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Palermo, ‘musica contro il silenzio’ sul Popolo palestinese: corteo nel centro storico
Il governo italiano continua a fornire armi, supporto e connivenza a Netanyahu nel portare avanti il progetto sionista di pulizia etnica del popolo palestinese, ma prosegue anche nell’affermazione dei piani di riarmo imposti dagli USA. Una scelta riconfermata dal rinnovo del memorandum militare Italia-Israele, nonché dai diktat della NATO di portare gli investimenti bellici fino al 5% del PIL, che si tradurranno in ingenti tagli alla spesa pubblica e al welfare nei prossimi 10 anni per acquistare e produrre armi. L’Italia sarà così l’unico grande Paese europeo a spendere più in armi che in istruzione, secondo i dati Eurostat_   Dopo il corteo del 30 giugno, la scorsa domenica pomeriggio s’è replicata la manifestazione STOP ACCORDI con Israele. Poco meno della precedente – ma ancora una volta costituita prevalentemente da giovani, molti dei quali dei collettivi universitari  – si sono ritrovati di nuovo in piazza a Palermo, per chiedere alle istituzioni siciliane (dall’Università alla Regione) l’interruzione degli accordi con la stato d’Israele (così come hanno fatto diverse amministrazioni comunali) in segno di una solidarietà incondizionata con il popolo palestinese. « Basta silenzi, basta complicità! – dicono  gli organizzatori – Il nostro compito è dire NO all’utilizzo della Sicilia come ingranaggio della guerra imperialista che oggi più che mai si esprime in tutto il Medio Oriente con il suo dispositivo coloniale fatto di morte distruzione e dominio ».  Contro questa fabbrica di morte, « disertare la guerra che ci viene propinata come motore di rilancio economico » – scrivono nei loro volantini – è una scelta necessaria per stare « accanto a tutt3 coloro i quali, lavoratrici e lavoratori, si oppongono al traffico di armi e ai progetti di ricerca volti al genocidio e all’industria militare». In questi mesi, unitamente alla comunità palestinese Voci nel Silenzio, una serie di soggettività palermitane e dell’isola hanno intrapreso un percorso comune, culminante nella presentazione a Palazzo dei Normanni, sededell’ARS, di un documento di  rivendicazione dei diritti fondamentali della popolazione palestinese: « Il documento è stato trasformato in una mozione, che durante la discussione in aula è stata profondamente modificata e svuotata. Rendendola – scrivono le realtà di movimento propal – una mozione ipocrita e mortificante che dimostra appieno la distanza delle istituzioni dalla volontà popolare ». Questo sentimento diffuso nella società isolano si è percepito anche nella manifestazione che ha percorso il Cassaro l’asse viaria principale del centro storico panormita. Ecco perché simbolicamente il corteo dell’altro ieri è stata chiuso proprio a Piazza del Parlamento dove si è tenuto un presidio in forma di concerto dal titolo paradigmatico: La musica contro il silenzio. La finalità dell’iniziativa evidentemente era quella di « denunciare il vuoto politico delle istituzioni e riaffermare la voce della solidarietà », nel tentativo di sensibilizzare governo e assemblea legislativa della regione « a prendere le distanze da tutto questo e interrompere le collaborazioni con Israele ». Insomma ci è sembra sempre più palpabile la vocazione pacifista delle moltitudini siciliane, un sentimento comune che ha unito, sia nelle strade delle città metropolitane delle ultime iniziative isolane sia nel corteo di domenica a Palermo, manifestanti e la cittadinanza. Pertanto ferma si è sollevata la voce per chiedere che le basi NATO di Sigonella e del MUOS vanno smilitarizzate. Stop agli accordi, fermiamo il genocidio! Redazione Palermo
Palermo per Gaza: la musica irrompe nel silenzio delle istituzioni
Domenica primo giugno è toccato alla città di Palermo rompere con la musica il silenzio complice sul genocidio palestinese. A Piazza Politeama nel pomeriggio si è svolto il concerto di un’orchestra di giovani e di svariati gruppi che, su iniziativa di Voci nel Silenzio e altre organizzazioni, hanno eseguito canti e inni della Palestina alternati a brani classici come la meravigliosa aria “Lacrimosa” dal Requiem di Mozart. Sono state lette poesie in arabo, quindi tradotte, ed è intervenuto Zaher Darwish, animatore di Voci nel Silenzio. Era presente anche Fateh Hamdan, attivista instancabile  di Palestina nel Cuore. La piazza, davvero gremita, ha intonato infine insieme al coro “Bella Ciao”. Ci si è spostati poi a Piazza Marina dove, all’imbrunire, sono state accese candele e l’armonicista Giuseppe Milici ha regalato il suo jazz e il suo blues ai convenuti per “L’ultimo giorno di Gaza”. Anche qui alla fine si è cantato Bella Ciao tutti insieme. Sì, il silenzio è stato rotto, il sorriso dei bimbi, non solo italiani ma anche africani e asiatici, presenti, le feste dei cani, il ritrovarsi di compagnɘ che da tanto non si vedevano è stato commovente. Ma nessunɘ di noi, in fondo in fondo, sentiva di aver fatto abbastanza… Era una festa, la nostra, che ci appariva quasi sfacciata a fronte di un incommensurabile dolore… (Il racconto fotografico del pomeriggio è di Isidoro Guida, quello della sera di Gaspare Semprevivo) bandierone palestinese eravamo tanti ma proprio tanti il concerto il direttore d'orchestra le poesie la piazza Free palestine Zaher Darwish ancora Zaher bella ciao i ragazzi di Voci nel Silenzio il presidio per la pacce e di nuovo il presidio a sera le candele i bimbi tra le candele i loro sorrisi Giuseppe Milici all'armonica il poeta Yussif Jaralla Daniela Musumeci