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Il Coordinamento Per il Clima – Fuori dal Fossile partecipa alla manifestazione “Stop Fossili Start Rinnovabili” sabato 14 giugno
Ravenna, 10 giugno 2025 – Il gasdotto della  Linea Adriatica è parte integrante della camera a gas  in cui siamo rinchiusi. Sabato 14 giugno manifestiamo a Minerbio e in molte altre località per contrastare la folle corsa al fossile. Lo scorso 12 aprile, a Ravenna, tantissime persone, ravennati, emiliano-romagnole e di molti altri territori del Paese, hanno sfilato con la parola d’ordine “uscire dalla camera a gas”. Depositi di Gnl, trivellazioni, l’impianto di stoccaggio dell’anidride carbonica e da ultimo il rigassificatore, oggi caratterizzano Ravenna e il suo territorio. Ma anche un’altra opera sta impegnando seriamente le nostre terre. Proveniente da sud, e impattando seriamente la dorsale appenninica, il gasdotto cosiddetto della Linea Adriatica investe e devasta le campagne di larga parte della Romagna, per poi dirigersi ad ovest, fino a Minerbio, poco distante da Bologna. Su quest’opera, come su tutte le altre, comitati e gruppi della società civile, si sono mobilitati in mille modi in Puglia, in Abruzzo, nelle Marche, in Umbria, in toscana ed anche qui da noi. Tutte le richieste alle istituzioni affinché si potesse rimettere in discussione l’opera sono andate a sbattere contro un muro di gomma. Infatti, a fronte di una domanda di gas che sta diminuendo costantemente, e di costi elevatissimi che pagheranno i cittadini con le loro bollette, e in spregio all’urgenza di ridurre drasticamente le emissioni climalteranti, sia il Governo nazionale sia le Istituzioni locali si piegano ai voleri di Snam, di Eni e dell’intero mondo estrattivo, accettano, favoriscono e spesso promuovono in prima persona queste realizzazioni, che mentre distruggono l’ambiente, insinuano sempre nuovi elementi di pericolo, contribuiscono consistentemente alla crisi climatica e sono destinate a restare sottoutilizzate, perché in futuro la reale necessità di gas andrà progressivamente riducendosi ulteriormente. Oggi è necessario iniziare subito e con atti concreti la svolta verso un nuovo modello energetico, basato sulle energie rinnovabili, e soprattutto sulla produzione energetica diffusa, decentrata, governata dal basso e slegata dalla sete di guadagno dei colossi estrattivi. Tutto il settore dell’energia deve progressivamente essere trasferito dall’ambito del profitto a quello dei beni comuni. Purtroppo, anche le politiche della Regione Emilia Romagna, che pure si vanta spesso di essere una Regione particolarmente attenta all’ecologia e alla partecipazione democratica, sono largamente insufficienti e contraddittorie, e non intendono mettere all’ordine del giorno  una strategia di uscita dal dominio delle fonti fossili. Per questi motivi, per sabato 14 giugno 2025, diversi comitati delle località situate lungo il decorso della Linea Adriatica, organizzano manifestazioni nei luoghi maggiormente significativi, a denunciare l’irresponsabilità e le scelte sbagliate di chi ci governa. Il Coordinamento ravennate Per il Clima – Fuori dal Fossile aderisce a questa giornata di mobilitazione e partecipa alla manifestazione “Stop Fossili Start Rinnovabili”  lanciata da Legambiente Emilia Romagna, e invita chiunque sia sensibile al tema della giusta transizione ecologica, a confluire a  MINERBIO (Bologna), dalle 10 alle 12 della mattina, con concentramento in Piazza Battisti. Redazione Romagna
Il Consiglio territoriale di Castiglione ospita i pini di viale Romagna giovedì 12 giugno. Invitati tutti i cittadini.
Il gruppo di cittadini ‘Salviamo i pini di Lido di Savio e Ravenna’ coglie l’invito del Consiglio territoriale Area 9 – Castiglione, per giovedì 12 giugno, alle ore 20.45. Alcuni membri del Consiglio, tra cui il vicepresidente Avv. Giuliano Lelli Mami, si sono adoperati per proporre ed ottenere la convocazione del consiglio territoriale. All’ordine del giorno, un’informativa all’assemblea “Sulla condizione di salute e non pericolosità e sull’opportunità di non abbattimento e di recupero dei pini a Lido di Savio”. Sarà l’occasione per comprendere da vicino la situazione, illustrata tramite documentazione scientifica redatta da esperti di rango internazionale appositamente per il bellissimo viale alberato, per ascoltare le proposte e le possibili soluzioni affinché possa essere completato nel migliore dei modi il recupero del viale ed, eventualmente, per fare il punto sulle vicende legali, non sempre facili da seguire. Aspettiamo numerosi tutti i cittadini che hanno a cuore le sorti del Lido, e ringraziamo il Consiglio Territoriale per l’invito, auspicando la presenza dei tecnici del Comune di Ravenna e dell’Assessora ai Lavori Pubblici uscente Del Conte. Domenica 8 giugno i cittadini avevano depositato una Denuncia/Querela in Questura contro le prove dell’agronomo Morelli da cui discende la condanna a morte dei pini di viale Romagna. Tra le altre cose, vengono anche contestate le dichiarazioni del Comune che parla di numerosi sinistri dovuti ai pini, quanto invece i sinistri imputabili agli alberi sono zero, come da risposta formale della Polizia Locale. Una serie incredibile di “acrobazie” aventi, evidentemente, l’unico obiettivo di distruggere il viale alberato storico incuranti della reale salute degli alberi, delle evidenze scientifiche e delle istanze di migliaia di cittadini. Redazione Romagna
Ravenna nella nuova era Barattoni: di verde nemmeno le allodole
Inaugurata con la ripresa di abbattimenti di alberi senza sosta la legislatura della neoeletta amministrazione a guida PD, supportata da Verdi e 5 Stelle, nella Ravenna della retorica sempre più green del neosindaco Alessandro Barattoni. In un’intervista gli alleati del sindaco sottolineano come “l’ambiente occuperà il primo posto nelle nuove scelte di governo della città, non per una precedenza alfabetica ma per la sostenibilità ambientale che si intende perseguire”. Imbarazzo dunque per le parole della nuova amministrazione che, in perfetta continuità con la precedente, pensa di affrontare il problema dell’inquinamento, della salute, delle isole di calore in città e della sostenibilità ambientale perseguendo una gestione del patrimonio arboreo e naturale sempre più miope, avventata e priva di trasparenza. Un esempio che tocca direttamente il gruppo di cittadini “Salviamo i pini di Lido di Savio”, impegnati da quasi un anno a salvare viale Romagna dalle motoseghe del progetto Parco Marittimo: a Lido di Savio, nel fervore della cementificazione ex art. 18 comparto S17, per la solita Immobiliare Ritmo che colonizza da 50 anni tutta la costa, dove sono già stati abbattuti a colpi di ruspa numerosi alberi in salute che ornavano da decenni via Byron, è stato abbattuto nella giornata di mercoledì 28 maggio un nuovo pino, senza alcuna valutazione e in pieno periodo di tutela della nidificazione. Nell’avviso si legge che “per il completamento della rotatoria” il Comune autorizza la Ritmo e il sig. Pulazza in indirizzo “in deroga all’art. 7.9 del Regolamento Comunale del Verde in urgenza entro il 30 Maggio 2025 l’abbattimento di n. 1 albero di Pinus pinea sito in Viale Byron a Lido di Savio, Ravenna”. Quindi il regolamento comunale vieta i tagli se non per motivi di effettiva urgenza (albero  pericolante), ma per far posto alle opere della cementificazione Ritmo, si può abbattere lo stesso. In un’epoca di grave crisi climatica i piani progettuali dovrebbero, in un’ottica lungimirante, considerare le alberate preesistenti e adottare soluzioni che le conservino. Invece il Comune, per assegnare appalti di lavori discutibili ai soliti nomi noti, in deroga alle normative di tutela dell’avifauna europee, nazionali e comunali, senza alcuna remora e senza nessuna giustificazione effettiva, si permette di continuare a decretare la morte di grandi alberi sani e la distruzione di patrimonio arboreo collettivo per vezzi architettonici e manomissioni di strade che un disegno progettuale più accorto avrebbe potuto tutelare. Del resto, ricordiamo che il Gruppo Ritmo è riuscito a fare spostare le opere a terra del rigassificatore, che avrebbero interferito con altre sue lottizzazioni in programma a Punta Marina. E, a proposito di rigassificatore, della prevista “foresta” da settantamila piante a compensazione del pesantissimo impatto ambientale, naturalmente neanche un ciuffetto d’erba. A cosa servono, dunque, i regolamenti comunali? Non è stata sufficiente a fermare l’abbattimento la diffida consegnata agli Uffici comunali di competenza e la richiesta di accesso atti, rimasta senza riscontro, per capire con quali motivazioni il Comune possa fare carta straccia del suo stesso regolamento. Una strage in uno dei comuni più cementificati e con qualità dell’aria peggiore d’Italia che secondo il Rapporto ISPRA 2024 continua a piazzarsi sul podio dei Comuni italiani per superficie di suolo consumata. Redazione Romagna
Forlì. Un percorso partecipativo dal nome Col.M.A.Te
A FORLÌ I MANIFESTI PER RICORDARE I DUE ANNI DALL’ALLUVIONE E INVITARE LA CITTADINANZA ALL’ANNIVERSARIO Da diversi mesi a Forlì si sta portando avanti un percorso partecipativo dal nome Col.M.A.Te.- Collettività, Memoria e Attivazione nei Territori post-disastro, un progetto partecipativo a cura di Forlì Città Aperta in collaborazione con ActionAid Italia in cui la comunità possa essere protagonista, per creare insieme consapevolezza e restituire centralità al tema dei disastri e della giustizia ambientale a Forlì. Abbiamo costruito legami, immaginato momenti di condivisione e narrazione e azioni concrete nei territori colpiti per generare benessere comunitario e memoria collettiva. Nella convinzione che l’autonarrazione sia uno strumento fondamentale per le comunità colpite da disastri come le alluvioni, un primo obiettivo di questo percorso è l’organizzazione di un anniversario costruito dal basso: una giornata in cui le voci delle persone coinvolte tornino al centro della città, in cui la cittadinanza tutta sia chiamata a riflettere su quanto accaduto, ma anche in cui fare ed essere comunità. Infatti, crediamo che la memoria sia un importante strumento per far sì che le persone non si sentano sole, per spargere consapevolezza e restituire centralità al tema anche in ottica di prevenzione. Con questo obiettivo abbiamo costruito insieme alle persone partecipanti quattro diversi manifesti, che in questi giorni si troveranno affissi in giro per la città. Ciascuno di essi ha per titolo due parole: da un lato, quello che le persone hanno visto davanti a sé durante l’alluvione; dall’altro come si sono sentite. A queste parole è associata anche una frase, tratta dalle testimonianze di persone alluvionate. Il primo, SOTTOVALUTAZIONE / INCREDULITÀ, riporta la frase: “Avrei potuto salvare tante cose, ma l’ho saputo solo quando era troppo tardi per tutto. C’è responsabilità di qualcuno?”, che riassume la sensazione di incredulità davanti all’acqua che arriva e di mancato adeguato allarme da parte di chi se ne sarebbe dovuto occupare. Il secondo, dal titolo IMPREPARAZIONE / ATTESA, racconta la sensazione di attesa degli aiuti e del supporto, che in tante case non sono arrivati se non dopo molti giorni o da persone volontarie, con un apparato istituzionale non abbastanza preparato ad affrontare la situazione: “Passavano, chiedevano di cosa avevamo bisogno e non sono mai tornati. Da noi non si è visto nessuno fino a sabato. Il terzo volge lo sguardo al di fuori dalla città di Forlì, con il titolo TERRITORIO / CURA e una frase che riporta lo sgomento davanti alla situazione stremata dell’Appennino romagnolo: “Voglio lottare con tutti voi, con la mia comunità ma ci sono priorità assolute. Le foto della montagna e la sua storia mi hanno sconvolto. L’ultimo si intitola FUTURO / COSA CI RIMANE? e guarda al grande senso di solidarietà che si è creato durante l’emergenza, chiedendosi cosa ne resta: “L’unica nota positiva? Ho conosciuto i miei vicini e ci siamo stretti in una condivisione di aiuto e sostegno reciproco. Invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare il 24 maggio a partire dalle ore 16:00. Ci troveremo in Porta Schiavonia per una passeggiata dal titolo Ricordi Itineranti: un viaggio attraverso alcune testimonianze dell’alluvione che abbiamo raccolto nelle scorse settimane. Il pomeriggio continuerà dalle 17:30 al Parco della Pace, con un aperitivo condiviso con la partecipazione di Fabrizio Caveja “Rumagnulesta”, un live painting della writer IRA e un laboratorio creativo sui ricordi dell’alluvione. Ad accompagnarci ci sarà anche una mostra partecipata con fotografie di persone comuni raccolte dal basso. Per info: comunicazione.fca@gmail.com / 320 4674891 Redazione Romagna
Forlì. Raccogliamo testimonianze sull’alluvione
Raccogliamo testimonianze sull’alluvione Da diversi mesi a Forlì si sta portando avanti un percorso partecipativo dal nome Col.M.A.Te.- Collettività, Memoria e Attivazione nei Territori post-disastro, un progetto partecipativo a cura di Forlì Città Aperta in collaborazione con ActionAid Italia in cui la comunità possa essere protagonista, per creare insieme consapevolezza e restituire centralità al tema dei disastri e della giustizia ambientale a Forlì. Abbiamo costruito legami, immaginato momenti di condivisione e narrazione e azioni concrete nei territori colpiti per generare benessere comunitario e memoria collettiva. Nella convinzione che l’autonarrazione sia uno strumento fondamentale per le comunità colpite da disastri come le alluvioni, un primo obiettivo di questo percorso è l’organizzazione di un anniversario costruito dal basso: una giornata in cui le voci delle persone coinvolte tornino al centro della città, in cui la cittadinanza tutta sia chiamata a riflettere su quanto accaduto, ma anche in cui fare ed essere comunità. Infatti, crediamo che la memoria sia un importante strumento per far sì che le persone non si sentano sole, per spargere consapevolezza e restituire centralità al tema anche in ottica di prevenzione. I dettagli riguardo l’iniziativa saranno resi pubblici prossimamente, ma possiamo già dire che il ritrovo sarà il 24 maggio alle ore 16:00 in Porta Schiavonia a Forlì. Un racconto collettivo, però, è fatto di tante storie: per questo abbiamo scelto di raccogliere testimonianze di chi ha vissuto direttamente l’alluvione e di chi si è attivato in supporto alla popolazione colpita. Chiunque volesse contribuire può farlo compilando il Google form il cui link si può trovare sulla pagina Facebook di Forlì Città Aperta e nella bio della pagina Instagram. Chi avesse difficoltà con il modulo o con gli strumenti digitali può scrivere a comunicazione.fca@gmail.com o al 320 4674891. Tramite il form stiamo raccogliendo anche alcune fotografie che contribuiranno a una mostra in programma il 24 maggio stesso. Ricordiamo infine che lunedì 5 maggio alle 18:30 in via Fossato Vecchio 2D ci troveremo per un laboratorio per costruire insieme degli elaborati per una mostra da allestire il 24 maggio con alcuni lavori creativi elaborati da chiunque abbia voglia di partecipare. Sarà a disposizione materiale attinente al tema e chi vuole può contribuire portando fotografie e testi. Non serve nessuna esperienza o capacità artistica: l’obiettivo è conoscerci, condividere del tempo insieme e lasciare una traccia della nostra storia da portare all’anniversario. Ci teniamo a sottolineare che la partecipazione a tutte le iniziative è aperta, libera e gratuita. Il percorso Col.M.A.Te. è pensato sia per persone direttamente alluvionate che per chi non è statə colpitə ma sente il bisogno di fare comunità su questo tema, lo sente urgente e importante per la città. Redazione Romagna