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Mantova, Gioventù nazionale contro Dirigente Scolastica e Global Sumud Flotilla
Ancora una volta in soccorso del Governo, a copertura delle complicità con lo Stato genocida di Israele arrivano i giovani della Meloni, parliamo di Gioventù nazionale, organizzazione giovanile dei Fratelli d’Italia che accusa la preside di un istituto cittadino di avere preso posizione a favore della Global Sumud Flotilla. Le dichiarazioni che creano tanto sdegno e riprovazione da parte di Gioventù nazionale sono quelle che ogni educatore degno di rispetto dovrebbe pronunciare ossia un messaggio di pace costruito quotidianamente anche attraverso pratiche di nonviolenza, solidarietà e speranza. La presa di posizione pubblica di Gioventù nazionale viene puntualmente ripresa dai vertici cittadini di FdI, secondo i quali la preside e il suo messaggio di pace sono considerati una sorta di indottrinamento ideologico “degno del regime di Pol Pot”. Solo il cieco e acritico furore ideologico della destra di Governo può determinare certe campagne, nelle quali una missione di pace, umanitaria, di concreto aiuto al Popolo palestinese, di denuncia del blocco, andato avanti mesi, dei generi di prima necessità viene vilipesa e ridicolizzata con un accostamento che nasce dalla non conoscenza dei fatti storici, una mera ignoranza degli avvenimenti passati e presenti. La scuola deve essere un luogo di confronto nel quale non siano gli esponenti del Governo a decidere quali libri di testo ammettere e quali invece sottoporre a preventiva censura, in cui le pratiche di indottrinamento vengono costruite ogni giorno ad arte per promuovere censura e repressione. Le rimostranze di svariati studenti e genitori raccolti da FdI sono in realtà la risposta di una esigua minoranza che si fa forte del sostegno del Governo e dei vertici mantovani di FdI, come dimostra la partecipazione attiva di studenti e studentesse a tutte le mobilitazioni, ai momenti di confronto costruiti per settimane a sostegno del popolo palestinese. Perfino una missione umanitaria diventa oggetto di feroci e scomposti attacchi. Accade che quando non ci sono argomenti da portare nel confronto quotidiano, si trasforma tutto in “propaganda sinistra” per nascondere una posizione di connivenza con il Governo di Israele. La scuola torni, quindi, un luogo di confronto e discussione; chi oggi ha paura del libero confronto farà di tutto per giustificare processi repressivi atti a trasformare i luoghi del sapere in caserme ove la cieca obbedienza ai poteri forti regni incontrastata. La solidarietà dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università alla Dirigente dell’istituto “Fermi” di Mantova e alla stragrande maggioranza del corpo docente, dei genitori e degli studenti e delle studentesse che hanno solidarizzato con lei. Abbiamo bisogno di dirigenti coraggiosi che non si fanno intimorire davanti alla becera propaganda di chi vuole impedire un sano dibattito nelle scuole. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Contro tutte le oppressioni!
In comunicazione telefonica con Gorgo, del collettivo No food, No science di Mantova, abbiamo parlato dell'attivismo antispecista portato avanti dal collettivo, della conseguente repressione istituzionale contro chi fa militanza antispecista a Mantova e delle prossime iniziative nelle quale parteciperà No food, No science, come il festival del fumetto antispecista che si terrà al Centro Sociale e rifugio per animali Agripunk il 27 e 28 settembre.  
Normativ / DEMO_1
Normativ release “DEMO_1” out on August 20th 2025 Normativ is a band from Mantua, Italy, born in 2025 from the union of two acts: a/lpaca and submeet.Their sound fuses post-punk and noise, driven by pounding, repetitive rhythms. It’s music built on tension, erupting into sonic disobedience and a fierce desire to […]
Educazione civica con forze armate all’IC “San Silvestro” di Curtatone (MN)
Educazione civica e cittadinanza attiva sono valori e pratiche condivise che una società aperta e inclusiva non avrebbe alcun timore a valorizzare attraverso percorsi reali nelle scuole e in ogni ambito sociale. In tempi nei quali le distanze tra etnie, gruppi sociali e religiosi aumentano, con il cosiddetto ascensore sociale fermo da lustri, dovemmo tutti preoccuparci di rendere inclusiva la nostra società rimuovendo gli steccati eretti ad arte nel corso degli anni a partire dal mondo educativo. Ma quando si fa riferimento alla educazione civica dovremmo in realtà limitarci alle direttive del Ministro Giuseppe Valditara, alla mera esaltazione della patria e in un contesto sociale nel quale ogni giorno si opera una sostanziale revisione della storia recente e passata. Dopo anni di progressivo abbandono ormai l’educazione civica si sta trasformando in strumento ideologico rivolto alle giovani generazioni. Queste linee guida rappresentano un problema insormontabile e, come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, invitiamo docenti, genitori e il mondo dell’associazionismo a prendere posizione perché una cittadinanza attiva dovrebbe nascere da ben altri presupposti e avvalersi di pratiche e riferimenti lontani anni luce dalla esaltazione della patria che da sempre viene identificata con un sistema valoriali e pratiche militariste Alcuni genitori ci hanno segnalato il percorso “E’ una regola…da ragazzi”” realizzato da docenti e alunni della classe 5^B della Scuola Primaria di San Silvestro di Mantova, recentemente avvenuto alla presenza di militari nelle aule, come si legge dal loro sito: «Per attivare un’emulazione positiva, sono stati proposti esempi di vita concreta di particolare significato producendo esempi concreti di solidarietà, giustizia, rispetto e difesa dei diritti umani (collaborazione con la Polizia Locale, l’arma dei Carabinieri, […] l’Esercito italiano e la Polizia di Stato)» (clicca qui). A costo di ripetere concetti già ampiamente utilizzati, e nel nostro sito non mancano riflessioni, studi e segnalazioni, la piena e consapevole partecipazione alla vita civica, culturale e sociale delle comunità dovrebbe avvenire in ben altro modo a partire dalla conoscenza dei diritti sociali che invece sono dimenticati. Il rispetto delle regole, se scisso dai diritti sociali, diventa il buon viatico per una accettazione passiva dello status quo, quello che noi dovremmo avere a cuore non è la costruzione di una società di replicanti, ma di soggetti attivi e partecipi e all’occorrenza anche dissenzienti davanti a scelte ritenute sbagliate. La cittadinanza attiva per noi non è quella prona all’ordine costituito, ma quella che è ben consapevole di regole comuni alla base della vita in comune, nella conoscenza dei diritti e dei doveri con un occhio critico e aperto verso la società. Per esperienza diretta, i valori militari sono ben diversi da quelli di una società aperta e dialogante, il rispetto per le regole e le istituzioni nasce dalla conoscenza delle stesse, una conoscenza critica capace di accogliere anche esperienze di disobbedienza civile e non solo cieca obbedienza e mera passività. Gli esempi concreti di solidarietà, giustizia, rispetto e difesa dei diritti umani avrebbero meritato anche altre collaborazioni e presenze oltre a quelle delle Forze dell’Ordine Federico Giusti, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università