO VERSO > DEGLI UOMINI CHE CONTINUANO A SOFFRIRE PER LA LORO DIGNITÀ E IL LORO DIRITTO > DI ESISTENZA. (M. PA) > > IL LAVORO – CRONACA DI GENOVA – DOMENICA 18 NOVEMBRE 1973   La lotta contro le guerre è oggi rilanciata dai portuali e in particolare dal Collettivo Autonomo Lavoratori del Porto (CALP) che da anni sabota le partenze delle navi cariche di armi destinate in Arabia saudita che bombarda lo Yemen e in Israele per il genocidio dei palestinesi. Da diversi anni – grazie al CALP – è in piedi un lavorio di tessitura di una rete di collegamento tra i lavoratori portuali di diversi paesi, non solo del Mediterraneo. Riprendendo una lunga tradizione di solidarietà e di internazionalismo che tra i portuali è stata sempre molto forte, si va costruendo un Coordinamento internazionale di lavoratori portuali che unisce i temi del lavoro con quelli della corsa al riarmo. In particolare, la presa d’atto che la privatizzazione delle banchine ha rappresentato un arretramento per i diritti di tutti i lavoratori dei porti e che essa rende ancora più agevole la pretesa di utilizzare i porti per il traffico delle armi, ha rafforzato la necessità del collegamento tra i lavoratori di diversi paesi e ora siamo alla vigilia di un appuntamento importante che si terrà a Genova i prossimi 26 e 27 settembre. In quei giorni si riuniranno delegazioni da alcuni dei principali porti del Mediterraneo e ovviamente dai porti italiani di Genova, Livorno, Civitavecchia, Trieste, Palermo e altri ancora. Anche dai porti tedeschi e svedesi sono previste delle adesioni ed altre probabilmente si aggiungeranno nelle prossime settimane. Al centro della due giorni ci sarà il tema della costruzione di una giornata di mobilitazione internazionale dei portuali contro la guerra, sulla falsariga dello slogan “non lavoro per la guerra” che è stato adottato anche dalla Federazione Sindacale Mondiale. Un fatto inedito e fino a poco tempo fa quasi impensabile. Dai portuali arriva quindi un segnale di enorme rilevanza: i lavoratori possono opporsi efficacemente alla guerra e possono farlo ancora meglio se si uniscono anche a livello internazionale[usb] Redazione Italia
Genova, la nave Barhi Yambu carica di armi e munizioni. Domani presidio del CALP
Così davvero non ci siamo. Siamo appena usciti da un incontro che, a nostro avviso, è stato utile e chiaro. Proprio mentre discutevamo con le autorità, con fiducia e determinazione, insieme ai nostri compagni e compagne, a bordo della Barhi Yambu — attraccata da poco al terminal GMT e in attesa di caricare, forse, il cannone Oto Melara — i lavoratori saliti a bordo hanno trovato la nave carica come raramente accaduto: sistemi d’arma, esplosivi, munizioni. A seguito delle foto e dei video, gli ufficiali hanno fatto intervenire la Digos, già presente sul posto, per far cancellare i filmati, ma non sono riusciti completamente nel loro intento. Le parole iniziano a non bastare più. Ci vediamo domani mattina, 8 agosto, alle ore 8, in presidio a Ponte Etiopia. Vedremo lì come andrà. Se volevate farci arrabbiare, ci siete riusciti. Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali Redazione Italia
“Fino all’ultimo di noi”, libro del CALP di Genova
Abbiamo pubblicato il nostro primo libro “Fino all’ultimo di noi”. Ma perché scriverne uno? Dopo le accuse e le narrazioni mistificate della controparte, abbiamo pensato che fosse più che giusto che a raccontare la storia e l’identità del CALP fossimo noi, lavoratori e compagni del porto. Quella che raccontiamo è una storia complicata piena di insidie, sofferenza ma anche di riscatto, di giustizia, di gioia e solidarietà. Una storia che parla di Genova, del suo porto, di tutti coloro che lo attraversano quotidianamente e di chi lo ha vissuto lottando al nostro fianco. Con la nostra storia, proviamo a raccontare cosa davvero è successo e succede nel porto e nella città di Genova, a svelare i meccanismi che muovono la nostra città e non solo, gli stessi che si adoperano per reprimere qualsiasi tentativo di trasformazione del presente. Insieme, abbiamo trovato il modo di reagire e speriamo, con umiltà, che queste pagine possano trasmettere gli stessi valori, gli stessi ideali e la stessa forza che ci ha permesso di non piegarci a chi vuole una realtà fatta di soprusi, ingiustizia, odio e sfruttamento. Questo libro lo dedichiamo a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici che ogni mattina escono di casa nel tentativo di sopravvivere alla barbarie, senza la certezza di farci ritorno. Lo dedichiamo agli oppressi e alle oppresse nel mondo, ai nostri compagni e alle nostre compagne con cui ogni giorno scriviamo le pagine di una storia che ha un solo finale possibile. Ringraziamo Red Star Press per la pazienza e per averci dato questa opportunità. Ci vediamo il 28 settembre alle 18:30 per la prima presentazione del libro al CAP di Via Albertazzi 3r (Genova).   Redazione Italia
Genova, nuova vittoria dei portuali: nessuno sbarco per la nave carica di armamenti
Mobilitazione per la Palestina e contro la logistica delle armi. A Genova questa mattina i portuali del collettivo Calp, insieme al sindacato Usb, hanno annunciato che tre container contenenti materiale bellico, destinati a La Spezia e trasportati dalla nave Cosco Pisces, non verranno sbarcati né a Genova né a La Spezia. La compagnia Evergreen ha deciso di farli rientrare direttamente verso l’Estremo Oriente, dove erano stati inizialmente caricati. La decisione segue le ampie proteste portate avanti dai lavoratori portuali in questi mesi presso gli scali liguri: “Questa decisione rappresenta un risultato concreto dell’azione sindacale e della pressione esercitata da USB, che aveva proclamato 24 ore di astensione dal lavoro per il 5 agosto al terminal PSA Genova Prà”, scrivono i Calp che ribadiscono con forza: “Non lavoreremo per la guerra“. Redazione Italia