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LIBANO: 43 ANNI FA IL MASSACRO DI SABRA E SHATILA. LA CORRISPONDENZA DA BEIRUT DELL’ASSOCIAZIONE “PER NON DIMENTICARE”
43 anni fa, tra il 16 e il 18 settembre 1982, le milizie falangiste-nazionaliste libanesi (a maggioranza cristiana maronita) e l’esercito israeliano compivano un massacro nei campi profughi palestinesi di Sabra e Shatila, a Beirut, in Libano. Furono tre giorni di mattanza con almeno 3000 civili assassinati dalle milizie cristiano-falangiste libanesi coperte dall’esercito israeliano che aveva invaso il Libano tre mesi prima (da inizio giugno 1982) e assediava la capitale sotto la direzione dell’allora ministro della difesa (e poi premier) Ariel Sharon. Dopo l’evacuazione da Beirut dei combattenti dell’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) agli ordini di Arafat – prevista dagli accordi di cessate il fuoco mediati dagli Usa dopo mesi di assedio e resistenza – i profughi palestinesi erano rimasti senza alcuna protezione. La scintilla per i massacri di Sabra e Shatila fu la morte – in un attentato – del neopresidente libanese, il leader falangista cristiano di estrema destra Bashir Gemayel, salito al potere con l’appoggio dell’occupazione israeliana. I miliziani di Gemayel compirono materialmente il massacro con l’appoggio e la copertura dell’esercito israeliano, che circondò i due campi in modo da lasciare indisturbati i falangisti. In molti furono uccisi con asce e pugnali, i corpi seviziati per tre giorni e due notti consecutive, con il mondo tenuto all’oscuro di tutto. “Ce lo dissero le mosche” è l’attacco del reportage del giornalista inglese Robert Fisk, tra i primi a entrare su Sabra e Shatila, riferendosi agli insetti che assediavano il campo profughi con i corpi delle vittime in putrefazione. Su Radio Onda d’Urto, la corrispondenza da Beirut di Mirca Garuti, dell’Associazione “Per non dimenticare Sabra e Shatila” che, come ogni anno, si è recata nel settembre 2025 in Libano per partecipare alle commemorazioni del massacro. Ascolta o scarica.
Purim. Festa di massacri e di biscotti
Un po’ di storia, un po’ di mitologia. L’amore degli israeliani per il genocidio deriva dalla storia di Purim. In alcune feste si onora il pane. In altre si chiede il perdono. A Purim si celebrano settantacinquemila presunti nemici uccisi. È scritto nel Libro di Ester, e basta leggerlo: uomini, […] L'articolo Purim. Festa di massacri e di biscotti su Contropiano.
PALESTINA: IL GENOCIDIO NORMALIZZATO TRA COMPLICITÀ, PROFITTI E SILENZI. L’INTERVISTA AL PROFESSOR IAIN CHAMBERS
A quasi due anni dall’inizio del genocidio in corso da ottobre 2023 a Gaza, i massacri israeliani contro il popolo palestinese si moltiplicano, non solo nell’indifferenza ma con la complicità esplicita dei governi occidentali e delle grandi aziende, non solo belliche. Iain Chambers, sociologo, già docente di studi culturali e postcoloniali all’Università Orientale di Napoli, oggi esperto presso l’ufficio del consigliere speciale delle Nazioni Unite per la prevenzione del genocidio, intervenuto ai microfoni di Radio Onda d’Urto, offre una chiave di lettura che cerca di andare oltre la cronaca. Chambers propone di leggere quanto accade in Palestina non “come un’eccezione, ma come uno specchio della storia occidentale: “La Palestina oggi è una forma di laboratorio della modernità, nel senso che è un archivio di tutte le formazioni della modernità occidentale, soprattutto delle sue radici coloniali”. Ciò che sta avvenendo, spiega, non è che la ripetizione, in forme nuove e tecnologicamente avanzate, di logiche storiche che affondano le radici nell’imperialismo europeo e il colonialismo israeliano come prosecuzione di un paradigma globale: “È il ritorno della nostra storia, che siamo abituati a considerare passata, chiusa nei capitoli del colonialismo europeo. Invece questa realtà coloniale continua a interrogarci nel nostro presente”. Uno degli aspetti centrali dell’intervento riguarda anche la complicità delle potenze occidentali – non solo a livello diplomatico e militare, ma anche finanziario e industriale. Chambers commenta il recente rapporto della relatrice ONU Francesca Albanese, che denuncia il coinvolgimento delle principali aziende tecnologiche statunitensi e delle banche europee nel supporto all’occupazione israeliana: “Le guerre sono sempre state grandi affari. Ma qui non si tratta solo dell’industria bellica: è coinvolto tutto il tessuto finanziario occidentale. Banche, industrie tecnologiche, sicurezza digitale, si produce profitto dalla distruzione, dalle menomazioni, dalle uccisioni”. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, l’intervento di Iain Chambers, sociologo, già docente di studi culturali e postcoloniali all’Università Orientale di Napoli, oggi esperto presso l’ufficio del consigliere speciale ONU per la prevenzione del genocidio. Ascolta o scarica.
Mozione Istituto “Giordano Bruno” di Budrio di condanna massacro nella Striscia di Gaza
I sottoscrittori del presente appello, docenti e personale ATA del “Giordano Bruno” di Budrio (BO), condannano fermamente il massacro indiscriminato messo in atto dall’esercito israeliano nella Striscia di Gaza, e chiedono con decisione al proprio governo la cessazione della compravendita di armamenti con l’esecutivo d’Israele. * Massimiliano Martino * Maria Giovanna Di Carlo * Graziella Colagiacomo * Matteo Cardillo * Valentina Morabito * Daniele Auditore * Chiara Cappelli * Raffaella Tacconi * Luca Gulisano * Ilaria Minghetti * Amelio Maria * Martina Garufi * Luca Tosadori * Diana Suriano * Cristina Sciacca * Lorenzo Biagini * Giuseppe Lazzara * Elisa Petri * Anna Gnudi * Francesco Savino * Federica Rimondi * Erika Panaccione * Chiara Marcovecchio * Luna Martelli * Alessia Martorana * Annalisa Sepe * Alessandra Bottino * Elena Iotti * Sandra Alzani * Fabio Barbagallo * Elena Gnudi * Maria Lucia Mastrolia * Nadia Arena * Silvia Lodini * Ilaria Santi * Silvia Dalferro * Valeria Giglia * Paolo Patruno * Massimo Mantovani * Elisabetta Simoni * Chiara Lorenzi * Marcello Malpensa * Mariangela Cesari * Alessandro Velonà * Caterina Fiore * Margherita Guerra * Claudia Scavariello * De Vita Toni * Rita Nerini * Manuela Montalbano * Roberta Bariola * Federica Magro * Roberto Perotti * Laura Orsi * Nicola Cenni * Cinzia Simoni * Giorgia Pavlica * Lisa Amore * Fatima Zahra Bendya * Simone Bertelli * Sandra Paradiso * Giovanni Figliuzzi * Riccardo Barilli * Lucia Caramanico * Roberta Panzini * Andrea Paupini * Beatrice Minotta * Alessio Vizzini * Simona Zagni * Serena Ragogna * Marina Melotti * Anna Rita Ramazzotti * Elisa Di Gennaro * Stefania Perino * Marie T. Caroli * Annalisa Cacciatore * Michela Fabbri * Anna Sarmenghi * Paola Romeo * Michela Gregorace * Chiara Diazzi * Daniela Bressan * Maria Chiara Neri * Alberto Botti * Ilaria Zambetta * Anna Teresa Masanelli * Roberta Triberti * Antonella Maria Lateana * Giancarlo Marra * Valeria Andrenacci * Dorotea Pisani * Massimo Zichella * Valentina Sartucci Marco Moretti * Benedetta Cervieri * Caterina Origlia * Carlo Giulio Sarnizzi               * Davide Valentini * Rossella Parente * Rosa Baroncini * Patrizia Angelone * Elisa Rossini * Marchione Roberta Alessandra * Masina Graziella * Marta Napoli * Cristian Pintacorona * Bartolini Annunziata * Gualtiero Via * Fabiola Frongia * Elisabetta Marsigli -------------------------------------------------------------------------------- Budrio, 26 maggio 2025
Lettera aperta ai Dirigenti e ai Presidenti dei Consigli d’Istituto: MASSACRO DI GAZA, PRENDERE PAROLA
PUBBLICHIAMO CON L’AUSPICIO CHE VENGA EMULATA IN ALTRE SCUOLE LA LETTERA APERTA RIVOLTA DA GIUSTO CATANIA, DIRIGENTE SCOLASTICO, E STEFANIA TRANCHINA, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO D’ISTITUTO DELL’I.C. “GIULIANA SALADINO” DI PALERMO, AI DIRIGENTI SCOLASTICI E AI PRESIDENTI DEI CONSIGLI D’ISTITUTO DELLA SCUOLA ITALIANA: “SUL MASSACRO DI GAZA DOBBIAMO PRENDERE PAROLA”. Care colleghe e cari colleghi, il dramma della popolazione di Gaza non può lasciare indifferente il mondo della scuola. I numeri del massacro sono impressionanti: 54.000 morti, tra cui 15.000 bambine e bambini; 14.000 bambini orfani; 130.000 feriti; oltre un milione di minori necessita di sostegno psico-sociale; un’intera popolazione rischia di morire di fame e di sete. Sono stati distrutti oltre 2.300 spazi educativi, tra edifici scolastici ed aule universitarie. Siamo davanti ad una catastrofe umanitaria che avrà ripercussioni gravi anche nel futuro. Il Collegio dei docenti e il Consiglio d’istituto dell’Istituto Comprensivo Giuliana Saladino di Palermo hanno sentito l’urgenza di prendere parola, di esprimere la propria voglia di pace, di mobilitarsi perché non si può rimanere inermi davanti all’orrore di questi mesi. Abbiamo esposto un lenzuolo sulla facciata della nostra scuola per chiedere la fine del bombardamento su Gaza; abbiamo organizzato un girotondo rumoroso attorno ai nostri plessi scolastici perché riteniamo necessario rompere il silenzio; abbiamo chiesto agli abitanti del quartiere di esporre un lenzuolo sui balconi per condividere l’impegno della scuola. Il lenzuolo è bianco è un simbolo di pace e di riscatto, anche per la nostra scuola. Fu proprio Giuliana Saladino, dopo la strage di Capaci del 1992, a far diventare il lenzuolo bianco simbolo della mobilitazione popolare contro la mafia. Chiediamo al mondo della scuola di prendere parola, di urlare lo sdegno per il massacro della popolazione palestinese, di chiedere la fine dei bombardamenti su Gaza, di riprendere in mano la bandiera della pace. Questo è compito della scuola che, se non si occupa del presente, rischia di rendere inutile lo studio della Storia. I bambini e le bambine palestinesi sono nostri alunni, sono nostri figli e non vogliamo sentirci colpevoli del reato di indifferenza. La Storia ricorderà chi ha parlato e chi è rimasto in silenzio. Questo nostro impegno è perfettamente inscritto nella missione educativa della scuola della Repubblica, in ottemperanza agli obiettivi prioritari delle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, secondo i quali bisogna: “Diffondere la consapevolezza che i grandi problemi dell’attuale condizione umana (…) possono essere affrontati e risolti attraverso una stretta collaborazione non solo tra le nazioni, ma anche fra le discipline e fra le culture.” Prendiamo parola, è il compito principale che ha la scuola italiana. Presidente del Consiglio d’Istituto Stefania Tranchina Dirigente scolastico Giusto Catania