Gaza, Rapporto MSF: “Nei siti di distribuzione della Gaza Humanitarian Foundation uccisioni deliberate e disumanità: devono essere chiusi”
A Gaza, nei siti di distribuzione della Gaza Humanitarian Foundation (GHF) sono
in corso violenze mirate e indiscriminate da parte delle forze israeliane e dei
contractor americani contro la popolazione palestinese costretta alla fame. È
quanto emerge dall’analisi dei dati medici e delle testimonianze di pazienti e
personale sanitario nelle cliniche di Medici Senza Frontiere (MSF) ad Al-Mawasi
e Al-Attar, pubblicati nel nuovo rapporto di MSF “Non sono aiuti umanitari ma
uccisioni orchestrate” (PDF in inglese e scheda in italiano).
“I centri di distribuzione gestiti dalla GHF, e sostenuti dal governo degli
Stati Uniti, sono diventati una trappola mortale. Chiediamo che questo sistema
letale venga immediatamente smantellato e sostituito con un meccanismo
indipendente di distribuzione degli aiuti umanitari, sotto il coordinamento
delle Nazioni Unite” afferma Monica Minardi, presidente di MSF. “Ci appelliamo
al governo italiano e al Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani affinché
questa inaccettabile situazione sia affrontata con determinazione nei rapporti
diplomatici con il governo israeliano, richiedendo l’urgente ripristino di un
sistema di distribuzione degli aiuti realmente volto a soccorrere, e non a
massacrare, la popolazione civile”.
In sette settimane, tra il 7 giugno e il 24 luglio 2025, 1.380 feriti – tra cui
28 morti – sono arrivati nelle cliniche di MSF di Al-Mawasi e Al-Attar, nel sud
di Gaza e vicine ai siti della GHF. Tra loro anche 71 bambini con ferite da arma
da fuoco, di cui 25 avevano meno di 15 anni. C’erano anche un bambino di 12 anni
colpito da un proiettile all’addome, e 5 bambine – tra cui una di soli 8 anni
con una ferita da arma da fuoco al torace. Non avendo alternative per procurarsi
il cibo, le famiglie spesso sono costrette a mandare bambini e ragazzi essendo
gli unici della famiglia fisicamente in grado di affrontare il viaggio.
“Bambini colpiti al petto mentre cercano di procurarsi del cibo, persone
schiacciate o soffocate dalla calca, intere folle brutalmente uccise da colpi
d’arma da fuoco nei punti di distribuzione: nei quasi 54 anni di attività di
MSF, raramente abbiamo assistito a simili livelli di violenza sistematica contro
civili disarmati” continua Minardi di MSF. “I centri di distribuzione della GHF,
che si presentano come un sistema di aiuti umanitari sono in realtà un
laboratorio di crudeltà. Tutto questo deve finire immediatamente”.
Da una prima analisi delle ferite da arma da fuoco riportate dai pazienti
arrivati alla clinica di Al-Mawasi, è emerso che l’11% delle ferite era
localizzato tra testa e collo, mentre il 19% interessava torace, addome e
schiena. Chi è arrivato, invece, dal centro di distribuzione di Khan Younis ha
riportato molto più spesso ferite agli arti inferiori. La precisione anatomica e
la tipologia ricorrente di queste ferite suggeriscono con forza che le persone
sono prese intenzionalmente di mira all’interno e nei pressi dei centri di
distribuzione, escludendo la possibilità che si tratti di colpi sparati in modo
accidentale o indiscriminato.
“Ci stanno massacrando. Io sono stato ferito forse 10 volte. Ho visto queste
scene con i miei occhi: ero circondato da cadaveri, ce n’erano circa una ventina
intorno a me. Tutti colpiti alla testa o allo stomaco” racconta Mohammed Riad
Tabasi, un paziente in cura presso la clinica MSF di Al-Mawasi.
A maggio, le autorità israeliane hanno tentato di smantellare la risposta
umanitaria dell’ONU, sostituendola con un sistema militarizzato di distribuzione
di cibo gestito dalla GHF. Tutti e 4 i centri della GHF si trovano in aree sotto
pieno controllo militare israeliano e sono “protetti” da contractor americani
armati.
La GHF è stata presentata dai governi israeliano e statunitense come una
“soluzione innovativa”, una presunta risposta alle loro affermazioni mai
dimostrate che gli aiuti umanitari non arrivano alla popolazione e all’accusa
infondata del fallimento dell’ONU. In realtà, questi siti di distribuzione della
GHF non sono altro che un meccanismo letale, volto a istituzionalizzare la
strategia israeliana per affamare la popolazione di Gaza iniziata il 2 marzo,
con l’assedio totale della Striscia come parte della loro campagna genocida.
Questo sistema tenta di privare le persone della loro dignità.
Inoltre, le équipe di MSF hanno curato in 7 settimane 196 pazienti rimasti
feriti in seguito a scontri scoppiati tra le persone nei siti di distribuzione
della GHF. Tra loro c’erano anche un bambino di 5 anni con gravi ferite alla
testa e una donna morta per asfissia, probabilmente schiacciata dalla folla. Le
persone che riescono a procurarsi del cibo spesso corrono il rischio di essere
derubate da altre persone affamate. Ai team medici di MSF è stato richiesto di
aggiungere un nuovo acronimo al registro dei pazienti: BBO – Beaten By Others
(colpito da altri) in riferimento a persone rimaste ferite nella calca o
picchiate e derubate delle loro provviste subito dopo averle ricevute. È una
disumanizzazione orchestrata a tavolino.
“Il 1° agosto, lo stesso giorno in cui l’inviato speciale degli Stati Uniti in
Medio Oriente ha visitato i siti della GHF, il quindicenne Mahmoud Jamal
Al-Attar è stato ucciso nei pressi del sito del GHF di Al-Shakoush mentre
cercava di procurarsi del cibo. È arrivato alla clinica di MSF di Al-Mawasi dopo
essere stato colpito al petto” afferma Aitor Zabalgogeazkoa, coordinatore
dell’emergenza di MSF a Gaza. “Nelle nostre cliniche arriva solo una parte delle
persone uccise e ferite in questi siti. L’uccisione dei bambini non può essere
definita in altro modo se non intenzionale. Nonostante le condanne e le
richieste di smantellare questo sistema, l’inazione globale per fermare la GHF è
sconcertante”.
Anche nel periodo non analizzato nel rapporto di MSF, tra il 27 luglio e il 2
agosto, nelle cliniche Al-Mawasi e Al-Attar di MSF sono state curate altre 186
persone ferite nei siti della GHF da schegge, ferite d’arma da fuoco,
aggressioni e accoltellamenti. Due di loro sono morte. Il 3 agosto sono arrivate
altre 3 persone ferite, una con colpi di arma da fuoco al collo e due persone
con colpi alla testa.
MSF chiede che il sistema di distribuzione della GHF sia smantellato
immediatamente, che sia ripristinato il meccanismo di coordinamento degli aiuti
umanitari delle Nazioni Unite e invita i governi, in particolare quello degli
Stati Uniti, e i donatori privati a sospendere ogni sostegno finanziario e
politico alla GHF.
Medecins sans Frontieres