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DIRITTO ALLA CASA: SFRATTO A SORPRESA E CON LA CELERE A BOLOGNA. PLAT: “LE POLITICHE ABITATIVE…LE FA LA QUESTURA”.
Diritto alla casa. A Bologna: ieri, martedì 2 settembre, un rinvio di sfratto, senza data, ottenuto con un picchetto di Plat – Piattaforma di intervento sociale, progetto nato nel capoluogo dell’Emilia – Romagna nel 2022 dalla collaborazione di diverse realtà sociali e politiche della città, per costruire un nuovo tessuto di lotte. Oggi, mercoledì 3 settembre, in via Golinelli 16, è però arrivata a sorpresa la Celere con 3 blindati, 1 vicequestore e 6 funzionari della Digos per sbattere in strada Karim, la moglie e 3 minori. “Assenti gli assistenti sociali, le politiche abitative, a Bologna, le fa la Questura, con fabbro e agenti in antisommossa, per sbattere in strada le persone senza soluzioni” denunciano compagne-i di Plat, presenti fuori dal condominio, dove è arrivata anche un’ambulanza. Alla fine la porta è stata sfondata, con la famiglia fuori casa. La corrispondenza su Radio Onda d’Urto con Fabio, compagno di Plat Bologna. Ascolta o scarica
“GIU’ LE MANI DALLA CITTA'”: GREMITA ASSEMBLEA ALLA CAMERA DEL LAVORO DI MILANO VERSO IL CORTEO NAZIONALE DEL 6 SETTEMBRE
Camera del Lavoro di Milano gremita, martedì 2 settembre, per l’assemblea pubblica promossa dal Leoncavallo che porterà alla manifestazione nazionale di sabato 6 settembre, lanciata a seguito dello sgombero agostano dello spazio sociale, oltre che per un’altra idea di città e di Milano, non in lunka park del cemento, dei ricchi, dei turisti e dei grandi eventi. Almeno 500 le persone presenti. “L’ingiustificata dimostrazione di forza muscolare con cui è stato eseguito lo sfratto ci ha spinto a lanciare le nostre idee al di là dei muri perimetrali di via Watteau – ha spiegato la presidente dell’associazione Mamme Antifasciste del Leoncavallo, Marina Boer, che ha preso la parola tra le prime durante l’assemblea meneghina -, a cercare un confronto con la città e un riscontro con le realtà al di fuori di noi. Questo è stato da sempre il nostro modo di operare”. Presenti partiti, associazioni, realtà sociali di vario genere oltre a un’ampia rappresentanza della Milano antagonista e di movimento, che ha lanciato un pre-concentramento, alle ore 12, davanti alla stazione Centrale, per arrivare poi in corteo al concentramento delle ore 14, lanciato dal Leoncavallo, in Porta Venezia. Il nostro collaboratore, Andrea Cegna, era presente all’assemblea e ha raccolto diverse voci tra compagne e compagni che hanno preso parola. Ascolta o scarica
E’ iniziato lo sfratto del Leoncavallo
La polizia sta eseguendo, con l’ufficiale giudiziario, l’ordine di sfratto emesso nei confronti dello storico centro sociale Leoncavallo a Milano. Lo sfratto del centro sociale di via Watteau era stato rinviato un centinaio di volte e lo scorso novembre il ministero dell’Interno era stato condannato a risarcire 3 milioni ai […] L'articolo E’ iniziato lo sfratto del Leoncavallo su Contropiano.
Picchetto anti sfratto a Sesto San Giovanni
Mercoledì 18 giugno 2025 ore 8,30 in via Catania 40 L’Aler vuole sfrattare un’assegnataria in violazione dell’accordo morosità sottoscritto il 14 luglio 2023. Mercoledì 18 giugno 2025, su richiesta di Aler (Azienda Lombarda per l’Edilizia Residenziale) Milano, l’ufficiale giudiziario potrebbe sfrattare una lavoratrice a basso reddito, madre di quattro figli, che da oltre un anno paga regolarmente i canoni di affitto. I fatti Anni fa, dopo essere stata abbandonata dal marito poi deceduto, la signora sotto sfratto è caduta in depressione e non ha consegnato all’Aler i documenti richiesti per la determinazione della fascia del reddito e quindi del canone di locazione da pagare. A causa di questa irregolarità amministrativa l’Aler ha applicato un affitto mensile di oltre 900 euro per anni, arrivando così a determinare un debito rilevante. Successivamente alla convalida dello sfratto per morosità la signora si è rivolta al sindacato, che ha chiesto e ottenuto dall’Aler, presentando la documentazione, la sua corretta collocazione in una fascia di reddito bassa, essendo la signora un’operatrice negli asili comunali con esiguo reddito e ottenendo una riduzione del debito. Il servizio legale del sindacato ha poi richiesto all’Aler di poter pagare il debito residuo con cambiali e con il versamento di un acconto come previsto dall’accordo sindacale sottoscritto nell’anno 2023,  ma l’Aler si sta rifiutando di applicare l’accordo sindacale, negando di fatto alla signora il piano di rientro. Dalle informazioni raccolte dal sindacato sembrerebbe che Aler voglia a tutti i costi mettere in strada la signora sessantenne; non se ne comprende il motivo, visto che nei palazzi di via Catania dove abita ci sono numerose abitazioni vuote da anni inserite nel piano vendite che la proprietà non riesce a vendere. Il sindacato ritiene inaccettabile e scandaloso che Aler Milano non rispetti l’accordo sindacale sottoscritto e voglia mettere in strada una lavoratrice che già con il pagamento delle tasse di una vita di lavoro avrebbe acquistato la sua abitazione realizzata come le altre con i fondi ex Gescal. Sfrattare una persona fragile che paga l’affitto da un’abitazione pubblica, lasciare decine di alloggi pubblici vuoti e vendere abitazioni popolare costruite con le tasse dei lavoratori sono crimini contro i poveri!!!. Per questi motivi siamo costretti a organizzare un nuovo picchetto. Invitiamo tutti gli antifascisti, i cittadini, i politici, i militanti e i giornalisti che ancora credono nel dovere democratico di informare a non rimanere indifferenti, a non lasciare sole migliaia di famiglie di lavoratori a basso reddito, partecipando al presidio di mercoledì 18 giugno. Dobbiamo esserci tutti. Comitato per l’UNIONE INQUILINI NORD MILANO DIRITTO ALLA CASA Sesto San Giovanni Redazione Milano
PAVIA: BLOCCATO LO SFRATTO DI UNA FAMIGLIA CON MINORI, “LA PROPRIETÀ UNO DEI PALAZZINARI PIÙ RICCHI” DELLA CITTÀ
Questa mattina alle ore 8 presso via Cardano, nel centro di Pavia, si sono presentati attiviste e attivisti dell’Assemblea per il diritto alla casa di Pavia per impedire uno sfratto. La famiglia che avrebbe dovuto lasciare l’appartamento, è composta da una coppia di origini egiziane con un bambino di 3 anni e una bambina di 5 mesi: il padre ha perso il lavoro da qualche mese e non è più riuscito a pagare l’affitto. La famiglia aveva fatto domanda per ottenere un contributo per morosità incolpevole, “che il proprietario dovrebbe accettare”. Tuttavia l’amministrazione “non è riuscita, in ben sette mesi, a prendere in carico la domanda di contributo presentata dalla famiglia lo scorso ottobre”. Come raccontato ai nostri microfoni da Stefano, attivista anti sfratti pavese, “la proprietà è di uno dei palazzinari più ricchi della città, che gestisce centinaia di case in affitto, come in questo caso piene di muffa e a prezzi esorbitanti”. In occasione del quinto accesso previsto per oggi, poco dopo l’arrivo dei solidali, si sono presentate la polizia, i vigili urbani, la Digos, l’assistente sociale, il rappresentante della proprietà e l’ufficiale giudiziario che si è rifiutato di dialogare con i solidali dell’Assemblea per il diritto alla casa. “Ci siamo barricati nella palazzina, la polizia ha tentennato, non si aspettava questa mossa e non ha cercato di entrare”, quindi dopo una mezzoretta l’ufficiale giudiziario ha rinviato lo sfratto alla fine del mese. La famiglia ha diritto ad una casa popolare, ma attualmente né Comune né ALER le hanno assegnato l’alloggio che le spetta. Attiviste e attiviste pretendono casa e diritti per tutti, in particolare chiedono al Comune che “i diversi milioni di euro avanzati dal bilancio comunale vengano destinati alla ristrutturazione delle case popolari attualmente vuote”. A Pavia ci sono “seicento case vuote, lo stesso numero di persone che sono in lista per la casa popolare. Se ristrutturassero, ci sarebbe una casa per tutte”. Il racconto di Stefano, dell’Assemblea per il diritto alla casa di Pavia. Ascolta o scarica