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Ombrina Mare poteva essere bocciato
L’Italia vince arbitrato internazionale contro la multinazionale proponente Centomila presenze in due manifestazioni, a Pescara nel 2013 (40.000) e a Lanciano nel 2015 (60.000). Ombrina Mare 2, progetto petrolifero al largo della costa teatina, è nome legato ad una stagione di ampia partecipazione sociale all’opposizione a quella che i movimenti ambientalisti definirono “deriva petrolifera”. Tutto iniziò, nel 2007, contro il progetto del Centro Oli ad Ortona, primo di una lunghissima lista di progetti di estrazione a terra e a mare contro cui si espresse un vastissimo fronte di associazioni, cittadini, istituzioni e partiti politici. Nel 2007 erano pochissimi i no al progetto ortonese, otto anni dopo alla manifestazione di Lanciano parteciparono praticamente tutti i partiti politici e le istituzioni locali e persino la Chiesa cattolica. Dopo il disastro al largo del Golfo del Messico nel 2010 l’Italia cambiò la legge sulle concessioni, imponendo un limite a quelle in mare, e l’iter autorizzativo di Ombrina Mare 2 si bloccò. Due anni dopo il governo Monti con un decreto dell’allora ministro Corrado Passera eliminò questo limite e l’iter fu riavviato. Partì la vasta opposizione popolare che culminò nelle due manifestazioni e portò ad un nuovo cambio di rotta che portò alla bocciatura definitiva del progetto. La Rockhopper, multinazionale proponente, dopo qualche anno decise di trascinare l’Italia in un arbitrato internazionale sulla base del Trattato della Carta dell’Energia, nonostante il nostro Paese ne era uscito anni prima. Ad agosto 2022 l’Italia fu condannata a risarcire 190 milioni di euro alla multinazionale. Lo Stato italiano ha presentato appello contro questa condanna in base al Trattato Internazionale per il Regolamento delle Controversie relative agli Investimenti. Appello che è stato vinto dall’Italia portando così all’annullamento della condanna a risarcire la Rockhopper. La notizia è stata resa nota dalla stessa multinazionale. «La questione del risarcimento da 190 milioni di euro aveva avuto una vasta eco in Italia dove, invece di contestare le folli clausole capestro contenute nel Trattato dell’Energia improvvidamente firmato a metà anni ’90 dai nostri governanti, era stata montata ad arte una feroce critica alla sacrosanta protesta anti-trivelle del popolo abruzzese – ha sottolineato Augusto De Sanctis, Forum H2O – Avevamo ragione allora a contestare sia la deriva fossile, in piena epoca di crisi climatica, sia il trattato dell’Energia, da cui poi si è ritirata pure la UE. Il clima non lo si difende a chiacchiere o addirittura scavando nuovi pozzi di petrolio per giunta in un mare chiuso come l’Adriatico; serve invece abbandonare subito tutte le fossili». «Con grande gioia oggi possiamo festeggiare la sconfitta della società petrolifera Rockhopper che aveva chiesto un risarcimento di 190 milioni di euro all’Italia: riceveranno 0 euro e non potranno più ricattare la nostra comunità come avevano fatto – esulta alla notizia della cancellazione del risarcimento Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Rivendico con orgoglio che siamo riusciti a fermare il devastante progetto di una gigantesca raffineria galleggiante Ombrina 2 davanti al Parco della Costa Teatina solo grazie a un meravigliosa mobilitazione popolare NoOmbrina che ha costretto tutte le forze politiche nazionali a dire no». «Vorrei abbracciare tutte le persone con cui abbiamo condiviso una lunga lotta ecologista e comunitaria in difesa dei beni comuni, del nostro mare e della nostra terra, dall’irresponsabilità politica e dal saccheggio di un capitalismo predatorio – conclude Acerbo – La lotta contro il progetto Ombrina2 è stata (come quella contro la Sangrochimica ngli anni ’70) ha dimostrato che il popolo unito può vincere e con lo stesso spirito invito domenica e lunedì ad andare a votare in massa per i referendum». Alessio Di Florio
Cina, Il Ministro degli Esteri Wang Yi su conflitto a Gaza
Noto che tantissime persone si sono abituate a condividere e diffondere sui social testi non verificati. Lo fanno persino intellettuali, docenti universitari, dirigenti politici. I falsi vengono persino pubblicati su siti e giornali. Per esempio da 48 ore circola una lunga dichiarazione del ministro degli esteri cinese Wang Yi su Gaza che chiunque abbia un minimo di conoscenza del linguaggio diplomatico cinese si accorgerebbe essere falsa. Infatti non c’è alcuna traccia nei siti ufficiali cinesi. Io appena l’ho ricevuta ho chiesto lumi alla compagna sinologa Herta Manenti che ha confermato i miei sospetti. Prima di pubblicare o diffondere bisognerebbe sempre verificare le fonti (almeno nel caso specifico il link a un sito ufficiale). Comunque la posizione ufficiale della Cina esposta da Wang Yi  disponibile sul sito del Ministero degli affari esteri cinesi è di gran lunga assai più degna di quella dei governi occidentali che meriterebbero di essere mandati a processo in una nuova Norimberga: Wang Yi sulla posizione della Cina sul conflitto di Gaza. Il 18 febbraio 2025 (ora locale), il membro dell’Ufficio politico del Comitato centrale del PCC e ministro degli Esteri Wang Yi ha risposto alle domande dei media sul posto, dopo aver presieduto la riunione di alto livello del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (ONU) sul tema “Praticare il multilateralismo, riformare e migliorare la governance globale”. Alla domanda sul punto di vista della Cina sul rinvio della seconda fase dei negoziati sulla questione di Gaza, Wang Yi ha affermato che, sebbene l’attenzione di tutte le parti sia attualmente concentrata sulla questione ucraina, è importante riconoscere che il mondo sta affrontando ben più della sola crisi ucraina. Anche altri punti caldi, tra cui il conflitto di Gaza, richiedono l’attenzione della comunità internazionale e non dovrebbero essere marginalizzati. Dietro il conflitto di Gaza si cela l’irrisolta questione palestinese. Sono trascorsi più di 70 anni da quando le Nazioni Unite hanno adottato la risoluzione per la creazione di due Stati, Palestina e Israele, ma la soluzione dei due Stati è stata attuata solo parzialmente. Lo Stato di Israele è stato istituito molto tempo fa, ma il popolo palestinese non ha ancora un proprio Paese. Molti sono sfollati, diventando rifugiati. La questione palestinese rimane al centro della questione mediorientale. Senza l’attuazione della soluzione dei due Stati, la logica di ripagare il torto con il torto non cesserà, e il ciclo di violenza per violenza non si concluderà. La pace e la stabilità in Medio Oriente non saranno garantite, e la pace e la sicurezza di tutti i Paesi saranno minacciate. Pertanto, in questa sede delle Nazioni Unite, la Cina invita tutte le parti ad accelerare l’avanzamento della soluzione dei due Stati e a sostenere la creazione di uno Stato di Palestina indipendente basato sui confini del 1967. Le fazioni palestinesi dovrebbero attuare concretamente la Dichiarazione di Pechino e raggiungere unità e autosufficienza. Tutte le parti in Medio Oriente dovrebbero superare le proprie divergenze e sostenere la sovranità della Palestina. Le Nazioni Unite dovrebbero agire per ammettere la Palestina come membro a pieno titolo. Gaza è la patria palestinese e fa parte del territorio palestinese e non dovrebbe essere vittima della politica internazionale. Le parti interessate dovrebbero continuare ad attuare l’accordo di cessate il fuoco e adottare un atteggiamento costruttivo per promuovere i negoziati successivi. La governance post-conflitto di Gaza dovrebbe aderire al principio “Palestinesi che governano la Palestina” e allinearsi alla soluzione dei due Stati per raggiungere, in ultima analisi, una coesistenza pacifica tra Palestina e Israele, nonché una pace e una stabilità a lungo termine in Medio Oriente. Wang Yi espone la posizione della Cina sulla questione palestinese(30 maggio 2024):Il 30 maggio 2024, Wang Yi, membro dell’Ufficio politico del Comitato centrale del PCC e ministro degli Esteri, ha co-presieduto la decima riunione ministeriale del Forum di cooperazione sino-arabo con il presidente algerino e ministro degli Esteri mauritano Marzouq e il segretario generale della Lega araba Geit. Wang Yi ha sottolineato nel suo discorso che la questione palestinese è il fulcro della questione mediorientale. Indipendentemente da come cambierà la situazione internazionale, la Cina continuerà a sostenere fermamente il ripristino dei legittimi diritti nazionali del popolo palestinese e la rapida istituzione di uno Stato palestinese indipendente con piena sovranità, basato sui confini del 1967 e con Gerusalemme Est come capitale. La Cina sostiene fermamente la richiesta della Palestina di diventare membro ufficiale delle Nazioni Unite ed è disposta a dare un contributo maggiore per promuovere la riconciliazione interna in Palestina. Wang Yi ha sottolineato che l’attuale situazione nella Striscia di Gaza è insostenibile, che un cessate il fuoco immediato e incondizionato è il consenso internazionale, che il miglioramento della situazione umanitaria è la massima priorità e che le vite di civili innocenti non dovrebbero più essere danneggiate. La Cina continuerà a sostenere fermamente i paesi arabi, a sostenere la giustizia e a promuovere una soluzione rapida, globale, giusta e duratura alla questione palestinese. (dal sito del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Cinese https://www.fmprc.gov.cn/ ) Maurizio Acerbo