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Cosa si pensa nel resto del mondo? Intervista cinese a Putin
Se si guarda con un minimo di distacco emotivo il panorama dell’informazione occidente – quella italica è un caso di morte cerebrale ormai conclamato – ci si accorge subito che ciò che accade nel resto del mondo è sostanzialmente ignorato. Almeno fin quando non ci si inciampa sopra. Peggio ancora, […] L'articolo Cosa si pensa nel resto del mondo? Intervista cinese a Putin su Contropiano.
La Cina alla conquista del Sud globale
Un “nuovo ordine commerciale globale”. È ciò che sta emergendo dalla rete sempre più fitta di scambi tra la Cina e i paesi emergenti in risposta al protezionismo statunitense e all’aumento delle tensioni geopolitiche. A sostenerlo è uno studio di Standard & Poor’s che evidenzia che, dal 2015, le esportazioni […] L'articolo La Cina alla conquista del Sud globale su Contropiano.
Un raggio di sole a Kiev
Martedì 19 agosto ho incontrato a Kiev, nella sede della Ong Arca, Sofia Torlontano, venticinquenne di Pescara, responsabile di un progetto della cooperazione italiana. Sofia si è laureata in Cooperazione internazionale e ha fatto un master sul tema della Risposta umanitaria in emergenza. Ha lavorato nel marketing/fundraising per Save the children, poi ha fatto un tirocinio in Comunicazione alle Nazioni Unite a Copenaghen e la sua prima esperienza sul campo è stata in Kenya con ActionAid Kenya. Ora il suo ruolo è davvero importante: è Project Manager in Ucraina con un progetto dell’Ong Arca, che ha vinto un bando della Cooperazione Italiana. Il progetto su cui ha lavorato Sofia e che ha diretto nell’ultima fase si è concluso in questi giorni e riguardava la situazione di emergenza delle persone più fragili. E’ un progetto multisettoriale con interventi a Kiev e focus geografico su Sumy, Kharkiv e Mykolaïv, a ridosso della linea del fronte e con diverse aree di attività: * Costruzione di rifugi per le scuole e per gli istituti di formazione professionale. Attività con i bambini. * Acquisto di materiali e attrezzature mediche per gli ospedali delle città interessate dal progetto. * Distribuzione di cibo, prodotti per l’igiene e stufe elettriche ai civili delle cittadine e dei villaggi a ridosso del fronte e vicini a tal punto che l’insieme dei villaggi della Comunità di Yunakivka, una hromada, nell’oblast (si tratta di nomi di entità territoriali e amministrative) di Sumy, dove Arca stava portando aiuti, è stata da poco occupata dalle armate russe. * Installazione di filtri per la purificazione delle acque per renderle potabili, problema serissimo a seguito dei bombardamenti sulle infrastrutture (centrali elettriche, impianti idrici…) * Distribuzione di cibo a Kiev a persone senza fissa dimora. Queste esistono in Ucraina, come in Italia e in qualsiasi città del mondo, ma tra loro vi sono tanti sfollati interni che hanno perso tutto e non sono ancora riusciti a integrarsi, trovando un lavoro e una abitazione decente, come invece molti altri sono riusciti a fare avendo maggiori possibilità economiche  professionali. Molti di loro sono scappati prima dell’arrivo dell’Armata Russa dalle regione del Donbass e dalla Crimea, altri dalle città fantasma semidistrutte ed evacuate a ridosso del fronte, oppure dalle città spesso colpite dai droni e anche da missili di vario tipo e potenza. Gran parte degli sfollati interni, che provengono ovviamente dalle regioni orientali, se non la quasi totalità, sono di madrelingua russa o di famiglie linguisticamente russo-ucraine. Il progetto non è terminato, ma esaurito il supporto italiano proseguirà grazie ai partner locali di Arca, e cioè Remar e Hope Ukraine, a cui resterà ad esempio la tensostruttura dove vengono serviti i pasti, montata accanto alla stazione centrale di Kiev. Il secondo progetto che Sofia dirigerà e che partirà a breve, con focus geografico su Rivne e Kiev, si ripromette di creare opportunità di lavoro a lungo termine, attraverso corsi di formazione professionale e microcredito, ad alcune donne e in particolare a quelle che, dopo anni di guerra al fronte, necessitano di un reinserimento sociale. Durante la nostra lunga conversazione Sofia mi spiega che sono stato molto fortunato, perché l’ultimo attacco è stato il missile della strage del 31 luglio; dal mio arrivo a Kiev in poi non ci sono stati attacchi di nessun tipo. In effetti alla mia partenza più d’uno mi aveva fatto capire che la situazione di Kiev era molto più pericolosa di quella di Leopoli. Mi dice che in effetti la situazione è stata per giorni e giorni veramente drammatica, con continue esplosioni che hanno colpito anche zone centrali della città, che mi indica sulla mappa e che proverò a raggiungere perché non sono troppo distanti da dove alloggio. Per lei, come per tutti gli abitanti di Kiev, ci sono state notti di vera paura, passate insieme ad amici con i sacchi a pelo nei rifugi. Poi, tra un attacco e l’altro, mazzi di splendidi fiori ricevuti per festeggiare di essere ancora vivi, il lavoro che deve riprendere con il massimo della concentrazione possibile e serate a ballare in luoghi frequentati da tanti giovani e a offerta libera, perché divertirsi è un modo di distrarsi, riprendere energia e resistere. Mi chiedo e le chiedo se non vi sia ancora il rischio di un’escalation disastrosa, che potrebbe essere addirittura causata dall’incertezza sul fatto che un missile in arrivo sia dotato di un ordigno nucleare. Sofia mi dice che il problema permane, che del resto lei da anni (mi dice “fin da giovane” e a me viene da ridere perché ha, come ho già detto, venticinque anni e quindi mi vien da pensare “fin da bambina”) è attiva e impegnata a favore del trattato per la messa al bando delle armi nucleari (TPAN), di cui abbiamo parlato tante volte su Pressenza. Sofia, come tutti del resto quelli con cui ho parlato, è molto scettica sui colloqui di questi giorni in Alaska e a Washington: troppe volte si era ad un passo dalla pace e poi tutto è saltato. Sono stato fortunato a incontrarla perché l’indomani era in partenza per rientrare, per un paio di settimane di vacanza, nella sua Pescara. “Vai al mare?” le chiedo. “A dire il vero vado in montagna in un campo organizzato dalla Croce Rossa… Mi “diverto” così, lì ci saranno i miei amici più cari… Altrimenti restavo qui” mi risponde. Sofia tornerà dopo le ferie per coordinare il nuovo progetto di sostegno all’imprenditoria femminile. Questa ragazza, nata nel 2000(!), attiva sui social, a cui piace andare a ballare e divertirsi con gli amici, non è diversa dai ragazzi della sua generazione, ma come molti di loro vive quotidianamente, come attività professionale, come volontariato o come nel suo caso entrambi le cose, l’impegno a favore di un mondo migliore, diverso, altro. La mia generazione ha fallito e abbiamo poco da insegnare; possiamo soltanto metterci con grande umiltà al loro servizio, perché se non altro evitino di ripetere i nostri errori. Loro ci insegnano la concretezza sociale e umana indissolubilmente legata all’impegno politico. Il sorriso con cui mi congeda mi sembra un piccolo raggio di sole che illumina questo mondo “vasto e terribile”.   Mauro Carlo Zanella
Sostieni il cinema palestinese, supporta Nazra!
ACS lavora insieme a Nazra dal 2017, nella convinzione che la 𝙘𝙪𝙡𝙩𝙪𝙧𝙖 𝙙𝙞𝙛𝙛𝙪𝙨𝙖 𝙚 𝙡𝙖 𝙥𝙡𝙪𝙧𝙖𝙡𝙞𝙩à 𝙙𝙞 𝙨𝙜𝙪𝙖𝙧𝙙𝙞, 𝙫𝙤𝙘𝙞 𝙚 𝙨𝙩𝙤𝙧𝙞𝙚, siano la via da percorrere per praticare, educarci e resistere. 𝗢𝗴𝗻𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗶𝗯𝘂𝘁𝗼 è 𝗶𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗻𝘁𝗲, perché per costruire un progetto così complesso c’è bisogno di risorse. 𝙈𝙖 𝙣𝙤𝙣 𝙙𝙞 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙚 𝙡𝙚 𝙧𝙞𝙨𝙤𝙧𝙨𝙚. Nazra vive del lavoro di un piccolo collettivo, che mette a disposizione energie e competenze per continuare a preservare la libertà e l’indipendenza degli spazi della cultura. È per questo che 𝙥𝙪ò 𝙘𝙧𝙚𝙨𝙘𝙚𝙧𝙚 𝙨𝙤𝙡𝙤 𝙞𝙣𝙨𝙞𝙚𝙢𝙚 𝙖 𝙘𝙝𝙞 𝙘𝙞 𝙘𝙧𝙚𝙙𝙚 𝙙𝙖𝙫𝙫𝙚𝙧𝙤, a chi riconosce il valore di una rete fatta di pluralità di voci, non mediate. Noi ci crediamo e facciamo nostro questo progetto per stare insieme nella resistenza. E per diffonderla. Se anche tu credi nel valore di questo progetto sostienilo e diffondilo. Ecco il link al Crowdfunding Nazra 2025
Emergenza sete a Gaza
A Gaza, in piena estate e sotto occupazione, la sete è un’emergenza quotidiana. Le evacuazioni forzate lasciano le famiglie senza nulla. L’acqua è la prima cosa che chiedono. La prima che cerchiamo di garantire. https://www.acs-ong.it/wp-content/uploads/2025/07/acqua_small_02.mp4   Con il progetto di distribuzione dell’acqua filtrata, ogni settimana portiamo sollievo a migliaia di persone. Otto distribuzioni fisse, più interventi d’urgenza quando la fuga è l’unica via. Ogni mese consegniamo oltre 120.000 litri d’acqua (120 m³) con autobotti da 10m³ e 3m³. Il costo è altissimo: circa 45€ a metro cubo, ma non possiamo fermarci. Le distribuzioni di questi mesi sono state possibili grazie ai fondi raccolti con la campagna @100x100gaza LE RACCOLTE NON SI FERMANO E NEMMENO NOI! Le immagini che vedete arrivano dalle distribuzioni dei giorni scorsi a Sheikh Radwan e Nord Gaza. Sono frammenti di resistenza quotidiana, di dignità che non si arrende. ✊ ➡️ Aiutaci a continuare. DONA ORA! https://www.acs-ong.it/sostienici/ 💛🇵🇸
Mozione IISS “Majorana” di Palermo per la PACE e la COOPERAZIONE tra i popoli
ANCHE IL COLLEGIO DEI DOCENTI DELL’IISS “ETTORE MAJORANA” DI PALERMO HA VOTATO ALL’UNANIMITÀ UN DOCUMENTO GIÀ APPROVATO DA ALTRE SCUOLE CONTRO LA CULTURA DELLA GUERRA E PER LA PACE, LO PUBBLICHIAMO AUGURANDOCI CHE ANCORA ALTRE SCUOLE NE SEGUANO L’ESEMPIO. In questo momento di profondo dolore e impotenza di fronte alle tragedie che si stanno consumando a Gaza, in Cisgiordania, in Ucraina, in Kashmir, in Sudan, nel mar Mediterraneo, in Iran ed in altre zone del mondo, scriviamo questo testo per affermare la nostra solidarietà alla sofferenza di civili, bambini, famiglie intere che vivono morte, mutilazioni, terrore, fame, sete, perdite di affetti e di dignità umana. Siamo testimoni di orrori che pensavamo appartenere a un passato chiuso dalle due guerre mondiali e da cui speravamo si fossero rafforzati ideali di pace e di cooperazione. Tra i valori dell’Unione europea c’è la speranza di un futuro condiviso e pacifico, oggi invece vediamo risorgere la logica del riarmo, della contrapposizione armata, mentre si sottraggono risorse a ciò che dovrebbe essere prioritario per ogni società civile: la salute, la scuola, il lavoro, la tutela dell’ambiente, l’accoglienza e l’inclusione. Noi, come docenti, come educatrici ed educatori, ci opponiamo a questa deriva con questo documento che sottoscriviamo. Noi lavoriamo ed insegniamo per costruire convivenze pacifiche, abilità nella cooperazione, pace come modello di vita autentica, fatta di responsabilità condivise. Insegniamo ai nostri studenti che ogni persona ha diritto a vivere con dignità, ad immaginare un futuro migliore, a coltivare sogni e quindi non accettiamo che questi valori vengano calpestati. Esistono alternative alla violenza: gli strumenti del diritto internazionale, le vie diplomatiche, le forme di pressione non violenta, come il disinvestimento o il boicottaggio e di questo vogliamo farci portavoce con il nostro lavoro. Noi siamo lavoratori anche per la diffusione della cultura, della libertà, della dignità umana, della pace e della ricerca della giustizia.
PALESTINA: ANCHE DALL’ITALIA UNA FOLTA DELEGAZIONE PER LA “GLOBAL MARCH TO GAZA”
Si è ufficialmente costituita anche in Italia la delegazione “Global march to Gaza”, che punta a ritrovarsi a metà giugno a Il Cairo, per partire verso il valico di Rafah, bloccato dalle forze armate occupanti israeliane. 32 le delegazioni nazionali al momento aderenti alla marcia. Dal Cairo i partecipanti si muoveranno in bus verso Al-Arish, nella penisola del Sinai, e da lì a piedi marceranno per tre giorni alla volta di Rafah. È già attivo un team legale in Italia e in altri paesi pronto a intervenire e dare assistenza se dovesse essere necessario. Nella lettera aperta inviata il mese scorso alle ambasciate egiziana ed israeliana è stato esplicitato lo scopo: “Marceremo fino al terminal di Rafah, con un solo obiettivo: aprire la frontiera, far entrare gli aiuti umanitari ed esigere la fine dell’assedio”. La portavoce della delegazione italiana, composta al momento da circa 150 persone, è la fotoreporter Antonietta Chiodo. Sentiamola ai nostri microfoni.Ascolta o scarica
CRESCONO I RAPPORTI MILITARI ITALIA-ISRAELE: APPROVATO L’ACQUISTO DI FORNITURE PER 1,6 MILIARDI
Passato in sordina un nuovo accordo tra Italia e Israele in tema di cooperazione militare: lo scorso 6 maggio è stato approvato dalla maggioranza di governo, in Commissione Bilancio della Camera, lo schema di decreto ministeriale SMD 19/2024 dal valore di oltre 1,6 miliardi di euro per implementare una piattaforma aerea di ultima generazione: sarà utilizzata per condurre attività di diversa natura, in primo luogo di spionaggio. La tecnologia israeliana di questi sistemi è stata testata in decenni di occupazione ed ora potrà essere utilizzata dall’Italia. Gli aerei che saranno coinvolti, i Gulfstream G-550, sono aeromobili civili che verranno convertiti in aerei spia, dotandoli proprio dei sistemi tecnologici prodotti da Israele. L’Atto del Governo n. 264, sottoposto a parere parlamentare, cui esame è durato cinque minuti, rafforza di fatto i già strettissimi legami militari tra l’Italia e la macchina genocida sionista. Altra questione in tema di cooperazione militare tra Italia e Israele riguarda un Memorandum d’intesa tra i due governi. L’accordo è stato siglato a Parigi nel 2005 e si rinnova automaticamente ogni cinque anni. Il prossimo rinnovo è previsto per l’8 giugno. Il governo italiano sarebbe ancora in tempo per annullare il rinnovo. Ai nostri microfoni Domenico Gallo, già magistrato e già presidente di sezione di Cassazione. Ascolta o scarica