Lo stato di salute della green economy in Italia registra luci e ombre
Nel 2024 le emissioni di gas serra diminuiscono troppo poco; aumentano i consumi
finali di energia per edifici e trasporti e si importa troppa energia
dall’estero; il consumo di suolo non si arresta; la mobilità sostenibile si
scontra con 701 auto ogni 1.000 abitanti, il numero più alto d’Europa.
Dall’altro lato, la produzione di energia elettrica da rinnovabili è arrivata al
49% di tutta la generazione nazionale di elettricità, l’Italia mantiene il suo
primato europeo in economia circolare, l’agricoltura biologica cresce del 24%
nel 2024 e le città italiane mostrano vivacità nella transizione ecologica. È
questa la fotografia dell’Italia delle green economy contenuta nella Relazione
sullo Stato della Green Economy 2025 presentata in occasione degli Stati
Generali della Green Economy, il recente summit verde promosso dal Consiglio
Nazionale della Green Economy e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, in
collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
Per quanto riguarda le emissioni e il clima, dal 1990 al 2024 sono state ridotte
complessivamente del 28%, ma nel solo 2024 il taglio delle emissioni di gas
serra è stato di poco più di 7 milioni di tonnellate, neanche un meno 2% su base
annua: un quarto della diminuzione registrata nel 2023. Per raggiungere
l’obiettivo assegnato all’Italia nell’ambito del burden sharing europeo del 43%
al 2030, occorre tagliarle di un altro 15% nei rimanenti 6 anni. In Italia il
2024 è stato l’anno più caldo di sempre, con oltre 3.600 eventi climatici
estremi, quattro volte quelli del 2018. Quanto all’energia, dal 2005 al 2024, in
Italia i consumi di energia per unità di ricchezza prodotta si sono ridotti del
28% (meno della media europea del 35%). L’Italia rimane inoltre fra i Paesi
europei con la più alta dipendenza energetica dall’estero. Per i consumi finali
di energia, le stime per il 2024 non sono positive: i consumi registrano un
aumento di circa l’1,5%, da ricondursi interamente ai settori degli edifici e
dei trasporti, che si confermano i veri settori “hard to abate” per l’Italia.
Nel 2024 la produzione di elettricità da rinnovabili ha superato i 130 miliardi
di kWh, al 49% della generazione di elettricità, in traiettoria col target del
PNIEC, del 70% al 2030. Purtroppo, i dati del primo semestre del 2025 mostrano
un nuovo possibile rallentamento – del 17% per le nuove installazioni di eolico
e fotovoltaico rispetto al primo semestre del 2024 – probabilmente per la fine
del superbonus del 110% e per la frenata attivata da alcune Regioni. Più
efficienza, maggiore risparmio energetico e un forte sviluppo delle rinnovabili
sono essenziali non solo per la decarbonizzazione, ma anche per ridurre in
Italia i costi dell’energia e aumentare la competitività.
In merito all’economia circolare, invece, l’Italia primeggia in Europa. La
transizione verso una maggiore circolarità dell’economia è particolarmente
importante per l’Italia, che utilizza grandi quantità di materiali che importa
per il 46,6%. L’Italia ha le migliori performance di circolarità fra i grandi
Paesi europei per la produttività delle risorse, cresciuta dal 2020 al 2024 del
32%, da 3,6 a 4,7 €/kg; per il tasso di utilizzo circolare dei materiali, che
nel 2023 ha raggiunto il 20,8; per-il tasso di riciclo dell’86% del totale dei
rifiuti e per il 75,6% di riciclo degli imballaggi. Attenzione però al mercato
delle MPS (materiale recuperato da scarti di lavorazione che può essere
riutilizzato in una nuova produzione), in particolare quello della plastica
riciclata, precipitato in una forte crisi che, se non risolta, potrebbe produrre
ricadute negative anche sugli sbocchi delle raccolte differenziate.
Più criticità, invece, si riscontrano sulla mobilità. In Italia, benché nel 2024
abbiamo raggiunto il record europeo di 701 auto ogni 1.000 abitanti (571 la
media UE di 571), la produzione è scesa ai minimi storici, a 310 mila unità, con
una quota, ormai marginale, del 2,1%, della produzione di auto in Europa. Dopo
aver perso il treno dell’industria automobilistica tradizionale, si stanno
accumulando ritardi anche nell’industria automobilistica del futuro, quella
delle auto elettriche, calate del 13% nel 2024, con una quota di mercato in
diminuzione dall’8,6% al 7,6%, un terzo della media UE che è al 22,7%. Benzina e
diesel alimentano ancora l’82,5% del parco e il parco auto invecchia ogni anno
di più, è arrivato a una media di 12,8 anni. Al contrario, il nostro Paese si
muove bene in agricoltura, con il biologico che cresce. Tra il 1980 e il 2023 in
Italia i danni causati all’agricoltura da eventi atmosferici estremi sono stati
pari a 135 miliardi di euro, il più elevato in Europa. È essenziale che
l’agricoltura italiana sia più coinvolta nella transizione climatica, con misure
di adattamento e mitigazione. L’Italia è il Paese europeo con il più elevato
numero di prodotti DOP, IGP, STG: nel 2023 sono stati 856. Cresce ormai ogni
anno l’agricoltura biologica. Nel 2024 la somma delle aree certificate e in
conversione è stata di 2.514.596 con un incremento del 2,4% rispetto all’anno
precedente e dell’81,2% in confronto al 2014. La Sicilia continua a essere la
regione con la maggiore estensione in valore assoluto (402.779), seguita da
Puglia e Toscana. Queste tre regioni concentrano il 38% di tutta la superficie
biologica nazionale. Purtroppo, non si ferma nel nostro Paese il consumo di
suolo: tra il 2022 e il 2023 in Italia è stato di 64,4 km2 circa 17,6 ettari al
giorno, il terzo valore più alto dal 2012. L’impermeabilizzazione del suolo
aumenta il deflusso superficiale e riduce la capacità di assorbimento delle
piogge, contribuendo ad aumentare gli impatti degli eventi atmosferici estremi.
In termini di impermeabilizzazione, tra i capoluoghi delle Città Metropolitane,
segnaliamo che Napoli con il 34,7% e Milano con il 31,8%, hanno i valori più
elevati, mentre Messina (6%), Reggio Calabria (5,8%) e Palermo (5,7%) registrano
le minori percentuali.
Il Rapporto evidenzia come le città italiane siano molto esposte ai rischi della
crisi climatica. Nei mesi estivi del 2024, il 90,6% della popolazione residente
nelle città italiane è stata esposta a temperature medie superiori a 40°C.
Grazie alla partecipazione ad iniziative europee e ai fondi del PNRR, molte
città hanno realizzato interventi di mitigazione e di adattamento alla crisi
climatica e iniziative dedicate alla transizione ecologica: impianti innovativi
per la gestione dei rifiuti urbani, aumento di piste ciclabili e potenziamento
del trasporto pubblico, rinnovo delle flotte di bus, tutela e valorizzazione del
verde urbano, ecc. Nel 2026, terminati i fondi del PNRR, occorrerà attivare
nuove forme di finanziamento per continuare a sostenere la grande vivacità e
qualità delle iniziative per la transizione ecologica avviate nelle città.
Qui la Relazione 2025:
https://www.statigenerali.org/wp-content/uploads/2025/11/Relazione-sullo-stato-della-green-economy-in-Italia-2025.pdf
Giovanni Caprio