Tag - Moussa Diarra

VERONA: MOBILITAZIONE NAZIONALE A UN ANNO DALL’OMICIDIO DI MOUSSA DIARRA – VOCI DAL CORTEO
Manifestazione a Verona per chiedere, un anno dopo, verità e giustizia per Moussa Diarra, giovane maliano di 26 anni, ucciso alla stazione Porta Nuova di Verona da un agente della Polfer il 20 ottobre 2024. Doppio appuntamento previsto per questo fine settimana a Verona, in occasione del primo anniversario dalla morte. Domenica 19 incontro sui CPR con lo spettacolo teatrale di e con Oscar Agostoni e la collaborazione di Helga Bernardini, presso il Laboratorio Autogestito Parato@s di viale Venezia 51, inizio alle ore 15. Oggi invece, sabato 18 ottobre, la manifestazione nazionale con ritrovo alle ore 14 in piazzale XXV aprile, nel piazzale antistante alla stazione di Verona Porta Nuova. I collegamenti e le voci dal corteo: Ore 16.00 – Il collegamento con Giacomo della Redazione per fare una panoramica rispetto alla vicenda giudiziaria attorno all’omicidio di Moussa Diarria e per descrivere la manifestazione. Ascolta o scarica. Ore 15.00 – I tre interventi introduttivi prima della partenza del corteo con Ousmane Ibrahim Diallo, presidente della Comunità malina di Verona e del Comitato verità e giustizia per Moussa, Mahamoud Idrissa Boune, presidente Alto Consiglio del Mali in Italia, e Eleonora Puglisi, del Laboratorio autogestito Paratodes e Comitato verità e giustizia. Ascolta o scarica.
VERONA: “MOUSSA NON SI DIMENTICA”. SABATO MANIFESTAZIONE NAZIONALE A UN ANNO DALL’OMICIDIO DI STATO
La Comunità Maliana e il Comitato Verità e Giustizia per Moussa Diarra invitano a partecipare al doppio appuntamento previsto per questo fine settimana a Verona, in occasione del primo anniversario dalla morte. Sabato 18 corteo nazionale con ritrovo alle ore 14 in piazzale XXV aprile, nel piazzale antistante alla stazione di Verona Porta Nuova. Domenica 19 incontro sui CPR con lo spettacolo teatrale di e con Oscar Agostoni e la collaborazione di Helga Bernardini, presso il Laboratorio Autogestito Parato@s di viale Venezia 51, inizio alle ore 15. Ci presentano le iniziative Ousmane Ibrahim Diallo, presidente della Comunità Maliana di Verona e Rachele del Laboratorio Autogestito Parato@s, entrambi parte del Comitato Verità e Giustizia per Moussa Diarra. Ascolta o scarica Pubblichiamo il comunicato che promuove il doppio appuntamento per il fine settimana a Verona: Domenica 20 ottobre di un anno fa, Moussa Diarra, giovane maliano di 26 anni, veniva ucciso alla stazione Porta Nuova di Verona da un agente della Polfer. Tre colpi di pistola che si sarebbero potuti evitare, esplosi tutti ad altezza d’uomo, e di cui uno dritto al cuore. A distanza di un anno, e con una dinamica dei fatti tuttora poco chiara, continuiamo con forza a chiedere verità e giustizia, ed un processo che restituisca a Moussa ed alla sua famiglia almeno in parte la dignità che gli è stata tolta in una vita di diritti negati. A distanza di un anno continuiamo a pensare che questa morte abbia radici profonde e che l’arma usata dall’agente della polfer abbia prodotto solo l’ultima delle ferite che hanno segnato la vita di Moussa. Ferite profonde, frutto di scelte politiche precise che hanno finanziato l’orrore dei campi di detenzione in Libia e dei CPR in Italia, che hanno imposto leggi infami come il decreto Salvini del 2018 e tutto il contesto sociale e politico che Moussa ha attraversato una volta arrivato in Italia. Un sistema razzista e discriminante fatto di file interminabili in questura e permessi di soggiorno ritirati già scaduti, di sfruttamento nei luoghi di lavoro, in cui la discrezionalità con cui vengono riconosciuti diritti fondamentali genera esclusione e marginalità. Welfare, servizi sociali, e politiche di cura vengono smantellate e sostituite con pratiche sempre più punitive e di repressione sociale per cui il diritto all’abitare diventa un problema di ordine pubblico gestito a colpi di daspo, sgomberi, profilazione razziale e zone rosse. La storia di Moussa è legata a quelle di centinaia di altre vittime spesso senza volto e senza giustizia, e solo la comunità che Moussa aveva attorno a sè (Comunità Maliana, Ghibellin Fuggiasco) e quella più ampia che si è raccolta immediatamente dopo la morte, hanno impedito che quella storia finisse come tante altre in fondo ad un cassetto. A distanza di un anno questa comunità resistente sostiene il complesso lavoro del team legale, continua a raccontare questo profondo bisogno di giustizia, ad alimentare il presidio di memoria collettiva in stazione contro ogni atto di rimozione, a costruire dal basso iniziative e proposte. Un percorso che, dalla grande manifestazione a Verona del 27 ottobre e dall’incontro a Roma con la senatrice Ilaria Cucchi, ha poi attraversato piazze, mobilitazioni, spazi sociali intrecciando linguaggi, storie e lotte. Ed è questa comunità che sabato 18 Ottobre chiama a Verona una manifestazione nazionale: per rivendicare il diritto ad un processo che ricostruisca verità e garantisca giustizia per Moussa Diarra, per pretendere politiche di cura, non di repressione e di marginalizzazione. E per denunciare che la stessa logica coloniale e razzista che ha tolto la vita a Moussa è quella che oggi sostiene ed alimenta il genocidio del popolo palestinese, la negazione quotidiana della sua esistenza e della sua dignità. E’ la stessa logica criminale che divide i corpi e le vite da proteggere da quelle da respingere e da eliminare. Invitiamo tutte le comunità, le realtà sociali, i collettivi e le persone solidali ad aderire e partecipare alla manifestazione che partirà dalla stazione di Verona Porta Nuova alle ore 14 di sabato 18 Ottobre. Moussa non si dimentica. Info sul percorso e sulla manifestazione sui canali social Verità e Giustizia per Moussa Diarra. Hanno aderito (in aggiornamento): – Donne in Nero, – Senegambia, – Gruppo Radici dei Diritti dell’Università di Verona, – Mediterranea Saving Humans Verona, – Osservatorio di Comunità, – Rifondazione Comunista Verona, – One Bridge to – ETS, – Associazione Nissa, – Coordinamento veronese per il diritto alla Salute, – Il Gheriglio APS, – Bozen Solidale, – Spazio 77, – Rete Verona Rainbow, – Tumulto Pride, – Comitato Acqua Bene Comune Verona, – Verona per la Palestina, – Valdesi Verona, – Sbarre di zucchero APS, – La Fraternità ODV, – UGS Verona (Unione dei Giovani di Sinistra Verona), – Il mondo di Irene, – Eimì Univr, – Associazione Sesamo Odv, – sez. ANPI Verona centro, – Sinistra Italiana, – Comunità Cristiane di Base Verona, – Rete Radié Resch, – Collettivo Tamr, – Assopace Verona, – Assopace Nazionale, – Potere al Popolo – Veneto, – Attac Verona, – Possibile Verona, – Afrodiscendenti Antimperialisti, – Casa Madiba, – Casa Don Gallo Rimini, Per adesioni: permoussadiarra@gmail.com Rinnoviamo l’invito a sostenere le spese legali e di supporto alla famiglia di Moussa. CC MPS Intestato al Circolo Pink: IBAN: IT65G 01030 11707 0000 11099 492 PayPal: permoussadiarra@gmail.com Causale: Per Moussa Diarra
Verità e giustizia per Moussa Diarra
In comunicazione telefonica con Daniele Tedesco, parte del Comitato Verità e Giustizia per Moussa Diarra, abbiamo parlato delle novità giudiziarie sul caso di Moussa, il giovane maliano ucciso da un poliziotto alla stazione di Verona Porta Nuova il 20 ottobre 2024.  Il sabato 18 ottobre ci sarà una manifestazione nazionale a Verona per chiedere verità e giustizia per Moussa Diarra. 
VERONA: CHIUSA L’OCCUPAZIONE DEL GHIBELLIN, MA “LA LOTTA È ANCORA APERTA”. TRASMISSIONE SPECIALE CON LE VOCI PROTAGONISTE
Si è chiusa l’esperienza di occupazione abitativa del Ghibellin Fuggiasco. Attiviste e attivisti del Laboratorio Autogestito Paratod@s di Verona hanno comunicato alla stampa una decisione presa già da alcuni mesi e che a portato alla chiusura definitiva dello stabile di viale Venezia 51, lo scorso 10 maggio. Il tempo intercorso da allora è servito a Paratod@s per elaborare una posizione politica da rendere pubblica e anche per continuare a trovare una soluzione abitativa alle decine di migranti che senza il Ghibellin non hanno un posto dove abitare. L’idea di occupare lo stabile abbandonato da trent’anni, che si trova a lato dello spazio Paratod@s, era stata presa nel 2021. All’epoca decine di giovani originari principalmente da alcuni paesi dell’Africa occidentale, erano stati ospitati nei locali in affitto da compagni e compagne, dove da dieci anni si svolgono attività politiche e culturali. Era poi scaturita l’idea di occupare la struttura adiacente al Laboratorio. Non doveva essere un’occupazione di lungo periodo, precisano nel comunicato diffuso oggi il collettivo Paratod@s, “pensavamo si trattasse di una situazione temporanea e non immaginavamo l’inizio di un percorso”. I coinquilini che alloggiavano al Ghibellin erano perlopiù lavoratori in regola con il permesso di soggiorno, provenienti principalmente da Mali, Burkina Faso, Senegal, Gambia e Nigeria. Oltre 150 quelli ospitati negli anni: hanno alloggiato nei due piani dello stabile occupato, in alcuni periodi, anche da 60 persone contemporaneamente. Negli stessi spazi aveva trovato alloggio anche Moussa Diarra, ventiseienne maliano ucciso dalla Polizia il 20 ottobre scorso. “Le condizioni igienico/sanitarie e le problematiche strutturali dell’edificio non consentivano più di garantire il pieno rispetto della dignità umana. E se non abbiamo tenuto fede all’impegno di chiudere prima dell’inverno è stato solo per non aggiungere altro disagio alla già grave emergenza freddo, gestita con numeri e modalità che da sempre riteniamo insufficienti e non adeguate”, è scritto nel comunicato stampa. “Negli anni si è venuta a creare una comunità di lotta composta da attivisti e migranti“, aggiungono ai nostri microfoni da Paratod@s, ripercorrendo l’esperienza. “Speravamo che l’enormità del problema sollevato e la nostra spinta dal basso avrebbero portato a risposte concrete e ad un cambio radicale di visione sul tema casa, accoglienza e dormitori”. Negli anni qualche risposta è arrivata, lo riportano i numeri diffusi oggi da Paratod@s: “15 persone sono stabilmente ospitate in strutture Caritas, attraverso l’intervento del vescovo Pompili, tra dicembre 2023 e gennaio 2024; 22 persone hanno una casa AGEC (tra quelle non comprese nel piano di riatto/assegnazione dell’ente) attraverso la collaborazione con la cooperativa La Casa degli Immigrati; 5 persone hanno ottenuto posti letto attraverso la collaborazione con la cooperativa La Milonga; 1 persona ha avuto posto letto attraverso i servizi sociali del Comune di Verona; circa 30 persone hanno ottenuto la residenza fittizia, attraverso il dialogo con l’ufficio anagrafe del comune di Verona e la collaborazione con la rete sportelli; 6 persone sono state escluse da qualunque tipo di percorso e soluzione da parte delle istituzioni, nonostante la pressione esercitata nei mesi successivi, affinché si trovasse una sistemazione”. Compagni e compagne di Paratod@s rivendicano un’esperienza che “ha mostrato come l’azione dal basso di autorecupero di un edificio abbandonato sia pratica possibile, realizzabile e necessaria. In una città come Verona, con centinaia di edifici pubblici vuoti, con un mercato immobiliare intossicato dal profitto, in cui a student3 universitari3 vengono chiesti 500 euro per un posto letto, i progetti di Hotel/cohousing sociale dovrebbero essere pubblici e accessibili”. Radio Onda d’Urto ha incontrato la comunità del Ghibellin presso il Laboratorio Autogestito Paratod@s e ha realizzato una trasmissione speciale con i protagonisti dell’esperienza dell’occupazione abitativa. La prima parte della trasmissione (37 minuti). Ascolta o scarica La seconda parte della trasmissione (42 minuti). Ascolta o scarica Con le voci di Rachele Tomezzoli, Giuseppe Capitano, Osasuyi, Alessia Toffalini, Bakari Traoré, Sekou.
VENERDì 6 GIUGNO: “UNA SERATA PER RICORDARE MOUSSA DIARRA”, INCONTRO + CENA SENEGALESE @MAG47 DI BRESCIA
“UNA SERATA PER RICORDARE MOUSSA DIARRA”: cena senegalese e incontro venerdì o6/06/2025 dalle ore 19.00 al C.S.A. Magazzino 47 – Via Industriale, 10 Brescia Diritti per Tutti e Csa Magazzino 47 organizzano: – ore 19.00 Incontro con il Comitato Verità e giustizia per Moussa Diarra, di Verona. “Insieme ricorderemo Moussa per restituirgli dignità e giustizia che gli sono state negate in vita e analizzeremo le cause, le basi ideologiche che ispirano pratiche violente razziste e repressive che discriminano e troppo spesso uccidono le persone razzializzate in Italia. L’incontro sarà inoltre occasione per approfondire e sostenere criticamente le ragioni dei sì ai 5 referendum dell’8-9 giugno per i diritti nel lavoro e per la riduzione degli anni d’attesa imposti proprio dal razzismo istituzionale alle persone immigrate che vogliono presentare domanda di cittadinanza”. –ore 20.00 Cena senegalese a sostegno delle spese legali per cercare verità e giustizia per Moussa e sostenere la sua famiglia. Menù: Fataye (con tonno o verdure) + Yassa Poulet (o alternativa vegan). Costo: 12€. Prenotazioni: 03045670. Specifica se preferisci il menù con o senza carne. “Moussa era un ragazzo di 26 anni che il 20 ottobre 2024 è stato ucciso davanti alla stazione dei treni di Verona da un colpo di pistola al petto, sparato da un ufficiale della Polfer. Nel 2014 aveva lasciato il Mali, non solo per cercare di mantenere la sua famiglia, ma anche a causa degli attacchi dei gruppi jihadisti ai villaggi della sua area. Sopravvissuto all’inferno della Libia, nel 2016 era approdato in Italia e destinato ad un centro di accoglienza straordinaria. Ottenuto il permesso di soggiorno, aveva cominciato a svolgere lavori precari e ad inviare soldi alla sua famiglia. Non riuscendo a trovare una stanza in affitto (come ormai capita a decine di migliaia di migranti che lavorano, soprattutto nelle città affette da over-turismo), dal 2022 abitava in una casa occupata insieme ad altri quaranta giovani uomini nelle sue stesse condizioni. Il Comitato verità e giustizia per Moussa Diarra nasce per ricordarlo, per raccontare un’altra faccia, quella razziale, del suo assassinio, e raccogliere testimonianze, unire le voci che lo difendono e anche, per esteso, per parlare di razzismo sistemico”. Clicca qui per i principali approfondimenti di Radio Onda d’Urto sulla vicenda di Moussa Diarra.
“POLIZIA E MIGRANTI IN CITTÀ. NEGOZIARE IL CONFINE NEI CONTESTI LOCALI”: INTERVISTA CON GIULIA FABINI, AUTRICE DEL LIBRO
  Domenica 25 maggio, alle 18.00, appuntamento con il Collettivo Rotte Balcaniche a Schio, provincia di Vicenza, nel nuovo spazio di via Manin 26 per un incontro con il Comitato “Verità e Giustizia per Moussa Diarra” e con Giulia Fabini, ricercatrice in sociologia del diritto e della devianza presso l’Università di Bologna ed autrice del libro “Polizia e migranti in città. Negoziare il confine nei contesti locali”. Il binomio immigrazione-sicurezza è la chiave di lettura attraverso cui viene raccontata e governata la migrazione in Italia. Il controllo dell’immigrazione è, infatti, sistematicamente demandato alla polizia: dalle frontiere esterne fino alle stazioni ferroviarie, la polizia sorveglia, filtra, punisce, deporta. Proprio in una stazione ferroviaria, a Verona, il 20 ottobre 2024 Moussa Diarra veniva ucciso dalla polfer con tre colpi di pistola. Ma questa vicenda non inizia né finisce con quei tre colpi: è la storia di un ragazzo che ha trascorso gli ultimi otto anni di vita tra burocrazie impietose, documenti che scadono prima ancora di essere rilasciati, precarietà abitativa, mancanza di accesso alle cure. È una storia che ora continua nella lotta per la verità e la giustizia, ma è anche una storia come tante, che ci parla di una società razzista e securitaria dove ormai manca l’aria. L’intervista a Giulia Fabini, ricercatrice in sociologia del diritto e della devianza presso l’Università di Bologna ed autrice del libro “Polizia e migranti in città. Negoziare il confine nei contesti locali”. Ascolta o scarica