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La Palestina in classe e a scuola: laboratorio di condivisione di esperienze e approcci
SEGNALIAMO UN INTERESSANTE LABORATORIO SU ISCRIZIONE ORGANIZZATO DA DOCENTI PER GAZA IL 28 SETTEMBRE 2025 DALLE 16 ALLE 19 PRESSO IL CIRCOLO FAMILIARE DI UNITÀ PROLETARIA VIALE MONZA 140, MILANO. PUBBLICATO SU DOCENTI PER GAZA. Il mestiere di insegnante non può non contemplare la decolonizzazione del sapere scolastico: crediamo che sfondare il muro di paure e omertà sul tema della Palestina e sensibilizzare le nostri classi contro la riproduzione delle dinamiche coloniali, l’apartheid e il genocidio del popolo palestinese rientri tra gli obiettivi necessari di chi detiene il compito di educare alla giustizia sociale, all’inclusività, alla democrazia. La repressione coloniale in Palestina si riverbera da noi nella censura a cui il corpo docente è stato spesso sottoposto da parte del proprio stesso contesto scolastico, dai genitori o dalle istituzioni nel momento in cui ha provato, soprattutto nel corso degli ultimi due anni, a esporsi sul tema e nutrire un sapere critico che riconosca nella contemporaneità processi storici già in oggetto dei nostri programmi scolastici.  Di fronte a queste difficoltà, Docenti per Gaza organizza un laboratorio in presenza a Milano per docenti di tutti gli ordini e gradi: ad un primo incontro, qualora partecipato e efficace, seguiranno incontri successivi. L’obiettivo di questo primo appuntamento è la condivisione delle proprie esperienze, in qualità di docenti, di didattica sulla Palestina. Come abbiamo approcciato il tema del colonialismo in Palestina e del genocidio in corso? Quali discorsi abbiamo introdotto nelle nostre classi o nei nostri istituti per affrontare l’argomento? Quali difficoltà abbiamo incontrato? Abbiamo subìto esperienze di censura o repressione da parte di genitori, altri insegnanti o dirigenze? Convint3 che la paura inibisca e metta a tacere molt3 collegh3 che vogliono esprimersi all’interno delle proprie classi e dei propri istituti, spesso completamente sol3 all’interno di un collegio docenti ostile, indifferente o altrettanto timoroso di esporsi, questo laboratorio vuole aiutare ad incoraggiare l3 partecipanti a proseguire con convinzione e coraggio nel proprio fondamentale lavoro di decolonizzazione del sapere e di cura dello spirito critico. Il laboratorio si svolgerà negli spazi del CFUP – Circolo Familiare di Unità Proletaria (viale Monza 140, Milano) domenica 28 settembre dalle ore 16 alle ore 19. I locali si trovano al secondo piano dell’edificio – senza ascensore. Il laboratorio è limitato a un numero di 15 partecipanti per garantire a tutt3 la possibilità di esprimersi e raccontarsi, pertanto chiediamo all3 docenti interessat3 di compilare il modulo all’indirizzo https://forms.gle/5q9ccxmykkXQDn6B9 specificando, nel caso in cui sia possibile, in quale ordine di scuola e quale disciplina si insegna. Nel caso in cui riceveremo un numero sovrabbondante di richieste, valuteremo la possibilità di replicarlo per poter accogliere quante più persone possibile. Vi chiediamo di non compilare il modulo qualora non si abbia sicurezza della propria partecipazione per non ostacolare quella di altri potenziali partecipanti. Qualora ci si trovi nella condizione di dover annullare la propria partecipazione, si è pregat3 di comunicarlo tempestivamente al fine di poter coinvolgere altr3 interessat3. I partecipanti riceveranno nei giorni successivi un’email di conferma dell’iscrizione, nella quale verranno anche forniti dettagli sulle modalità di svolgimento dell’incontro. Per ulteriori informazioni potete scrivere all’indirizzo email info@docentipergaza.it.
Il minuto di silenzio per Gaza unisce la comunità educante italiana. Resoconto iniziative
COMUNICATO STAMPA Secondo i nostri dati, sicuramente sottostimati, l’appello per un minuto di silenzio il primo giorno di scuola per le/i bambine/i di Gaza è stato finora accolto da circa 250 scuole di tutta Italia, da Torino a Trento a Treviso a Venezia, a Siena, Palermo, Napoli, Mantova, Como, Cagliari, Bari, Cosenza, Potenza, Perugia, Lucca, Lecce e molte altre, nelle città come nelle campagne e sulle montagne. Molte scuole delle regioni che cominceranno le lezioni il 15 settembre ci hanno già comunicato la loro adesione. Ampia parte della comunità educante italiana si unisce così contro il genocidio in Palestina e per la pace nel mondo, in un momento comune di solidarietà e consapevolezza. In 52 istituti, di cui 9 a Torino e 8 nella regione Piemonte, sono state coinvolte tutte le classi, per la quasi totalità con deliberazioni dei Collegi docenti. Possiamo per ora calcolare 53.000 alunne/i, con le/i loro docenti, ma le/i partecipanti sono e saranno certamente molte/i di più: attendiamo ulteriori riscontri nei prossimi giorni. Le/i DS si sono mostrate/i favorevoli in un gran numero di scuole, emanando circolari e facendo suonare le campanelle. Le/gli insegnanti hanno interpretato nei modi più diversi questo momento, alcune/i rendendolo solenne ed emozionante, altre/i con letture e riflessioni, altre/i ancora con attività creative per i più piccoli. “Un reale minuto di silenzio, assorto e commosso”, perché “i ragazzi vogliono sapere e vogliono capire”, scrivono. Questo sarà il compito del futuro anno scolastico: generare conoscenza e comprensione in modo aperto e limpido, affinché le/i nostri studenti apprendano a fare le loro scelte. Il nuovo e forte impegno della scuola italiana per Gaza, per la Palestina, per la pace e la giustizia è cominciato! La Scuola per la pace Torino e Piemonte Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Docenti per Gaza
Campagne per un nuovo anno scolastico all’insegna della Pace e della Resistenza
L’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ, IN COLLABORAZIONE CON ALTRE ASSOCIAZIONI E ORGANIZZAZIONI, HA MESSO A PUNTO UNA SERIE DI CAMPAGNE PER L’AVVIO DEL NUOVO ANNO SCOLASTICO ALL’INSEGNA DELLA PACE E DELLA RESISTENZA NELLE SCUOLE. Istruzione, formazione, inclusione, autonomia, crescita personale e, soprattutto, far sì che ragazze e ragazzi possano presentarsi al mondo adulto come cittadine e cittadini: questi sono i compiti fondamentali della scuola italiana. In tutti gli ordini e gradi di scuola il personale scolastico deve contribuire al raggiungimento di questi obiettivi. E deve farlo subito con consapevolezza, perché è sotto gli occhi di tutti come le tragedie del secolo scorso, il colonialismo, la Prima e la Seconda guerra mondiale, il genocidio di gruppi di persone riconducibili a categorie razziali, culturali, etniche e religiose, si stiano ripresentando oggi. Per opporsi alla deriva militarista della nostra società, in vista dell’inizio del nuovo anno scolastico l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università promuove alcune pratiche per una campagna di resistenza e di pace all’interno delle scuole con le seguenti iniziative: – Un minuto di silenzio il primo giorno di scuola per le vittime del genocidio a Gaza promossa da La Scuola per la pace Torino e Piemonte, Docenti per Gaza e Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Clicca qui. – Esposizione permanente in tutte le scuole della bandiera della pace. – Raccolta di firme sul documento “Noi siamo docenti Pacefondai” messo a punto dal gruppo scuola dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università da sottoscrivere da parte di tutto il personale scolastico a inizio anno per assumere un preciso indirizzo didattico pacifista e, al tempo stesso, esprimere una dichiarazione d’intenti per rifiutare che i propri studenti e le proprie studentesse svolgano attività che prevedano la partecipazione diretta o indiretta con le Forze Armate. Clicca qui per la petizione su Change.org. – Campagna promossa dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università per sottoscrivere da parte dei genitori a inizio anno scolastico un documento da consegnare alle rispettive scuole per rifiutare che i propri figli e le proprie figlie svolgano attività che prevedano la partecipazione diretta o indiretta delle Forze Armate. Clicca qui per scaricare il documento. FIRMA LA PETIZIONE SU CHANGE.ORG. Ricordiamo che associazioni e singol3 possono inoltre contribuire economicamente alla vita dell‘Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università con donazioni a carattere volontario diventando sostenitori/sostenitrici qui IBAN: IT06Z0501803400000020000668 oppure dona ora FAI UNA DONAZIONE UNA TANTUM Apprezziamo il tuo contributo. Fai una donazione -------------------------------------------------------------------------------- FAI UNA DONAZIONE MENSILMENTE Apprezziamo il tuo contributo. Dona mensilmente -------------------------------------------------------------------------------- FAI UNA DONAZIONE ANNUALMENTE Apprezziamo il tuo contributo. Dona annualmente
Proposta per le scuole: Un minuto di silenzio per il primo giorno di scuola per Gaza e la Palestina
LA SCUOLA PER LA PACE TORINO E PIEMONTE, DOCENTI PER GAZA E L’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ INVITANO DOCENTI E STUDENTI A OSSERVARE UN MINUTO DI SILENZIO PER GAZA E PER LA PALESTINA IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA. I DOCENTI POSSONO FARLO IN CLASSE, GLI STUDENTI POSSONO FARLO, ANCHE AUTONOMAMENTE, IN CLASSE, NELL’INTERVALLO, NEI CORRIDOI, NEI CORTILI, LE FAMIGLIE POSSONO CHIEDERE DI FARLO A DOCENTI E DS. UN MINUTO DI SILENZIO Un minuto di silenzio per ricordare le migliaia di bambine/i, studenti e insegnanti che non andranno mai più a scuola, perchè colpit* da micidiali ordigni di morte. Un minuto di silenzio per essere vicin* alle migliaia di bambine/i, studenti e insegnanti che non possono andare a scuola, perché scuole e università sono state distrutte e loro stanno vivendo sotto continua minaccia di bombardamenti e aggressioni. Un minuto di silenzio per riconoscere che lo scolasticidio in Palestina è strumento deliberato del genocidio di Israele che annienta sistematicamente corpi e culture. Un minuto di silenzio per solidarizzare con coloro che resistono e che continuano a voler insegnare e studiare in condizioni inimmaginabili. “Bombardamenti continui, fame, restrizioni all’accesso a internet, elettricità instabile e gli orrori quotidiani del genocidio non hanno spezzato la nostra volontà. Siamo ancora qui, continuiamo a insegnare e siamo ancora impegnati per il futuro dell’istruzione a Gaza”. Lettera aperta dei rettori delle università di Gaza, 5 agosto 2025. Chiediamo a coloro che osserveranno il minuto di silenzio di volercelo comunicare al seguente link: https://forms.gle/LeoH2xHunYxMXjUm8 Locandina in allegato per la diffusione. LO SCOLASTICIDIO STRUMENTO DEL GENOCIDIO Da ormai quasi due anni assistiamo impotenti allo sterminio sistematico che si sta compiendo a Gaza, dove la popolazione civile ha subito inerme la distruzione del proprio ambiente di vita, con un’immane strage, stimata in circa 300.000 persone uccise e che, per i sopravvissuti, ha significato la perdita di amici e parenti, quando non la distruzione di intere famiglie. Continui sfollamenti, continui bombardamenti, senza cibo, senza acqua, senza cure mediche, in condizioni di vita insostenibili. E in Cisgiordania le violenze dei coloni, l’espropriazione di terre e di case, la distruzione di olivi e coltivazioni, gli arresti e le detenzioni ingiustificate. Come docenti siamo poi dolorosamente consapevoli dello scolasticidio che ha portato, secondo diverse fonti, alla distruzione o danneggiamento di circa il 90% delle scuole di Gaza e alla demolizione di tutte le università della regione, cioè alla cancellazione del sistema educativo palestinese. Un’intera generazione di studenti, oltre 600.00 bambine/i e ragazze/i, è privata del diritto umano all’istruzione. Biblioteche, musei, archivi, librerie, moschee, edifici storici sono ridotti in macerie, disintegrando le tracce di una storia millenaria. Già nel maggio 2024 la distruzione deliberata del sistema educativo palestinese per “erodere il tessuto intellettuale e culturale della nostra società” e al contempo la volontà di non lasciare la propria terra e di non “permettere che tali atti spengano la fiamma della conoscenza e della resilienza che arde in noi” erano stati manifestati nella Lettera aperta del personale accademico e amministrativo delle università di Gaza al mondo. Il 5 agosto 2025 i rettori delle università di Gaza si sono rivolti nuovamente al mondo per denunciare lo scolasticidio, un “tentativo sistematico e deliberato” di distruzione delle   fondamenta culturali “che da tempo rappresentano pilastri di resilienza, speranza e libertà intellettuale in condizioni di occupazione e assedio”. E anche in Cisgiordania gli attacchi continui dei coloni e gli abusi dell’esercito impediscono l’acceso all’istruzione dei bambini palestinesi. Ma pur in condizioni inimmaginabili le e i palestinesi resistono, continuano a insegnare, a studiare, a produrre cultura con diari, romanzi, poesie, opere artistiche, film, fotografie, danze, attraverso i quali esprimono la loro voce, le loro storie, le loro consapevolezze e la loro dignità. Lettera aperta del personale accademico e amministrativo delle università di Gaza al mondo Il Manifesto, 2 giugno 2024, https://ilmanifesto.it/ lettera-aperta-del-personale-accademico-e-amministrativo- delle-universita-di-gaza-al-mondo Lettera aperta dei rettori delle Università di Gaza, 5 agosto 2025: https://www.unisi.it/unisilife/notizie/lettera-aperta-dei-rettori-delle- universita-di-gaza Scolasticidio: la guerra di Israele alla conoscenza a Gaza, di Renee Davis, 20 maggio 2025 https://pagineesteri.it/2025/05/20/medioriente/scolasticidio-la-guerra-di- israele-alla-conoscenza-a-gaza/ Scolasticidio nel Masafer Yatta: l’istruzione negata in Palestina Documentario di Operazione Colomba, marzo 2025, 6 minuti https://www.operazionecolomba.it/palestina/3944-scolasticidio-nel-masafer- yatta-l-istruzione-negata-in-palestina.html
Appello rivolto a insegnanti e personale scolastico. Raccolta firme su Change.org
PUBBLICHIAMO L’APPELLO DI DOCENTI PER GAZA AFFINCHÉ SI POSSA FIRMARE UNA PETIZIONE PER CHIEDERE IL CESSATE IL FUOCO A GAZA. COME OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ SENTIAMO L’URGENZA STORICA DI CONDIVIDERE QUESTA RICHIESTA E INVITIAMO A FIRMARE SU WWW.CHANGE.ORG. Se lavori nella scuola, firma questa petizione per fermare la pulizia etnica in Palestina e pretendere soluzioni concrete contro l’occupazione, il massacro e lo scolasticidio. Siamo un gruppo di docenti della scuola italiana, di ogni ordine e grado, provenienti dalle più svariate parti del paese. Abbiamo scritto un appello alla fine del novembre del 2023 per chiedere un immediato cessate il fuoco a Gaza, il rispetto del diritto internazionale e azioni concrete da parte del governo a sostegno dei bambini e delle bambine palestinesi. L’appello era stato firmato da 4128 insegnanti. Ad oggi, dopo 600 giorni dall’inizio dell’aggressione israeliana nella Striscia di Gaza e 60 mila morti, di cui 18 mila bambini, il nostro governo non ha ancora compiuto alcuna azione concreta per fermare il genocidio in corso. In questi giorni la narrazione intorno al genocidio sta cambiando: dalla politica ai media, alcune parole finora proibite sono entrate nel vocabolario, gli appelli si moltiplicano, alcune autorità in Occidente stanno valutando soluzioni concrete per porre fine al massacro in corso. Eppure, il nostro governo continua a voler chiudere gli occhi di fronte allo scandalo a cui stiamo assistendo in diretta streaming da 20 mesi. In qualità di insegnanti crediamo che il nostro lavoro non sia confinato alla mera trasmissione del sapere, ma che si estenda alla formazione critica delle nostre studentesse e dei nostri studenti, una formazione attraverso cui ciascuna persona sia in grado di osservare la realtà circostante, riconoscerne le dinamiche interne, assegnare loro il giusto nome e assumersi la responsabilità di prendere posizione e agire. Inutile porre a baluardo le competenze chiave europee se non si ha il coraggio e la coerenza di metterle in pratica come corpo educante. Pertanto, non possiamo tollerare che il nostro paese continui a essere complice del colonialismo, dell’apartheid, dell’occupazione militare e del genocidio in corso contro il popolo palestinese. Agli sgoccioli di quest’anno scolastico, il secondo dall’inizio del massacro, invitiamo quindi tutte le colleghe e i colleghi, il personale scolastico e le dirigenze a prendere posizione contro l’aggressione militare e l’occupazione e a schierarsi a favore della libertà e dell’autodeterminazione del popolo palestinese. Chiediamo a tutti gli insegnanti del paese di dedicare del tempo, nelle ultime ore che ci separano dalla fine delle lezioni, per rompere il muro del silenzio, la paura e il timore che impediscono di rendere il colonialismo israeliano e la liberazione della Palestina oggetto delle nostre lezioni. Chiamiamo la storia che vediamo scandalosamente svolgersi sotto i nostri occhi con il suo nome e mostriamo ai nostri studenti che quanto accadde tanto durante l’età delle conquiste coloniali, quanto durante la seconda guerra mondiale – e che la storia ha definito “genocidi” – sta accadendo di nuovo sotto i nostri occhi, con la stessa efferatezza e con le medesime finalità. Affermate la necessità di parlare di Palestina all’interno dei collegi e dei consigli, costruite alleanze e progetti nelle vostre scuole per insegnare agli studenti cosa è successo dalla Nakba ad oggi e perché è necessario denunciare i crimini compiuti sulla pelle dei palestinesi. Spiegate il valore simbolico che questo paese ha assunto per il mondo intero. Scriveteci, partecipate alle nostre assemblee: dobbiamo essere uniti, nutrire insieme la consapevolezza delle nostre responsabilità di docenti all’interno del periodo storico che stiamo vivendo, essere da esempio per i nostri ragazzi, mostrare che il loro corpo docente non accetta impassibile, ma si mobilita compatto contro l’impunità e lo smantellamento del diritto internazionale. Questa è deontologia professionale intrinseca. Chiediamo, quindi, a tutto il corpo docente, dirigenti e personale scolastico di unirsi e di firmare questo nostro appello rivolto a Ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara Ministro dell’interno Matteo Piantedosi Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani Ministro della difesa Guido Crosetto Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni per: * denunciare esplicitamente il genocidio in corso, la pulizia etnica, l’occupazione militare e il regime di apartheid e attuare misure concrete come embargo e sanzioni contro Israele; * fermare l’accordo di cooperazione militare tra Italia e Israele, il cui rinnovo è previsto l’8 giugno; * garantire l’ingresso e la dignitosa distribuzione degli aiuti umanitari in tutta la Striscia e supportare concretamente la salvaguardia e la ricostruzione del sistema scolastico sia a Gaza che in Cisgiordania; * condurre alla definitiva rottura dei legami accademici tra le università italiane e le università israeliane; coadiuvare la pubblicazione di bandi per borse di studio realmente accessibili alle studentesse e agli studenti palestinesi; aprire gemellaggi tra le scuole italiane e le scuole palestinesi a Gaza e in Cisgiordania; * intervenire sulle Indicazioni nazionali unicamente per aprire i programmi scolastici alla storia globale, a prospettive decoloniali, allo sguardo critico nei confronti della nostra storia e per dare voce alle fasce marginalizzate, per dare spazio all’educazione al consenso, all’affettività, alla partecipazione politica, alla cura della collettività e dell’ambiente, al fine di scongiurare la violenza e l’indifferenza che rendono possibili la deumanizzazione di un popolo e il suo genocidio; * salvaguardare la libertà di insegnamento per i docenti che legittimamente portano in classe il tema della Palestina, denunciano i crimini contro l’umanità e il ripetersi di processi storici quali colonialismo, genocidio e apartheid: non possiamo tollerare che il corpo docenti senta minacciata la propria libertà d’insegnamento da un discorso pubblico ostile alla liberazione palestinese, dalle censure e dagli interventi diretti contro altri colleghi che si sono esposti sul tema; * affermare, infine, in completa coerenza con i punti precedenti, una perentoria opposizione al riarmo europeo e alla militarizzazione della società e delle scuole: pretendiamo che il denaro pubblico sia investito nella salute, nell’istruzione, nella tutela ambientale, nel lavoro sicuro, nei diritti – e non nella guerra. Docenti per Gaza