Decreto Piantedosi, domani l’udienza alla Corte CostituzionaleLa questione di costituzionalità era stata sollevata dal Tribunale di Brindisi
grazie al ricorso di SOS MEDITERRANEE contro il fermo amministrativo del 9
febbraio 2024, a seguito dello sbarco di 261 sopravvissuti nel porto salentino.
Il fermo era stato motivato in base alle false accuse mosse dalle autorità
marittime libiche. In discussione al Palazzo della Consulta l’intero impianto di
una legge ingiusta, discriminatoria e punitiva.
Si svolgerà domani l’udienza nel corso della quale la Corte Costituzionale sarà
chiamata a valutare la costituzionalità del Decreto-legge 1/2023 poi convertito
in legge n° 15/2023: il cosiddetto Decreto Piantedosi.
La questione di costituzionalità era stata sollevata dal Tribunale di Brindisi,
nell’ambito del giudizio dovuto al ricorso con il quale SOS MEDITERRANEE aveva
contestato il fermo amministrativo alla nave Ocean Viking il 9 febbraio 2024.
«Qualunque sia la decisione della Corte – spiega la direttrice di SOS
MEDITERRANEE Italia Valeria Taurino – quella di domani è già una giornata
storica: di fronte ai tentativi di questo governo di aggirare con leggi ingiuste
il diritto internazionale, quello umanitario e, soprattutto, i doveri di
umanità, il fatto di essere di fronte alla più Alta Corte del Paese dimostra in
modo inequivocabile che lo Stato di Diritto non è scavalcabile. Soccorrere chi è
in pericolo di vita è un diritto e un dovere, e sta a chi vorrebbe rovesciare
questo principio inviolabile dimostrare che così non è, non certo a chi, animato
da spirito umanitario, è in mare per provare a salvare vite umane. Del resto,
già nell’accoglimento della nostra richiesta di sospensione del fermo, il
Tribunale di Brindisi aveva sottolineato come le nostre attività di ricerca e
soccorso siano ‘di per sé meritevoli’ di tutela istituzionale.».
I legali di SOS MEDITERRANEE Dario Belluccio e Francesca Cancellaro ribadiranno,
davanti ai giudici della Suprema Corte, quanto già aveva convinto il Tribunale
Brindisino a richiede l’intervento del Palazzo della Consulta.
Secondo i legali dell’associazione, infatti, è in gioco un principio giuridico
fondamentale: “Non può essere sanzionata una condotta che è finalizzata a
salvare la vita di altri”. Oltre a questo, gli avvocati che rappresentano la ONG
contesteranno diversi elementi di dubbia costituzionalità nel decreto
Piantedosi. Le principali questioni riguardano:
Il principio di proporzionalità e ragionevolezza della sanzione.
“Il principio di proporzionalità dovrebbe sempre guidare le decisioni del
legislatore quando si tratta di limitare i diritti fondamentali”, avevano
dichiarato gli avvocati nell’udienza che ha avuto luogo nell’ottobre 2024. “In
questo caso, sono in gioco diritti fondamentali, sia per coloro che sono colpiti
dalla sanzione prevista dalla legge, come le navi di soccorso, sia per i
naufraghi stessi. La detenzione della nave rappresenta una sanzione che inibisce
le attività di salvataggio e quindi impedisce l’accesso ai diritti fondamentali
delle persone in pericolo in mare.”
Il principio di determinatezza. Questo principio è incrinato dal fatto che il
decreto subordina l’accertamento della condotta illecita della Ocean Viking alle
valutazioni delle autorità di uno Stato terzo, in questo caso la Libia.
Inoltre, il team legale di SOS MEDITERRANEE sostiene che la legge è così vaga da
obbligare la ONG di ricerca e soccorso a rispettare qualsiasi indicazione, anche
se provenienti da autorità appartenenti ad altri Stati come la Libia: dal punto
di vista legale quindi la sanzione dell’Italia alla Ocean Viking -una nave
battente bandiera norvegese e in acque internazionali – per non aver rispettato
le indicazioni delle autorità libiche è ampiamente discutibile.
I giudici della Corte Costituzionale sono dunque chiamati a esprimersi
principalmente su questi rilievi sollevati dal giudice di merito, che mettono in
dubbio non soltanto singole previsioni legislative ma l’intero impianto di una
legge ingiusta, discriminatoria e punitiva.
Redazione Italia