UCRAINA: PROSEGUONO I NEGOZIATI TRA RUSSIA E STATI UNITI (SENZA UE E UCRAINA)
Ieri, martedì 2 dicembre, l’inviato speciale Usa Witkoff ha incontrato Putin al
Cremlino, a Mosca.
Il segretario di Stato Usa Rubio ha parlato di “alcuni progressi” nei colloqui
con la Russia, tuttavia oggi Witkoff avrebbe dovuto vedere Zelensky a Bruxelles,
ma l’incontro è saltato, ufficialmente per il “necessario rientro a Washington”,
in modo da riferire a Trump sull’esito non particolarmente positivo del viaggio
moscovita, da dove Putin fa sapere: “non abbiamo bocciato il piano in toto, ma
alcune sue parti”, nello specifico quelle sui territori ucraini da inglobare e –
soprattutto – al ruolo di Nato e pure della Ue.
Proprio la Ue incassa il niet della sull’uso di 140 miliardi di euro da girare a
Kiev dagli asset congelati di Mosca, oggi all’ordine del giorno alla riunione
dei Rappresentanti permanenti. Pure il Belgio, dove sono congelati i beni russi,
ribadisce la propria contrarietà; in caso infatti di causa da parte di Mosca e
di – probabile – vittoria russa, lo Stato belga ha fatto sapere alla Commissione
Ue di rischiare concretamente la bancarotta. Per ora su questo non replica la
Von der Leyen, che incassa invece l’ok di Consiglio e Parlamento europei sul
regolamento per eliminare le importazioni di gas russo: stop graduale da fine
2026, totale dall’autunno 2027. “Colpirà soprattutto l’Europa”, la replica di
Mosca a Bruxelles.
Sul campo intanto si continua a combattere. Due persone uccise e tre ferite in
un attacco russo sulla città di Ternivka (Dnipropetrovsk) dove è anche scoppiato
un vasto incendio, che ha coinvolto diverse abitazioni private. Vasto incendio,
per droni ucraini, pure sull’altro fronte, in un deposito di petrolio nella
regione russa di Tambov. Droni a segno pure in un’altra regione russa, quella di
Voronezh, su serbatoi di carburante.
Due giorni fa – ma la notizia è stata diffusa solo oggi dai Servizi segreti
ucraini – quinto attacco all’oleodotto Druzhba, l’Oleodotto dell’Amicizia, la
più grande arteria per il trasporto di petrolio russo in Europa: in passato
riforniva Bielorussia, Polonia, Slovacchia, Rep. Ceca, Ungheria, Germania e
Ucraina, sebbene Ungheria e Slovacchia siano ora gli unici paesi dell’Ue a
ricevere ancora petrolio russo. L’attacco all’altezza Kazinsky – Vysilky
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, il commento e l’analisi di Alberto Negri,
editorialista de Il Manifesto Ascolta o scarica