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La NATO si prepara alla guerra contro la Russia. Attacchi di Israele a Gaza, in Cisgiordania e Siria. Intanto in Sudan…
Le informazioni raccolte e divulgate oggi, 2 dicembre, da ANBAMED. Sono passati tre anni, 9 mesi e 7 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, presidente del Comitato Militare NATO, ha dichiarato al Financial Times che l’alleanza sta valutando di intensificare la sua risposta alla guerra ibrida di Mosca e ha affermato che un “attacco preventivo” potrebbe essere considerato una ”azione difensiva”. Per spiegare la sua neolingua, ha aggiunto: “Siamo in un certo senso reattivi. Essere più aggressivi o proattivi invece che reattivi è qualcosa a cui stiamo pensando”. GAZA – Le operazioni militari israeliane conto i civili sono intensificate ultimamente, dopo la consegna degli ultimi corpi di ostaggi israeliani uccisi dagli stessi bombardamenti dell’esercito di occupazione. L’aviazione di Tel Aviv ha colpito duramente a Khan Younis e Rafah. Elicotteri hanno bersagliato i campi di sfollati a ovest di Khan Younis. L’artiglieria ha bombardato a Zeitoun, a sud di Gaza città. Il rapporto del ministero della sanità palestinese informa dell’uccisione di 9 civili, nella giornata di ieri, i corpi dei quali sono arrivati negli ospedali. Mentre le violazioni israeliane della tregua non trovano eco sulla stampa scorta mediatica del genocidio e non vengono condannate dalle cancellerie dei paesi colonialisti di Stati uniti e Ue, la situazione umanitaria si aggrava. Le operazioni di ricerca dei dispersi palestinesi sotto le macerie vanno a rilento, a causa del blocco israeliano dell’ingresso di macchinari di movimento terra. Ogni giorno vengono recuperati decine di corpi, ma il numero totale si aggira tra i 10 e i 15 mila vittime dei bombardamenti israeliani sulle zone residenziali. È un dramma per molte famiglie che non riescono a dare una degna sepoltura ai loro cari, caduti vittime dei bombardamenti israeliani. Migliaia di famiglie stanno cercando di estrarre i corpi dei loro cari da sole, in assenza di risorse. “Alcune ci riescono, altre falliscono, ma la realtà è che migliaia di vittime sono ancora oggi sepolte sotto le macerie – ha detto il portavoce della protezione civile, Al-Basal  – Ci sono corpi che possono essere identificati direttamente, ma molte vittime che potranno essere identificate solo attraverso test di laboratorio (DNA)”, sottolineando che la Protezione Civile ha recuperato centinaia di corpi negli ultimi mesi di persone senza nome e che sono stati sepolti nelle ‘tombe non identificate’ nel cimitero dei numeri a Deir al-Balah. CISGIORDANIA – Il 17enne Muhannad Taher Zaghir è stato assassinato dalle truppe israeliane a el-Khalil (Hebron). È stato colpito dalle pallottole dei soldati israeliani mentre era nell’auto del padre. All’ambulanza della Mezzaluna rossa è stato impedito di soccorrerlo e poi il suo corpo è stato preso in ostaggio dall’esercito di occupazione. Anche a nord di Ramallah, le truppe israeliane di occupazione hanno impedito il soccorso ad un ragazzo ferito dalle pallottole dei soldati nel villaggio di Omm Safa. A nord di Gerusalemme, un gruppo di coloni ebrei, arrivati da ogni dove, ha issato costruzioni provvisorie per la realizzazione di una nuova colonia nel villaggio palestinese, Mikhmas. L’esercito ha accompagnato i colonizzatori e allontanato, con la minaccia delle armi, i contadini nativi dalle loro terre. SIRIA – Truppe di Tel Aviv avanzano verso nord nella provincia siriana di Quneitra. È la terza incursione israeliana in territorio siriano, sempre più vicino alla capitale Damasco. I soldati di Tel Aviv hanno eretto posti di blocco, compiuto azioni di rastrellamento e distrutto infrastrutture e demolito case. In una zona rurale hanno sradicato alberi, per costringere i contadini alla deportazione. Gruppi di coloni ebrei israeliani hanno tentato di creare degli insediamenti nelle zone occupate militarmente da Israele all’interno del territorio siriano, ma sono stati rispediti indietro dallo stesso esercito israeliano, con la motivazione che l’area non è ancora sicura e non sarebbe possibile garantire l’incolumità dei cittadini israeliani. LIBANO – Una tregua silente per la visita del papa. Ma la pressione sul governo e l’esercito libanesi da parte degli “intermediari” statunitensi è sempre più sfacciatamente a fianco di Israele. La rappresentante Usa nella commissione di supervisione sulla tregua pretende la restituzione ad Israele di un missile inesploso lanciato su Beirut. Gli Stati Uniti hanno chiesto urgentemente al governo libanese di recuperare la bomba intelligente GBU-39 lanciata da Israele durante l’assassinio del comandante militare di Hezbollah Haytham Ali Tabatabai, ma che non è esplosa ed è rimasta intatta sul luogo dell’attacco. La Casa Bianca teme che la bomba sofisticata, di fabbricazione USA, finisca nelle mani di Hezbollah che poi potrebbe consegnarla all’Iran, Russia o Cina. SUDAN – Le milizie hanno affermato di aver conquistato la caserma dell’esercito governativo a Babmusa. La scena militare sudanese sta assistendo a una rapida escalation dopo che le Forze di Supporto Rapido hanno preso il controllo della città di Babnusa nel Kordofan occidentale, aprendo un nuovo capitolo nel conflitto e ristabilendo un nuovo equilibrio di potere tra le due parti. Il risultato più drammatico della guerra civile sudanese è il prezzo pagato dalla popolazione civile costretta alla fuga ed a subire le angherie di milizie senza controllo. Sono state denunciate dai superstiti violenze indicibili che vanno dallo stupro fino alla richiesta di riscatto alle famiglie delle persone prese in ostaggio. ALEGERIA – Aumento del salario minimo e reddito di disoccupazione. Il governo algerino ha approvato due decreti per la lotta contro la povertà. Secondo una dichiarazione del Consiglio dei ministri, il salario minimo è stato aumentato da 20˙000 dinari (circa 155 dollari) a 24˙000 dinari (circa 185 dollari) a partire dall’inizio del prossimo anno. Come riportato dalla televisione di Stato e da una dichiarazione del consiglio, il presidente Tebboune ha deciso di aumentare l’indennità di disoccupazione da 15˙000 dinari (115 dollari) a 18˙000 dinari (circa 140 dollari).   INIZIATIVE Libertà per Marwan Barghouti : È in corso la campagna italiana in favore della liberazione dei prigionieri politici palestinesi e in particolare per mettere fine alle torture e maltrattamenti. Al centro di tale campagna vi è l’obiettivo di salvare il Mandela palestinese, Marwan Barghouti, da 23 anni in carcere. Sciopero della fame a staffetta contro il genocidio – Sono passati 6 mesi e 17 giorni di sciopero della fame a staffetta, dall’avvio della campagna di Digiuno x Gaza, l’iniziativa lanciata a maggio da Anbamed. Oggi, martedì 02 dicembre, il digiuno a staffetta prosegue. Il digiuno a staffetta prosegue fino alla conclusione vera dell’aggressione militare. Si propone di devolvere il costo di un pasto a favore di una raccolta fondi per la Palestina: “Oltre il digiuno, Gaza nel cuore” (https://gofund.me/4c0d34e2c). La petizione BDS chiede di cancellare il gemellaggio Milano-Tel Aviv e le collaborazioni economiche del Comune con Israele e un appello implora per la liberazione dei medici in ostaggio nei campi di concentramento israeliani. Il 13 dicembre a Milano, alle ore 18:00, ci sarà la presentazione della fiaba illustrata, “Strega!”, di Mia Lecomte – edizione bilingue italiano-arabo di Mesogea – Messina. Una pubblicazione per finanziare i progetti dell’associazione palestinese Al-Najdah a Gaza. Le maestre di Al-Najdah dopo averla ricevuta in formato digitale hanno detto: “Così coniugheremo istruzione e intrattenimento”. La presentazione sarà presso la sede dell’associazione ChiAmaMilano alla presenza di autrice, curatrici e illustratori e illustratrici. Per informazioni e adesioni al progetto Ore Felici per i Bambini di Gaza scrivere a anbamedaps@gmail.com     ANBAMED
Torino: sciopero della fame a steffetta davanti al municipio
Oggi davanti al Comune di Torino si è svolto il presidio a sostegno dello sciopero della fame a staffetta per chiedere ai governi occidentali la ferma condanna del genocidio in atto, il cessate il fuoco e il ripristino degli aiuti a Gaza. Diverse partecipanti hanno letto articoli e testimonianze di cittadine e cittadini palestinesi. Attorno al monumento al Conte Verde, di fronte al Municipio, sono state affisse bandiere della pace e palestinesi.     Redazione Torino
Sciopero della fame a staffetta contro il genocidio: Pressenza aderisce e promuove
La redazione di Pressenza aderisce e sostiene questa iniziativa del nostro partner ANBAMED e invita partners e lettori a partecipare. Quui di seguito il messaggio di oggi di ANBAMED. Oggi, 17 maggio, prosegue per il terzo giorno l’azione nonviolenta di sciopero della fame a staffetta. L’azione continuerà nei prossimi giorni con la partecipazione a staffetta di altri gruppi. Gli iscritti sono tantissimi e, secondo le disponibilità espresse, costruiremo il calendario con l’elenco dei partecipanti di tantissime città italiane e europee. Per leggere i nominativi dei digiunatori di oggi: clicca! È un digiuno del cibo e non della sete. Si può liberamente bere. Se volete partecipare nei prossimi giorni, scrivete un messaggio di posta elettronica con nome, cognome, città di residenza, professione (facoltativa), data prescelta e un pensiero che pubblicheremo con l’elenco generale di tutti gli aderenti a: anbamedaps@gmail.com Manderemo un email di avviso, il giorno prima, a tutti i digiunatori del turno.   Redazione Italia
Missione di pace a Rafah e iniziative di solidarietà con la Palestina
‘Gaza oltre il confine’ è il nome della missione di parlamentari, Ong e giornalisti a Rafah: “Non possiamo voltarci dall’altra parte”. La missione è prevista dal 15 al 19 maggio. Si tratta della delegazione italiana più numerosa mai arrivata al valico. A oltre un anno di distanza, una delegazione di parlamentari italiani, operatori umanitari e giornalisti torna al valico di Rafah, al confine con la Striscia, con la missione “Gaza oltre il confine”. Una delegazione mista di oltre 60 persone, composta da 14 parlamentari dell’Intergruppo per la pace tra Israele e Palestina, 3 eurodeputati, 13 giornaliste, accademici ed esperte di diritto internazionale si recherà al Valico di Rafah, sul lato egiziano del confine con Gaza, per tornare a chiedere il cessate il fuoco, l’apertura di tutti i valichi all’ingresso di aiuti umanitari e azioni politiche che obblighino Israele a rispettare il diritto internazionale umanitario. Vi partecipano Luisa Morgantini, Cecilia Strada, Alfio Nicotra e molti altri. Una carovana solidale che vuole testimoniare, ancora una volta, la drammatica situazione in cui versa la popolazione palestinese. “Già un anno fa il quadro che ci venne restituito era apocalittico. Oggi le previsioni più catastrofiche si sono tragicamente avverate”, ha dichiarato Alfio Nicotra di Aoi. “Dal 2 marzo la Striscia è completamente sigillata: non entra nemmeno uno spillo. Le vittime per fame, sete e malattie aumentano ogni giorno in modo esponenziale. Voltarsi dall’altra parte, fingere di non vedere il genocidio in atto è una forma di disumanità, una resa morale inaccettabile”. Presidi di solidarietà con la Palestina in Italia Il 17 maggio le “Donne per la difesa della società civile” di Torino saranno in piazza, davanti al Comune, per una manifestazione di solidarietà con la popolazione palestinese. Il presidio con sciopero della fame si svolgerà dalle 09:30 alle 14:30. A Roma, in piazza Indipendenza, il 17 maggio alle 15:00 si tiene il presidio Stop genocidio a Gaza clicca. A Milano il 14 maggio si è tenuta una grande manifestazione con fiaccolata per dire non al genocidio e alla complicità del governo italiano con esportazioni di armi e commercio di tecnologia militare. Il 15 maggio si è tenuto davanti al palazzo della Farnesina, a Roma, un presidio per dire Stop al genocidio a Gaza. Una protesta contro l’inerzia del governo Meloni per fermare il genocidio contro la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza. Giovedì 15 maggio a Mogliano Veneto, in Piazzetta Don Polo, si è svolto un presidio a sostegno della Palestina e contro il genocidio, in occasione dei 77 anni dallo sfollamento forzato dei palestinesi dalla loro terra (Nakba). Sciopero della fame a staffetta contro il genocidio Oggi, 16 maggio, prosegue per il secondo giorno l’azione nonviolenta di sciopero della fame a staffetta. L’azione continuerà nei prossimi giorni con la partecipazione a staffetta di altri gruppi. Gli iscritti sono moltissimi e, secondo le disponibilità espresse, costruiremo il calendario con l’elenco dei partecipanti di tantissime città italiane ed europee. Per leggere i nominativi dei digiunatori di oggi: CLICCA È un digiuno del cibo e non della sete. Si può liberamente bere. Se volete partecipare nei prossimi giorni, scrivete un messaggio di posta elettronica con nome, cognome, città di residenza, professione (facoltativa), data prescelta e un pensiero che pubblicheremo con l’elenco generale di tutti gli aderenti a: anbamedaps@gmail.com Il giorno prima manderemo un’email di avviso a tutti i digiunatori del turno.   ANBAMED