Giuliana per sempre. I cento anni di Giuliana Saladino
Si è celebrato da poco a Palermo il centenario della nascita di Giuliana
Saladino (1925-1999), figura di spicco della politica e della cultura non solo
siciliane, con un’intensa giornata che ha cominciato a ricostruire un grande
mosaico, dove ogni tassello ha aperto nuove dimensioni di un multiforme talento.
Al di là di una celebrazione rituale, in piena consonanza con la sua
inarrestabile e poliedrica attività, si sono svolti eventi in due luoghi
significativi.
La mattina, nella scuola del quartiere CEP a lei degnamente intitolata, il
dirigente Giusto Catania ha introdotto gli interventi di relatori, quali la
scrittrice Bianca Stancanelli, i docenti di Letteratura Italiana Matteo Di
Figlia e Ambra Carta e l’editore Antonio Sellerio che ne hanno trattato
l’impegno politico anche in ambito istituzionale e la vasta attività di
giornalista e di scrittrice, nella dimensione pedagogica nel rapporto con le
nuove generazioni, sottolineando la necessità della trasmissione di valori e di
esperienze in un’epoca di smemorata immersione in un’informazione martellante.
Insieme alle qualificate relazioni si è dato spazio anche ad altre forme di
comunicazione, quale quella visiva del film Giuliana Saladino. Come scrive una
donna (2013) con due dei registi, Laura Schimmenti e Gianluca Donati, quella
musicale, coinvolgendo studenti e studentesse nell’esecuzione di Un segno contro
la mafia, scritto e diretto dal professore Francesco Amato e nella lettura di
brani scelti dai ragazzi stessi nella produzione di Giuliana Saladino.
Il pomeriggio, nella sede dell’Istituto Gramsci, dopo l’omaggio del Presidente
Salvatore Nicosia, personali e documentati contributi hanno presentato ad un
pubblico ampio e attento i diversi aspetti della sua vasta produzione con
l’intreccio tra giornalismo e romanzo che, in un originale linguaggio poetico,
riesce a cogliere e a raccontare con grande lucidità la realtà nei suoi aspetti
meno consueti e a disegnare utopie del futuro, affrontando temi inizialmente
scomodi e oggi più che mai attuali, quali mafia, condizione delle donne,
migranti, quartieri degradati, orizzonti della politica, sostenendo e
diffondendo forme di opposizione e resistenza inconsuete, quale il comitato dei
lenzuoli e il presidio delle donne del digiuno, sorti dopo le stragi mafiose del
1992.
La storica Giovanna Fiume ne ha sottolineato l’appassionato impegno politico,
mai privo di spirito critico, la ricerca di verità in un continuo superamento
delle barriere ideologiche, la militanza senza limitante appartenenza che la
portò ad uscire dal Partito Comunista, a cui aveva aderito nell’immediato
dopoguerra, dopo i fatti di Ungheria del 1956.
L’editore Dario Carnevale, insieme all’autore del saggio introduttivo Antonino
Blando, ha ricordato la più recente riedizione di Romanzo Politico, apparso nel
1972 nell’edizione Feltrinelli con il titolo De Mauro, una cronaca palermitana,
dove, come sottolinea il nuovo sottotitolo De Mauro, una cronaca italiana, in
modo magistrale si intrecciano precisa descrizione, appassionato coinvolgimento
personale e trascinante rielaborazione letteraria sul mistero tuttora irrisolto
della sparizione del giornalista Mauro De Mauro, suo collega nel glorioso
quotidiano L’ORA, di cui Giuliana Saladino con le sue coraggiose inchieste fu a
lungo voce di grande rilievo.
La scrittrice Beatrice Agnello ha parlato dell’antesignana fondatrice della casa
editrice La Luna nel 1986 assieme ad un battagliero gruppo di donne, quali, tra
le altre, Letizia Battaglia, Giovanna Fiume, Amalia Collisano e la stessa
Beatrice Agnello, casa che ha pubblicato con successo romanzi e saggi dirompenti
di autrici contemporanee (La mafia in casa mia, 1986, intervista a Felicia
Impastato di Umberto Santino e Anna Puglisi, La briganta di Maria Rosa
Cutrufelli, 1990) e anche del passato (Milady in Sicilia. Un viaggio in treno e
in carrozza 1879-80 di Frances Eliot 1986) ma anche di autori, quali Aurelio
Grimaldi, il cui Mery per sempre (1987) è poi diventato un film di successo.
Altra impresa editoriale la rivista di voci femminili Mezzocielo, creata nel
1991 da Simona Mafai, Letizia Battaglia e Rosanna Pirajno, di cui Giuliana
Saladino fu presenza fissa fin dal primo numero.
Padre Nino Fasullo, fondatore e direttore della rivista Segno, ha raccontato
l’incontro con Giuliana Saladino in occasione di un articolo sul cardinale
Pappalardo, che aveva appena pronunciato il suo discorso contro la mafia
diventato famoso, che ha segnato l’inizio inaspettato di uno scambio felice e di
una lunga collaborazione.
Il bibliotecario e scrittore Ignazio Romeo ha segnalato l’accurata
digitalizzazione, a cura della Biblioteca Regionale e ora accessibile, dei
numerosissimi articoli a firma dell’Autrice, una scelta dei quali è stata
pubblicata nel volume a cura di Giovanna Fiume Chissà come chiameremo questi
anni (Sellerio 2010). Ricordando la pubblicazione in vita, oltre Il caso De
Mauro, del romanzo Terra di rapina (Einaudi 1977), mentre il postumo Romanzo
civile (Sellerio 2010) non ha avuto finora la meritata risonanza, Ignazio Romeo,
ha voluto sottolineare l’umiltà della scrittrice, il suo “tratto collettivista”
che metteva sempre il Noi dinanzi all’Io.
La testimonianza della parente Giulia Barbera ne ha presentato nella dimensione
privata la capacità affettiva accanto alla straordinaria capacità ironica,
l’antidogmatismo professato in ambito politico e religioso.
A questo punto mi permetto di aggiungere a questa straordinaria ricchezza la mia
personale esperienza. Ho avuto il grande privilegio di conoscere Giuliana
Saladino in occasione della pubblicazione nel 1986 per le edizioni La Luna del
romanzo Da Paul a Pedro di Franziska zu Reventlow, da me tradotto dal tedesco. È
stato un incontro ricco e piacevolmente stimolante dal punto di vista culturale
e umano. Non dimenticherò mai i petali di gelsomino sparsi sulla sua tavola
apparecchiata per la cena, la sua immagine sorridente e profumata. L’amore per
la natura e la bellezza, un’altra delle sue infinite capacità.
Redazione Palermo