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WORKING CLASS HEROES: VERSO LO SCIOPERO GENERALE DEL 28 NOVEMBRE
All’interno della trasmissione quindicinale di Radio Onda d’Urto che tratta i temi del lavoro, Working class heroes, questo lunedì parliamo dello sciopero generale dei sindacati di base organizzato per il 28 novembre, seguito dalla manifestazione nazionale del 29 a Roma e a Milano. Ne parliamo con Guido Lutrario di Usb, Marco Fantechi di Ferrovieri contro la Guerra, Ivan Bettini  Rsu Slai Cobas al Comune di Milano, Paola Sabatini Cub Sanità, Maurizio Murari dei Cobas Trasporti di Brescia.  Ascolta o scarica  
RADIO AFRICA: IN MALI CONTINUA LO SCONTRO TRA MILITARI E JIHADISTI, “RISCHIO COLLASSO ECONOMICO E SOCIALE”
Radio Africa: nuova puntata, giovedì 20 novembre, per l’approfondimento quindicinale dedicato all’Africa sulle frequenze di Radio Onda d’Urto, dentro la Cassetta degli Attrezzi. Questa puntata è interamente dedicata al Mali, dove la situazione generale è sempre più critica. Il Paese è governato da una giunta militare dal 2020, ma l’instabilità continua a crescere. I gruppi jihadisti, in particolare quelli legati ad al-Qaeda, hanno conquistato nuovo terreno e negli ultimi mesi hanno imposto un duro blocco ai rifornimenti diretti verso la capitale Bamako. La mancanza di carburante sta provocando blackout, chiusura delle attività produttive, scuole chiuse e un forte aumento dei prezzi, mettendo in difficoltà milioni di persone. In varie zone del Paese proseguono gli scontri tra l’esercito maliano — affiancato dalle forze russe — e diversi gruppi ribelli, mentre gli attacchi jihadisti contro basi militari e villaggi causano continuamente vittime. La popolazione civile si trova schiacciata tra la violenza dei gruppi armati e le dure repressioni governative. Le agenzie umanitarie parlano di un rischio reale di collasso economico e sociale, con un numero crescente di sfollati e comunità isolate dai combattimenti. Il Mali, insomma, vive una delle fasi più delicate degli ultimi anni: un Paese diviso, impoverito e minacciato da un conflitto che continua ad ampliarsi. La puntata di Radio Africa, su Radio Onda d’Urto, andata in onda giovedì 20 novembre alle ore 18.45 (in replica venerdì 21 novembre, alle ore 6.30) con le voci di Andrea Spinelli, cofondatore della testata giornalistica Slow News nonché firma del Manifesto e di Africa Rivista e di  Amara Nouhoum Keïta, giornalista e attivista, che ha lasciato il Mali alcuni mesi fa per rifugiarsi in Costa d’Avorio. Ascolta o scarica
WORKING CLASS HEROES: L’ASSOLUZIONE PER LE LOTTE AL PENNY MARKET E L’INTERVISTA A FRANCESCO LAURIA, LICENZIATO DALLA CISL
10 novembre 2025 – In questa nuova puntata di Working Class Heroes torniamo a occuparci dell’assoluzione nel processo d’appello per alcune delle lotte che si sono tenute attorno al Penny Market di Desenzano, in particolare un picchetto nel 2019. In primo grado le condanne erano state comminate contro Alessandro e Laura, due sindacalisti di Si Cobas, per due anni e mezzo con l’accusa di tentata estorsione e concorso in violenza privata, e altri 17 operai tra i 4 e i 6 mesi di reclusione per violenza privata. Ora invece sono stati tutti assolti. In occasione del presidio in concomitanza con l’udienza d’appello abbiamo raccolto voci tra chi era presente a esprimere solidarietà: lo stesso Alessandro, prima dell’udienza, ci ricorda come si erano svolti i fatti. Nella seconda parte della trasmissione il racconto di Francesco Lauria, sindacalista della CISL, per anni tra i dirigenti e i formatori del sindacato, ci racconta di come il sindacato guidato da Daniela Fumarola lo abbia licenziato. Ascolta o scarica
WORKING CLASS HEROES: LE VERTENZE SICPA DI VEROLANUOVA E DELLA COOPERATIVA IL MELOGRANO DI BRESCIA
La puntata di questa settimana di Working Class Heroes, la trasmissione quindicinale di Radio Onda d’Urto che approfondisce i temi del lavoro, ci parla di due vertenze importanti del territorio bresciano delle ultime settimane. Nella prima parte della trasmissione approfondiamo la vertenza Sicpa, che a fine settembre ha visto lo sgombero violento di un picchetto di lavoratori e lavoratrici del sindacato Si Cobas, terminato con feriti e anche una persona arrestata, con un presidio il giorno dopo al tribunale di Brescia in occasione del processo per direttissima per il lavoratore arrestato (. Sentiremo Arafat, dei Si Cobas di Piacenza che sta seguendo la vertenza, e voci raccolte al presidio. Nella seconda parte parliamo invece della cooperativa Il Melograno, che da 40 anni si occupa di inserimento lavorativo alla struttura di sanità privata del Fatebenefratelli di via Pilastroni a Brescia. A fine ottobre sarà costretta a chiudere perché il Fatebenefratelli ha optato per una soluzione “profit” e non ha rinnovato il contratto. Insieme a Nadia Lazzaroni, segretaria della FP Cgil di Brescia, cerchiamo di capire anche che cosa è questa cooperativa, che ha un pezzo di storia importante della nostra città perché nasce come conseguenza della Legge Basaglia che chiuse i manicomi e si è occupata di un reinserimento di persone fragili permettendo anche percorsi realmente riabilitativi. Ascolta o scarica.
WORKING CLASS HEROES: LO SCIOPERO GENERALE CONTRO LA GUERRA VENERDÌ 20 GIUGNO
Diversi sindacati conflittuali hanno proclamato per il prossimo venerdì 20 giugno uno sciopero generale contro la guerra, il genocidio del popolo palestinese, gli attacchi allo stato sociale, le privatizzazioni e numerose altre rivendicazioni. Nella puntata di questa settimana di Working class heroes, la trasmissione quindicinale di Radio Onda d’Urto che tratta i temi del lavoro nell’ambito del ciclo di trasmissioni La Cassetta degli Attrezzi, sentiremo Paola Sabatini, segretaria della Cub Sanità, Marco Fantechi, di Ferrovieri contro la guerra, Peppe D’Alesio, del coordinamento nazionale dei Si Cobas, José Nivoi, del Collettivo Autonomo dei Lavoratori del Porto di Genova. Ascolta o scarica la trasmissione Ascolta o scarica
MESOPOTAMIA: BEIRUT E ANP VOGLIONO DISARMARE LA RESISTENZA PALESTINESE NEI CAMPI PROFUGHI IN LIBANO
In questa puntata di Mesopotamia – Notizie dal Vicino Oriente, ci siamo concentrati sulle pressioni dell’Anp e del governo libanese per il disarmo della resistenza palestinese nei campi profughi in Libano. Il prossimo incontro tra il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas, e i vertici del governo libanese, previsto per il 19 maggio, avrà come tema centrale la proposta di disarmare, anche con l’uso della forza, i gruppi della resistenza palestinese attivi nei campi profughi del Paese dei Cedri. La proposta trova il sostegno di attori regionali e internazionali, in primis Arabia Saudita e Stati Uniti, ma ha suscitato preoccupazione e opposizione in diverse aree del mondo arabo. L’iniziativa si inserisce in un contesto storico delicato per il Libano, segnato da un anno e mezzo di conflitto con Israele e dal ridimensionamento della forza militare del movimento sciitta Hezbollah. Gli appelli al disarmo delle fazioni palestinesi sono una questione di lunga data che ancora oggi divide un paese già frammentato su diversi temi, tra i quali proprio la relazione con i palestinesi, la loro lotta per l’autodeterminazione e, di conseguenza, la loro presenza massiccia in Libano, che dura sin dalla Nakba del 1948. Cosa significa, oggi, parlare di disarmo della resistenza palestinese in Libano? Quali potrebbero essere le conseguenze di una mossa simile? Ne abbiamo parlato con il giornalista palestinese Bassam Saleh e con Giovanni Sorbello, dell’associazione umanitaria e di solidarietà internazionale “Il Faro sul Mondo”, attiva in Libano dal 2012. Ascolta o scarica
WORKING CLASS HEROES: VOCI DAL CORTEO DEL PRIMO MAGGIO A BRESCIA
Questa settimana la trasmissione quindicinale Working Class Heroes, la nostra cassetta degli attrezzi dedicata ai temi del lavoro, propone interviste dal corteo del Primo Maggio a Brescia, raccolte tra gli spezzoni del sindacato confederale Cgil e nello spezzone del sindacalismo di base e dell’opposizione sociale. Ascolta o scarica
MESOPOTAMIA: IL PRIMO MAGGIO IN TURCHIA TRA MANIFESTAZIONI DI MASSA E REPRESSIONE. IL RACCONTO DI MURAT CINAR
Il nuovo appuntamento con Mesopotamia – notizie dal vicino oriente è dedicato al Primo maggio, giornata internazionale dei lavoratori e delle lavoratrici. In particolare, nella puntata di Mesopotamia andata in onda venerdì 2 maggio 2025 abbiamo raccontato le manifestazioni che hanno riempito le strade di Istanbul e di molte altre città della Turchia. Lo abbiamo fatto grazie al contributo di Murat Cinar, giornalista turco che vive in Italia e nostro collaboratore. Per quanto riguarda il Primo maggio in Turchia, anche quest’anno l’attenzione era tutta su Istanbul: ogni anno dal 2012, infatti, le autorità della città sul Bosforo vietano ai lavoratori e alle lavoratrici di raggiungere in corteo piazza Taksim, simbolo delle lotte operaie e sociali della megalopoli turca. In realtà, il 2012 fu una breve parentesi. Quell’anno il governo di Erdogan e dell’Akp non vietò la piazza per la prima volta dal 1977, quando in occasione della giornata di lotta di lavoratori e lavoratrici polizia ed esercito turco spararono sulla folla provocando la morte di 37 manifestanti. Da allora, regimi e governi della Repubblica di Turchia hanno sempre vietato le manifestazioni del Primo maggio in Piazza Taksim “per motivi di sicurezza”. Per quanto riguarda il Primo maggio di quest’anno, nei giorni precedenti la polizia turca aveva già arrestato decine di compagne e compagni di sindacati e organizzazioni della sinistra turca per ostacolare l’organizzazione della manifestazione. Nonostante questo migliaia e migliaia di persone si sono radunate per raggiungere piazza Taksim nonostante il divieto e il dispositivo di polizia che chiudeva tutte le strade di accesso. In tutta risposta gli agenti hanno arrestato oltre 400 persone, che sono state poi trattenute per ore in vari commissariati della città in condizioni brutali. Grandi manifestazioni sono state organizzate anche ad Ankara e in molte altre città del Paese. Con Murat Cinar non abbiamo parlato soltanto dei cortei del Primo maggio. Ci siamo occupati anche del caso del giornalista svedese Joakim Medin, arrestato lo scorso 27 marzo all’aeroporto di Istanbul con una doppia accusa: “vilipendio al presidente della Repubblica” e “appartenenza a un’organizzazione terroristica”. Per la prima accusa, che tra l’altro riguarderebbe manifestazioni cui il giornalista ha partecipato in Svezia, è già stato condannato a 11 mesi e 7 giorni di reclusione. Per la seconda, dovuta ad alcuni articoli nei quali Medin ha raccontato le azioni dell’esercito e del governo turco nel nord della Siria, in Rojava, deve ancora essere processato. Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, nel frattempo, proprio in occasione del comunicato del Primo maggio ha confermato la propria disponibilità a intraprendere un dialogo con lo stato turco come indicato dal suo leader Abdullah Ocalan dal carcere di Imrali lo scorso 27 febbraio. Tuttavia, denuncia il Pkk, nonostante il recente incontro e le dichiarazioni positive del Ministero della Giustizia turco e della delegazione a Imrali del Partito Dem, da Ankara non è stato intrapreso nessun passo concreto verso un processo di pace o un dialogo. Con Murat Cinar abbiamo fatto il punto anche su questo. Ascolta o scarica la trasmissione.