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USR Marche, Polizia di Stato e CONI ad Ancona sul coraggio e…Dante Alighieri?
Un gruppo di duecento studenti e studentesse, in totale, dal Liceo classico “Rinaldini”, il Liceo scientifico “Galileo Galilei”, il Liceo artistico “Mannucci”, l’IIS “Savoia Benincasa” e l’IIS “Volterra Elia” hanno assistito all’incontro dal titolo “CORAGGIO… un viaggio ideale nel tempo dal pensiero di Dante fino ai giorni nostri” nell’auditorium della Mole Vanvitelliana, suggestivo complesso monumentale costruito su un’isola artificiale a forma pentagono.  Il fine dichiarato di questa mattinata era introdurre una riflessione collettiva sul valore del coraggio, in contrapposizione al fenomeno del bullismo e dell’indifferenza sociale. Una sola relatrice ha parlato del sommo poeta, a pieno titolo, considerata la sua appartenenza alla Società Dante Alighieri di Ancona. I restanti erano tutte figure di grande peso delle istituzioni locali di Polizia: il Presidente e il Vicepresidente dell’ANPS (Associazione Nazionale della Polizia di Stato) di Ancona; il Comm. Capo della Polizia di Stato della Questura di Ancona, il Questore di Ancona. È intervenuta anche una grafologa forense. Tanti ospiti per una sola mattinata. E c’erano ancora una rappresentante dell’Ufficio Scolastico Regionale Marche, il Presidente del CONI Marche e l’atleta delle Fiamme Oro Carlo Macchini. Legalità, spirito civico e impegno agonistico, rigorosamente in divisa! Una schiera istituzionale, come tante descritte nei canti della Divina Commedia dell’Alighieri.  Iniziative di questo tipo non costituiscono una novità per noi dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Il nostro scopo come comitato è quello di dimostrare articolo dopo articolo l’imponente ingerenza del Sistema Difesa e della cultura securitaria nelle scuole italiane. Il carattere strutturale degli accordi tra Ministero della Difesa e Ministero dell’Istruzione produrrà effetti oscurantisti per lo spirito democratico del nostro Paese. Per questo continuiamo a tenere traccia del crescente militarismo della sfera civile, ad analizzarlo insieme a voi, e a parlarvene. Per tenere viva la libertà in tutte le sue espressioni, sostanza dolcissima che profuma l’aria di ambrosia. Vi ricordiamo che è possibile mettersi in contatto con noi per segnalare eventi che prevedono la presenza nelle scuole di forze armate e di corpi di sicurezza scrivendo a osservatorionomili@gmail.com Il nostro è un impegno politico volontario. Maria Pastore, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università -------------------------------------------------------------------------------- Se come associazioni o singoli volete sostenerci economicamente potete farlo donando su questo IBAN: IT06Z0501803400000020000668 oppure qui: FAI UNA DONAZIONE UNA TANTUM Grazie per la collaborazione. Apprezziamo il tuo contributo! Fai una donazione -------------------------------------------------------------------------------- FAI UNA DONAZIONE MENSILMENTE Apprezziamo il tuo contributo. Dona mensilmente -------------------------------------------------------------------------------- FAI UNA DONAZIONE ANNUALMENTE Apprezziamo il tuo contributo. Dona annualmente
Presentato ieri a Roma il progetto “Il mio diario” della Polizia di Stato
Mentre il Registro elettronico ha disabituato le giovani generazioni all’utilizzo del diario scolastico, la cui utilità molti docenti stanno rivalutando, ecco che la Polizia di Stato rilancia la sua agenda, arrivata all’undicesima edizione. La pubblicazione, che ha già raggiunto negli anni passati circa 630mila studenti e studentesse, viene proposta con un percorso itinerante in Italia, che quest’anno toccherà le città di Massa Carrara, Oristano, Siracusa, Lodi e, per la prima volta, Roma e Milano. Alla sala Umberto di Roma erano presenti ieri, giovedì 23 ottobre 2025, 400 studenti e studentesse che hanno potuto anche vistare stand con le Specialità (manganelli? Taser? armi?), i diversi Reparti della Polizia di Stato e le autovetture storiche e moderne. Per l’anno in corso è stata prevista la distribuzione di 75.000 copie, il che vuol dire 75.000 studenti e studentesse delle classi quarte della scuola primaria. L’agenda ha la pretesa di affrontare temi quali: salute, sport, ambiente, inclusione sociale, educazione stradale, corretto utilizzo di internet e dei social network, devianza giovanile (il bullismo e il cyberbullismo), ma la nuova edizione toccherà anche Costituzione, sviluppo sostenibile e cittadinanza digitale (Educazione civica). Tutto in poche pagine che da quest’anno saranno INTERATTIVE: ci si può scrivere e si può leggere (principalmente vignette), attaccare sticker e personalizzare! Veramente innovativa! Il diario ha una specifica finalità: fare cresce gli studenti insieme agli amici poliziotti, con i super eroi della legalità (potremmo sbirciare i loro uffici e imparare quanto siano pronti ad aiutare la cittadinanza…). Il tema principale che la Polizia di Stato ha fatto suo in tanti incontri con le scolaresche è l’educazione al rispetto delle regole e dei valori della convivenza civile (legalità). Qualsiasi bravo insegnante sa che questi sono due temi che vengono costruiti sul piano della relazione e della reciprocità. Non c’è supereroe che può insegnare la convivenza e il rispetto ma solo lo stare insieme incontrandosi e scontrandosi nel gruppo classe. È un lavoro lungo di lenta costruzione di valori e regole condivise che richiede un approccio totalmente diverso da quello che giornate spot o strumenti individuali (come il diario appunto) costruiscono. Nell’agenda i valori e le regole sono già date, e per essere interiorizzate devono passare attraverso la mediazione di super eroi con i quali il bambino si identifica; nella vita di relazione, nella vita di classe vengono costruiti e interiorizzati, attraverso l’esperienza e la riflessione condivisa. Non solo, la scuola educa alla complessità, alla mediazione, all’analisi. A scuola si scopre la giustizia più che la legalità. La scuola teme l’enfatizzazione del tema della legalità perché la storia e le scienze umanistiche ci insegnano troppo spesso quali atrocità sono state compiute in nome della legge. E ci insegna anche che la legge spesso non è giusta ma sicuramente conforme a chi detiene il potere. I temi che l’agenda ha la pretesa di spiegare sono temi che già si affrontano a scuola e non sarà un’agenda o qualche giornata spot con la polizia ad insegnarne i contenuti. Il diario in realtà, è un vero e proprio strumento di propaganda delle forze dell’ordine che, carenti sul piano delle innovazione didattica e dei contenuti, mostrano di essere più preparati sul piano dello manipolazione dei bambini e della strumentalizzazione dei loro eroi. Oltre ai supereroi della legalità, Vis e Musa e ai loro aiutanti a quattro zampe Lampo e Saetta e Cosmo e la pappagallina Gea, non mancano i simboli della manipolazione che da tempo la polizia utilizza per avvicinare i minori: Geronimo e Tea Stilton, personaggi cari all’infanzia che dovrebbero rimanere estranei a questa manipolazione. Ci meraviglia anche che l’autrice Elisabetta Dami, scrittrice per l’infanzia di successo, abbia ceduto i suoi personaggi per questi scopi. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Roma
Cyber Summer: come la Polizia di Stato “occupa” i centri estivi
Dalla pagina www.commissariatodips.it/notizie/articolo/parte-da-roma-la-seconda-edizione-di-cybersummer-la-polizia-di-stato-accanto-ai-giovani-per-una-re/index.htmldata apprendiamo che il 1° luglio 2025 è stata inaugurata a Roma la seconda edizione del progetto dal titolo “Cybersummer – La Polizia di Stato accanto ai giovani per una rete più sicura”. Neanche in estate, dunque, il processo di penetrazione delle forze dell’ordine (in questo caso) nell’ambito educativo si ferma. Si legge infatti nella presentazione della campagna della Polizia Postale che essa è rivolta ai ragazzi e alle ragazze che “frequentano centri estivi e altri luoghi di aggregazione alternativi alla scuola, è stata ideata per stare accanto ai ragazzi durante l’estate, quando – liberi dagli impegni scolastici – trascorrono più tempo online”. L’ennesimo spazio educativo viene dunque sottratto al personale civile competente per essere gestito da personale in divisa. Quando le scuole sono chiuse, ecco che sono i centri estivi il luogo in cui le e i giovanissim* vengono intercettat* tramite un progetto che chiaramente conquista consensi anche tra i genitori, sempre più preoccupati da pericoli in rete sicuramente esistenti, ma decisamente enfatizzati da chi si fa carico di contrastarli. Il progetto è realizzato dalla PS attraverso la rete dei Centri Operativi per la Sicurezza Cibernetica ed è destinato a fare tappa in diverse città, toccando temi come “cyberbullismo, adescamento, furti di identità digitali, e più in generale i rischi connessi all’uso dei social e delle piattaforme”. Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università abbiamo più volte denunciato l’intrusione di personale in divisa in ambito educativo e ribadiamo con forza che le questioni relative alla sicurezza (in questo caso in rete) deve essere affrontato in chiave pedagogica da chi ha gli adeguati strumenti, e non semplicemente utilizzando i rischi della rete come spauracchio a cui contrapporre una logica securitaria. É evidente il nesso tra normalizzazione della presenza dei militari in contesti che dovrebbero essere estranei alle loro attività e quella “cultura della difesa” che procede sul “doppio binario” costituito dalla creazione di nemici esterni e interni che solo una logica bellicista da un lato e repressiva dall’altra sembra (questo è il messaggio della propaganda) poter sconfiggere. L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università lavora anche per ricordare che la vera sicurezza si regge su due pilastri: la giustizia e la pace. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Educazione ai Sentimenti al MagicLand di Roma con la Polizia di Stato
Mentre le statistiche giudiziarie e le analisi di sociologia della devianza ci segnalano un disagio legato al patriarcato che va a colpire anche le fasce giovanili, tanto da abbassare sempre più l’età delle persone coinvolte dai femminicidi, le maestre incontrate allo school day al parco giochi all’americana di MagicLand snobbano platealmente lo stand della Polizia di Stato che, quantomeno a parole, si proponeva per laboratori di educazione ai sentimenti e contro la violenza di genere. Mentre la poliziotta sconsolata ci rispondeva che le classi che si erano prenotate alla fine non si erano presentate, ma lei è a disposizione, le maestre, invece, nell’arena, giusto a pochi metri, insieme ai loro piccoli allievi applaudivano entusiaste i cani poliziotto che diligentemente scoprivano non ben precisate bustine di droga oppure esplosivi. Alcune maestre più realiste del re erano anche leggermente infastidite quando, dopo l’ennesimo show del cane poliziotto che tornava trionfante con la pallina in bocca come premio per aver scovato l’esplosivo, i bambini presentavano comprensibilmente qualche segno di noia galoppante. «Non capiscono l’importanza di queste attività per la loro sicurezza», ci ha risposto sconsolata una maestra poco dopo aver ripreso i propri piccoli allievi, invitandoli caldamente a seguire passo passo le gesta del poliziotto artificiere travestito da robot alle prese con una valigia sospetta. A spettacolo, cosiddetto formativo, terminato, tra applausi un po’ forzati e pastori tedeschi raggianti con la balena in bocca, torniamo alla carica intervistando altre maestre e proponendole di fermarsi al laboratorio della poliziotta. Alcune maestre confessano di non aver letto tutto il programma e di essersi concentrate sulle apparentemente innocue sul piano pedagogico attività a più alto tasso di intrattenimento ludico, altri invece dichiarano candidamente che quei temi appunto educazione sentimenti e contro la violenza di genere non sono adatte ai bambini delle primarie. Non ci aspettavamo di assistere dallo stand poliziottesco per l’educazione ai sentimenti a una qualche performance socio-psicologica che invitasse a riflettere magari in maniera ludica e, vista l’età, sui germi del patriarcato, ma che, ragionando nell’ottica di quella visione distorta della pedagogia, almeno qualche maestra mostrasse un interesse quanto meno verso il tema. Stefano Bertoldi, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università