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Superstrada del Parco del Ticino e Parco Agricolo Sud Milano: accettato il ricorso dei comitati
LEGITTIMATO DALLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO (CEDU) IL RICORSO PRESENTATO PER TUTELARE I DIRITTI FONDAMENTALI DEI CITTADINI E DELL’AMBIENTE. LA RESISTENZA CONTINUA. Nel luglio scorso un gruppo di cittadini aderenti ai Comitati No Tangenziale, al Circolo Legambiente Terre di Parchi e all’Associazione Parco Agricolo Sud Milano, ha presentato un ricorso alla CEDU per contestare i danni all’ambiente e al territorio, connessi alla realizzazione del progetto denominato “SS11-494 Collegamento Magenta-Vigevano”. Il ricorso denuncia la lesione del diritto alla vita e all’ambiente salubre, alla proprietà, alla ragionevole durata del procedimento subita dai ricorrenti che abitano nei Comuni di Abbiategrasso, Albairate, Boffalora, Cassinetta di Lugagnano, Robecco sul Naviglio ,vittime della imminente realizzazione della tratta A e C della superstrada sita in area protetta, inclusa in due Parchi e nella “Riserva della Biosfera MAB dell’Unesco “inserita nella RER(Rete ecologica Regionale) e nelle Aree prioritarie per la biodiversità di Regione Lombardia. Il 6 Novembre le nostre avvocate, Paola Regina, Veronica Dini e Roberta Bertolani hanno ricevuto, dalla Cancelleria della Corte Europea dei diritti dell’uomo, la comunicazione relativa al fatto che il ricorso è stato dichiarato ammissibile e sarà portato all’esame della Corte quanto prima possibile, grazie alla documentazione inviata. Il risultato è notevole visto che meno del 10% delle segnalazioni fatte alla Corte supera il filtro di accoglimento. Abbiamo lavorato a lungo con le avvocate e abbiamo potuto allegare numerosi documenti comprovanti il costante impegno dei cittadini ricorrenti in tutti questi lunghi anni. Le criticità da sempre lamentate devono essere apprezzate con ancor maggior attenzione oggi, considerato i dati sul consumo di suolo recentemente diffusi da Ispra e le conseguenti ricadute sulla salute dei cittadini derivanti dalla costante esposizione a livelli molto elevati di inquinamento atmosferico. La Superstrada, tra l’altro, dal 2014 ha perso completamente il suo scopo primario, il collegamento tra Malpensa e la Tangenziale Ovest di Milano, infatti la tratta “B”, Albairate-Tangenziale Ovest di Milano, è stata cancellata per criticità economiche e di condivisione con il territorio (Fonte Silos Camera dei Deputati 2022). Non è nemmeno stata prevista una riqualificazione da noi chiesta più volte e al suo fianco si sta realizzando una pista ciclabile. L’opera è stata autorizzata nel 2023 grazie alla nomina del Commissario Straordinario Eutimio Mucilli che, nonostante un denunciato conflitto di interessi connesso alla sua carica di Dirigente di Anas, ha concluso positivamente la Conferenza dei Servizi a dispetto del parere contrario del Parco del Ticino e del Parco Agricolo Sud Milano, di Città Metropolitana di Milano e dei Comuni di Albairate, Cassinetta di Lugagnano e Boffalora. La valutazione ambientale dell’opera (VIA), avviata nel 2005 e conclusa nel 2008, a distanza di 17 anni non è mai stata aggiornata. Le innumerevoli prescrizioni ambientali da realizzare, secondo le indicazioni del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, sono state in grandissima parte rinviate al progetto esecutivo. In tutti questi anni non sono state mai prese in seria considerazione le proposte alternative emerse nel tempo attraverso il coinvolgimento delle realtà locali. L’infrastruttura stradale permette il consumo di suolo agricolo di 1.500.000 mq, pari a circa 200 campi da calcio, di cui il 94,5 % sono costituite da aree del comparto agricolo che verranno asfaltate. Realizzata da ANAS l’immissione in possesso nei terreni espropriati alle aziende agricole nella tratta “C”, recintate le campagne e deturpato il paesaggio agricolo, abbiamo anche fatto esposto alla Commissione Nazionale dell’Unesco perché intervenga a tutela della Riserva della Biosfera denominata “Ticino Val Grande”. Ringraziamo per i contributi ricevuti e speriamo che la nostra lotta continui ad essere di esempio per tanti territori italiani. Comitati No Tangenziale del Parco del Ticino e Parco Agricolo Sud Milano Legambiente Circolo Terre di Parchi Forum Salviamo il Paesaggio
Lo stato di salute della green economy in Italia registra luci e ombre
Nel 2024 le emissioni di gas serra diminuiscono troppo poco; aumentano i consumi finali di energia per edifici e trasporti e si importa troppa energia dall’estero; il consumo di suolo non si arresta; la mobilità sostenibile si scontra con 701 auto ogni 1.000 abitanti, il numero più alto d’Europa. Dall’altro lato, la produzione di energia elettrica da rinnovabili è arrivata al 49% di tutta la generazione nazionale di elettricità, l’Italia mantiene il suo primato europeo in economia circolare, l’agricoltura biologica cresce del 24% nel 2024 e le città italiane mostrano vivacità nella transizione ecologica. È questa la fotografia dell’Italia delle green economy contenuta nella Relazione sullo Stato della Green Economy 2025 presentata in occasione degli Stati Generali della Green Economy, il recente summit verde promosso dal Consiglio Nazionale della Green Economy e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Per quanto riguarda le emissioni e il clima, dal 1990 al 2024 sono state ridotte complessivamente del 28%, ma nel solo 2024 il taglio delle emissioni di gas serra è stato di poco più di 7 milioni di tonnellate, neanche un meno 2% su base annua: un quarto della diminuzione registrata nel 2023. Per raggiungere l’obiettivo assegnato all’Italia nell’ambito del burden sharing europeo del 43% al 2030, occorre tagliarle di un altro 15% nei rimanenti 6 anni. In Italia il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre, con oltre 3.600 eventi climatici estremi, quattro volte quelli del 2018. Quanto all’energia, dal 2005 al 2024, in Italia i consumi di energia per unità di ricchezza prodotta si sono ridotti del 28% (meno della media europea del 35%). L’Italia rimane inoltre fra i Paesi europei con la più alta dipendenza energetica dall’estero. Per i consumi finali di energia, le stime per il 2024 non sono positive: i consumi registrano un aumento di circa l’1,5%, da ricondursi interamente ai settori degli edifici e dei trasporti, che si confermano i veri settori “hard to abate” per l’Italia. Nel 2024 la produzione di elettricità da rinnovabili ha superato i 130 miliardi di kWh, al 49% della generazione di elettricità, in traiettoria col target del PNIEC, del 70% al 2030. Purtroppo, i dati del primo semestre del 2025 mostrano un nuovo possibile rallentamento – del 17% per le nuove installazioni di eolico e fotovoltaico rispetto al primo semestre del 2024 – probabilmente per la fine del superbonus del 110% e per la frenata attivata da alcune Regioni. Più efficienza, maggiore risparmio energetico e un forte sviluppo delle rinnovabili sono essenziali non solo per la decarbonizzazione, ma anche per ridurre in Italia i costi dell’energia e aumentare la competitività. In merito all’economia circolare, invece, l’Italia primeggia in Europa. La transizione verso una maggiore circolarità dell’economia è particolarmente importante per l’Italia, che utilizza grandi quantità di materiali che importa per il 46,6%. L’Italia ha le migliori performance di circolarità fra i grandi Paesi europei per la produttività delle risorse, cresciuta dal 2020 al 2024 del 32%, da 3,6 a 4,7 €/kg; per il tasso di utilizzo circolare dei materiali, che nel 2023 ha raggiunto il 20,8; per-il tasso di riciclo dell’86% del totale dei rifiuti e per il 75,6% di riciclo degli imballaggi. Attenzione però al mercato delle MPS (materiale recuperato da scarti di lavorazione che può essere riutilizzato in una nuova produzione), in particolare quello della plastica riciclata, precipitato in una forte crisi che, se non risolta, potrebbe produrre ricadute negative anche sugli sbocchi delle raccolte differenziate. Più criticità, invece, si riscontrano sulla mobilità. In Italia, benché nel 2024 abbiamo raggiunto il record europeo di 701 auto ogni 1.000 abitanti (571 la media UE di 571), la produzione è scesa ai minimi storici, a 310 mila unità, con una quota, ormai marginale, del 2,1%, della produzione di auto in Europa. Dopo aver perso il treno dell’industria automobilistica tradizionale, si stanno accumulando ritardi anche nell’industria automobilistica del futuro, quella delle auto elettriche, calate del 13% nel 2024, con una quota di mercato in diminuzione dall’8,6% al 7,6%, un terzo della media UE che è al 22,7%. Benzina e diesel alimentano ancora l’82,5% del parco e il parco auto invecchia ogni anno di più, è arrivato a una media di 12,8 anni. Al contrario, il nostro Paese si muove bene in agricoltura, con il biologico che cresce. Tra il 1980 e il 2023 in Italia i danni causati all’agricoltura da eventi atmosferici estremi sono stati pari a 135 miliardi di euro, il più elevato in Europa. È essenziale che l’agricoltura italiana sia più coinvolta nella transizione climatica, con misure di adattamento e mitigazione. L’Italia è il Paese europeo con il più elevato numero di prodotti DOP, IGP, STG: nel 2023 sono stati 856. Cresce ormai ogni anno l’agricoltura biologica. Nel 2024 la somma delle aree certificate e in conversione è stata di 2.514.596 con un incremento del 2,4% rispetto all’anno precedente e dell’81,2% in confronto al 2014. La Sicilia continua a essere la regione con la maggiore estensione in valore assoluto (402.779), seguita da Puglia e Toscana. Queste tre regioni concentrano il 38% di tutta la superficie biologica nazionale. Purtroppo, non si ferma nel nostro Paese il consumo di suolo: tra il 2022 e il 2023 in Italia è stato di 64,4 km2 circa 17,6 ettari al giorno, il terzo valore più alto dal 2012. L’impermeabilizzazione del suolo aumenta il deflusso superficiale e riduce la capacità di assorbimento delle piogge, contribuendo ad aumentare gli impatti degli eventi atmosferici estremi. In termini di impermeabilizzazione, tra i capoluoghi delle Città Metropolitane, segnaliamo che Napoli con il 34,7% e Milano con il 31,8%, hanno i valori più elevati, mentre Messina (6%), Reggio Calabria (5,8%) e Palermo (5,7%) registrano le minori percentuali. Il Rapporto evidenzia come le città italiane siano molto esposte ai rischi della crisi climatica. Nei mesi estivi del 2024, il 90,6% della popolazione residente nelle città italiane è stata esposta a temperature medie superiori a 40°C. Grazie alla partecipazione ad iniziative europee e ai fondi del PNRR, molte città hanno realizzato interventi di mitigazione e di adattamento alla crisi climatica e iniziative dedicate alla transizione ecologica: impianti innovativi per la gestione dei rifiuti urbani, aumento di piste ciclabili e potenziamento del trasporto pubblico, rinnovo delle flotte di bus, tutela e valorizzazione del verde urbano, ecc. Nel 2026, terminati i fondi del PNRR, occorrerà attivare nuove forme di finanziamento per continuare a sostenere la grande vivacità e qualità delle iniziative per la transizione ecologica avviate nelle città. Qui la Relazione 2025: https://www.statigenerali.org/wp-content/uploads/2025/11/Relazione-sullo-stato-della-green-economy-in-Italia-2025.pdf Giovanni Caprio
Ambiente Europa 2025: il profilo dell’Italia tra progressi e ritardi
Ogni cinque anni, come previsto dal suo regolamento istitutivo, l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) pubblica un rapporto sullo stato dell’ambiente nel vecchio continente. “Ambiente Europa 2025″ è il settimo rapporto sullo stato dell’ambiente pubblicato dall’AEA dal 1995 ed è stato elaborato in stretta collaborazione con la Rete europea d’informazione e di osservazione ambientale (Eionet) dell’AEA, composta da esperti e scienziati di spicco nel campo ambientale, provenienti dai 32 Paesi membri dell’AEA e dai sei Paesi cooperanti. Qual è il profilo del nostro Paese che emerge dal Rapporto? L’Italia sta compiendo passi significativi verso la sostenibilità, ma deve affrontare numerose sfide. Il nostro Paese eccelle nell’agricoltura biologica e per le aree protette, che coprono il 21,7% del territorio, tuttavia deve aumentare questa quota per contribuire al raggiungimento dell’obiettivo UE del 30% entro il 2030. Le emissioni di gas serra (GHG) sono diminuite dal 2005, ma sono necessarie ulteriori riduzioni per raggiungere gli obiettivi UE. Quanto alle energie rinnovabili, l’Italia ha superato l’obiettivo del 2020 e punta a raggiungere il 38,7% di utilizzo di energia rinnovabile entro il 2030. Sebbene il consumo di energia sia diminuito, il tasso di riduzione deve però essere raddoppiato per raggiungere gli obiettivi futuri. Le perdite economiche legate al clima sono invece in aumento, evidenziando la necessità di solide strategie di adattamento. E anche la gestione dei rifiuti e le pratiche di economia circolare richiedono miglioramenti. Particolare preoccupazione viene evidenziata a proposito del consumo di suolo, che continua a essere un problema critico: dal 2006, oltre 120.000 ettari sono stati impermeabilizzati, il 40% dei quali concentrato nelle regioni settentrionali, esercitando una pressione significativa sugli ecosistemi. Dal punto di vista climatico, le emissioni di gas serra sono diminuite del 20% negli ultimi 30 anni. Tuttavia, le proiezioni per il 2030 indicano che le emissioni del settore ESR potrebbero diminuire solo del 41% rispetto ai livelli del 2005, non raggiungendo l’obiettivo del 43,7%. Allo stesso tempo, le energie rinnovabili, sebbene in crescita, richiedono una significativa accelerazione negli sforzi per raddoppiare la loro quota e raggiungere il 38,7% entro il 2030. La qualità dell’aria rimane una sfida: i decessi prematuri attribuibili al PM2,5 sono diminuiti del 32%, ma il tasso deve diminuire ulteriormente per allinearsi al piano UE per l’inquinamento zero. La gestione delle risorse idriche mostra segnali incoraggianti: tra il 2016 e il 2021, il numero di corpi idrici in buono stato chimico è aumentato, mentre il numero di corpi idrici non classificati è diminuito rispetto ai livelli del 2010-2015. Tuttavia, la biodiversità acquatica continua a essere minacciata dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici. Infine, le perdite economiche dovute a eventi climatici estremi sono in aumento, sottolineando la necessità di un adattamento strutturale. Nonostante i progressi compiuti, la transizione ecologica dell’Italia richiede un approccio più forte e integrato per affrontare sistematicamente le sfide ambientali e climatiche. Il Rapporto dedica particolare attenzione alle sfide socioeconomiche che il nostro Paese ha di fronte. “L’Italia si trova ad affrontare sfide socioeconomiche, tra cui un crescente divario economico generazionale, una scarsa mobilità sociale e una significativa povertà energetica, che colpiscono milioni di famiglie. Più una persona è giovane, più è probabile che si trovi in difficoltà; questo è il risultato di una stagnazione salariale trentennale. In un contesto di mobilità sociale piuttosto scarsa, l’insicurezza economica e i ritardi nelle prestazioni di welfare rendono le persone più a rischio di povertà ed esclusione sociale. La povertà energetica delle famiglie (definita come difficoltà nell’acquistare il paniere minimo di beni e servizi energetici) colpisce il 7,7% delle famiglie e il 9,5% delle famiglie non è in grado di riscaldare adeguatamente la propria casa . I redditi sono inoltre meno distribuiti rispetto alla media UE-27”. Per quanto riguarda l’Europa nel suo complesso, il Rapporto evidenzia come siano stati compiuti progressi significativi nella riduzione delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento atmosferico, ma anche come lo stato generale dell’ambiente continui a non essere buono, soprattutto per quanto riguarda la natura, che continua a subire degrado, sfruttamento eccessivo e perdita di biodiversità. Anche gli effetti dell’accelerazione dei cambiamenti climatici sono una problematica urgente. Le prospettive per la maggior parte delle tendenze ambientali sono preoccupanti e comportano gravi rischi per la prosperità economica, la sicurezza e la qualità della vita in Europa. Il Rapporto sottolinea che cambiamenti climatici e degrado ambientale rappresentano una minaccia diretta per la competitività dell’Europa, dipendente dalle risorse naturali. Il documento evidenzia inoltre che il conseguimento della neutralità climatica entro il 2050 dipende anche da una migliore e più responsabile gestione del suolo, dell’acqua e di altre risorse. Protezione delle risorse naturali, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, insieme alla riduzione dell’inquinamento rafforzeranno la resilienza delle funzioni sociali vitali che dipendono dalla natura, quali la sicurezza alimentare, l’acqua potabile e le difese contro le inondazioni. Qui per approfondire: https://www.eea.europa.eu/en/europe-environment-2025. Giovanni Caprio
Milano dall’elettronica alle aragoste
Adesso che ho cominciato a dire la mia come faccio a tirarmi indietro? L’altro giorno il “Corriere” ha intervistato mons. Delpini. Tra le tante cose sacrosante che ha detto, una mi è piaciuta particolarmente. Tanti dicono che Milano avrà la forza di risollevarsi dopo questa batosta. “Se queste persone ci sono, si facciano avanti!” dice Delpini. Ma all’orizzonte non si vede anima viva, non si fa avanti nessuno. Qui l’aria che tira è: “ha da passà ‘a nuttata!” I giornali poi sull’intervista di Delpini hanno chiesto il parere di Elena Buscemi, Presidente del Consiglio Comunale. Quando si occupava di città metropolitana ha dato una mano a noi di ACTA, perché potessimo avere più spazio nella tutela delle Partite Iva. La ricordo quindi con gratitudine. Oggi si trova in un’altra posizione e immagino che la poltrona che occupa non sia il massimo della comodità. Ovviamente non fa una difesa d’ufficio della Giunta, però dice una cosa che mi lascia perplesso: la bella Milano che tanti rimpiangono contrapponendola a quella di oggi, che tanti non sopportano, in realtà non è mai esistita, è il prodotto della fantasia di chi oggi critica la politica urbanistica. Boh, sarà. Posso anche essere d’accordo: nella sequenza Mediobanca-Ligresti-Berlusconi- Catella-Sala-Tancredi c’è effettivamente una certa continuità, anzi mettiamoci dentro anche la “Milano da bere”, e abbiamo una storia che dura da quarant’anni (1985-2025). Elena ne ha 43 e capisco che non ha visto altro nella vita, quindi ha ragione a dire che “l’altra Milano” sta solo nella testa di anime belle. Io ho il doppio degli anni di Elena Buscemi e ricordo che la Milano che ho vissuto dal 1957 in poi, cioè dai vent’anni in su, aveva tante cose diverse da quella di oggi – ci mancherebbe – però una, grande come una casa, salta agli occhi di chiunque conservi un po’ di senno. Cos’è? La differenza di qualità dei ricchi. La dignità dei padroni di ieri e la cafonaggine dei padroni di oggi. Non è una battuta, è storia d’Italia. Un certo Enrico Mattei certo che stava a Roma ma Metanopoli l’ha messa qui e quando ha fondato un quotidiano la redazione era qui. Ed è morto poco lontano da qui, perché dava fastidio ai potenti del petrolio. E un certo Adriano Olivetti è vero che la sua azienda aveva il centro a Ivrea, ma quando ha avuto la lungimiranza di capire che un giorno il mondo sarebbe stato dominato dall’informatica, i suoi laboratori di ricerca li ha messi da queste parti, a Borgolombardo, a Pregnana Milanese. Da quei laboratori è uscito il primo personal computer della storia. E la Direzione Pubblicità coi grafici che hanno stupito tutto il mondo, Pintori, Bonfanti, e copywriter che rispondevano ai nomi di Franco Fortini e Giovanni Giudici, stava in via Clerici o in via Baracchini, non stava a Torino o a Chivasso. E la Direzione Commerciale Elettronica stava a due passi dal Pirellone. E i Sottsass, i Bellini, i Maldonado, grandi designer, stavano da queste parti, e non risulta che avessero traffici col Comune per vincere dei bandi. E Leopoldo Pirelli che quando diventa Presidente di Confindustria cerca di dare una svolta e di convincere gli industriali che le maestranze non sono solo delle braccia ma hanno anche un cervello, è uno che non ha paura di essere controcorrente. Mettete a paragone questa gente con i vari Armani, che si fanno cucire le borsette da disperati a 4 euro l’ora, coi Farinetti, i Briatore, i Benetton, i Della Valle … Insomma, sarò anche un vecchio brontolone, ma nessuno mi toglie dalla testa che il confronto tra i padroni di ieri e quelli di oggi è davvero impietoso. E questo ha delle conseguenze sull’aria che tira in una città, soprattutto se è sempre stata una città in mano ai padroni. Quelli di ieri stavano dentro le alte tecnologie, quelli di oggi che sanno fare? Scarpe, magliette, pizzerie. Prendiamo della gente come i Benetton. Ai tempi dei distretti erano bravi nella logistica, facendo magliette conquistano i mercati. Poi si sono stufati , troppa fatica pensare agli operai, meglio farsi dare dallo Stato le utilities, aeroporti, autostrade, quella roba costruita coi soldi dei contribuenti, che ti fa lavorare di meno e guadagnare un fracco di soldi: tu stai in poltrona e incassi i pedaggi. È il momento buono, tanto al governo c’è un certo Prodi, amico dei privati, l’uomo che ha smantellato l’IRI (di cui era Presidente). Certo, sulle autostrade bisogna fare un po’ di manutenzione, ma attenti a non spendere troppo eh… Così crolla il ponte Morandi, 43 morti. I Benetton vanno in galera? Ma manco per sogno. Però lo Stato li “punisce” e toglie loro la concessione. Il tutto dovrebbe avvenire senza indennizzi, il minimo, per il danno che hanno provocato. Macché, lo Stato si ricompra l’autostrada. La ricompra coi soldi nostri, ovviamente. Due miliardi e 400 milioni. Tanto al governo chi c’è? Una faccia nuova, un certo Conte, il cui partito sta oggi a Strasburgo all’estrema sinistra…e a Milano chiede le dimissioni di Sala. Ma allora stava con Salvini ed era culo e camicia con Trump I. Che bei padroni! Pensate a Farinetti. Cosa fa lui per te? Ti sceglie i formaggi migliori, ti risparmia una bella fatica. E li sceglie anche per la middle class di Manhattan. E Briatore? Beh, qui rimando a Crozza. Questa è tutta gente che apprezza il “modello Milano”, che la trova come Londra, come New York. Chiudo con un consiglio turistico. Volete godervi “il modello Milano” nella sua pura essenza? Andate a cena alla “Langosteria”, in una traversa di Coni Zugna. Dicono i tassisti che si spende anche 900 euro a cena, mangi l’aragosta. Ma non è questo il bello, davanti all’ingresso, sempre, anche fuori dall’orario dei pasti, c’è un negro vestito elegante. Una volta, all’inizio, aveva anche il cilindro. Ed è lui che apre la porta, non si deve neanche far fatica, e una volta dentro si respira l’aria che dovevano respirare i padroni delle piantagioni, sì i sudisti, che avrete visto tante volte nei film, quelli convinti che i negri devono essere schiavi, quelli che ce l’avevano con Abramo Lincoln. Geniale il proprietario. Sempre pieno, tanto che ha dovuto aprire un locale gemello a due passi, in via Savona. Crozza dovrebbe imitare lui, altro che quel suonato di Briatore! ARTICOLI CORRELATI MILANO NON È UN MODELLO: MACAO AVEVA GIÀ DETTO TUTTO!  MANIFESTAZIONE CONTRO LA SALVA MILANO E PER LA CITTÀ PUBBLICA – 31 MARZO  MILANO, I VERDI IN DIFFICOLTÀ RESUSCITANO LA LORO “RIVALE” CIVICA AMBIENTALISTA  CRESCE LA RESISTENZA CONTRO LA SALVA-MILANO SALVA MILANO, APPELLO DEI COMITATI A DEPUTATI E SENATORI Redazione Italia
Milano, i comitati scrivono ai cittadini: sosteniamo la Magistratura, pretendiamo “moralità” e una città più verde e più giusta
Ai milanesi che vogliono una città più verde e più giusta. Noi, cittadine e i cittadini milanesi, uniti in vari comitati civici e ambientalisti, seguiamo con fiducia, attenzione e partecipazione gli sviluppi delle inchieste della Magistratura sui casi urbanistici. Desideriamo ringraziare le cittadine e i cittadini che con i loro coraggiosi esposti (Hidden Garden, Residenze Lac ed altri) hanno alzato un velo sul “sistema Milano” e consentito l’avvio delle indagini. Noi stessi nel corso degli anni abbiamo sempre segnalato e contrastato i progetti urbanistici lesivi dell’interesse pubblico, consumatori di suolo, generatori di ingiustizie sociali e ambientali. Abbiamo manifestato, fatto appelli e convegni, turbato le sedute del Consiglio Comunale, organizzato contro-week, siamo intervenuti nelle Commissioni comunali, nei Municipi e anche in audizioni alla Camera e al Senato. Adesso è l’ora di appoggiare la Magistratura, appellandoci a tutti i cittadini milanesi perché ne sostengano l’operato e confidino che una città si possa progettare rimettendo al centro la qualità della vita e la giustizia sociale. Noi ci impegniamo a proseguire nel lavoro di difesa di tutti i luoghi che ancora sopravvivono – dai boschi di via Falck, dell’Averla in Piazza d’Armi e della Goccia, allo Stadio di San Siro col parco dei Capitani – e di denuncia delle torri spuntate come funghi di fronte alle finestre di tanti residenti, togliendo loro la vista, lo spazio e la vivibilità. Ci aspettiamo che tanti altri cittadine e cittadini si possano unire a noi. La rappresentanza politica che amministra la città purtroppo ha assecondato questo tipo di sviluppo e di urbanistica, così oggi non la riteniamo più credibile. Siamo consapevoli che quando la Magistratura interviene a ripristinare la legalità per un vulnus riguardante la vita pubblica, la Politica ha fallito nel suo compito di gestire in maniera democratica la polis. Dunque tutti insieme chiediamo, pretendiamo da chi governa e aspira a governare Milano un reale cambiamento, che parta dall’ascolto di noi cittadine e cittadini e dal recupero della moralità dell’azione amministrativa. -Comitato Baiamonti Verde Comune -Parco piazza d’Armi – Le Giardiniere -Comitato popolare per la difesa del Bosco di via Falck -Comitato La Goccia -Comitato Difesa Ambiente zona 5 -ForestaMI e poi DimenticaMI -Comitato Referendum per San Siro -Comitato Milanese Acqua Pubblica -BovisAttiva -Trotto Bene Comune -Abitare in via Padova -Comitato Vaiano Valle Respira -Comitato Basmetto -Greensando -Lambrate Rubattino Riparte -Salviamo Parco Bassini -Che ne sarà di Città Studi? -Comitato Difesa Centro Balneare Romano -Comitato Argonne Susa -Salviamo Benedetto Marcello -BoschiAMO – Comitato Alberi per Milano -Movimento Beni Comuni -Rete Ambiente Lombardia -Coordinamento per la Democrazia Costituzionale Email di contatto per cittadini e comitati: ComitatiMilanesi@gmail.com Facciamo l’appello Pagina Facebook: https://www.facebook.com/facciamolappello/ Email: facciamolappellocomunicazioni@gmail.com Cellulare: 3715840791 Redazione Milano
Bologna, Extinction Rebellion dissemina poesie e denuncia il greenwashing dell’amministrazione comunale
Stamattina presto, Extinction Rebellion Bologna è passata all’azione e ha preso parola sulla questione alberi in vaso nelle piazze del centro. Ha fatto apparire poesie nei vasi e ha “adottato” un alberello chiamandolo “Ribellione”, che monitorerà fino alla piantumazione, aderendo alla campagna mediatica lanciata da hansy lumen. Nelle prossime settimane continueranno le azioni sul tema, che hanno il duplice obiettivo di affermare che gli alberi sono esseri viventi e denunciare le contraddizioni e il greenwashing dell’attuale amministrazione comunale. Siamo rimaste davvero basite e senza parole all’annuncio dell’iniziativa. Infatti, in prima battuta, la trovata è stata giustificata come azione per mitigare il calore eccessivo nelle piazze. Riconosciamo il potere refrigerante degli alberi, ma se sono sani e piantumati in terra e non certo se sono poggiati in un vaso su lastroni di porfido rovente, come per altro segnalato da diversi esperti, alcuni facenti parte del Comitato per “BOLOGNA VERDE”. Ci domandiamo se anche il Sindaco riconosce il potere refrigerante, perché dal 2022 ha fatto abbattere gli alberi della fascia boscata, attorno al Passante, nonostante l’opera fosse ancora in stallo. Perché si continua con i tagli indiscriminati? Perché si continuano a pensare progetti che prevedono abbattimento di alberi sani, com’è successo con il Parco Don Bosco, con il nodo di Rastignano, come succederà per la caserma Sani, per Piazza dell’Unità, per il Lazzaretto e da ultimo con il Giardino di San Leo? Per quale motivo il Bilancio arboreo è fermo al 2021? Dopo le critiche Il Sindaco ha parlato dell’iniziativa come una sperimentazione e l’inizio di una rivoluzione culturale, guidata dal programma Bologna Verde, che prevede piantumazioni di 100 mila alberi e una desigillazione di 10 ettari.  Peccato però che il piano sia stato finanziato, per ora, con soli 11,8 milioni (Il Comune per manutenzione ordinaria del verde spende circa 10 mln all’anno) peccato però che secondo l’ISPRA a Bologna si cementificano 20 ettari all’anno. Non ci sembra di trovarci di fronte ad una rivoluzione, ma a un’operazione di greenwashing. Inoltre, di tutte queste iniziative è stata data notizia sui social, con diversi post. Nel corso dei giorni si è passati da un numero iniziale di 100 alberi, poi 110, fino ad arrivare, a posa in corso a 90 alberi e 68 annunci. Allo stesso modo si è passato dall’annuncio di un piano di 23 mln di euro per Bologna Verde, a quello del suo parziale finanziamento di 11,8 mln. Riteniamo che per provvedimenti che richiedono sacrifici o adattamenti da parte della cittadinanza sia indispensabile la chiarezza e la veridicità delle informazioni. Chiediamo che la crisi climatica venga trattata con la serietà che merita, dato che di caldo si muore. Chiediamo di stoppare ogni nuovo consumo di suolo e di fermare gli abbattimenti a San Leo. Chiediamo di sapere i numeri reali degli alberi presenti in città, di quelli piantumati e di quelli abbattuti. Chiediamo una rivoluzione verde, reale. Extinction Rebellion
Nella Milano di Sala la partecipazione… che delusione!
A Milano si apre il terzo Forum della Partecipazione della Giunta Sala, ma i comitati accusano: la partecipazione spontanea e scomoda per il Comune non piace e viene silenziata. In occasione dell’apertura del terzo Forum della Partecipazione organizzato dall’Assessora alla Partecipazione Gaia Romani, è piovuta anche nella sua casella email la lettera indirizzata alla presidente del Consiglio Comunale, Elena Buscemi, con cui i firmatari della prima “DRI dei cittadini” lamentano di essere ancora in attesa – dopo un anno e mezzo! – di essere convocati in Consiglio per formulare la loro Domanda a Risposta Immediata (DRI) sul consumo di suolo nel milanese. La raccolta delle 100 firme necessarie per presentare la DRI fu organizzata nell’autunno 2023 da “Facciamo l’appello – Stop consumo di suolo”, rete di una cinquantina di comitati e associazioni che aveva già protocollato a Palazzo Marino, due volte, un appello per l’azzeramento del consumo di suolo rivolto al Sindaco Sala e alla sua Giunta. L’ideatrice dell’appello, l’ex Consigliera Comunale Patrizia Bedori, qualche anno prima aveva fatto inserire nel Regolamento comunale della partecipazione la possibilità per i cittadini di presentare in Consiglio, direttamente e senza l’intermediazione di un consigliere, una Domanda a Risposta Immediata. Quella sul consumo di suolo sarebbe la prima DRI mai rivolta direttamente dai cittadini in Consiglio, un momento di vera partecipazione dal basso che l’Assessora Romani avrebbero dovuto sostenere e valorizzare. Invece, ci sono voluti solleciti scritti, una lettera al Difensore civico e un flash mob dei cittadini col bavaglio in Consiglio Comunale prima che, ben sette mesi dopo l’inoltro delle 100 firme con la domanda, il portavoce dei firmatari venisse convocato per porre la DRI in Consiglio, in un’unica data in cui aveva un importante impegno pregresso. Il portavoce però chiese subito di riprogrammare la convocazione. Da allora sono trascorsi altri dodici mesi e nulla è più successo, a parte altri solleciti dei cittadini caduti nel vuoto. Ma ora i cittadini con la loro lettera hanno fatto sapere a Buscemi e Romano che non intendono rinunciare al loro diritto di porre la DRI in Consiglio. Nella lettera vi è anche un accenno a un altro recente episodio di partecipazione “silenziata”: il blocco della petizione per la richiesta di un bonus del 30% sugli abbonamenti ATM pubblicata dai cittadini nell’area “Milano Partecipa” del Comune di Milano. Qui di seguito il testo della lettera, inviata anche al Sindaco e ai Consiglieri Comunali: Lettera aperta alla Presidente del Consiglio Comunale Elena Buscemi, e per conoscenza all’attenzione dell’Assessora alla Partecipazione Gaia Romani Gentile Presidente Buscemi, come lei ben sa, dalla scorsa consiliatura è possibile da parte dei cittadini porre delle domande a risposta immediata (DRI) ai componenti della Giunta, una nuova norma del “Regolamento per l’attuazione dei diritti di partecipazione popolare” che permette ai cittadini di entrare nel Consiglio Comunale con diritto di parola alla pari delle consigliere e dei consiglieri. A novembre 2023 depositammo all’ufficio protocollo di Palazzo Marino una Domanda a Risposta Immediata sul consumo di suolo in città. Abbiamo sollecitato varie volte – anche scrivendo al Difensore civico – e lei l’ha infine calendarizzata a giugno 2024. Purtroppo il nostro delegato nel giorno da lei indicato era indisponibile, perciò abbiamo subito chiesto la ri-calendarizzazione e da allora siamo in attesa di nuova convocazione. Ora siamo giunti a maggio 2025 e stiamo ancora aspettando. Noi non intendiamo rinunciare al nostro diritto di porre la DRI al Consiglio Comunale e siamo quindi a chiederle di individuare una nuova data per la nostra convocazione. Con l’occasione, le ricordiamo che anche la proposta di delibera consiliare sul consumo di suolo depositata dal Consigliere Monguzzi giace in stand by da mesi. Venerdì 16/5 si aprirà il terzo Forum della Partecipazione, organizzato dall’Assessora Gaia Romani per dimostrare l’interesse della giunta verso la partecipazione dei cittadini. Tuttavia quando i cittadini si organizzano spontaneamente, utilizzando gli istituti (DRI) e i canali di partecipazione (area web “Milano Partecipa”) comunali, la loro richiesta di partecipare in realtà viene rimbalzata – come è accaduto con la DRI – o bloccata, come è avvenuto recentemente con la petizione per la richiesta di un bonus del 30% sul costo degli abbonamenti ATM che sul portale del Comune stava raccogliendo tantissime firme e per questo motivo è stata chiusa a 1.000 firme nonostante il regolamento permetta di raccoglierne molte di più. La partecipazione scomoda per il Comune, quella proposta dal basso dai comitati civici e dalla cittadinanza attiva, a Milano non sembra trovare spazio. Le inviamo nuovamente il testo della DRI, in allegato, confidando in una sua celere risposta per la nuova calendarizzazione. Cordialmente I cittadini che hanno sottoscritto la richiesta di DRI. Ufficio stampa di Facciamo l’appello – Stop consumo di suolo facciamolappellocomunicazioni@gmail.com Redazione Milano