“Fuori Leonardo S.p.A. dai centri di formazione professionale”
La complicità di Leonardo S.p.A. nel genocidio in Palestina è ormai di dominio
pubblico. Nonostante il tentativo di smentita dell’Amministratore delegato
Roberto Cingolani in una recente intervista al “Corriere della Sera”, l’azienda
produttrice di armamenti, il cui maggior azionista è il Ministero dell’Economia
e delle Finanze, ha rifornito e continua a rifornire Israele, stato sotto accusa
per genocidio alla Corte Internazionale di Giustizia, con le armi prodotte nei
suoi stabilimenti. Dai cannoni prodotti dalla controllata Oto Melara in
dotazione alla marina israeliana con i quali sono stati effettuati bombardamenti
sulla Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023 in poi, alla componentistica prodotta
da Leonardo per gli F-35 utilizzati per radere al suolo Gaza, alla fornitura di
elicotteri Agusta per l’addestramento delle forze di occupazione, alla
produzione da parte di MBDA, partecipata di Leonardo, di componenti di ali
direzionali per le bombe GBU-39, responsabili, come documentato dal quotidiano
britannico “The Guardian”, di almeno decine di vittime civili.
Questa complicità, ben documentata anche dalla Relatrice Speciale per il
territorio palestinese occupato Francesca Albanese nel suo penultimo rapporto,
ha spinto alcune associazioni e una cittadina palestinese a denunciare la scorsa
settimana Leonardo S.p.A. al Tribunale Civile di Roma. Di fronte a tali
responsabilità ineludibili, Leonardo non dovrebbe unicamente essere messa sotto
inchiesta nei tribunali: non dovrebbe avere più nessuna legittimità negli spazi
pubblici di questo paese, men che meno nei luoghi della formazione.
> E invece, come documentato da “Altreconomia” nel numero di Ottobre, almeno 23
> atenei pubblici hanno legami con Leonardo. Queste collaborazioni possono
> prendere la forma di progetti di ricerca finanziati da Leonardo, ma anche
> borse di studio o contratti a tempo determinato per ricercatori/ricercatrici,
> fino a indirizzare la didattica, con insegnamenti tenuti proprio da docenti
> riconducibili a Leonardo.
Un legame atenei pubblici – Leonardo S.p.A. che non solo pone seri interrogativi
sull’autonomia dei saperi e sul ruolo sociale dell’Università e della ricerca
pubbliche, che dovrebbero essere luoghi di elaborazioni di saperi critici
nell’interesse collettivo. Queste collaborazioni svolgono anche la funzione di
peace-washing, cercando di riabilitare l’azienda bellica occultando, o quanto
meno facendo passare in secondo piano, le proprie responsabilità nelle
violazioni dei diritti umani.
> A questo rapporto consolidato fra istituzioni universitarie e Leonardo, dal
> 2023 si aggiunge un accordo di collaborazione stretto fra l’azienda bellica e
> la Città Metropolitana di Roma Capitale per la «realizzazione di percorsi
> formativi innovativi da realizzarsi presso i Centri Metropolitani di
> Formazione Professionale».
L’accordo di collaborazione, istituito con il decreto n. 94 del 13/06/2023 e poi
finalizzato l’anno successivo con il decreto n. 7 del 22/01/2024, consente a
Leonardo di entrare nel Centro Metropolitano di Formazione Professionale di
Acilia allestendo «un laboratorio specialistico in materia di cyber security
brandizzato con propri loghi e marchi» Leonardo inoltre, nell’ambito
dell’accordo, svolgerà «il ruolo di Azienda madrina per gli studenti del 1° anno
[ragazz3 di 14 anni], accoglierà gli studenti del 2° e 3° anno in alternanza
scuola-lavoro rinforzata e potrà sottoscrivere contratti di apprendistato». Il
risultato di questa collaborazione è la progettazione di un percorso formativo
triennale, gratuito per student3 dai 14 ai 17 anni, che abilita la figura di
Operatore Informatico in Ambiente Cybersecurity.
L’operazione di peace-washing messa in piedi da Leonardo è palese, con il
supporto inaccettabile della Città Metropolitana di Roma Capitale, che in tal
modo dimostra disprezzo della giurisdizione internazionale e della vita dei e
delle palestinesi (che il genocidio israeliano continua a uccidere dimostrando
quanto strumentale sia questo “cessate il fuoco” per la normalizzazione del
massacro).
Chiediamo quindi l’immediata rescissione della collaborazione fra Leonardo
S.p.A. e la Città Metropolitana di Roma Capitale: come previsto nell’articolo 5
dell’Accordo, tale rescissione sarà senza oneri per la Città Metropolitana in
quanto «non darà diritto ad alcuna indennità o risarcimento, a qualsiasi titolo
e di qualsiasi natura».
Chiediamo inoltre l’immediata espulsione di Leonardo e di tutti gli attori che
hanno supportato il genocidio, l’occupazione e l’apartheid dal mondo della
formazione: i saperi devono essere liberi, contro le guerre e per
l’auto-determinazione dei popoli.
BDS Roma
Docenti per Gaza
RUP – Rete Ricerca e Università per la Palestina
Immagine di copertina di Dinamopress
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