Salone del libro di Torino con Forze Armate: cosa c’entrano con la lettura, la cultura e l’istruzione?
È iniziata giovedì 15 maggio 2025 la XXXVII edizione del Salone del Libro a
Torino intitolata “Le parole tra noi leggere” con un programma denso di
interventi e di attività rivolte ad ogni fascia di età.
Tra i vari espositori emerge, al padiglione Oval, l’allestimento permanente di
uno spazio abbastanza ampio nominato “SPAZIO DIFESA” entro il quale sono
collocati gli stand espositivi di alcune Forze Armate e un’area aperta destinata
agli interventi previsti dal programma, alcuni dei quali rivolti a scolaresche
della scuola primaria.
Passeggiando davanti alla Spazio Difesa si possono incontrare militari in divisa
che, nell’atmosfera leggera e caotica del Salone, intrattengono passanti e
attirano giovani in un’esibizione tecnologica: un cane robot dell’Esercito
Italiano che, telecomandato da un soldato, si muove con una certa disinvoltura
suscitando l’incanto dei bambini.
Questo ammasso tecnologico in movimento, anche un po’ inquietante, riporta alla
mente i cani robot creati in Pennsylvania dalla “Ghost Robotics Corporation”
che, opportunamente armati, possono essere impiegati in operazioni belliche,
cani altresì sperimentati dall’esercito israeliano a Gaza.
Come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ci
preme denunciare sia l’ulteriore inserimento di attività delle Forze Armate
all’interno di programmazioni rivolte alle scuole, sia la politica di
normalizzazione della guerra che vede inserite, in contesti culturali o ludici,
attività che provocano fascinazione immediata ma non consapevole in un pubblico
non adulto.
Non meno rilevante è la scelta dello spazio entro cui far muovere il cane da
guerra: non una sala chiusa accessibile solo da chi voglia assistere alla
dimostrazione, ma un’area di passaggio, in cui l’attenzione di chiunque, in
particolare dei bambini, viene inevitabilmente catturata.
Venerdì 16 maggio, in contemporanea al Salone del Libro, a Roma si è tenuto il
Convegno “Scuole e Università di Pace: fermiamo la follia della guerra”, durante
il quale il professor Angelo D’Orsi, a conclusione del suo intervento, ha posto
l’attenzione sull’imposizione della cultura della difesa che sta permeando la
società.
Noi dell’Osservatorio condividiamo e appoggiamo le parole del professore quando
sostiene che l’unica difesa che dovrebbe preoccuparci come cittadini è quella
dei diritti: la difesa dei diritti all’istruzione, alla salute, al posto di
lavoro, alla cittadinanza; dovremmo difendere le donne dai femminicidi,
l’ambiente, in una cultura della vita e non della morte.
Aggiungiamo, essendo molte/i di noi docenti, che ci sono necessità impellenti
che dovrebbero impegnare gli adulti responsabili del mondo dei minori e degli
adolescenti: l’educazione all’incontro con “l’altro”, all’accoglienza della
diversità, l’educazione alla risoluzione non violenta dei conflitti. Non
vogliamo essere complici della cultura della difesa; non dobbiamo difenderci da
un nemico costruito da altri nelle nostre menti!
Barbara Strambaci, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle
università