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Festival “Il Libro Possibile” a Polignano a Mare. Cancellati incontri: no a eventi con Leonardo SpA
Accade che a Polignano a Mare (BA) uno degli eventi culturali più rinomati del sud barese, capace di attirate scrittrici, scrittori e personaggi dello spettacolo, cioè la manifestazione “Il libro Possibile” abbia tra gli sponsor principali, Leonardo SpA, la maggiore industria bellica italiana, compartecipata dallo Stato, produttrice ed esportatrice di congegni di morte in tutto il mondo. Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università abbiamo già denunciato abbondantemente la pericolosa commistione di Leonardo SpA, tramite la sua collaterale Fondazione Leonardo La civiltà delle macchine, con le scuole, in particolare con il Liceo Digitale “Matteucci” di Roma. Abbiamo anche denunciato gli intrecci tra le università pubbliche italiane e la Fondazione Med-Or, altra collaterale di Leonardo SpA, nel cui Consiglio di Amministrazione siedono ancora dodici rettori e rettrici, dopo le dimissioni di Stefano Bronzini, rettore dell’Università di Bari. E ancora dall’Università di Bari, che concede il patrocinio alla manifestazione Il Libro Possibile di Polignano a Mare, qualche giorno fa è giunto un gesto simbolico, prezioso nel quadro di una generale indifferenza da parte del mondo accademico. È accaduto, dunque, che il prof. Paolo Ponzio, ordinario di Filosofia e responsabile del Dipartimento di Filosofia e Scienze Umane dell’Università degli Studi di Bari (DIRIUM), qualche giorno fa abbia deciso di non svolgere gli incontri programmati per protestare contro il coinvolgimento di Leonardo SpA, implicata nelle questione belliche israeliane, in una manifestazione culturale. Ponzio ha pronunciato parole di condanna nei confronti dello sterminio della popolazione palestinese a Gaza, ma anche nei confronti di altri scenari bellici con cui Leonardo SpA fa profitti. Qui il video del discorso di Paolo Ponzio dal suo profilo Facebook, di cui abbiamo riportato uno stralcio significativo: «La filosofia è un viaggio che inizia con la vita e finisce con essa. La filosofia è una scienza della vita e proprio per questo motivo non si può tacere […]. Con tutta la stima per la manifestazione e per chi la organizza, da una mera segnalazione giunge la notizia che tra gli sponsor c’è Leonardo SpA. C’è in atto una decisione culturale e politica allo stesso tempo. Non possiamo accettare finanziamenti da industrie belliche coinvolte nella produzione e nella vendita di armi. La cultura è e deve essere libera, indipendente, capace di dire una parola chiara contro la guerra e a favore della pace incondizionatamente». Ricordiamo anche che nella riunione del Consiglio del 17 giugno scorso il Dipartimento Dirium dell’Università di Bari, di cui Ponzio è responsabile, ha approvato una mozione rivolta direttamente contro il governo israeliano con la quale «si unisce a tutte le voci nazionali e internazionali, di qualsivoglia appartenenza, nazionalità, religione, che condannano lo sterminio, appellandosi al rispetto dei diritti umani all’esistenza, a una vita dignitosa, a un’adeguata alimentazione, alle cure sanitarie, all’istruzione». Ci auguriamo che anche altri intellettuali e accademici, in Puglia come in tutta Italia, possano prendere posizione e rifiutare qualsiasi coinvolgimento dell’industria bellica nelle università e nei luoghi della cultura. Ci auguriamo, tuttavia, che la medesima attenzione sia rivolta anche ad altre aziende coinvolte con i profitti di guerra e alle banche armate, sempre pronte ad operare un brand washing in occasione di manifestazioni culturali. L’elenco delle banche armate è consultabile su questo sito. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Puglia
Stop Riarmo a Torino dentro la fabbrica della Leonardo SpA presso l’aeroporto di Caselle
Nella mattina di sabato 5 luglio a Torino attivisti e attiviste del percorso Stop Riarmo sono entrati/e nello stabilimento di Leonardo presso l’aeroporto di Caselle per manifestare contro il riarmo e il genocidio in Palestina. Una enorme bandiera palestinese e uno striscione con lo slogan “No riarmo” sono stati srotolati dal tetto della fabbrica. Nel pomeriggio, invece, si è svolto un meeting al Parco del Valentino con una tavola rotonda che ha visto l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università tra i partecipanti. Terry Silvestrini, che ha tenuto l’intervento, osserva che l’Osservatorio ormai è conosciuto, e non ha quasi bisogno di presentazioni, mentre meno conosciuti sono il Piano di comunicazione della difesa, con il suo concetto chiave di “Difesa”, e i passi che si vanno facendo verso la leva obbligatoria attraverso i diversi progetti di legge in campo. A questo link un resoconto della tavola rotonda: https://www.pressenza.com/it/2025/07/bloccare-la-guerra-dai-nostri-territori-e-possibile-prima-parte/ COMUNICATO STAMPA Questa mattina diverse decine di persone che afferiscono al percorso cittadino Stop Riarmo sono entrate dentro la sede produttiva della Leonardo a Caselle sventolando bandiere palestinesi al grido di “Fuori la guerra dalle nostre città”. L’importante produzione bellica e gli investimenti in questo campo si fanno sentire in maniera determinante a Torino: in questo momento storico la riconversione industriale in chiave bellica e il diktat della ricerca universitaria funzionale alla guerra sono un quadro cristallino degli obiettivi dei governi come quello italiano. Le fabbriche della guerra come Leonardo costellano il territorio torinese e bloccare la guerra significa bloccare la loro produzione. Questa mattina molti operai hanno sospeso il loro lavoro al passaggio dei giovani e delle giovani che parlavano di ‘Stop alla guerra’ ma che hanno anche sottolineato l’urgenza della loro lotta e degli scioperi per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Dopo circa un’ora durante la quale il corteo ha fatto il giro dei vari stabilimenti della fabbrica, issando bandiere palestinesi sugli aerei militari e scandendo cori contro il riarmo, é stato srotolato dal tetto di uno di essi un enorme bandierone palestinese e uno striscione con scritto STOP RIARMO, la digos è arrivata per identificare i presenti. Il percorso cittadino STOP RIARMO vuole costruire una dimensione larga e partecipata di confronto e di attivazione su questi temi: contro la guerra che ha conseguenze nella vita quotidiana e in ogni ambito, dalla sanità alla scuola, dall’università al lavoro, dall’ambiente all’aggressione dei territori. Nel pomeriggio dalle ore 16 al Parco del Valentino il programma continua con una tavola rotonda dal titolo “Bloccare la guerra dai nostri territori é possibile” con vari ospiti come Michele Lancione, Gianni Alioti, ReCommon, il Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, il Movimento No Base da Pisa, i portuali del GAP di Livorno e alcune testimonianze da chi ha partecipato alla March to Gaza da Torino. La serata continuerà con una cena popolare e musica live dei Resina e dj set. Per ulteriori informazioni seguire il canale Telegram @STOPRIARMO.
“Futuri probabili”? La guerra! Porte girevoli per Luciano Violante dopo impegni con Leonardo
Si chiama “Futuri Probabili” l’Associazione Fondata da Luciano Violante, fuoriuscito, a fine 2024, dalla Fondazione Leonardo Civiltà delle Macchine, per portare avanti più o meno gli stessi obiettivi strategici di prima, ma senza la “pesantezza” del marchio di fabbrica Leonardo spa. Luciano Violante, come il compagno di partito presidente della Fondazione MedOr Marco Minniti, è un abile tessitore di trame e relazioni, ma certamente non particolarmente creativo, perché “Futuri probabili (2030/2040)” fu anche il titolo di una ricerca previsionale finanziata dalla Fondazione Leonardo Civiltà delle macchine, cui dette una mano, in qualità di esperto per questa tipologia di indagini il compianto sociologo del lavoro, Domenico De Masi. In futuro serviranno competenze, soprattutto in campo informatico, sempre più avanzate e quindi, parlando di scenari “probabili” (una guerra “x”) non dei semplici soldati cui verrà richiesto un impegno muscolare sul fronte, tipo la guerra di posizione russo-ucraina, ma esperti in campo digitale a 360 gradi. L’impegno più noto di Luciano Violante in questa impresa di promozione delle STEM fu proprio il liceo del digitale “Matteucci” inaugurato in pompa magna alle porte di Roma un paio d’anni fa, sponsorizzato dalla Leonardo SpA che offre stage e tirocini e addirittura tutor durante tutto il percorso di studi oltre ovviamente a visite guidate e la solita propaganda “del posto sicuro e prestigioso in campi ad alta tecnologia” che ben conosciamo. D’altra parte fu proprio Luciano Violante, dopo i suoi cinque anni impegnativi a favore della nota fabbrica di armi che qualcuno definisce più prosaicamente “sistemi di difesa” a fine 2024 ad anticiparlo: «non lascerò la Leonardo se non dopo essermi assicurato che potrò portarmi dietro gli stessi progetti di prima»…e così è stato. Ecco quindi una panoramica aggiornata delle cariche e dei ruoli ricoperti dagli autori del primo lavoro di ricerca strategica dell’ associazione intitolato “Perché all’Italia serve una strategia di sicurezza nazionale” all’interno di Leonardo S.p.A., della Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine e della Fondazione Med-Or diretta dal compagno di partito Marco Minniti: * Danila Aprea: Responsabile Relazioni Istituzionali della Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine. * Marco Casu: Coordinatore del progetto “2030/2040 Futuri Probabili” della Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine. * Vincenzo Pisani: Membro dello Staff della Presidenza della Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine * Enrico Savio: Chief Strategy & Market Intelligence Officer di Leonardo S.p.A. Chissà quindi quanti altri danni ci riserverà in futuro Luciano Violante in campo formativo nei confronti di una civiltà della pace quella che secondo noi si difende non con le armi ma con una lunga tessitura di trame e relazioni tra esseri umani, tra culture diverse, trovando sempre un punto d’incontro e di compromesso che non sia tra una parte più forte, per il suo potere deterrente militare e una temporaneamente più debole. Stefano Bertoldi, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università