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Associazione di Cooperazione e Solidarietà ONG

Congo. Coltiviamo Solidarietà
l Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo, è devastato da un conflitto armato che si protrae da decenni, restando ai margini delle notizie, e che negli ultimi tre anni si è brutalmente intensificato. Le milizie armate dei ribelli del gruppo M23, spalleggiate dal Rwanda, avanzando da nord, al confine Ruandese, hanno costretto milioni di persone a fuggire dalle proprie case e villaggi, per riversarsi, sfollate, alle porte di Goma. Sono 4,6 milioni ad oggi i profughi interni nelle province del Nord e del Sud Kivu in Congo. Sempre in milioni, da tre anni, dormono all’aperto, ai lati delle strade, in condizioni igienico sanitarie inesistenti. Nell’instabilità e nell’emergenza protratta, pagano il prezzo più alto i corpi marginalizzati, quelli delle donne, la cui salute riproduttiva e sessuale e la stessa tutela alla vita sono seriamente compromesse. È prioritario per ACS, da 30 anni in Repubblica Democratica del Congo con diverse progettualità, continuare a lavorare insieme ai colleghi di ACS Congo per far fronte all’emergenza. Grazie a un finanziamento della Chiesa Valdese e alla stretta collaborazione con l’associazione Progettomondo e alle associazioni locali Aefev e ACS Congo, stiamo convogliando le nostre energie alla realizzazione di un progetto di emergenza che si rivolge a donne e nuclei familiari sfollati che vivono nei siti intorno a Goma. Cosa possiamo fare tutt3? Informarci, attivarci, ricondividere. Coltiviamo insieme solidarietà.
Da economia dell’occupazione a economia del genocidio: il rapporto di Francesca Albanese sul business complice di Israele
Il rapporto di Francesca Albanese sull’economia del genocidio mette a nudo le complicità del mondo del “business” con lo Stato coloniale d’Israele. Link all’articolo completo su Kritica.it Oggi 1° luglio 2025 è uscito il nuovo rapporto di Francesca Albanese – Special Rapporteur per l’ONU sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967 – sulle imprese complici del genocidio che lo Stato di Israele sta perpetrando contro il popolo palestinese. Si tratta di un documento di circa 40 pagine con centinaia di note, pubblicato dall’ONU nella sua versione “advance unedited”, ovvero una bozza avanzata ma non ancora passata per l’editing finale. Per l’importanza di questo documento, forniamo ai lettori una versione in italiano priva – per ragioni di leggibilità – del corposissimo apparato di note inserite dall’autrice, oltre 400. Evidenziamo inoltre il nome delle aziende principali implicate, secondo quanto denuncia il rapporto, nella complicità con il genocidio in corso. Per la versione completa, disponibile in una serie di lingue (non l’italiano), rimandiamo alla pagina dell’ONU. Altrimenti è possibile leggere o scaricare il documento qui sotto. PDF Relazione di Francesca Albanese 1/07/2025  
Trento, pasticceria siriana mette in vendita la Gaza Cola: “Abbiamo ritrovato la vetrina distrutta”
di Alessia Candito Hanno deciso di mettere in vendita la Gaza cola, la bevanda alternativa alla nota bibita americana, da qualche mese commercializzata per finanziare gli ospedali della Striscia e con orgoglio ne hanno dato notizia sui social. Due giorni dopo, a “Cara Siria”, nota pasticceria siriana di Trento, l’amara sorpresa. Schegge ovunque, la porta a vetri del negozio distrutta a calci o con un bastone, con una violenza tale da spaccare anche parte della struttura. Dentro invece era tutto intatto. Il cellulare aziendale, un modello recentissimo di smartphone, era sul bancone, esattamente dove era stato lasciato la sera prima. Anche il fondo cassa non era stato toccato. I titolari, di cui non si pubblica il nome per ragioni di sicurezza, questa mattina hanno formalizzato una denuncia in questura. Per loro, quello di stanotte non è stato un tentativo di furto, ma un intenzionale danneggiamento. da La Repubblica
Esami fra le rovine: la prima maturità a Gaza dal 7 ottobre
Palestina Ieri a Gaza centinaia di studenti hanno sostenuto gli esami di maturità, i primi dall’inizio dell’attacco israeliano alla Striscia. Nelle tende attrezzate, nei punti internet o nei caffè con connessione Ieri a Gaza centinaia di studenti hanno sostenuto gli esami di maturità, i primi dall’inizio dell’attacco israeliano alla Striscia. Nelle tende attrezzate, nei punti internet o nei caffè con connessione, ragazzi e ragazze hanno percorso anche chilometri, tra le macerie e le bombe, per provare a riprendersi il proprio futuro. Il ministero dell’istruzione di Gaza ha messo online una piattaforma basata sulla formazione a distanza già testata durante il periodo del Covid 19. Questa volta, i tecnici hanno lavorato per gestire le riconnessioni e le interruzioni di corrente, garantendo il salvataggio continuo dei dati. Lo scorso giovedì, due giorni prima… Alaa Abu Mustafa insegna ai bambini della scuola volontaria che ha avviato a luglio a Yunis Khan, nel sud di Gaza – The Yomiuri Shimbun via AP Images Articolo originale
Sostieni il cinema palestinese, supporta Nazra!
ACS lavora insieme a Nazra dal 2017, nella convinzione che la 𝙘𝙪𝙡𝙩𝙪𝙧𝙖 𝙙𝙞𝙛𝙛𝙪𝙨𝙖 𝙚 𝙡𝙖 𝙥𝙡𝙪𝙧𝙖𝙡𝙞𝙩à 𝙙𝙞 𝙨𝙜𝙪𝙖𝙧𝙙𝙞, 𝙫𝙤𝙘𝙞 𝙚 𝙨𝙩𝙤𝙧𝙞𝙚, siano la via da percorrere per praticare, educarci e resistere. 𝗢𝗴𝗻𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗶𝗯𝘂𝘁𝗼 è 𝗶𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗻𝘁𝗲, perché per costruire un progetto così complesso c’è bisogno di risorse. 𝙈𝙖 𝙣𝙤𝙣 𝙙𝙞 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙚 𝙡𝙚 𝙧𝙞𝙨𝙤𝙧𝙨𝙚. Nazra vive del lavoro di un piccolo collettivo, che mette a disposizione energie e competenze per continuare a preservare la libertà e l’indipendenza degli spazi della cultura. È per questo che 𝙥𝙪ò 𝙘𝙧𝙚𝙨𝙘𝙚𝙧𝙚 𝙨𝙤𝙡𝙤 𝙞𝙣𝙨𝙞𝙚𝙢𝙚 𝙖 𝙘𝙝𝙞 𝙘𝙞 𝙘𝙧𝙚𝙙𝙚 𝙙𝙖𝙫𝙫𝙚𝙧𝙤, a chi riconosce il valore di una rete fatta di pluralità di voci, non mediate. Noi ci crediamo e facciamo nostro questo progetto per stare insieme nella resistenza. E per diffonderla. Se anche tu credi nel valore di questo progetto sostienilo e diffondilo. Ecco il link al Crowdfunding Nazra 2025
Emergenza sete a Gaza
A Gaza, in piena estate e sotto occupazione, la sete è un’emergenza quotidiana. Le evacuazioni forzate lasciano le famiglie senza nulla. L’acqua è la prima cosa che chiedono. La prima che cerchiamo di garantire. https://www.acs-ong.it/wp-content/uploads/2025/07/acqua_small_02.mp4   Con il progetto di distribuzione dell’acqua filtrata, ogni settimana portiamo sollievo a migliaia di persone. Otto distribuzioni fisse, più interventi d’urgenza quando la fuga è l’unica via. Ogni mese consegniamo oltre 120.000 litri d’acqua (120 m³) con autobotti da 10m³ e 3m³. Il costo è altissimo: circa 45€ a metro cubo, ma non possiamo fermarci. Le distribuzioni di questi mesi sono state possibili grazie ai fondi raccolti con la campagna @100x100gaza LE RACCOLTE NON SI FERMANO E NEMMENO NOI! Le immagini che vedete arrivano dalle distribuzioni dei giorni scorsi a Sheikh Radwan e Nord Gaza. Sono frammenti di resistenza quotidiana, di dignità che non si arrende. ✊ ➡️ Aiutaci a continuare. DONA ORA! https://www.acs-ong.it/sostienici/ 💛🇵🇸
Verso Rafah
Attraversiamo il Sinai. Superiamo i numerosi check point, ci lasciamo alle spalle Al Arish. Poi, comincia il lungo muro, che si estende per chilometri fino a raggiungere il confine con Gaza. Solo un anno fa questo territorio veniva presentato da Al Sisi come la futura New Rafah City. Una nuova città che avrebbe dovuto offrire una casa agli abitanti della zona. Una sorta di progetto di riqualificazione, almeno sulla carta. Oggi però i compound restano vuoti. Le case ancora disabitate, circondate da quel muro che avanza verso l’interno, sul lato egiziano del confine. Ci chiediamo allora: a chi sono davvero destinate queste abitazioni? I palestinesi, per contro, sono convinti che siano destinate a loro. Un rifugio forzato, una sistemazione pronta per il “dopo”. Dopo l’espulsione da Gaza. Soundtrack di @moby https://www.acs-ong.it/wp-content/uploads/2025/06/0520.mp4
Rafah border. La delegazione di ONG, parlamentari e accademici al confine di Gaza.
“Ciò che sta accadendo a Gaza non è semplicemente una guerra militare o una tragedia umanitaria, ma un momento cruciale di trasformazione nell’approccio alla questione dei popoli sottoposti a occupazione. Siamo di fronte a un momento storico in cui viene attuata una strategia complessa che mira non solo a smantellare le strutture dei movimenti di liberazione di tali popoli, ma anche a disgregarne la società stessa dall’interno, ricostruendola come una forma fragile, incapace di riorganizzarsi se non secondo le condizioni imposte dall’occupante [….] Quando si nega il cibo alle persone e la forza della fame le spinge al saccheggio e al caos, non le si sta solo affamando, ma si compie un’operazione più profonda: si priva quel popolo della propria immagine morale agli occhi del mondo, si costruisce una nuova narrazione secondo cui non è in grado di autogestirsi, e si apre così la strada a una ‘ri-colonizzazione umanitaria’, attraverso una gestione internazionale o araba – in ogni caso straniera- subordinata a specifiche condizioni politiche e di sicurezza. Youssef Hamdouna, Educaid – Palestinese di Gaza. La sua famiglia si trova a Gaza. La sua anima è a Gaza, come quella di tutti i palestinesi con cui abbiamo parlato in questi giorni e con cui parliamo tutti i giorni da 18 mesi. Mentre chiediamo alle istituzioni di prendersi la responsabilità delle proprie azioni e posizioni, dalla nostra parte continuiamo a Coltivare Solidarietà. https://www.acs-ong.it/wp-content/uploads/2025/06/2025-06-04-12.34.45.ia_.mp4
Cosa succede a Goma?
Cosa succede a Goma? Il ricco sottosuolo del Congo dovrebbe garantire il benessere della sua popolazione, invece è un fardello che la affligge. In particolare nell’est del Paese, dove le zone di confine fra DCR e Rwanda sono teatro di un conflitto infinito, l’ultimo atto del quale è ancora in corso. Perché si sa, le vaste risorse naturali del Congo fanno gola a tutti, specialmente alle Big-Tech, le principali compagnie tecnologiche. Le insaziabili entità sovranazionali che agiscono sostenute daigli apparati statali più influenti, o semplicemente dagli stati disposti a fare i prepotenti. I ribelli della milizia M23, comunemente riconosciuti come un proxy dello stesso Rwanda, hanno conquistato Goma, l’importante città di frontiera sulle sponde nord del lago Kivu. Da decenni le milizie legate al Rwanda depredano le miniere congolesi, contendendo il controllo del ricchissimo sottosuolo della regione che dal lago Kivu prende nome e della quale Goma è capoluogo. Nella regione di Kivu sono presenti oltre due milioni di sfollati, una massa enorme di umanità disperata che ancora soffre le conseguenze dei precedenti conflitti. Dopo gli ultimi tragici sviluppi, la situazione umanitaria sfiora la catastrofe. Sebbene ACS non abbia attualmente progetti attivi, la nostra ong ha operato a Goma e in altre zone del Congo per parecchi anni. La decennale collaborazione ha sedimentato stretti rapporti con le cooperanti e i cooperanti locali di @acs_rdcongo. È a loro che diamo voce per lanciare un appello in sostegno dei diritti umani e al diritto umanitario internazionale, per garantire salvaguardia e sicurezza della popolazione civile, contestualmente a un accesso immediato e illimitato a chi necessita di assistenza umanitaria. La popolazione congolese nella regione di Kivu, comprese donne e uomini che collaborano con ACS a Goma sono in pericolo. Non lasciamol3 sol3.
Ingresso e distribuzione di aiuti. Aggiornamento da Sami Abu Omar, operatore di ACS a Gaza
Ingresso e distribuzione di aiuti. Aggiornamento da Sami Abu Omar, operatore di ACS a Gaza. Mentre partiamo con la delegazione verso Al Arish – destinazione Rafah al confine con Gaza – riceviamo nuove notizie da Sami Abu Omar, il nostro coordinatore a Gaza. Le notizie di una piccola ripresa dell’entrata di cibo e carburante nella Striscia, sarebbe una notizia falsa. Sami, come nessun altro collaboratore delle altre organizzazioni della Striscia ha ricevuto approviggionamenti per le distribuzioni. La missione della delegazione diventa quanto mai importante, dopo due mesi di totale isolamento della Striscia, con un blocco agli aiuti che non consente l’entrata di cibo e acqua, le persone di Gaza sono ridotte alla fame e alla sete. La cucina di ACS è l’unica sulla Striscia ancora operativa, grazie alle riserve acquistate durante la scorsa “tregua”, dopo che WCK ha dovuto chiudere tutte le postazioni che collaboravano con i nostri operatori. Stiamo riuscendo, grazie ai fondi raccolti con la campagna 100x100GAZA ad acquistare delle autobotti per distribuire acqua filtrata. Le riserve non dureranno a lungo. Serve rompere il blocco agli aiuti ora. Nel frattempo tutt3 noi, come sempre, Coltiviamo Solidarietà. https://www.acs-ong.it/wp-content/uploads/2025/06/7-Testimonianza-da-Gaza-1.mp4
S.O.S. GAZA
Dall’inizio dell’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza, il bilancio di morti e feriti palestinesi continua ad aumentare ora dopo ora. Stando all’ultimo aggiornamento del Ministero della Salute di Gaza, sono più di 35mila le vittime, decine di migliaia i feriti, di cui oltre il 70% bambini e donne. Un assedio incessante, aggravato dal taglio delle forniture elettriche, idriche e alimentari necessarie per l’approvvigionamento degli oltre 2 milioni di abitanti nella Striscia. Attualmente, sono più di un milione gli sfollati, costretti ad abbandonare il nord di Gaza per trovare rifugio a Rafah, dove comunque sono avvenuti molti bombardamenti. LA RETE DI SOLIDARIETÀ Per supportare Gaza e i suoi abitanti, lavoriamo in Italia con un’ampia rete di organizzazioni tra cui Gaza Freestyle, Mutuo Soccorso Milano APS, Dis-Donne in Strada e Corte delle Madri con cui abbiamo lanciato la campagna di crowdfunding ‘SOS GAZA’: con le donazioni abbiamo iniziato a ottobre 2023 ad acquistare beni di prima necessità come cibo, articoli igienico-sanitari, materassi, coperte, cibo in scatola, alimenti per bambini. Normalmente, la raccolta di beni e le altre operazioni logistiche hanno come base il Centro di Scambio Culturale Vik-Vittorio Arrigoni a Gaza City, ma a seguito dei primi bombardamenti purtroppo la sede fisica non è più agibile. COSA FACCIAMO Da fine ottobre i nostri operatori gazawi, Sami, Jumana, Mohamed e Ali, hanno incominciato le prime distribuzioni nella zona a sud della Striscia, nelle aree di Deir Al Balah, Al Zawayda, Al Nusayrat, Khan Younis, Rafah, Bani Suhaila e Abasan. Fondamentali le relazione con il PARC, Palesinian Agriculture Rescue Committee, che ha fornito ai nostri operatori alimenti freschi prodotti dentro Gaza, a prezzi calmierati, sfuggendo alle dinamiche di aggiotaggio e accaparramento di beni essenziali, che accadono sempre in situazioni di conflitto e aggravano la condizione degli sfollati limitando a pochi l’accesso ai beni di prima necessità. Da gennaio abbiamo costruito e attivato in collaborazione con World Central Kitchen una cucina popolare a Rafah che prepara 2500 pasti al giorno e li distribuisce agli sfollati nei vari campi, tramite contatti intermedi, prevedendo affollamenti disperati e resse a ridosso della cucina popolare. Inoltre, in collaborazione con una rete di associazioni locali e internazionali, ci stiamo muovendo per inviare un container di aiuti umanitari a Gaza, passando per l’Egitto, concentrandoci sui beni di prima necessità e di igiene intima per donne e ragazze. DONA ORA MUTUO SOCCORSO MILANO APS C/O Banca Etica Iban: IT92F0501801600000016973398 CAUSALE: SOS Gaza TRAMITE GOFUNDME Fai una donazione Aggiornamento SOS GAZA a fine Marzo 2023: Valore totale inviato: circa 80.000€ – bonifici effettuati direttamente agli operatori: Sami, Jumana, Mohammad Al Majd., Mohammad Alamareen e Ali Tayeh. Le distribuzioni sono state attivate nei campi profughi di: Deir Al Balah e Al Nusairat, nelle aree di Al Zawayda, Maghazi camp e Khan Younis e a Rafah: Valore di un pacco alimentare: 100 shekel (25€), più il trasporto. Contenuto dei pacchi alimentari: cipolle, carote, melanzane, farina, pomodori, peperoni, olio, riso, zucchero, datteri, grano, fave macinate e tacchini. Il Maghazi camp è seguito da Ali Taye; Rafah da Mohammad Alamareen e Mohammad Al Majd; Khan Younis da Sami A.; Deir al Balah e Al Nuseirat da Jumana. Le donazioni della campagna vengono raccolte da Mutuo Soccorso Milano APS, che utilizzare i fondi per l’attuazione delle attività descritte sopra. Le organizzazioni coinvolte per il coordinamento degli interventi umanitari: ACS ONG – Associazione Cooperazione e Solidarietà Centro Vik- Vittorio Arrigoni Raccolta delle donazioni: Mutuo Soccorso Milano APS ACS ONG – Associazione Cooperazione e Solidarietà Iniziative sul territorio: Gaza Freestyle CSOA Lambretta Corte delle Madri Dis – Donne in Strada CSOA La Strada Forte Prenestino C.S.A. Paci Paciana STOP BOMBING GAZA! CEASEFIRE NOW!
GazaWeb e gli Alberi della Rete
AIUTACI A PIANTARE GLI “ALBERI DELLA RETE” A GAZA. Da alcuni mesi la ong ACS sperimenta un sistema di connessione internet alternativo che permetta di aggirare il blocco imposto da Israele sulle comunicazioni nella striscia di Gaza: gli Alberi della Rete. THE MISSING LINK Da inizio Ottobre 2023 ad oggi il traffico internet a Gaza è diminuito di oltre l’80%. Le interruzioni sono state causate da una combinazione di attacchi diretti alle infrastrutture di telecomunicazione civili, restrizioni all’accesso all’elettricità e interruzioni tecniche dei servizi di telecomunicazione. IL PROGETTO GAZAWEB PREVEDE SISTEMI MULTIPLI CHE FORNISCONO L’ACCESSO A RETI DI TELEFONIA E/O DATI Assistendo all’embargo comunicativo imposto alla popolazione di Gaza – rilevato quotidianamente a causa delle interruzioni di contatto con i cooperanti operativi sul territorio – ACS riconosce il valore che rappresenta l’accesso universale alla comunicazione, alle fonti di informazione e all’interazione attraverso la rete telefonica e internet. Diritto riconosciuto dalle Nazioni Unite, ma a Gaza gestito, ripetutamente negato e costantemente sottoposto al controllo dalle autorità israeliane. Per contrastare questo fenomeno e attivare sistemi di comunicazione stabile con Gaza, la ong ACS ha lanciato il progetto GazaWeb. L’ambizione di GazaWeb è di progettare un sistema complesso per garantire accesso universale alla comunicazione alle comunità vulnerabili e nei casi di emergenza umanitaria, a Gaza come in altri scenari di crisi internazionale. Le situazioni dove il diritto di accesso universale alla comunicazione è negato si contano a dozzine, infatti – considerato il controllo assoluto di Israele sulle reti di comunicazione in Palestina – Gaza è solo la più macroscopica delle violazioni dei diritti umani digitali in corso. Un comitato tecnico di professionisti del settore comunicazione, informatico e legale, coordinato dalla ong ACS, ha individuato alcune opzioni per fornire accesso agli strumenti di comunicazione a una parte della popolazione gazawi. * reticoli eSIM FREE hotspot ALBERI DELLA RETE * cellule di telefonia mobile ad ampio rag gio con protocolli dal GSM al 4G * segnali WI-FI e WI-MAX su fasce limitate alla zona frontaliera * connessioni satellitari GLI ALBERI DELLA RETE L’intervento di emergenza più rapido sul quale GazaWeb sta investendo risorse e raccogliendo i primi incoraggianti risultati sono gli eSIM-hotspots, ovvero gli Alberi della Rete. Una serie di cellulari di ultima generazione consentono il collegamento ai network internazionali anche con le eSIM, carte sim virtuali che (tramite l’attivazione di un codice) svolgono le stesse funzioni di una SIMcard tradizionale. Inviando il codice di attivazione eSIM a chi possiede uno di questi apparecchi, si possono attivare collegamenti alle reti cellulari egiziane o israeliane dall’interno della striscia di Gaza. La ong ACS ha allestito, in coordinamento con i propri cooperanti presenti a Gaza, una serie hot-spot via wi-fi connessi a internet tramite eSIM, ognuno dei quali permette la connessione a 50 ulteriori apparecchi. In questo modo anche chi non è in possesso di cellulari di ultima generazione può agganciarsi a internet tramite il segnale wi-fi irradiato dall’Albero della Rete. ACS ha intenzione di “piantare” un buon numero di Alberi della Rete nei campi profughi e nelle altre aree dove le reti telefoniche non sono accessibili o sono sotto lo stretto controllo delle autorità israeliane. Più eSIM si riescono ad attivare, più si infittisce il bosco degli Alberi della Rete e le relative connessioni. CARRUCOLA E SECCHIELLO Mentre nell’area costiera la connessione si aggancia a livello stradale, nelle aree interne bisogna elevare l’apparecchio ricevente di diversi metri per entrare nel campo di irradiazione. Ma lə “giardinierə della rete” a Gaza hanno escogitato uno stratagemma: una volta attivati, infilano i cellulari che forniscono il wi-fi in un cestello insieme al powerbank e, tramite corda e carrucola, vengono issati su un palo, alto abbastanza da consentire la connessione. Questa strategia non è solo mirata a mantenere aperto un flusso d’informazione da Gaza verso il resto del mondo. L’impatto fondamentale degli Alberi della Rete ricade sulla popolazione stessa, per mantenere saldi i legami sociali fra chi vive una condizione catastrofica e ha bisogno di comunicare con i propri affetti, sparpagliati sotto le bombe nelle diverse aree abitate della striscia. Aiutaci a sostenere lə “giardinierə della rete”, donne e uomini impegnate a far crescere gli Alberi della Rete nei campi profughi e nei pressi delle cucine che ACS ha allestito sia a Rafah che a Gaza city. Più si infittisce il bosco di alberi della rete e più diamo forza e coesione alla popolazione sottoposta a una azione di genocidio senza precedenti, come ha inequivocabilmente stabilito l’ordinanza della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia. É già attiva una raccolta fondi per sostenere economicamente le giardinierə, acquistare ulteriori apparecchi compatibili, pannelli solari e powerbank necessari alla loro alimentazione. COLTIVA SOLIDARIETÀ.   FAI CRESCERE GLI ALBERI DELLA RETE A GAZA, PER MANTENERNE COESE E CONNESSE LE COMUNITÀ NELLA STRISCIA.   Dona tramite Produzioni dal Basso  a questo link O tramite bonifico a: ACS ONG   c/o BancaEtica Iban: IT49I0501812101000011000072 Bic-swift ETICIT22XXX      CAUSALE:  GAZAWEB