Ultima Generazione in azione al CarrefourAzioni nei supermercati a Varese, L’Aquila, Sassari, Milano, Torino ,Foligno,
Bologna e Saluzzo. A Roma quattro persone fermate fuori da un Esselunga.
Questa mattina due persone aderenti alla campagna Il Giusto Prezzo di Ultima
Generazione hanno preso parte a un’azione presso il supermercato Carrefour
a Varese. L’azione è stata molto semplice: mentre una persona
filmava, Paolo l’altro partecipante all’azione, ha tenuto un breve discorso in
cui denunciava la complicità di Carrefour con il genocidio in Palestina e
invitava le persone presenti a boicottare la grande distribuzione organizzata
(GDO).
L’obiettivo è chiaro: raccogliere almeno 100.000 adesioni entro l’11 ottobre,
per lanciare un boicottaggio nazionale e produrre una pressione economica
visibile. Quest’azione fa parte di una serie di azioni avvenute in diverse città
italiane – L’Aquila, Foligno, Sassari, Bologna, Torino, Roma. A Roma le forze
dell’ordine hanno impedito a quattro persone di entrare in un’Esselunga. Anche
in altre città, personale della Digos era presente e ha provveduto a
identificazione e controlli. Una pressione preoccupante nei confronti di
manifestazioni totalmente pacifiche e nonviolente. All’indomani
dell’approvazione del Dl Sicurezza stanno già pensando a nuovi modi per
criminalizzare le forme di protesta?
LE RAGIONI DEL BOICOTTAGGIO
Le ragioni per boicottare la GDO sono molteplici. Da un lato, schiaccia gli
agricoltori italiani, già messi in ginocchio dalla crisi climatica, con prezzi
insostenibili. Dall’altro, come abbiamo voluto evidenziare oggi, Carrefour
è complice del genocidio in Palestina, attraverso rapporti economici con aziende
israeliane coinvolte nell’occupazione dei territori palestinesi.
Quella in corso a Gaza e in Cisgiordania non è solo una violazione dei diritti
umani, ma una strategia deliberata di annientamento del popolo palestinese:
attacchi militari indiscriminati, colonizzazione, regime di apartheid, uso della
fame e della sete come strumenti di guerra. L’azione di oggi si collega
direttamente alla manifestazione nazionale per la Palestina che si tiene a Roma,
e rilancia un messaggio chiaro: non possiamo restare complici. In un momento in
cui il governo israeliano guidato da Netanyahu intensifica l’uso
sistematico della fame come arma, è fondamentale prendere posizione concreta
anche qui, in Italia, contro tutte le aziende che collaborano con questo
sistema.
Carrefour non è neutrale. Come consumatori, possiamo scegliere di non alimentare
con i nostri acquisti la violenza, la speculazione e la distruzione. Per questo,
invitiamo tutte e tutti a firmare l’impegno al boicottaggio in vista
dell’autunno: per la giustizia climatica, economica e sociale. Per i diritti
delle lavoratrici e dei lavoratori. Per la Palestina.
CONTRO CARREFOUR E CONTRO LA GRANDE DISTRIBUZIONE, PER IL GIUSTO PREZZO
Dal 2022 la multinazionale francese ha avviato un franchising con la società
israeliana Electra Consumer Products e la sua controllata Yenon Bitan, entrambe
attive nelle colonie israeliane illegali. Sugli scaffali dei punti vendita della
Yenon Biten, in territori occupati illegalmente, si trovano prodotti Carrefour.
“Inoltre – ricorda il movimento BDS – il Gruppo Carrefour e le sue filiali
locali sostengono apertamente l’esercito di occupazione israeliano nel massacro
che si sta svolgendo a Gaza, consegnando razioni alimentari ai suoi soldati. Ciò
costituisce un sostegno logistico al genocidio dei palestinesi a Gaza”.
Carrefour è l’estremo di un sistema, quello della grande distribuzione
organizzata, che è già basato sullo sfruttamento delle persone e degli
ecosistemi; un sistema che da un lato si basa sullo sfruttamento dei lavoratori
e, nel caso dei prodotti agro-alimentari – di braccianti e piccoli produttori –
con la cronaca che lo ricorda continuamente, dall’altro si arricchisce sempre di
più, come indica un recente report dell’area commerciale di Mediobanca. Un
settore che chiude il 2024 con 113 miliardi di fatturato (+3% rispetto all’anno
precedente) con i margini di guadagno ai massimi dal 2019.
La campagna lanciata oggi è semplice: se entro l’autunno raccoglieremo 100.000
adesioni, da ottobre partirà un boicottaggio organizzato contro i supermercati,
per chiedere al governo il taglio dell’IVA sui beni essenziali, finanziato con
un prelievo sugli extraprofitti delle grandi aziende responsabili della crisi
climatica. Il boicottaggio è una tattica di pressione collettiva che può
funzionare: in Croazia ha portato il governo a calmierare i prezzi.
Colpendo economicamente e mediaticamente la GDO, possiamo spingerla a sostenere
la nostra richiesta. Non toglie responsabilità alla grande distribuzione, che è
uno dei settori più potenti e meno trasparenti del Paese: mentre milioni di
famiglie e agricoltori subiscono l’inflazione climatica, i colossi del commercio
aumentano profitti e potere, scaricando i costi su chi è più fragile. Il
boicottaggio sarà complementare alle altre forme di disobbedienza civile già
praticate da Ultima Generazione: non è una rinuncia, ma un passo in avanti verso
una partecipazione di massa, accessibile, determinata ed efficace.
E se smettessimo di fare la spesa tutti assieme?
Fallo anche tu: https://vai.ug/boicottaggio
PROSSIMI PROCESSI:
· 9 giugno, ore 12.30: Roma, udienza dibattimentale (esame testi
dell’accusa e imputate, visione documenti prodotti) per interruzione Beach
Volley
· 10 giugno, ore 9: Roma, udienza predibattimentale per accusa
di diffamazione da ENI contro professore di storia Michele Giuli
· 10 giugno, ore 9.00: Roma, udienza predibattimentale per coloramente
dei muri del Ministero della Transizione Ecologica
· 11 giugno, ore 13: Roma udienza dibattimentale per l’azione al viadotto
della Magliana del 17.12.21
· 11 giugno, ore 10.30: Roma udienza dibattimentale per l’azione al GRA
del 16.12.21
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