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Boicottaggio e diritti umani: a Napoli cresce il movimento BDS
NEL VENTENNALE DEL MOVIMENTO INTERNAZIONALE BDS CRESCE ANCHE A NAPOLI L’IMPEGNO PER I DIRITTI DEL POPOLO PALESTINESE: NASCE UN NODO CITTADINO, SI RAFFORZA LA RETE SPLAI E SI PREPARA L’INCONTRO CON UNO DEI FONDATORI. Nel 2025 il movimento internazionale BDS (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni per i diritti del popolo palestinese) ha compiuto vent’anni. La sua nascita risale al 9 luglio 2005, quando sindacati, associazioni accademiche, chiese e movimenti di base in tutto il mondo lanciarono un appello: “La società civile palestinese chiama al Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro Israele fino a quando non rispetterà il Diritto Internazionale ei Principi Universali dei Diritti Umani” . Alla base dell’iniziativa c’è un principio semplice: i palestinesi hanno gli stessi diritti del resto dell’umanità. Ispirato al movimento anti-apartheid sudafricano, il BDS invita ad esercitare forme di pressione su Israele affinché rispetti il diritto internazionale. È un movimento globale che sostiene la parità di diritti per tutti e tutti e si oppone ad ogni forma di razzismo, fascismo, sessismo, antisemitismo, islamofobia e discriminazione etnica o religiosa. Importante anche il ruolo di diversi gruppi ebraici progressisti, mentre personalità come l’arcivescovo Desmond Tutu, Naomi Klein, Roger Waters, Angela Davis, Moni Ovadia, Ken Loach e Judith Butler hanno espresso aumentando il loro sostegno. Il focus resta il contrasto all’apartheid e al colonialismo d’insediamento israeliano: “Israele occupa e colonizza la terra palestinese, discrimina i cittadini palestinesi di Israele e nega ai profughi palestinesi il diritto di tornare alle loro case” , si legge sul sito ufficiale del movimento. Gli strumenti principali del BDS si articolano su tre direttrici. Il boicottaggio riguarda le istituzioni sportive, culturali e accademiche israeliane, oltre alle aziende coinvolte nelle violazioni dei diritti umani. Il disinvestimento chiede a banche, consigli locali, chiese, fondi pensione e università di ritirare i capitali da Israele e dalle imprese complici dell’apartheid. Le sanzioni , infine, sono rivolte ai governi, sostenendo pongano fine alla complicità con l’apartheid israeliano, vietino rapporti economici con gli insediamenti illegali, interrompano il commercio militare e sospendano accordi di rappresentanza internazionale. LA RETE SPLAI A NAPOLI A Napoli, campagne di boicottaggio legate al BDS sono attive da tempo. Tra queste spicca SPLAI – Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliano , che promuove una rete di spazi, reali e virtuali, dichiarati liberi da ogni forma di discriminazione e impegnati a non collaborare con sistemi di oppressione. Il primo ad aderire è stato il Caffè Arabo di Piazza Bellini, a cui si sono poi aggiunti numerosi luoghi noti della città: associazioni come il Centro Handala Ali e il Centro di Cucina Consapevole, esercizi commerciali come La Taverna a Santa Chiara, Magma Art, L’Orto va in città, e spazi politici come il Giardino Liberato, l’Ex Opg Je so’ pazzo , Casa del Popolo Civico 7 Liberato e il Mezzocannone Occupato. Oggi, le attività SPLAI in Italia sono oltre 500, testimonianza di una crescente sensibilità verso la crisi umanitaria e della consapevolezza che la solidarietà può trasformarsi in azione politica nei luoghi di vita, di lavoro e del tempo libero. ASSEMBLEE E NUOVO NODO CITTADINO Negli ultimi mesi l’attenzione si è intensificata, anche in seguito al caso legato alla Taverna a Santa Chiara, uno degli spazi SPLAI. Proprio da lì è maturata l’esigenza di un coordinamento cittadino. Il 17 giugno scorso oltre 80 persone si sono ritrovate in Largo Banchi Nuovi per una pubblica assemblea. L’esito dell’incontro è stato chiaro: costruire un nodo napoletano del BDS , capace di mettere in rete le diverse realtà già attive e di reagire in modo tempestivo contro il genocidio in corso a Gaza. Un secondo appuntamento si è svolto l’11 settembre presso l’Asilo Filangieri, bene comune cittadino. Anche qui la partecipazione è stata ampia e trasversale. Tra i temi emersi, il rafforzamento del boicottaggio accademico, la pressione sull’Autorità portuale per impedire il transito di imbarcazioni con materiale bellico (in collaborazione con il nodo BDS di Salerno) e la campagna internazionale “No room for genocide” , rivolta ai piccoli operatori del settore ricettivo. Quest’ultima campagna richiama gli obblighi sanciti dal diritto internazionale: gli Stati terzi devono interrompere ogni forma di complicità nella commissione di crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio. Ciò significa negare il passaggio e l’asilo ai responsabili e perseguirli per i loro crimini. Considerati i grandi flussi turistici che attraversano Napoli ei collegamenti diretti con Tel Aviv, la città può diventare un punto strategico per dare concretezza a questo impegno. L’ARRIVO DI OMAR BARGHOUTI Il prossimo appuntamento annunciato ha un valore particolare: l’arrivo a Napoli di Omar Barghouti , membro fondatore della Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI) e co-fondatore del movimento BDS. Barghouti sarà presente per una tappa di due giorni nell’ambito di un tour italiano. L’incontro è fissato per sabato 20 settembre alle 18:30 presso lo Zero81 – Laboratorio di Mutuo Soccorso, in Largo Banchi Nuovi . Sarà un’occasione per dialogare con uno dei principali ideatori del movimento, porre domande, proporre collaborazioni e costruire azioni comuni. La serata si concluderà con una cena sociale. UN INVITO APERTO L’appello alla cittadinanza resta aperto: chiunque condivida i valori ei principi fondanti del BDS è chiamato a partecipare. In ogni luogo, in ogni modo, dal basso. -------------------------------------------------------------------------------- FONTI * http://Cos’è il BDS – sito ufficiale BDS Italia * Elenco aderenti SPLAI – BDS Italia * http://L’Espresso – Archiviazione caso Taverna Santa Chiara Redazione Napoli
Oltre 500 Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana in tutta Italia
NELLE ULTIME SETTIMANE SONO GIUNTE OLTRE 100 NUOVE RICHIESTE DI ADESIONE ALLA CAMPAGNA SPAZI LIBERI DALL’APARTHEID ISRAELIANA (SPLAI), ARRIVANDO COSÌ A SUPERARE I 500 SPAZI CHE IN ITALIA HANNO DECISO DI RIFIUTARE OGNI COMPLICITÀ CON IL GENOCIDIO E LA PULIZIA ETNICA DI ISRAELE IN ATTO CONTRO I PALESTINESI E CON IL SUO REGIME DI COLONIALISMO, OCCUPAZIONE E APARHEID. Tra le adesioni recenti si contano bar, ristoranti, artisti, librerie, liberi professionisti e molti circoli ARCI, anche in seguito all’adesione di ARCI Nazionale. Una vera e propria ondata di solidarietà e resistenza in risposta anche agli attacchi che hanno subito i gestori della Taverna a Santa Chiara, accusati ingiustamente di antisemitismo per aver risposto alle provocazioni di due turisti israeliani che difendevano il genocidio del loro paese a Gaza. La campagna di odio contro uno spazio che ha scelto di schierarsi in difesa del diritto internazionale e dei diritti dei palestinesi ha avuto come effetto quello di produrre una reazione solidale di associazioni, attività commerciali e singoli cittadini e di dare slancio alle campagne di boicottaggio dei prodotti israeliani e delle aziende complici. Il 19 luglio 2024 la Corte Internazionale di Giustizia ha confermato la discriminazione sistemica e sistematica che differenzia i palestinesi dagli ebrei israeliani. Ha dichiarato Israele colpevole di apartheid e la sua occupazione militare illegale, ordinando a Israele di porre fine all’occupazione militare della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est. QUINDI DICHIARARSI SPAZIO LIBERO DALL’APARTHEID NON HA NULLA A CHE VEDERE CON L’ANTISEMITISMO. NE È LA PROVA ANCHE IL FATTO MOLTI EBREI IN TUTTO IL MONDO HANNO FATTO PROPRIA LA DENUNCIA DEI CRIMINI DELL’APARTHEID E DEL COLONIALISMO ISRAELIANO E SONO SOLIDALI CON I PIENI DIRITTI DEI PALESTINESI. In Italia gli spazi liberi dall’apartheid si impegnano a non acquistare e vendere prodotti e servizi di imprese – israeliane e internazionali – implicate nelle violazioni dei diritti dei palestinesi, come indicato nella guida al boicottaggio di BDS Italia. Gli spazi culturali si impegnano a non ospitare o partecipare a eventi culturali, accademici e sportivi finanziati o sponsorizzati da Israele o che ne coinvolgano i suoi rappresentanti ufficiali, rispettando le linee guida sul boicottaggio culturale SPLAI fa parte della campagna internazionale del BDS “Apartheid Free Zones”, una rete internazionale di solidarietà con la Palestina attiva, oltre che in Italia, anche in Belgio, Norvegia, Spagna, Grecia, Finlandia, Stati Uniti, Brasile, Cile, Argentina, Australia, Marocco. In molti altri paesi continua a raccogliere nuove adesioni, con 180 spazi attivi in Sud America, 115 in Finlandia, 170 in Irlanda, per citarne alcuni. In Sudafrica l’apartheid fu sconfitta dalla resistenza della popolazione nera, dalle azioni di boicottaggio internazionale e dalle sanzioni varate dalla comunità internazionale. Nel 2005, ispirandosi alla lotta sudafricana, la società civile palestinese ha lanciato un appello per un movimento internazionale di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), come forma di pressione nonviolenta su Israele, affinché rispetti il diritto internazionale e i diritti dei palestinesi. La solidarietà concreta con la resistenza delle e dei palestinesi contro il genicidio e la pulizia etnica e con la loro lotta per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza, oggi passa anche dal rafforzamento della rete di spazi liberi da ogni forma di discriminazione e da ogni complicità con il regime di oppressione israeliano. Invitiamo associazioni, sindacati, movimenti, attività produttive e commerciali, centri sociali e culturali, squadre di sport popolare e altri spazi ad aderire alla campagna SPLAI. Chiediamo a tutte le persone solidali di sostenere gli SPLAI e di invitare gli spazi frequentati ad aderire alla campagna. Tutte le informazioni sulla campagna SPLAI a questa pagina. 
Oltre 500 Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana in tutta Italia
NELLE ULTIME SETTIMANE SONO GIUNTE OLTRE 100 NUOVE RICHIESTE DI ADESIONE ALLA CAMPAGNA SPAZI LIBERI DALL’APARTHEID ISRAELIANA (SPLAI), ARRIVANDO COSÌ A SUPERARE I 500 SPAZI CHE IN ITALIA HANNO DECISO DI RIFIUTARE OGNI COMPLICITÀ CON IL GENOCIDIO E LA PULIZIA ETNICA DI ISRAELE IN ATTO CONTRO I PALESTINESI E CON IL SUO REGIME DI COLONIALISMO, OCCUPAZIONE E APARHEID. Tra le adesioni recenti si contano bar, ristoranti, artisti, librerie, liberi professionisti e molti circoli ARCI, anche in seguito all’adesione di ARCI Nazionale. Una vera e propria ondata di solidarietà e resistenza in risposta anche agli attacchi che hanno subito i gestori della Taverna a Santa Chiara, accusati ingiustamente di antisemitismo per aver risposto alle provocazioni di due turisti israeliani che difendevano il genocidio del loro paese a Gaza. La campagna di odio contro uno spazio che ha scelto di schierarsi in difesa del diritto internazionale e dei diritti dei palestinesi ha avuto come effetto quello di produrre una reazione solidale di associazioni, attività commerciali e singoli cittadini e di dare slancio alle campagne di boicottaggio dei prodotti israeliani e delle aziende complici. Il 19 luglio 2024 la Corte Internazionale di Giustizia ha confermato la discriminazione sistemica e sistematica che differenzia i palestinesi dagli ebrei israeliani. Ha dichiarato Israele colpevole di apartheid e la sua occupazione militare illegale, ordinando a Israele di porre fine all’occupazione militare della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est. QUINDI DICHIARARSI SPAZIO LIBERO DALL’APARTHEID NON HA NULLA A CHE VEDERE CON L’ANTISEMITISMO. NE È LA PROVA ANCHE IL FATTO MOLTI EBREI IN TUTTO IL MONDO HANNO FATTO PROPRIA LA DENUNCIA DEI CRIMINI DELL’APARTHEID E DEL COLONIALISMO ISRAELIANO E SONO SOLIDALI CON I PIENI DIRITTI DEI PALESTINESI. In Italia gli spazi liberi dall’apartheid si impegnano a non acquistare e vendere prodotti e servizi di imprese – israeliane e internazionali – implicate nelle violazioni dei diritti dei palestinesi, come indicato nella guida al boicottaggio di BDS Italia. Gli spazi culturali si impegnano a non ospitare o partecipare a eventi culturali, accademici e sportivi finanziati o sponsorizzati da Israele o che ne coinvolgano i suoi rappresentanti ufficiali, rispettando le linee guida sul boicottaggio culturale SPLAI fa parte della campagna internazionale del BDS “Apartheid Free Zones”, una rete internazionale di solidarietà con la Palestina attiva, oltre che in Italia, anche in Belgio, Norvegia, Spagna, Grecia, Finlandia, Stati Uniti, Brasile, Cile, Argentina, Australia, Marocco. In molti altri paesi continua a raccogliere nuove adesioni, con 180 spazi attivi in Sud America, 115 in Finlandia, 170 in Irlanda, per citarne alcuni. In Sudafrica l’apartheid fu sconfitta dalla resistenza della popolazione nera, dalle azioni di boicottaggio internazionale e dalle sanzioni varate dalla comunità internazionale. Nel 2005, ispirandosi alla lotta sudafricana, la società civile palestinese ha lanciato un appello per un movimento internazionale di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), come forma di pressione nonviolenta su Israele, affinché rispetti il diritto internazionale e i diritti dei palestinesi. La solidarietà concreta con la resistenza delle e dei palestinesi contro il genicidio e la pulizia etnica e con la loro lotta per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza, oggi passa anche dal rafforzamento della rete di spazi liberi da ogni forma di discriminazione e da ogni complicità con il regime di oppressione israeliano. Invitiamo associazioni, sindacati, movimenti, attività produttive e commerciali, centri sociali e culturali, squadre di sport popolare e altri spazi ad aderire alla campagna SPLAI. Chiediamo a tutte le persone solidali di sostenere gli SPLAI e di invitare gli spazi frequentati ad aderire alla campagna. Tutte le informazioni sulla campagna SPLAI a questa pagina. 
Solidarietà alla Taverna a Santa Chiara: condannare i crimini di Israele non è antisemitismo
BDS Italia esprime piena solidarietà ai gestori della Taverna a Santa Chiara di Napoli, sotto attacco con l’accusa di antisemitismo da parte dei media filo-israeliani, per avere risposto alle provocazioni di due clienti israeliani, sostenitori del genocidio a Gaza e dell’oppressione del loro governo contro il popolo palestinese. Da quanto ci risulta non vi è stato nessun atto discriminatorio nei confronti dei due avventori sulla base della loro appartenenza nazionale, etnica o religiosa. I gestori si sono limitati a condannare, in maniera ferma ma pacifica, i crimini di guerra e contro l’umanità attribuiti a Israele, in coerenza con quanto già riconosciuto dalle sentenze della Corte Internazionale di Giustizia. La Taverna a Santa Chiara è tra le oltre 400 le realtà italiane che hanno aderito alla campagna Spazi Liberi dall'Apartheid Israeliana (SPLAI) che riunisce associazioni, sindacati, movimenti, attività produttive e commerciali, centri sociali e culturali, squadre di sport popolare e altri spazi. La campagna SPLAI promuove la creazione di una rete di spazi, virtuali e fisici, che si dichiarano liberi da ogni forma di discriminazione e di razzismo e si impegnano a non avere rapporti con aziende ed altre entità complici del regime israeliano di colonialismo, occupazione e apartheid. La campagna SPLAI promossa da BDS Italia fa parte della campagna globale AFZ (Apartheid Free Zones) ed è basata sui principi del movimento BDS a guida palestinese che sostiene la parità di diritti per tutt* e perciò si oppone ad ogni forma di razzismo, fascismo, sessismo, antisemitismo, islamofobia, discriminazione etnica e religiosa. Il movimento BDS non prende di mira l’identità, ma le complicità con il regime di oppressione israeliano. Invitiamo tutt* a manifestare la propria solidarietà nei confronti della Taverna a Santa Chiara, anche sostenendo e aderendo alla campagna SPLAI, per rafforzare una rete di spazi realmente liberi da razzismo e discriminazione. Per maggiori info sulla campagna SPLAI e per aderire: https://bdsitalia.org/splai