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La violenza contro i minori. E l’iniziativa “DIRITTI IN COMUNE” di UNICEF e ANCI
L’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) e il Ministero della Salute, nell’ambito degli Accordi inter-istituzionali firmati il 20 novembre 2019 e il 4 maggio 2023 per “l’alimentazione della banca dati sulla violenza di genere con i flussi informativi sanitari”, hanno presentato un approfondimento sui minori vittime di violenza che si rivolgono ai servizi ospedalieri. Nel report vengono analizzati gli accessi in pronto soccorso e i ricoveri ospedalieri di bambini e ragazzi di 0-17 anni con diagnosi riconducibili alla violenza. L’analisi presenta i dati per genere e classi di età (0-2, 3-10, 11-17) nel periodo 2017-2023. Questi sono i principali risultati dell’analisi: negli anni 2017-2023 sono stati 6.024 gli accessi al Pronto Soccorso (PS) di bambini e ragazzi con almeno una diagnosi di violenza, di cui 3.846 (63,8%) relativi a femmine e 2.178 (36,2%) a maschi; nello stesso periodo si sono registrati 4.245 ricoveri ospedalieri in regime ordinario, di cui 1.816 (42,8%) relativi a femmine e 2.429 (57,2%) a maschi; in entrambi i flussi sanitari sono in prevalenza pazienti di 11-17 anni: 52,8% per gli accessi in PS, 60,5% per i ricoveri ordinari; rispetto alla popolazione residente, gli accessi al PS con diagnosi di violenza di bambine e ragazze sono circa il doppio dei maschi (84,5 per 100.000 vs 45,1), mentre i tassi di ospedalizzazione sono più elevati per i maschi (46,9 minori per 100.000 residenti) rispetto alle femmine (36,3); il divario di genere è massimo nella classe 11-17 anni, ma di segno opposto nei due flussi sanitari: il tasso di accesso al PS è quasi tre volte più elevato nelle femmine (117,8 per 10.000 vs 44,4), mentre il tasso di ricovero ordinario è 1,5 volte più alto nei maschi (70,4 vs 48,0); tra i diversi ambiti della violenza considerati nell’analisi, la violenza sessuale è la causa principale degli accessi al PS (34,5% rispetto al totale degli accessi con diagnosi di violenza), in particolare nel sesso femminile (46,3%) e nella classe 11-17 anni (55,2%): la violenza di tipo psicologico spiega il 30,2% degli accessi al PS ed è la più frequente per i maschi (36,0%), in particolare a 11-17 anni (49,3%); gli accessi al PS dovuti ad episodi di trascuratezza sono più frequenti nei bambini fino a 2 anni: 49% per le femmine e 61,4% per i maschi; anche nei ricoveri ordinari la violenza sessuale rappresenta la causa principale nelle femmine, con il 14,9% rispetto al totale dei ricoveri con diagnosi di violenza, percentuale che sale al 19,7% nella classe 11-17 anni; la trascuratezza costituisce la motivazione più frequente del ricovero nei maschi (7,2%) e la seconda causa nelle femmine (13,4%), con l’incidenza è più elevata in entrambi i generi nella classe 3-10 anni; la violenza fisica rappresenta il 5,2% dei ricoveri di minori con diagnosi di violenza per i maschi e l’8,7% per le femmine, ma è la prima motivazione del ricovero in entrambi i generi nei bambini di 0-2 anni; per la violenza psicologica i valori nei ricoveri ordinari sono 5,1% nei maschi e 8,0% nelle femmine, ma salgono a 11,3% e 8,9% a 0-2 anni; tra le diagnosi che determinano il ricorso alle strutture ospedaliere per cause legate alla violenza nei minori la “Sindrome del bambino maltrattato” è all’origine di più di un accesso in PS su due (58,8%) e di un ricovero ordinario su quattro (25,8%); per il PS questa diagnosi viene riportata nel 64% degli accessi femminili e nel 48,6% di quelli maschili, mentre in caso di ricovero ordinario è riportata nel 38% dei ricoveri femminili e nel 16,7% di quelli maschili; nel 13,5% dei ricoveri ordinari di minori con diagnosi di violenza è riportata l’informazione relativa all’esecutore della violenza (17,6% per le femmine, 10,5%, per i maschi) e per oltre la metà dei casi l’esecutore è nell’ambito familiare (50,8% dei casi con indicazione dell’esecutore) e si tratta prevalentemente del padre/patrigno della vittima (37,3%) o un altro parente (13,4%). Oggi, 27 maggio, ricorre il 34° anniversario della ratifica da parte dell’Italia della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia. L’UNICEF Italia, con il patrocinio dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), ha lanciato per l’occasione l’iniziativa DIRITTI IN COMUNE: una campagna di sensibilizzazione rivolta alle amministrazioni comunali che ha l’obiettivo di favorire la conoscenza dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza tra gli amministratori e i cittadini. L’iniziativa vuole celebrare il 34° anniversario della ratifica da parte dell’Italia della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, avvenuta con la Legge n.176 del 27 maggio 1991. Più di 160 comuni hanno comunicato l’adesione e si sono impegnati a diffonderne i contenuti attraverso il sito e i profili social istituzionali dell’amministrazione e dei singoli amministratori utilizzando l’hashtag #dirittincomune27maggio e distribuendo i materiali di comunicazione in tutti i luoghi pubblici. I Comuni possono svolgere una funzione importantissima nel garantire i diritti delle bambine e dei bambini e per favorire la partecipazione dei bambini e degli adolescenti alle scelte e alle decisioni che li riguardano e DIRITTI IN COMUNE costituisce un’opportunità per le amministrazioni comunali per comunicare alla cittadinanza il proprio impegno nel sostenere politiche e programmi che tengano conto delle richieste e delle esigenze dei minorenni. L’iniziativa è promossa nell’ambito delle azioni di sensibilizzazione realizzate dal Programma UNICEF Città amiche dei bambini e degli adolescenti e previste dal protocollo ANCI – UNICEF Italia, per ricordare il ruolo centrale svolto dai Comuni nell’attuazione dei principi sanciti dalla Convenzione ONU. Qui il focus dell’ISTAT: https://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/05/Violenza-contro-minori-2025-3.pdf.  Qui per maggiori informazioni su “Diritti in Comune edizione 2025”: https://www.unicef.it/media/diritti-in-comune-edizione-2025/.    Giovanni Caprio
Unicef su Settimana europea Salute mentale
UNICEF su SETTIMANA EUROPEA SALUTE MENTALE (19 – 25 Maggio) Nei 43 Paesi dell’OCSE e dell’UE, nel 2022 circa un individuo su sei di età compresa tra i 10 e i 19 anni soffriva di un disturbo mentale diagnosticabile. Il suicidio è la quarta causa di morte più comune tra gli adolescenti di età compresa tra i 15 e i 19 anni. L’Italia è all’8° posto su 36 Paesi sulla salute mentale e ha il 6° tasso più basso di suicidi adolescenziali (su 42 Paesi). Diverse le iniziative promosse nel nostro Paese dall’UNICEF per la Settimana. 19 maggio 2025 – In occasione della Settimana Europea della Salute Mentale (19 – 25 maggio) l’UNICEF ricorda che nel 2022 in 43 Paesi dell’OCSE e dell’UE, circa un individuo su sei di età compresa tra i 10 e i 19 anni soffriva di un disturbo mentale diagnosticabile e lancia una serie di attivazioni sull’importanza della salute mentale per bambini, bambine e giovani. Circa la metà dei problemi di salute mentale manifestati in età adulta insorge durante l’infanzia, con ripercussioni significative sulla qualità della vita, il benessere mentale, le relazioni, l’istruzione e l’inserimento lavorativo degli adulti. Secondo la Report Card 19 dell’UNICEF Innocenti “Il benessere di bambine, bambini e adolescenti in un mondo imprevedibile”, il suicidio è la quarta causa di morte più comune tra gli adolescenti di età compresa tra i 15 e i 19 anni; i tassi di suicidio in questa fascia di età sono sostanzialmente più alti tra i ragazzi rispetto alle ragazze. Fra il 2018 e il 2022 I tassi di suicidio sono diminuiti in 18 paesi, sono rimasti pressoché stabili in 7 e sono aumentati in 17. L’Italia è all’8° posto su 36 Paesi sulla salute mentale e ha il 6° tasso più basso di suicidi adolescenziali (su 42 Paesi). Per quanto riguarda la soddisfazione degli adolescenti per la propria vita, nella maggior parte dei paesi, la percentuale di bambini con un’elevata soddisfazione per la vita è diminuita tra il 2018 e il 2022. Le ragazze hanno meno probabilità di avere una elevata soddisfazione per la propria vita rispetto ai ragazzi. In quattro paesi – Cile, Messico, Polonia e Turchia – il calo della percentuale di bambini con un’elevata soddisfazione per la vita è stato superiore a 10 punti percentuali. In Italia tra i 15enni, la soddisfazione della vita è leggermente calata dal 76% (2018) al 73% (2022). Sulla soddisfazione per la propria vita per i ragazzi incidono fattori quali l’incidenza della condizione socioeconomica familiare; l’esercizio fisico regolare; l’uso intenso dei social media; la frequenza delle conversazioni con i genitori; La frequenza di episodi di bullismo. In particolare per quanto riguarda l’utilizzo dei social media: gli adolescenti che utilizzano moderatamente i social tendono ad avere una soddisfazione di vita leggermente superiore rispetto agli utenti più assidui o a coloro che non li utilizzano affatto. L’impiego dei social media è stato associato a una percezione negativa della propria immagine corporea, sia per le ragazze che per i ragazzi. In tutti i Paesi, più della metà degli adolescenti ha affermato che i genitori dedicano del tempo a conversare con loro almeno una volta a settimana, dal 53% in Giappone al 91% in Irlanda. L’Italia ha il 79%. Per quanto concerne il diffuso fenomeno del bullismo, nella maggior parte dei paesi si è verificata una diminuzione dei tassi, compresa l’Italia, dove il 14,3% dei quindicenni afferma di aver subito atti frequenti di bullismo. INIZIATIVE – In occasione della Settimana, l’UNICEF Italia realizzerà 3 attivazioni principali per tenere alta l’attenzione sul tema. In particolare: una giornata sarà dedicata al tema “non è salute senza salute mentale”, con un contenuto online realizzato insieme a Guida Psicologi per ricordare che la salute mentale ha la stessa importanza di quella fisica; in un’altra giornata insieme con Il Punto Economico si ricorderà l’importanza di investire sulla salute mentale di tutti e in particolare di bambini e giovani per il benessere delle nostre società. Chiuderà la settimana un contenuto realizzato da Maria Beatrice Alonzi, scrittrice, esperta di analisi comportamentale, cultura ed etica degli spazi digitali; per ribadire quanto sia importante chiedere aiuto e quali siano i servizi disponibili, ai quali oggi è possibile ricorrere. Inoltre, l’UNICEF, in collaborazione con la Commissione Europea, organizzerà a Bruxelles il workshop “Child and Youth Well-being and Mental Health First”, in calendario il 20 e 21 maggio 2025. Protagonisti anche adolescenti e giovani, con un membro dello Youth Advisory Board che insieme ai rappresentanti UNICEF sottolineerà l’importanza di politiche inclusive che mettano al centro le voci dei bambini e dei ragazzi, in particolare di quelli provenienti da contesti vulnerabili. L’evento è parte del progetto TSI Technical Support Instrument. Infine, in occasione della settimana europea, la Comunità di Pratiche (CdP) per il supporto psicosociale di adolescenti e giovani migranti e rifugiati in Italia promossa dall’UNICEF si apre a nuovi servizi. La Comunità riunisce i servizi già attivi sul territorio al fine di rafforzare il sistema e formare i vari attori che si collocano in tutte le fasi di accoglienza. Le realtà interessate possono inviare richiesta di adesione. UNICEF
La rotta dei diritti: a bordo della Vespucci, tra infanzia, salute e sostenibilità
Durante la tappa napoletana del suo tour mondiale, la nave scuola della Marina Militare si è trasformata in un laboratorio galleggiante di diritti, consapevolezza e dialogo tra generazioni. C’è chi la osserva per la sua eleganza, chi la visita per la sua storia, chi la fotografa per la sua imponenza. Ma il vero significato del viaggio dell’Amerigo Vespucci va oltre lo sguardo. La tappa napoletana della nave scuola della Marina Militare Italiana, dal 13 al 16 maggio, ha offerto a migliaia di cittadini l’opportunità di conoscere da vicino non solo un vanto della marineria italiana, ma anche i progetti educativi, sociali e culturali che ne animano la missione. Tra le tante iniziative, quelle che più ci stanno a cuore, in sintonia con l’impegno di chi scrive e con la linea editoriale di Pressenza, sono quelle legate alla tutela dell’ambiente, alla salute, alla solidarietà, ai diritti dell’infanzia. Progetti che parlano alla cittadinanza tutta, e che proprio in un contesto di bellezza e apertura come la Vespucci hanno trovato risonanza e ascolto. Tra questi, l’evento “Diritti a vele spiegate” promosso da UNICEF Italia ha rappresentato un momento chiave. A bordo della nave, alla presenza dei rappresentanti dell’UNICEF, dei vertici della Marina Militare e delle istituzioni locali, oltre duecento studenti campani hanno preso parte a laboratori, letture e attività simboliche incentrate sulla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. La giornata, condotta da Veronica Maya in qualità di madrina e presentatrice della cerimonia, è culminata nella celebrazione del 34° anniversario della ratifica italiana della Convenzione: un’occasione per riflettere insieme su quanto sia ancora necessario garantire protezione, ascolto e partecipazione a bambini e adolescenti. Un’esperienza che ha trasformato la nave in aula galleggiante, spazio di consapevolezza, dove parlare di diritti è diventato un gesto concreto di cittadinanza. Nel corso della tappa si è parlato anche di salute e prevenzione. La Campania, tra le regioni italiane con i più alti tassi di sedentarietà e tabagismo, è stata al centro di una campagna educativa promossa da AIOM, AIRC e SIRM. La scelta non è casuale: informare, proporre, responsabilizzare è un modo concreto per avvicinare la salute al diritto. Oncologi, medici e volontari hanno incontrato cittadini, distribuito materiali, parlato di diagnosi precoce, di alimentazione, di stili di vita. La prevenzione, in questo contesto, è diventata non solo un’opzione individuale, ma un atto collettivo, quasi politico. Non è forse anche questo un modo per costruire pace? Ampio spazio è stato dedicato anche ai temi dell’ecologia e dell’educazione ambientale. Il Ministero dell’Ambiente ha presentato progetti sulla transizione ecologica e la tutela del mare, coinvolgendo scuole e famiglie in attività interattive pensate per sviluppare consapevolezza e cittadinanza attiva. Un’educazione che guarda al futuro e parte dalla conoscenza, dalla cura dei territori, dalla responsabilità condivisa. Per i più piccoli è stata messa in scena anche una favola musicale, “Aurora e la nave incantata”, che ha trasformato il Vespucci in teatro galleggiante di sogni. E così, la nave è apparsa per ciò che è: non un cimelio da conservare, né un elenco di dati e date da ricordare, ma un luogo in cui il passato si coniuga con il possibile, in cui la memoria si intreccia con l’immaginazione. Ma la Vespucci è anche molto altro. Lungo il Molo Beverello, il Villaggio “IN Italia” ha ospitato decine di stand e padiglioni istituzionali. Ogni area tematica ha proposto esperienze dirette: dalla realtà aumentata all’innovazione tecnologica, dai mestieri del mare alla promozione del turismo sostenibile, dalle eccellenze del Made in Italy all’esplorazione delle professioni legate alla blue economy. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha organizzato percorsi formativi rivolti a studenti e docenti, mentre il Ministero della Cultura ha raccontato, anche attraverso installazioni immersive, l’identità plurale del nostro Paese. Una tappa cheha messo in dialogo tradizione e innovazione, mostrando quanto la conoscenza possa essere anche esperienza coinvolgente. Osservarla da vicino ha significato cogliere un simbolo che cambia. Un laboratorio mobile di consapevolezza. Salire a bordo, percorrere le scale, camminare sui ponti, ha lasciato in molti, adulti e bambini, una domanda silenziosa, un’impressione che non si esaurisce con lo sbarco. Come se quella nave, oltre a mostrarsi, avesse chiesto qualcosa. Perché la crisi ecologica, la fragilità dei diritti, la distanza tra le generazioni non sono problemi tecnici. Sono nodi da sciogliere insieme. E ogni iniziativa capace di generare ascolto, emozione, relazione, diventa una piccola leva di trasformazione. Il motto della Vespucci “Non chi comincia ma quel che persevera” risuona allora non come una frase scolpita nel legno, ma come un invito. A restare vigili, a guardare più in là dell’orizzonte, a non rifugiarci nell’estetica senza interrogativi. Ora che la nave ha lasciato Napoli, e si prepara a raggiungere la sua prossima tappa, possiamo salutarla così. Con gratitudine. Per averci ricordato, senza retorica, che un’altra rotta è possibile. E che ognuno, con la propria voce, può contribuire a disegnarla.     Lucia Montanaro