Lamezia Terme ricorda la Nakba
Ricorreva il 15 maggio scorso l’anniversario della Nakba, anniversario quanto
mai signaficativo in questo momento in cui sono in atto un genocidio e una
pulizia etnica di nazi-fascista memoria ai danni del popolo palestinese, un
popolo vittima da ben 77 anni. Vittima da quando l’Occidente, i vincitori della
seconda guerra mondiale hanno deciso di risarcire gli ebrei per lo sterminio
subito durante il secondo conflitto mondiale ad opera dei nazifasciti; appare
strano sin dal 1948, anno della nascita dello stato di Israele, che le vittime
di ieri siano i persecutori di oggi, vengono in mente in proposito, infatti, le
parole pronunciate qualche decennio fa da uno dei più famosi internati di
Auswich, lo scrittore Primo Levi “quello che non perdonerò mai ai nazisti è di
averci fatto diventare come loro”.
Per ricordare il tragico momento della Nakba, ma soprattutto denunciare i
tragici eventi di oggi un folto gruppo di associazioni, collettivi e partiti
politici della Calabria centro settentrionale ha organizzato un sit-in di
protesta e di sensibilizzazione sul corso Nicotera di Lamezia Terme. Le sigle
promotrici sono state numerose, anche se non commisurato il numero dei presenti
all’evento; le ricordiamo tutte: Cordinamento provinciale di Catanzaro in
solidarietà con il popolo palestinese, Collettivo Addunati-Lamezia Terme, Potere
al popolo-Calabria, Fronte comunista, Calabria resistente e solidale,
Kalibreria-Soverato, Non una di meno-Lamezia Terme, Collettivo Aurora-Catanzaro,
Unical per la Palestina, Agorà-Decollatura, Orto corto-Decollatura, COLPO-Paola,
Associazione il futuro Lamezia Terme, Manifesta blog-Mammut Teatro-Lamezia
Terme, Associazione ICICA-Lamezia Terme, ARCIAEqua, Orgoglio bisessuale,
Associazione culturale Kinema, Scenari Visibili-Lamezia Terme, USB Unione
Sindacale di Base-Catanzaro, Associazione Marxisista rivoluzionaria, Controvento
Calabria, Partito comunista italiano-Calabria, Partito della rifondazione
comunista-Calabria, Movimento per la rinascita comunista-Calabria e Partito
comunista rivoluzionario-Calabria
I manifestanti erano tutti muniti di bandiere della pace e palestinesi e non
mancavano striscioni con fraHsi ad effetto. Il pomeriggio è stato ricco di
interventi tutti molto significativi e importanti per i loro contenuti. Hanno
parlato i rappresentanti di alcune delle sigle presenti e tra gli altri: Potere
al popolo, sindacato USB, associazione LGBT e persone queer, Non una di meno e
studenti Unical per la Palestina. Non sono mancati gli interventi di semplici
cittadini e le lettura di poesie come quella quella della più importante
poetessa palestinese Fadwua Tuqan di cui qui riportiamo la prima strofa:
Brutto tempo; e il nostro cielo è sempre coperto di nebbia.
Ma mi dica, di dov’è signorina?
Una Spagnola, forse?
– No, sono della Giordania.
– Scusami, della Giordania dici?
Non capisco!
– Sono delle colline di Gerusalemme; della Patria della luce e del sole!
– Oh, oh! Capisco; sei un’ebrea! Ebrea?
Che pugnalata mi ferì al cuore! Una pugnalata tanto crudele e tanto selvaggia!
Tutti hanno espresso il loro forte dissenzo nei confronti delle politiche
israeliane e del governo di Netanyahu attualmente in carica, ma si sono espressi
con forza anche contro l’occidente e governi di tutto il mondo che dal 1948 non
ha detto, ma soprattutto fatto nulla per la causa palestinese. Il sionismo è
stato definito senza se e senza ma una forma di colonialismo insediativo e
Israele un avamposto dell’occidente in medio oriente.
Ma il momento più toccante di tutto il pomeriggio è stato quello della
testimonianza portata dal giovane palestinese che oggi vive a Soverato e che è
appena ritornato dalla Cisgiordania. Shukri, questo è il suo nome, ci ha
raccontato della storia sua famiglia, del suo popolo, ma soprattutto ha
ribadito, sebbene a tutti presenti fosse abbastanza chiaro, la gravità della
situazione a Gaza evidenziando la necessità che le forze politiche di tutto il
mondo seguano la strada indicata dall’ONU che ha dichiarato le azioni compiute
da Netanyahu e dal suo governo “atti di genocidio e di pulizia etnica”.
L’evento si è chiuso al grido di “Palestina libera dal fiume al mare” e,
soprattutto, con l’auspicio che il mondo possa fermare il genocidio e la
deportazione in atto e i bambini di Gaza riprendere a sorridere.
Stupisce in questo triste momento e anche in questa manifestazione l’assenza del
mondo cattolico-cristiano e dei credenti in genere; perchè, parafrasando il
Talmud possiamo dire “Dio è dalla parte del perseguitato” lo è ora dalla parte
dei palestinesi, come durante la seconda guerra mondiale lo era degli ebrei. Due
popoli accumunati da un triste destino di persecuzione che avrebbero potuto
“allearsi” per sconfiggere il l’odio e la vendetta.
Anna Murmura