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Finalmente è partito il nuovo sito di Carteinregola! (e abbiamo raggiunto 13 anni di impegno)
Da parecchio tempo la nostra associazione era al lavoro per  rinnovare quello che è il nostro principale strumento di comunicazione, il megafono delle nostre battaglie e proposte. Volevamo migliorare la grafica e la struttura,  mantenendo però quello che è diventato  il marchio di Carteinregola,  un’impostazione che dal 2016 a oggi  è stata premiata da decine di migliaia di visualizzazioni ogni anno.  Il cambiamento era diventato  indispensabile anche in seguito a una lunga serie di attacchi informatici che in questi mesi  ha  messo a dura prova il sito.   E per tutelare il nostro lavoro e soprattutto il servizio che cerchiamo di svolgere per tante  cittadine e cittadini che leggono i nostri articoli e  dossier e seguono le nostre iniziative, abbiamo deciso di fare questo investimento, ampiamente ripagato dai tanti messaggi di stima e di incoraggiamento che riceviamo ogni giorno. Il prossimo 1 dicembre l’Associazione Carteinregola compie il suo tredicesimo anno di attività  e possiamo dire essere fieri di quanto abbiamo fatto, anche se non è mai abbastanza rispetto a quello che la nostra  città e  il nostro  Paese richiederebbero.  Siamo fieri per tutte le battaglie che abbiamo affrontato, per quelle vinte e anche per quelle perse, tutte all’insegna  della difesa dell’interesse pubblico, della partecipazione  e della tutela del patrimonio collettivo,  per i cittadini e le cittadine di oggi e per quelli di domani. Ringraziamo tutti quelli che lavorano con noi e  tutti quelli che ci fanno sentire il loro sostegno. Continueremo  a portare avanti  il nostro impegno con la schiena dritta, come sempre, con serietà e  responsabilità, perchè questo tempo così difficile richiede ancora di più speranza e determinazione. Noi vogliamo continuare a credere che si possa costruire in un mondo – una città, un Paese – migliore. Per tutte e per tutti. > VAI A CARTEINREGOLA UN ANNO DI INIZIATIVE, DAL 1 OTTOBRE 2024 AL 30 NOVEMBRE 2025 > VAI A TUTTE LE NOSTRE INIZIATIVE DAL 1 DICEMBRE 2012 > Vai a Carteinregola istruzioni per l’uso    Per osservazioni e precisazioni scrivere a: laboratoriocarteinregola@gmail.com 21 novembre 2025
BRESCIA: 82 ANNI DOPO L’ECCIDIO DI PIAZZA ROVETTA, DOPPIO APPUNTAMENTO CON L’ANPI DEL CENTRO STORICO
In occasione del 82°anniversario dell’eccidio fascista di Piazza Rovetta, a Brescia, l’ANPI – Sezione Caduti di piazza Rovetta organizza due iniziative, sabato 15 e domenica 16 novembre. Sabato 15 novembre incontro intitolato “Pace è libertà. Note di solidarietà con il popolo palestinese per sostenere la solidarietà a Gaza”, al teatro di Contrada San Giovanni 8, alle ore 16. In apertura le letture di Elena Bettinetti, accompagnata dal musicista Angel Galzerano; segue lo spettacolo musicale con il gruppo Corimè. L’ingresso è gratuito. Domenica 16 invece “Manifestazione della Resistenza e deposizione di omaggi floreali ai monumenti dei Caduti per la Libertà”. L’appuntamento è alle ore 10.30 in largo Formentone. Interverranno Giulia Venia, dell’ANPI Sezione Caduti di piazza Rovetta, Lucio Pedroni, presidente ANPI per la provincia di Brescia e Laura Castelletti, sindaca di Brescia. Oratore ufficiale Raffaello Corriero, già della Global Sumud Flotilla. Segue l’esibizione musicale degli allievi del Gruppo strumentale della banda cittadina di Brescia, la Isidoro Capitano. Questa mattina, giovedì 13 novembre, conferenza stampa indetta ANPI con: Vanni Botticini e Walter Longhi, dell’ANPI Sezione Caduti di piazza Rovetta ed Ermanno Ricci, ultimo testimone dell’eccidio, che per l’occasione ha ricevuto la tessera onoraria del Circolo. A chiudere, il presidente dell’ANPI provinciale di Brescia Lucio Pedroni Ascolta o scarica
LIBANO: 43 ANNI FA IL MASSACRO DI SABRA E SHATILA. LA CORRISPONDENZA DA BEIRUT DELL’ASSOCIAZIONE “PER NON DIMENTICARE”
43 anni fa, tra il 16 e il 18 settembre 1982, le milizie falangiste-nazionaliste libanesi (a maggioranza cristiana maronita) e l’esercito israeliano compivano un massacro nei campi profughi palestinesi di Sabra e Shatila, a Beirut, in Libano. Furono tre giorni di mattanza con almeno 3000 civili assassinati dalle milizie cristiano-falangiste libanesi coperte dall’esercito israeliano che aveva invaso il Libano tre mesi prima (da inizio giugno 1982) e assediava la capitale sotto la direzione dell’allora ministro della difesa (e poi premier) Ariel Sharon. Dopo l’evacuazione da Beirut dei combattenti dell’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) agli ordini di Arafat – prevista dagli accordi di cessate il fuoco mediati dagli Usa dopo mesi di assedio e resistenza – i profughi palestinesi erano rimasti senza alcuna protezione. La scintilla per i massacri di Sabra e Shatila fu la morte – in un attentato – del neopresidente libanese, il leader falangista cristiano di estrema destra Bashir Gemayel, salito al potere con l’appoggio dell’occupazione israeliana. I miliziani di Gemayel compirono materialmente il massacro con l’appoggio e la copertura dell’esercito israeliano, che circondò i due campi in modo da lasciare indisturbati i falangisti. In molti furono uccisi con asce e pugnali, i corpi seviziati per tre giorni e due notti consecutive, con il mondo tenuto all’oscuro di tutto. “Ce lo dissero le mosche” è l’attacco del reportage del giornalista inglese Robert Fisk, tra i primi a entrare su Sabra e Shatila, riferendosi agli insetti che assediavano il campo profughi con i corpi delle vittime in putrefazione. Su Radio Onda d’Urto, la corrispondenza da Beirut di Mirca Garuti, dell’Associazione “Per non dimenticare Sabra e Shatila” che, come ogni anno, si è recata nel settembre 2025 in Libano per partecipare alle commemorazioni del massacro. Ascolta o scarica.
STATI UNITI: A 5 ANNI DALL’OMICIDIO FLOYD, “LA POLIZIA HA INTERIORIZZATO LO SPIRITO DEL SUPREMATISMO BIANCO”
A Minneapolis, nel Minnesota, cinque anni fa si verificò l’omicidio razzista e di Stato di George Floyd, soffocato dal ginocchio di un poliziotto. Domenica 25 maggio la morte del 46enne afroamericano è stata commemorata in piazza George Floyd, tra opere d’arte di protesta, rose gialle e un murales con la scritta “Hai cambiato il mondo, George”. L’omicida, il poliziotto bianco Derek Chauvin, condannato nel 2022 a 21 anni di reclusione, potrebbe vedersi concedere la grazia se il Presidente Donald Trump cedesse alle pressioni degli alleati più razzisti. Inoltre i dati raccolti tra il 2017 e il 2024, mostrano un aumento degli omicidi razziali nei confronti delle minoranze statunitensi nere e ispaniche. In calo invece i numeri delle persone bianche uccise dalla polizia. Questo attesterebbe una perdita di slancio del movimento Black Lives Matter a favore del trumpismo e del suprematismo bianco, cui esponenti stanno facendo cancellare tutte le riforme fatte per cercare di arginare il razzismo. Il Presidente Trump sta anche demolendo le politiche in favore di diversità, equità ed inclusione. Nonostante la eco globale delle proteste del movimento Black Lives Matter, il suprematismo bianco è oggi in continua ascesa, facendo arretrare sulle recenti conquiste dei movimenti antirazzisti. Anche le donazioni verso Fondazione Black Lives Matter sono in continuo calo: dai 79,6 milioni di dollari raccolti nel 2021, si è passati l’anno seguente a soli 8,5 milioni. Nel frattempo negli Stati Uniti stanno arrivando i primi cosiddetti rifugiati dal Sudafrica che fuggirebbero dal “razzismo contro i bianchi”. I discendenti dei coloni europei, gli Afrikaner, che imposero la segregazione razziale fino al 1991, possono ottenere l’asilo negli Stati Uniti: lo stesso diritto viene però negato alle persone che scappano da povertà, guerre e persecuzioni, come ad esempio i rifugiati Sudanesi e Congolesi, a cui l’amministrazione Trump ha bloccato le procedure per richiedere l’asilo. Ai nostri microfoni l’analisi dello scrittore Salvatore Palidda, già docente in sociologia presso l’Università di Genova. Ascolta o scarica