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La battaglia repressiva contro le curve di Milano
È evidente che non si stia cogliendo ancora una volta la gravita di quanto sta accadendo alle curve di Milano in questa strana ma ovvia combutta fra questura, governo, Inter e Milan. E per coglierla l’invito è quello di osservarla da una duplice prospettiva. di Gianmaria Lenelli La sostituzione del cliente al tifoso, tanto auspicata, […]
BRESCIA: SPROPOSITATO PROVVEDIMENTO REPRESSIVO DEL NUOVO QUESTORE CONTRO GLI ULTRAS BRESCIA 1911
Un pacifico presidio sotto la Loggia, con cori e striscioni senza alcun tafferuglio, per esprimere una legittima posizione di dissenso verso la soluzione che si sta prospettando per la crisi del Brescia calcio, è stato trasformato dal nuovo questore Paolo Sartori in “atti di violenza non tollerabili che come tali verranno considerati e sanzionati.” Ecco allora la sanzione, assolutamente spropositata e pesantissima: denuncia per manifestazione non autorizzata e minacce ma soprattutto foglio di via per 4 anni dalla città di Brescia per 3 persone considerate “i capi” del gruppo ultras Brescia 1911. I fatti sono avvenuti il 9 giugno scorso quando in municipio si svolgeva un incontro tra sindaca e i presidenti delle tre squadre bresciane di serie C, Feralpi Salò, Lumezzane e Ospitaletto. Il questore spiega che “i manifestanti si erano radunati sotto la Loggia al fine di condizionare ed intimorire i partecipanti alla riunione . La manifestazione illegale si è svolta anche con un corteo, anch’esso illegale, durante il quale sono stati esibiti striscioni ed esternati minacciosi cori di protesta istiganti alla violenza nei confronti dei vertici del calcio professionistico.» Vediamo allora cosa c’era scritto su questi striscioni minacciosi: “Dignità ultras” e “Nessuna fusione”, con riferimento alla contrarietà del gruppo Brescia 1911 verso una soluzione pastrocchio che farebbe scomparire la storia di 114 anni  del Brescia, tramite il trasferimento della Feralpi Salò in città. Quanto ai cori minacciosi: “perché il Brescia siamo noi“, non si capisce chi e in che modo voglia intimidire. La misura adottata dal questore è grave e liberticida: per quattro anni le tre persone colpite dal provvedimento non potranno frequentare la città di Brescia impedendo loro di coltivare relazioni amicali, di frequentare la vita associativa, aggregativa e culturale che ha il proprio centro nel capoluogo della provincia, calpestando diritti fondamentali come la libertà di movimento e la partecipazione alla vita sociale. Questo provvedimento, contro persone colpevoli semplicemente di aver espresso la propria idea, rappresenta un precedente gravissimo con cui il nuovo questore si presenta alla città e dimostra il modo con cui intende affrontare le proteste e le manifestazioni di critica o dissenso. Il commento al provvedimento di Umberto Gobbi dell’Associazione Diritti per tutti e di Maurizio “Muro” Murari co-conduttore di Onda ultras Ascolta o scarica Il profilo del nuovo questore di Brescia con Lorenzo Vianini di Radio Tandem di Bolzano, la città dove era a capo della Questura e dove, nel 2024, gli avvisi orali  sono schizzati da 14 a 147, gli ammonimenti da 38 a 79, i fogli di via da 45 a 183 e le espulsioni di migranti con accompagnamento alla frontiera da 2 a 14. Ascolta o scarica  
CALCIO – BUSINESS: CELLINO NON PAGA, IL BRESCIA CALCIO SPARISCE DOPO 114 ANNI ININTERROTTI DI STORIA.
Brescia: dopo quasi 114 anni di storia, il Brescia Calcio – squadra della città da cui trasmettiamo, nata il 17 luglio 1911 dalla fusione di Gimnasium, Victoria e Unione Sportiva Bresciana – va verso il fallimento tecnico e la perdita della matricola sportiva, per la prima volta in oltre un secolo di storia, “grazie” alla gestione targata Massimo Cellino. Una parabola, quella dell'(im)prenditore sardo, iniziata nel 2017. Pochi mesi prima, lo stesso Cellino era stato (caldamente) “accompagnato” alla porta, dalla guida del club inglese del Leeds, dove era rimasto solo tre anni, tra non pochi problemi – dalla natura più che disparata – fin dal turbolento acquisto, avvenuto nel 2014. Tornando a Brescia: alle ore 15 di oggi, venerdì 6 giugno, sono scaduti i termini per pagare dipendenti, contributi e la prima rata dei debiti col fisco, vicenda che era già costata a fine maggio la retrocessione in serie C alle Rondinelle (in primo grado sportivo). Cellino non ha versato i circa 3 milioni di euro necessari a iscrivere la squadra la prossima stagione, di fatto mandando tutto gambe all’aria, sia per i calciatori che per i dipendenti e collaboratori. A Brescia le prime proteste: già in mattinata in via Ferramola, la sede celliniana da giorni presidiata da Polizia e funzionari Digos, e nel pomeriggio in Loggia, sede del Comune, che cercherebbe – ma il condizionale è d’obbligo – di capire se una delle tre squadre della provincia bresciana di serie C (Feralpi Salò, Lumezzane e Ospitaletto) sia disposta a trasferisi al Rigamonti, cambiando – seppur non immediatamente, viste le regole federali – nome e residenza, pur senza la continuità sportiva con le storiche Rondinelle. L’unica certezza, per ora, è la fine della storia biancoblu, almeno così come conosciuta dal 1911 a oggi: un patrimonio sportivo e sociale di proprietà di un’intera tifoseria (seppur nella sua complessità e diversità di posizioni), a ora senza una risposta su quale sarà il futuro delle Rondinelle, tanto per la prima squadra professionista quanto per i bambini e ragazzi del settore giovanile, già completamente desertificato durante la gestione celliniana. Su Radio Onda d’Urto il confronto a due voci tra Diego Piccinelli, portavoce del gruppo ultras “Brescia 1911 Ex Curva Nord” e Alessandro Lucà, tifoso biancoblu, già candidato sindaco alle elezioni amministrative 2023 per Unione Popolare, M5S e Pci oltre che animatore, esattamente dieci anni fa, dell’associazione “Tifosi PER il Brescia”, nata per favorire la partecipazione popolare e dal basso, caldeggiando metodi come l’azionariato popolare per il club. Ascolta o scarica      
CALCIO BUSINESS: BRESCIA, (PRIMO) GIORNO DEL GIUDIZIO PER CELLINO. “BRESCIA 1911” IN DELEGAZIONE A ROMA PER L’UDIENZA SUL RISCHIO PENALIZZAZIONE
(Primo) giorno del giudizio per il Brescia Calcio, la società biancoblu i cui titoli sportivi sono in mano, dal 2017, all’imprenditore Massimo Cellino. Oggi, giovedì 22 maggio 2025, si tiene la prima udienza davanti al Tribunale federale nazionale (Tfn, il “primo grado” della giustizia sportiva), chiamato a decidere sulla possibile penalizzazione delle Rondinelle legata all’accusa  di “debiti fiscali e previdenziali per novembre e dicembre 2024, gennaio e febbraio 2025, attraverso l’utilizzo di crediti di imposta risultati inesistenti”. L’eventuale penalizzazione comporterebbe, per il Brescia Calcio, la retrocessione in Serie C, vista la salvezza acciuffata per un soffio sul campo, grazie alla vittoria negli ultimi minuti dell’ultima giornata contro la Reggiana, meno di una decina di giorni fa. Oltre al rischio concreto di lasciare la Cadetteria, sulla società calcistica fondata il 17 luglio 1911 come “Foot Ball Club Brescia” dalla fusione tra Victoria, Unione Sportiva Bresciana e Gimnasium si addensano ulteriori nubi nere; entro giugno tra stipendi mancanti, contributi e altre uscite, servono – riferisce la stampa cittadina e quella specializzata nell’informazione sportiva – circa 7 milioni di euro, pena l’incubo fallimento, con ripartenza solo dalle categorie dilettantistiche. Per rimanere in serie B ed evitare così uno scenario che si profila decisamente cupo, la società guidata da Cellino ha preferito affidarsi a una corposa memoria difensiva scritta, già depositata alla Procura Federale, senza quindi andare in Aula a Roma. Nella Capitale c’è invece una delegazione di ultras del gruppo Brescia 1911 – Ex Curva Nord, già intervenuti pochi giorni fa ai microfoni di Radio Onda d’Urto per prendere posizione su quanto sta – nuovamente – accadendo alla squadra di calcio cittadina. Da Roma Diego Piccinelli, portavoce del gruppo ultras Brescia 1911 – Ex Curva Nord. Ascolta o scarica