Eirenefest Bergamo, secondo evento: comunicare la PaceCosa succede quando guerra e comunicazione si incontrano e diventano l’una la
migliore alleata dell’altra? Quali sono gli strumenti, gli attori, le strategie
e gli stratagemmi che vengono realizzati quando si parla ad un popolo in guerra
e al suo nemico? Questi sono alcuni degli interrogativi cui risponde il libro
“Campagne di guerra. Centocinquant’anni di comunicazione, pubblicità,
propaganda” (Prospero, 2023) scritto da Giuseppe Mazza e presentato venerdì 25
aprile, presso EireneFest a Bergamo.
L’autore, comunicatore e studioso di comunicazione, si è dedicato a lungo
all’esplorazione e all’analisi della propaganda e di come questa diventi parte
del discorso della guerra. È partito dall’assunto che la guerra non sia un
fenomeno naturale intrinseco alla natura umana, quanto un artificio scelto e
creato. Ha raccontato di quanto i popoli, in realtà, abbiano nella storia
respinto le campagne di comunicazione pensate per far loro interiorizzare il
bisogno di attivarsi e abbracciare le armi e di come sia necessario ripartire
dalla determinazione del popolo, in questo caso il nostro popolo, quello
italiano, che ha deciso di ripudiare la guerra. Ripudiare: cioè, respingere
qualcosa che fino a quel momento si era in qualche modo accettato. La
Costituzione della Repubblica Italiana, all’art. 11, sancisce una posizione
netta di distanza e rifiuto della guerra come mezzo di risoluzione dei
conflitti: un articolo, secondo Mazza, che è una linea guida di politica estera
e dovrebbe stagliarsi come riferimento certo. Il discorso sulla pace ha bisogno
di trovare una propria forma ed articolazione, popolare, democratica, che si
svincoli dal linguaggio, dai miti e dalle narrazioni belliche prevalenti.
L’incontro è stato coordinato da Rosita Poloni, coordinatrice dell’associazione
italiana Amici di Neve Shalom Wahat al-Salam.
Redazione Italia