Educazione civica con forze armate all’IC “San Silvestro” di Curtatone (MN)Educazione civica e cittadinanza attiva sono valori e pratiche condivise che una
società aperta e inclusiva non avrebbe alcun timore a valorizzare attraverso
percorsi reali nelle scuole e in ogni ambito sociale. In tempi nei quali le
distanze tra etnie, gruppi sociali e religiosi aumentano, con il cosiddetto
ascensore sociale fermo da lustri, dovemmo tutti preoccuparci di rendere
inclusiva la nostra società rimuovendo gli steccati eretti ad arte nel corso
degli anni a partire dal mondo educativo.
Ma quando si fa riferimento alla educazione civica dovremmo in realtà limitarci
alle direttive del Ministro Giuseppe Valditara, alla mera esaltazione della
patria e in un contesto sociale nel quale ogni giorno si opera una sostanziale
revisione della storia recente e passata. Dopo anni di progressivo abbandono
ormai l’educazione civica si sta trasformando in strumento ideologico rivolto
alle giovani generazioni.
Queste linee guida rappresentano un problema insormontabile e, come Osservatorio
contro la militarizzazione delle scuole e delle università, invitiamo docenti,
genitori e il mondo dell’associazionismo a prendere posizione perché una
cittadinanza attiva dovrebbe nascere da ben altri presupposti e avvalersi di
pratiche e riferimenti lontani anni luce dalla esaltazione della patria che da
sempre viene identificata con un sistema valoriali e pratiche militariste
Alcuni genitori ci hanno segnalato il percorso “E’ una regola…da ragazzi””
realizzato da docenti e alunni della classe 5^B della Scuola Primaria di San
Silvestro di Mantova, recentemente avvenuto alla presenza di militari nelle
aule, come si legge dal loro sito: «Per attivare un’emulazione positiva, sono
stati proposti esempi di vita concreta di particolare significato producendo
esempi concreti di solidarietà, giustizia, rispetto e difesa dei diritti umani
(collaborazione con la Polizia Locale, l’arma dei Carabinieri, […] l’Esercito
italiano e la Polizia di Stato)» (clicca qui).
A costo di ripetere concetti già ampiamente utilizzati, e nel nostro sito non
mancano riflessioni, studi e segnalazioni, la piena e consapevole partecipazione
alla vita civica, culturale e sociale delle comunità dovrebbe avvenire in ben
altro modo a partire dalla conoscenza dei diritti sociali che invece sono
dimenticati.
Il rispetto delle regole, se scisso dai diritti sociali, diventa il buon viatico
per una accettazione passiva dello status quo, quello che noi dovremmo avere a
cuore non è la costruzione di una società di replicanti, ma di soggetti attivi e
partecipi e all’occorrenza anche dissenzienti davanti a scelte ritenute
sbagliate.
La cittadinanza attiva per noi non è quella prona all’ordine costituito, ma
quella che è ben consapevole di regole comuni alla base della vita in comune,
nella conoscenza dei diritti e dei doveri con un occhio critico e aperto verso
la società.
Per esperienza diretta, i valori militari sono ben diversi da quelli di una
società aperta e dialogante, il rispetto per le regole e le istituzioni nasce
dalla conoscenza delle stesse, una conoscenza critica capace di accogliere anche
esperienze di disobbedienza civile e non solo cieca obbedienza e mera passività.
Gli esempi concreti di solidarietà, giustizia, rispetto e difesa dei diritti
umani avrebbero meritato anche altre collaborazioni e presenze oltre a quelle
delle Forze dell’Ordine
Federico Giusti, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle
università