La straordinaria mobilitazione nonviolenta, appassionata e continua del popolo sardo per la PalestinaIeri, 8 ottobre 2025, un presidio affollato ha riempito Piazza Costituzione e le
scalinate del Bastione di Saint Rémy. L’ultimo degli innumerevoli presidi e
cortei che si sono svolti nel capoluogo della Sardegna, ma anche nelle altre
città (Sassari, Nuoro, Oristano, Olbia, Alghero…) e pure nei piccoli centri
dell’interno dall’indomani del 7 ottobre 2023 fino ai nostri giorni.
Cagliari, scalinate del Bastione di Saint Rémy (foto di Rossella Pes)
Sarebbe un elenco lunghissimo ricordarli tutti. La coscienza dei sardi sul
genocidio che si stava compiendo a Gaza, soprattutto quella dei giovani e delle
giovani, è cresciuta nel tempo, dopo lo smarrimento iniziale dovuto all’attacco
di Hamas del 7 ottobre in territorio israeliano al confine con la Striscia di
Gaza, col suo carico di morti, tra cui numerosi civili.
L’Associazione “Amicizia Sardegna Palestina” e il “Comitato di Solidarietà con
la Palestina”, composto da innumerevoli associazioni, sigle sindacali di base,
partiti politici presenti nel territorio, sono stati i propulsori delle
manifestazioni per la Palestina in questi due anni.
Negli ultimi mesi, la protesta contro la connivenza del governo italiano, che ha
continuato a inviare armi a Israele – avendo in Sardegna la fabbrica bellica RWM
di Domusnovs/Iglesias della tedesca Rheinmetall – è stata numericamente sempre
più consistente. Inoltre, la motivazione della solidarietà verso la Global Sumud
Flotilla, su una imbarcazione della quale era imbarcato Marco Loi, un nostro
concittadino, ha contribuito alla partecipazione. Il motto “Rompiamo il
silenzio” sul genocidio nella Striscia di Gaza e su quanto succede nella
Cisgiordania occupata, col pericolo dell’annessione da parte dello Stato
d’Israele, ha contribuito a convogliare molte persone nelle manifestazioni.
A partire dalla prima “Marcia dell’Indignazione” convocata dal Movimento
spontaneo “Can’t Stay Silent”, del 5 settembre scorso, la partecipazione è
andata assumendo vere e proprie caratteristiche di folla: non più centinaia di
persone hanno manifestato e percorso le strade cittadine, ma migliaia (almeno
seimila persone). Venerdì, 19 settembre, una seconda “Marcia
dell’Indignazione”, organizzata insieme da Comitato Can’t Stay Silent, Comitato
sardo di solidarietà con la Palestina, Associazione Amicizia Sardegna Palestina,
ha quasi raddoppiato le presenze (circa 10 mila).
Ha raggiunto, infine, le decine di migliaia al corteo dello sciopero generale
indetto per il 22 settembre dall’USB (almeno 20 mila persone). E ancor più
numerosi sono state le persone partecipanti allo sciopero congiunto USB – CGIL
del 3 0ttobre, indetto al momento in cui la Flotilla è stata abbordata dalla
Marina militare israeliana e i membri degli equipaggi catturati e messi in
carcere (25 – 30 mila, circa).
Cagliari, Manifestazione del 22 settembre – Sciopero generale USB (foto
Facebook)
Tra i due scioperi, il 24 settembre, UNA NOTTE PER GAZA, corteo e presidio in
Piazza Costituzione con l’intervento di musicisti, danzatori e artisti. Durante
la manifestazione è stata consegnata la bandiera della Palestina al sindaco di
Cagliari Massimo Zedda per issarla sulla facciata del Palazzo Comunale.
All’annuncio dell’attacco dell’IDF la sera del 1° ottobre con l’abbordaggio
delle imbarcazioni in rotta verso Gazza, a circa 75 miglia dalla Striscia,
dunque in acque internazionali, una folla spontanea ha gremito Piazza
Costituzione a Cagliari, dalle ore 20.30.
Il 2 ottobre, il presidio notturno del personale sanitario davanti all’Ospedale
San Michele di Cagliari e al Policlinico Universitario di Monserrato, con la
lettura dei nomi di più di 1500 operatori sanitari uccisi a Gaza. Il 4 ottobre,
in concomitanza della grande manifestazione nazionale indetta dalle comunità
palestinesi a Roma, anche a Cagliari alcune migliaia di persone sono scese in
piazza e hanno sfilato per le strade cittadine. Cortei e presidi sono continuati
nelle giornate di lunedì 6 e mercoledì 8 ottobre.
Cagliari, presidio “Luci per Gaza” davanti all’Ospedale San Michele (foto di
Pierpaolo Loi)
Manifestazioni, dunque, affollate da persone di ogni età, soprattutto da
giovani, da famiglie intere con bambini/e, con bandiere della Palestina, con
cartelli creativi, strumenti per far rumore e chiasso per rompere il silenzio e
slogan inneggianti alla fine del massacro, del genocidio ormai acclarato che si
sta compiendo nella Striscia di Gaza, al diritto all’autodeterminazione del
popolo palestinese: Palestina libera!
La presa di coscienza delle moltitudini isolane, ha scavalcato le istituzioni
del nostro Paese, dimostratesi reticenti e conniventi col governo d’Israele, al
di là di dichiarazioni di facciata, anche nei confronti dei nostri connazionali
partecipanti alla grande azione umanitaria della Global Sumud Flotilla. In
risposta alla Presidente del Consiglio – che ha definito come “irresponsabili”
le cittadine e i cittadini italiani membri degli equipaggi della Flotilla – , e
al Ministro degli Esteri – la cui infelice ma sintomatica espressione “il
diritto internazionale conta fino a un certo punto” ha scatenato la
costernazione, il sarcasmo e l’ironia -, la straordinaria mobilitazione
nonviolenta, appassionata e continua del popolo sardo.
Pierpaolo Loi