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80 anni dai bombardamenti atomici: mobilitazione e appello ai Comuni
A distanza di ottant’anni dalla tragedia umanitaria senza precedenti che ha scosso le due città giapponesi, il ricordo delle vittime e la testimonianza diretta degli hibakusha (i sopravvissuti ai bombardamenti atomici) devono continuare a guidare le scelte politiche e morali della comunità internazionale verso la necessità urgente del disarmo nucleare. Le parole degli hibakusha, raccolte in questi anni da numerosi testimoni e associazioni tra cui Nihon Hidankyo (Premio Nobel per la Pace 2024), sono un patrimonio umano di valore incalcolabile. Le loro testimonianze, capaci di evocare speranza e determinazione pur partendo da un immenso dolore, continuano a parlare al mondo intero: ci ricordano che le armi nucleari non sono strumenti di sicurezza, ma di annientamento, e che nessun popolo dovrà mai più subire devastazione totale che ottanta anni fa ha colpito le loro città. La memoria degli hibakusha non può e non deve essere relegata alla storia: è una bussola etica per il nostro presente e ci chiama ad un impegno attivo per un futuro senza armi nucleari. In Italia la mobilitazione “Italia, ripensaci” – promossa da Rete Pace Disarmo e Senzatomica – continua a crescere e a diffondere consapevolezza sull’urgenza del disarmo nucleare. Oltre 120 Enti Locali hanno già aderito all’Appello delle Città per il TPNW (Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari) promosso da ICAN, la Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari Premio Nobel per la Pace 2017. Un numero in costante aumento, che dimostra come i territori e le comunità locali siano sempre più consapevoli e attivi nel richiedere un cambiamento di rotta alla politica estera e di difesa del nostro Paese in ambito nucleare. “Oggi più che mai, in un mondo segnato da crisi ambientali, disuguaglianze crescenti e guerre che sembrano non finire mai, affermare con forza la dignità intrinseca di ogni vita è un atto rivoluzionario e necessario – afferma Alessja Trama della campagna “Senzatomica” – Per questo chiediamo un cambiamento radicale nel paradigma della sicurezza: non più fondato sulla paura e sull’equilibrio del terrore, ma sulla fiducia reciproca, la cooperazione e il dialogo. Con la campagna “Italia, ripensaci” chiediamo al nostro Paese di compiere un passo di civiltà e umanità: ratificare il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW). Non è un gesto simbolico, ma una scelta concreta per schierarsi dalla parte della vita e dei diritti umani. E facciamo appello a tutte le nazioni dotate di armi nucleari affinché adottino il principio del Non Primo Uso come misura immediata per ridurre il rischio di una catastrofe nucleare. Questo impegno rappresenta un primo passo verso una nuova era in cui la forza non sia mai più usata per dominare”. “Il disarmo nucleare è un atto di responsabilità collettiva: smilitarizzare le relazioni internazionali, a partire dal vertice del pensiero di oppressione e violenza rappresentato dalle armi di distruzione di massa, è urgente. Solo liberandoci dalla minaccia nucleare potremo costruire un mondo fondato sulla cooperazione, i diritti, la giustizia e la pace duratura” evidenzia Sergio Bassoli, coordinatore dell’Esecutivo di Rete Pace Disarmo. Nei giorni del 6 e 9 agosto 2025, in occasione delle ricorrenze di Hiroshima e Nagasaki, “Italia, ripensaci” – che ha recentemente inviato a molti Sindaci e Amministrazioni Comunali attive sul tema una lettera di stimolo alla mobilitazione – promuoverà e sosterrà numerose iniziative locali in tutta Italia: momenti pubblici di riflessione, commemorazioni civili, eventi culturali, presentazioni e incontri istituzionali. Da Brescia a Padova, da Aviano a Verona, da Cervia a Modena sono tanti i gruppi animati da cittadini, associazioni, Enti Locali che utilizzeranno la memoria della distruzione subita da Hiroshima e Nagasaki per rilanciare un’azione collettiva di Pace. Tali attività avranno anche lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e i decisori politici sul tema del “costo nascosto degli arsenali nucleari” tema affrontato in un Report, pubblicato oggi (qui il link per scaricarlo), che traduce in italiano i dati di ICAN relativi alle spese militari nucleari a livello globale. La ricerca evidenzia in particolare l’enorme impatto economico e sociale delle risorse pubbliche destinate alla produzione e manutenzione delle armi nucleari: una spesa eticamente ingiustificabile, ancor più in un contesto di crisi e disuguaglianze globali. La crescente mobilitazione degli Enti Locali fornisce poi un punto di partenza per uno stimolo verso le istituzioni nazionali, affinché il Governo scelga di iniziare ad avvicinarsi concretamente ai contenuti del Trattato TPNW. L’Italia, pur essendo membro della NATO, può e deve adottare una posizione responsabile e autonoma, in linea con i propri valori costituzionali e con la volontà della propria cittadinanza. I sondaggi condotti negli ultimi anni indicano, infatti, con chiarezza come la maggioranza dell’opinione pubblica italiana si favorevole al disarmo nucleare, alla riduzione della spesa militare in armamenti atomici e alla rimozione delle testate statunitensi presenti nel nostro Paese. Un orientamento netto, troppo spesso ignorato dal dibattito politico ufficiale, che merita di essere finalmente ascoltato e rappresentato, perché la distanza tra la volontà popolare e le scelte governative su questo tema continua a costituire un grave deficit democratico. A ottant’anni dalla tragedia atomica sulle città giapponesi la nostra responsabilità è duplice: custodire la memoria e trasformarla in azione politica. “Italia, ripensaci” invita tutte e tutti a mobilitarsi, a diffondere consapevolezza, a fare pressione sulle istituzioni. L’obiettivo è chiaro: costruire un mondo in cui Hiroshima e Nagasaki non siano solo il ricordo di una devastazione senza precedenti, ma un continuo monito alla necessitò di mettere le armi nucleari fuori dalla storia. Rete Italiana Pace e Disarmo
Il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari è una grande rivoluzione per l’umanità
Il 22 gennaio 2021 è entrato in vigore a livello mondiale il TPAN- Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari, uno dei tanti tasselli del lavoro e del percorso per la pace del XXI secolo insieme alle costituzioni nate dalla Resistenza al nazifascismo, insieme alla dichiarazione dei diritti umani del 1948, alle carte della terra, alle Cop per il clima, all’Agenda Onu 2030 e così via. Questa data il 22 Gennaio 2001 vedrà l’attuazione del grande progetto storico del diritto internazionale: l’abolizione degli ordigni di distruzione di massa nucleari. Un’autentica svolta per l’umanità. Uno dei più grandi traguardi e successi del pacifismo mondiale Il Trattato Onu TPAN è la pietra miliare del diritto internazionale: è una speranza per evitare di far precipitare tutti noi, l’intera umanità, nella catastrofe irreversibile della guerra nucleare. Queste istanze compaiono negli appelli di Stéphane Hessel per un disarmo nucleare universale come principio dell’umanità a vivere il diritto alla felicità senza la paura della catastrofe nucleare e da cui hanno preso le mosse i movimenti internazionali come Ican e Occupy Wall Street e altre associazioni che operano a livello nazionale e internazionale. Queste organizzazioni e associazioni a livello mondiale sono state insignite del Premio Nobel per la Pace nel 2017 per l’attivismo di pace nell’impegno per l’abolizione degli ordigni di distruzione di massa nucleari e per il trattato Onu TPNW – TPAN varato a New York a palazzo di vetro con 122 nazioni e la società civile organizzata con Ican. Un Premio nobel per la Pace collettivo di cui siamo promotori e eredi tutti noi attivisti per la Pace del XXI secolo. Il percorso per la pace del XXI secolo è frutto di tutta quella lotta che i nostri partigiani e resistenti hanno donato all’intera umanità nel contrasto e nella netta contrapposizione al nazifascismo e all’impegno nel periodo post bellico e durante la guerra fredda come partigiani per la pace, impegno di cui tutti noi attivisti contro il nucleare, contro la guerra e per il disarmo siamo prosecutori e eredi. Il 22 gennaio 2021 è stato un giorno storico per tutta l’umanità. Ricordatevi questa sigla TPAN: da oggi l’umanità può dirsi più libera dal pericolo dell’utilizzo di armi nucleari. Da oggi per la legge mondiale e per il diritto internazionale chi detiene armi di distruzione di massa nucleari è un criminale. Premio Nobel per la pace a Ican: si rilanci la mobilitazione per il disarmo nucleare nel mondo e per la ratifica italiana del trattato di proibizione delle armi nucleari Tutti noi pacifisti e nonviolenti salutiamo con gioia il premio Nobel per la pace assegnato all’International Campaign to Abolish Nuclear Weapons – ICAN, la rete pacifista che è stata l’anima e la coordinatrice della mobilitazione della società civile per l’ottenimento dello storico risultato del Trattato di proibizione delle armi nucleari-TPAN, adottato da una Conferenza ONU il 7 luglio 2017. Dell’ICAN fanno parte 486 organizzazioni di 101 paesi, ed anche l’Italia ha membri attivi e partecipanti alla sua attività internazionale. La motivazione ufficiale del Premio si richiama alla necessità che esso serva ad “attirare l’attenzione sulle catastrofiche conseguenze umanitarie di qualsiasi uso di armi nucleari” e a supportare “gli sforzi innovativi del trattato per il divieto dell’uso di tali armi”. Questo trattato che interdice gli ordigni atomici è infatti boicottato dalle potenze nucleari, anche se con atteggiamenti diversi, ed è stato recentemente respinto da una dichiarazione NATO, il blocco militare che considera la deterrenza nucleare “suprema garanzia di sicurezza”, con l’avallo dell’Italia, proprio lo stesso giorno (il 20 settembre) in cui al Palazzo di Vetro era in corso la cerimonia per l’apertura delle firme e delle ratifiche che dovrebbero portare alla sua entrata in vigore. Lo stesso Parlamento italiano, con una mozione della maggioranza aveva impegnato il governo a valutare l’ipotesi di aderirvi, ma solo previo accordo con gli altri Alleati. Abbiamo visto che la NATO, con il suo Consiglio generale, non ha perso tempo a pronunciarsi. Tutti noi pacifisti eredi del Premio Nobel per la pace a livello internazionale, in concordanza con ICAN, sosteniamo il nuovo Trattato di proibizione, una volta entrato in vigore, debba diventare il pilastro di un ordine giuridico internazionale che inquadri il “vecchio” Trattato di non proliferazione- TNP, funzionalizzandolo ad un percorso che porti al disarmo nucleare totale, diritto dell’umanità da esigere e rendere effettivo. La centralità non è del vecchio TNP ma del nuovo TPAN, che dovrebbe salvarci dall’incubo di una guerra nucleare che può essere scatenata persino per caso, per incidente e per errore di calcolo; e che oggi, nella crisi coreana, è addirittura esplicitamente minacciata da irresponsabili leader, incuranti che dall’escalation delle parole (e delle esercitazioni) si può passare a quella dei fatti catastrofici. A livello nazionale, sperano che questo premio Nobel all’ICAN serva, almeno in parte, a rompere il muro del silenzio che impedisce all’opinione pubblica italiana di essere a conoscenza dei gravi pericoli che corre, ma anche che a livello globale, nel mondo, ci si sta dando da fare concretamente per evitarli. Il governo italiano, spinto da una consapevolezza popolare, dovrebbe ritornare sui suoi passi e ratificare il TPAN: forse una nuova rappresentanza parlamentare più sensibile al disarmo nucleare come priorità delle priorità può rendere possibile la svolta. E’ possibile agire e pesare dal basso per costruire un mondo disarmato e di giustizia, cercando la pace con vie di pace, anche a partire da scelte di disarmo unilaterale del nostro Paese: ad esempio lo sganciamento dal nuclear sharing della NATO rispedendo al mittente le “atomiche” che gli USA dispiegano nelle nostre basi o fanno transitare nei nostri porti. Laura Tussi: TPAN – Una data storica per l’umanità. https://www.youtube.com/watch?v=Zihog1tCmyo   Laura Tussi
A Firenze convegno per fare del Medio Oriente un’area libera da armi nucleari
Nella sala  di Firenze Capitale in Palazzo Vecchio a Firenze questo pomeriggio si è tenuto  un convegno, coordinato da Emanuela Bavazzano,  che ha rilanciato la campagna sulla realizzazione del medio oriente come zona libera da armi nucleari, campagna iniziata l’anno scorso e che mira a far sì che l’Italia partecipi alla conferenza permanente per fare del Medio Oriente un’area libera da armi nucleari e da altre armi di distruzione di massa e che voti a favore. Don Alessandro Santoro ha dato il la al convegno ricordando l’importanza di praticare la nonviolenza e di interrogarsi sulla coerenza delle proprie azioni. Il pericolo nucleare non è sparito e anche la diminuzione delle testate nucleari non è motivo sufficiente a proteggerci dalla catastrofe nucleare, sempre più vicina secondo gli scienziati del Bulletin, come ha ricordato Olivier Turquet di Pressenza. Al tempo stesso ripercorrere la storia delle battaglie antinucleari della società civile mostra una evidente tendenza positiva. Centrale l’intervento di Giorgio Ferrari che ha illustrato la campagna e ricordato che aree di interdizione della armi nucleari sono presenti in molte parti del mondo tranne che in quella dove si sono registrati i maggiori conflitti, tra cui la disastrosa  situazione attuale del conflitto israelo palestinese. Flavio Del Santo, nell’illustrare le azioni degli scienziati contro il riarmo ha ricordato la visione di Angelo Baracca sulla non neutralità della scienza e sulla necessità, invece, di un chiaro impegno dei “costruttori di idee” verso la trasformazione della società. Marco Caldiroli di Medicina Democratica ha illustrato quanto con il riarmo europeo e  le economie di guerra  sottraggono  risorse  al welfare sociale; Fulvio d’Eri ha spiegato il lavoro in corso per la realizzazione presso l’Archivio ’68 del fondo Angelo Baracca e ha chiesto aiuto nel suo ulteriore sviluppo e ordinamento. E’ possibile aderire e restare in contatto con la campagna su https://www.mediorientesenzarminucleari.org/ Foto di Cesare Dagliana   convegno disarmo nucleare firenze convegno disarmo nucleare firenze convegno disarmo nucleare firenze convegno disarmo nucleare firenze convegno disarmo nucleare firenze convegno disarmo nucleare firenze convegno disarmo nucleare firenze convegno disarmo nucleare firenze convegno disarmo nucleare firenze Redazione Toscana