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I bambini di Gaza sono i nostri figli!
Il 27 luglio 2025, in acque internazionali, l’esercito israeliano ha assaltato la nave Handala, battente bandiera tedesca e parte della Freedom Flotilla, diretta verso Gaza con aiuti umanitari. Ventuno civili disarmati sono stati sequestrati e deportati con la forza in Israele. Nessun carico di armi, nessun atto ostile. Solo un tentativo – pacifico e dichiarato – di portare medicine, beni essenziali, solidarietà a una popolazione stremata da mesi di bombardamenti, assedi e totale isolamento. L’Europa ha reagito? I governi occidentali hanno protestato? I parlamentari italiani hanno detto una parola? No. Silenzio. Imbarazzo. Complicità. E se su quella nave ci fossero stati gli aiuti per i figli dei nostri parlamentari? Se quei pacchi fossero stati destinati ai bambini di Montecitorio, alle figlie dei nostri senatori, ai nipoti di chi oggi siede nei banchi delle commissioni Esteri e Difesa? Se a Gaza si trovassero i loro cari, costretti a bere acqua contaminata, a curarsi senza anestesia, a dormire sotto le tende tra le macerie? Sarebbero ancora così cauti, così muti, così attenti a “non sbilanciarsi”? Il sequestro della Handala è un atto di pirateria di Stato, un’aggressione militare contro civili pacifisti, contro il diritto internazionale, contro la stessa idea di umanità. Eppure, il crimine si consuma nell’indifferenza. I bambini di Gaza sono i nostri figli. Non è uno slogan buonista. È una chiamata alla responsabilità. Perché se continuiamo a dividere il mondo in “figli nostri” e “figli degli altri”, in vite che contano e vite sacrificabili, allora non abbiamo imparato nulla dalla Storia. Allora siamo ancora immersi in una logica coloniale, razzista, disumana. Chi oggi tace davanti a questo atto di violenza contro civili, è complice. Chi legittima il blocco totale della Striscia di Gaza, è responsabile. Chi rimuove il volto dei bambini palestinesi dai telegiornali e dalle coscienze, è colpevole. Per questo oggi lanciamo un appello, chiaro, netto, non negoziabile: I BAMBINI DI GAZA SONO I NOSTRI FIGLI! Lo sono per chi crede nel diritto, nella giustizia, nella dignità umana. Lo sono per chi non accetta che la punizione collettiva diventi normalità. Lo sono per chi ha il coraggio di guardare oltre le bandiere, oltre gli schieramenti, oltre la paura di esporsi. La nave Handala non è stata fermata solo da soldati. È stata tradita anche dal nostro silenzio. Siamo ancora in tempo per cambiare rotta. Perché un giorno, quei bambini – se sopravvivranno – ci chiederanno: dov’eravate mentre ci bombardavano, ci affamavano, ci cancellavano? Che cosa risponderemo? Patrizia Carteri
Londra. Arrestati 41 sostenitori di Palestine Action
La polizia britannica ha arrestato a Londra 41 attivisti di Palestine Action, che stavano manifestando fuori dal Parlamento. Il gruppo di attivisti solidali con il popolo palestinese è stato definito come dalle autorità lo scorso 2 luglio come “organizzazione terroristica nel Regno Unito”, dopo che alcuni attivisti avevano fatto irruzione […] L'articolo Londra. Arrestati 41 sostenitori di Palestine Action su Contropiano.
Il killeraggio di Usa e Israele contro la Relatrice dell’Onu Francesca Albanese
Il governo degli Stati Uniti ha annunciato che imporranno sanzioni a Francesca Albanese, la relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori Palestinesi a Ginevra. A farlo sapere è stato il segretario di stato Marco Rubio, criticando gli “illegittimi e vergognosi sforzi di Albanese per fare pressione sulla Corte Penale […] L'articolo Il killeraggio di Usa e Israele contro la Relatrice dell’Onu Francesca Albanese su Contropiano.
L’Italia ha spedito in Israele tonnellate di esplosivi. Il governo tace
Una inchiesta della rivista Altreconomia ha svelato le forniture Israele da parte di aziende italiane di prodotti cosiddetti dual use, destinati formalmente a usi civili, ma impiegabili in ambito militare. Secondo i dati rivelati da Altreconomia nel database del commercio mondiale Comotrade, “nel 2024 l’Italia ha iniziato a esportare cordoni […] L'articolo L’Italia ha spedito in Israele tonnellate di esplosivi. Il governo tace su Contropiano.
Ultima Generazione in azione al Carrefour
Azioni nei supermercati a Varese, L’Aquila, Sassari, Milano, Torino ,Foligno, Bologna e Saluzzo. A Roma quattro persone fermate fuori da un Esselunga. Questa mattina due persone aderenti alla campagna Il Giusto Prezzo di Ultima Generazione hanno preso parte a un’azione presso il supermercato Carrefour a Varese. L’azione è stata molto semplice: mentre una persona filmava, Paolo l’altro partecipante all’azione, ha tenuto un breve discorso in cui denunciava la complicità di Carrefour con il genocidio in Palestina e invitava le persone presenti a boicottare la grande distribuzione organizzata (GDO). L’obiettivo è chiaro: raccogliere almeno 100.000 adesioni entro l’11 ottobre, per lanciare un boicottaggio nazionale e produrre una pressione economica visibile. Quest’azione fa parte di una serie di azioni avvenute in diverse città italiane – L’Aquila, Foligno, Sassari, Bologna, Torino, Roma. A Roma le forze dell’ordine hanno impedito a quattro persone di entrare in un’Esselunga. Anche in altre città, personale della Digos era presente e ha provveduto a identificazione e controlli. Una pressione preoccupante nei confronti di manifestazioni totalmente pacifiche e nonviolente. All’indomani dell’approvazione del Dl Sicurezza stanno già pensando a nuovi modi per criminalizzare le forme di protesta? LE RAGIONI DEL BOICOTTAGGIO Le ragioni per boicottare la GDO sono molteplici. Da un lato, schiaccia gli agricoltori italiani, già messi in ginocchio dalla crisi climatica, con prezzi insostenibili. Dall’altro, come abbiamo voluto evidenziare oggi, Carrefour è complice del genocidio in Palestina, attraverso rapporti economici con aziende israeliane coinvolte nell’occupazione dei territori palestinesi. Quella in corso a Gaza e in Cisgiordania non è solo una violazione dei diritti umani, ma una strategia deliberata di annientamento del popolo palestinese: attacchi militari indiscriminati, colonizzazione, regime di apartheid, uso della fame e della sete come strumenti di guerra. L’azione di oggi si collega direttamente alla manifestazione nazionale per la Palestina che si tiene a Roma, e rilancia un messaggio chiaro: non possiamo restare complici. In un momento in cui il governo israeliano guidato da Netanyahu intensifica l’uso sistematico della fame come arma, è fondamentale prendere posizione concreta anche qui, in Italia, contro tutte le aziende che collaborano con questo sistema. Carrefour non è neutrale. Come consumatori, possiamo scegliere di non alimentare con i nostri acquisti la violenza, la speculazione e la distruzione. Per questo, invitiamo tutte e tutti a firmare l’impegno al boicottaggio in vista dell’autunno: per la giustizia climatica, economica e sociale. Per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Per la Palestina. CONTRO CARREFOUR E CONTRO LA GRANDE DISTRIBUZIONE, PER IL GIUSTO PREZZO Dal 2022 la multinazionale francese ha avviato un franchising con la società israeliana Electra Consumer Products e la sua controllata Yenon Bitan, entrambe attive nelle colonie israeliane illegali. Sugli scaffali dei punti vendita della Yenon Biten, in territori occupati illegalmente, si trovano prodotti Carrefour. “Inoltre – ricorda il movimento BDS – il Gruppo Carrefour e le sue filiali locali sostengono apertamente l’esercito di occupazione israeliano nel massacro che si sta svolgendo a Gaza, consegnando razioni alimentari ai suoi soldati. Ciò costituisce un sostegno logistico al genocidio dei palestinesi a Gaza”. Carrefour è l’estremo di un sistema, quello della grande distribuzione organizzata, che è già basato sullo sfruttamento delle persone e degli ecosistemi; un sistema che da un lato si basa sullo sfruttamento dei lavoratori e, nel caso dei prodotti agro-alimentari – di braccianti e piccoli produttori – con la cronaca che lo ricorda continuamente, dall’altro si arricchisce sempre di più, come indica un recente report dell’area commerciale di Mediobanca. Un settore che chiude il 2024 con 113 miliardi di fatturato (+3% rispetto all’anno precedente) con i margini di guadagno ai massimi dal 2019. La campagna lanciata oggi è semplice: se entro l’autunno raccoglieremo 100.000 adesioni, da ottobre partirà un boicottaggio organizzato contro i supermercati, per chiedere al governo il taglio dell’IVA sui beni essenziali, finanziato con un prelievo sugli extraprofitti delle grandi aziende responsabili della crisi climatica. Il boicottaggio è una tattica di pressione collettiva che può funzionare: in Croazia ha portato il governo a calmierare i prezzi. Colpendo economicamente e mediaticamente la GDO, possiamo spingerla a sostenere la nostra richiesta. Non toglie responsabilità alla grande distribuzione, che è uno dei settori più potenti e meno trasparenti del Paese: mentre milioni di famiglie e agricoltori subiscono l’inflazione climatica, i colossi del commercio aumentano profitti e potere, scaricando i costi su chi è più fragile. Il boicottaggio sarà complementare alle altre forme di disobbedienza civile già praticate da Ultima Generazione: non è una rinuncia, ma un passo in avanti verso una partecipazione di massa, accessibile, determinata ed efficace. E se smettessimo di fare la spesa tutti assieme? Fallo anche tu: https://vai.ug/boicottaggio PROSSIMI PROCESSI: ·        9 giugno, ore 12.30: Roma, udienza dibattimentale (esame testi dell’accusa e imputate, visione documenti prodotti) per interruzione Beach Volley ·        10 giugno, ore 9: Roma, udienza predibattimentale per accusa di diffamazione da ENI contro professore di storia Michele Giuli ·        10 giugno, ore 9.00: Roma, udienza predibattimentale per coloramente dei muri del Ministero della Transizione Ecologica ·        11 giugno, ore 13: Roma udienza dibattimentale per l’azione al viadotto della Magliana del 17.12.21 ·        11 giugno, ore 10.30: Roma udienza dibattimentale per l’azione al GRA del 16.12.21 I NOSTRI CANALI Aggiornamenti in tempo reale saranno disponibili sui nostri social e nel sito web: ·        Sito web:https://ultima-generazione.com ·        Facebook@ultimagenerazione.A22 ·        Instagram@ultima.generazione ·        Twitter@UltimaGenerazi1 ·        Telegram@ultimagenerazione Ultima Generazione è una coalizione di cittadini ed è membro del network A22. Ultima Generazione
Gaza, i governi complici di Israele devono fermare il genocidio
Iniziano a entrare a Gaza gli aiuti umanitari per una popolazione stremata dalla fame e massacrata ogni giorno dall’offensiva di terra delle forze di difesa israeliane (IDF). Una delegazione italiana di circa 60 persone, tra cui molti parlamentari di sinistra e attivisti ha raggiunto oggi il confine tra Egitto e Gaza per sollecitare l’apertura del valico di frontiera ai camion di aiuti bloccati dal 2 marzo per volontà di Netanyahu, il quale ora dichiara che proseguirà l’occupazione militare della striscia di Gaza evitando una carestia di massa. Trump lo ha persuaso. Anche Meloni aveva dichiarato ieri che non si poteva restare indifferenti. Complici riluttanti di fronte al genocidio. Il segretario generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite aveva già da tempo avvertito che Gaza stava diventando un campo di sterminio. Pochi giorni fa l’onorevole Boldrini e altri hanno annunciato in conferenza stampa la loro determinazione a raggiungere Gaza, come hanno fatto oggi, per protestare contro la ferocia disumana di Tel Aviv, e anche per chiedere la liberazione degli ostaggi rapiti da Hamas. L’Italia e la comunità internazionale hanno gli strumenti per fermare Israele. Lo dimostra il fatto che i camion di aiuti umanitari (cibo, acqua, medicinali e tende) oggi stanno entrando a Gaza, ma il piano approvato dal governo di Netanyahu (accusato di crimini di guerra e ricercato dalla Corte Penale Internazionale) prevede anche la deportazione di tutti i palestinesi da Gaza e dalla Cisgiordania. Abbiamo visto foto di bambini scavati dalla fame. Anche il Papa e l’organizzazione Mondiale della Sanità hanno denunciato questa orribile situazione. L’onorevole Boldrini era giustamente infiammata di indignazione alla conferenza stampa. Purtroppo non bastano la solidarietà e l’indignazione. Sono i governi complici di Tel Aviv che devono decidere di porre un freno al genocidio in corso sotto gli occhi del mondo. Speriamo che l’Occidente stia cominciando a ravvedersi.   Rayman