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Militarizzazione e oppressione: voci dal Convegno di Verona del 23 novembre
Il 23 novembre l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università di Verona ha organizzato l’evento pubblico “Dalla Global Sumud Flotilla alla “tregua”. Quale futuro per la Palestina?”, svoltosi al Centro Tommasoli, stipato per l’occasione oltre ogni immaginazione, a tal punto che si è reso necessario allestire un impianto acustico anche all’esterno. L’iniziativa ha visto la partecipazione di Roberta Leoni (presidente dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università), Donia Raafat (scienziata politica e attivista palestinese), Antonio Mazzeo (giornalista e scrittore impegnato nei temi della pace e del disarmo), Moni Ovadia (attore, artista, co-sceneggiatore, musicista), Triestino Mariniello (docente di Diritto penale internazionale alla John Moores University di Liverpool e parte del team della Corte penale internazionale per le vittime di Gaza), Greta Thunberg e Simone Zambrin (attivisti della Global Sumud Flotilla). Dopo il saluto di Miria Pericolosi, attivista dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università di Verona, Patrizia Buffa, moderatrice dell’incontro, ha aperto i lavori illustrando il significato del convegno e riportando alla memoria della platea quanto accaduto nei mesi scorsi: la nascita di un gigantesco movimento per la Palestina, imponente equipaggio di terra che ha accompagnato l’equipaggio di mare, segno tangibile dell’emersione di una coscienza planetaria. La mobilitazione non è stata motivata solo dall’empatia verso la Palestina, ma si è espressa in una vera e propria rivolta contro il potere delle oligarchie finanziarie e militari che hanno supportato e supportano il genocidio. In tutto il pianeta si è palesata la volontà di andare in direzione opposta a quella voluta dalle classi dirigenti. Purtroppo, la cosiddetta tregua ha avuto un’unica finalità: arginare questo movimento planetario. Ora più che mai, conclude Buffa, è il momento di perseverare nella resistenza all’oppressione, nella pratica del Sumud. Roberta Leoni ha messo in luce la militarizzazione totale della società israeliana che mobilita e disciplina l’intera popolazione mediante la leva obbligatoria lunga, instillando in tal modo nelle coscienze un senso d’insicurezza permanente. Un’organizzazione statuale e sociale che si regge su tali presupposti non può che condurre a forme di sorveglianza di massa, apartheid, pulizia etnica e pratiche genocidarie. Per quanto riguarda l’Italia, Leoni aggiunge come le capillari e continue iniziative di militarizzazione avviate dai governi degli ultimi lustri per valorizzare la cosiddetta “cultura della difesa” nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle università, sembrano replicare in modo inquietante il modello guerrafondaio e securitario proprio dello Stato sionista. Donia Raafat sostiene che la cosiddetta tregua imposta da Trump non è per nulla una cessazione delle ostilità, bensì il passaggio da una fase di genocidio aperto e massiccio del popolo palestinese a una forma di genocidio incrementale. Ciò che vediamo ora non è un processo di trasformazione o di giustizia, è semplicemente il consolidamento delle stesse dinamiche che da decenni negano l’autodeterminazione del popolo palestinese. Pertanto, non bisogna fermarsi: le mobilitazioni e la rabbia popolare devono farsi sentire con una forza ancora maggiore, anche perché l’oppressione del popolo palestinese è l’emblema di tutte le forme di oppressione. Lottare per una Palestina libera significa lottare per un mondo più giusto. Antonio Mazzeo è intervenuto ricordando e analizzando le varie complicità del nostro governo e del nostro sistema economico col genocidio in atto. Come ha dimostrato nel suo ultimo report Francesca Albanese, relatrice speciale ONU per i territori palestinesi occupati, il genocidio in corso è un crimine collettivo che, come ricorda Mazzeo, coinvolge tutti i settori dell’economia italiana, da quello militare a quello finanziario, passando per quello energetico. Moni Ovadia si è invece soffermato sulla fondamentale distinzione tra ebraismo e sionismo, ricordando come ci siano in tutto il mondo moltissimi ebrei antisionisti e definendo il sionismo un’ideologia criminale e genocidaria. L’artista ha poi stigmatizzato il tentativo d’imbavagliare ogni forma di critica a Israele mediante strumenti repressivi come il DDL Gasparri che pretenderebbe di definire che cosa sia l’ebraicità e di equiparare antisionismo e antisemitismo. Secondo Moni Ovadia i veri antisemiti sono coloro che ritengono di poter definire a priori l’identità ebraica. Simone Zambrin ha spiegato il significato eminentemente politico dell’azione della Global Sumud Flotilla che non va confusa con una semplice missione di tipo umanitario proprio perché mirava a riaffermare il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese. Greta Thunberg ha analizzato il rapporto tra genocidio ed ecocidio, evidenziando come ciò che accade in Palestina sia il risultato di un sistema che ha come unico fine il profitto di pochi a danno dei molti. La deumanizzazione del popolo palestinese affonda le radici in questa logica di oppressione che va tutta a vantaggio di un’élite privilegiata che accumula sempre maggiori profitti sulla pelle di tutti. Triestino Mariniello ha confermato come quello in corso a Gaza sia un vero e proprio genocidio, sostenendo come, dai tempi dello sterminio attuato in Ruanda, non esistano altri casi così ampiamente documentati e per i quali vi sia una tale abbondanza di prove. Una delle vie giuridiche indicate dal professore della John Moores University per uscire dall’inerzia potrebbe consistere in un’iniziativa da parte dell’Assemblea Generale dell’ONU che sconfessi il piano Trump e l’operato del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, aprendo la via ad azioni contro Israele. Il convegno organizzato dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ha dunque rilanciato la necessità di una mobilitazione permanente contro il genocidio, contro la militarizzazione delle coscienze e contro la censura che del genocidio sono potenti catalizzatori. Qui alcuni scatti della serata del 23 novembre a Verona. Giorgio Lonardi, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Video e materiali del Convegno del 4 novembre dell’Osservatorio contro la militarizzazione
Alla fine, il Convegno dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università previsto per il 4 novembre si è svolto ugualmente con circa 600 persone collegate durante tutto lo svolgimento dell’evento e, accogliendo le richieste che ci sono pervenute da tante persone, abbiamo deciso di mettere a disposizione il materiale pubblicato e i video dei singoli interventi. I lavori, coordinati da Serena Tusini, sono stati aperti da Roberta Leoni, docente e Presidente dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, la quale, oltre a spiegare le vicissitudini relative alla pretestuosa repressione che ha colpito il Convegno, ha illustrato in quali termini l’Osservatorio parla del fenomeno della militarizzazione delle scuole, a partire dai protocolli con il Ministero della Difesa per terminare con le continue celebrazioni e ricorrenze militaristiche, compresa quella del 4 novembre. Marco Meotto, docente di storia e filosofia in un Liceo torinese, nella sua relazione dal titolo Sguardi coloniali. Il genocidio nella didattica della storia ha descritto il fenomeno del genocidio andando alle sue radici e illustrando la sua marca evidentemente occidentale, un’opzione politica strutturale che ha lo scopo di eliminare, assimilare forzatamente e confinare in territori marginali chi si ritiene estraneo alla propria cerchia e in ciò il dispositivo militare risulta estremamente necessario. Qui le slide utilizzate da Marco Meotto per illustrare il suo intervento. Sguardi coloniali_SLIDEDownload A seguire, Antonio Mazzeo, docente e peace researcher, è tornato sull’attualità con la relazione dal titolo Genocidio crimine collettivo. Verso l’israelizzazione della società italiana? in cui ha messo in evidenza il coinvolgimento dell’Italia con la nostra Marina Militare e l’industria bellica di Stato, cioè Leonardo SpA, con l’entità sionista di Israele, ma anche con l’export di armi in tutto il mondo, aggirando di fatto la legge 185/1990 che don Tonino Bello aveva a gran voce reclamato. Cristina Donattini, docente bolognese e attivista del BDS Italia, ha chiarito gli scopi e i metodi delle campagne di boicottaggio, disinvestimento e sanzionatorie nei confronti di Israele e della sua economia, un metodo di lotta nonviolenta che si oppone alla censura, che è sempre governativa perché agisce a partire dal possesso stabile del potere, a differenza del boicottaggio, che parte dal basso e non ha potere bensì forza sociale. La posizione cattolica, costante nei convegni dell’Osservatorio, è stata affidata a don Andrea Bigalli, docente presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale e referente di Libera Toscana, il quale nella sua relazione dal titolo La libertà delle coscienze e il significato della disobbedienza ha invitato i/le docenti e gli/le uditori/trici a prestare maggiore attenzione alla comunicazione perché diventa sempre più necessario contrastare l’onda negativa che si sta alzando, invitando talvoltaa a tralasciare i canali generalisti dell’informazione per pensare ad una controinformazione. Infine, ricorda Bigalli, non bisogna dimenticare che la guerra è ciò che di più classista ci sia; infatti, la dichiarano i ricchi per farla fare ai poveri. Centrale per l’Osservatorio è anche trattare la questione palestinese senza tentativi di appropriazione culturale, per cui l’invito rivolto a Mjriam Abu Samra, ricercatrice e attivista italopalestinese, è servito per tracciare nella sua relazione dal titolo Critica decoloniale dell’accademia neoliberale: la conoscenza non marcia, il perimetro delle pratiche decoloniali che si stanno svolgendo all’interno delle università, nelle quali si è levata una forte voce critica, organizzata in un movimento d’opinione e d’azione sotto lo slogan La conoscenza non marcia, sostenuto anche dall’Osservatorio. Per completare il quadro del mondo dell’istruzione, è sempre importante ascoltare la voce di chi fruisce dei processi educativi e formativi, per cui Tommaso Marcon, studente del collettivo OSA, nella sua relazione ha focalizzato l’attenzione sulle finalità della scuola di oggi, che ormai non forma più, ma addestra, addomestica, sanzionando il conflitto, che, invece, è il sale della democrazia. Leonardo Cusmai, infine, studente universitario di Cambiare Rotta, si è soffermato sui processi repressivi in atto, evidenziando il disegno che passa dal ddl Gasparri al ddl sicurezza e termina con i processi di militarizzazione, da leggere tutti nel quadro di una retorica nazionalista/sovranista alleata del complesso militare-industriale, a cui l’università è completamente asservita.
Verona, 23 novembre: Convegno “Dalla Flotilla alla tregua. Quale futuro per la Palestina?”
DOMENICA, 23 NOVEMBRE, ORE 17:00 SALA CONFERENZE CENTRO TOMMASOLI, VIA L. PERINI, 7, VERONA L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università organizza a Verona un evento pubblico sulla drammatica situazione della Palestina dal titolo: Dalla Global Sumud Flotilla alla “tregua”. Quale futuro per la Palestina? L’iniziativa avrà luogo domenica 23 novembre, alle ore 17:00, presso la Sala Conferenze Centro Tommasoli, via L. Perini 7. L’incontro vuol essere un’occasione di confronto sulla grave situazione della Palestina e sulla drammatica congiuntura storica nella quale il diritto internazionale e quello umanitario si stanno rivelando gravemente insufficienti di fronte alle palesi violazioni perpetrate contro la popolazione palestinese. È fondamentale continuare a parlare della Palestina: non possiamo permettere che le sue sofferenze siano dimenticate. Durante l’incontro interverranno: Miria Pericolosi (Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università – Verona) Roberta Leoni (Presidente Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università) Donia Raafat (scienziata politica e attivista per i diritti umani) Antonio Mazzeo (giornalista e scrittore impegnato nei temi della pace e del disarmo, dell’ambiente e della lotta alle criminalità mafiose) Simone Zambrin (attivista della Global Sumud Flotilla) Triestino Mariniello (docente di Diritto penale internazionale alla John Moores University di Liverpool, già nel team legale delle vittime di Gaza di fronte alla Corte penale internazionale) Greta Thunberg (attivista della Global Sumud Flotilla) Moni Ovadia (attore, regista, co-sceneggiatore, musicista) Modera Patrizia Buffa. L’evento è libero e aperto a tutte le persone interessate.
Volere la Luna: Se la scuola non si arruola
DI VALENTINA PAZÉ SU VOLERE LA LUNA DEL 10 NOVEMBRE 2025 Ospitiamo sul nostro sito l’articolo scritto da Valentina Pazé pubblicato su Volere la luna il 10 novembre 2025 in cui viene commentato l’annullamento del corso di formazione e aggiornamento “La scuola non si arruola” organizzato dal CESTES in collaborazione con l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. «“La scuola non si arruola”, e non si piega ai diktat di Valditara. Il recente rifiuto, da parte del ministero, di riconoscere come corso di formazione per gli insegnanti il convegno organizzato, con tale titolo, dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, in collaborazione col Cestes, ha avuto due effetti…continua a leggere su www.volerelaluna.it.
Il Fatto Quotidiano: Il Mim annulla il convegno contro la militarizzazione della scuola: ora resistere è imperativo
DI MARINA BOSCAINO SU IL FATTO QUOTIDIANO DEL 3 NOVEMBRE 2025 Ospitiamo sul nostro sito l’articolo scritto da Marina Boscaino pubblicato su Il Fatto Quotidiano il 3 novembre 2025 in cui viene commentato l’annullamento del corso di formazione e aggiornamento “La scuola non si arruola” organizzato dal CESTES in collaborazione con l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Il ministero dell’Istruzione e del Merito ha annullato il convegno organizzato dal Cestes Proteo (ente accreditato presso il Mim per la formazione) e dall’Osservatorio contro la militarizzazione della Scuola e dell’università, che si sarebbe dovuto tenere il 4 novembre con il titolo: “4 novembre: la scuola non si arruola”. Nella giornata dell’unità nazionale e delle forze armate gli organizzatori proponevano una riflessione sull’orrore di tutte le guerre, sulla pace e sulla pericolosa deriva cui scuola e università sono sottoposte attraverso la sempre più pressante presenza di tutto ciò che perimetra la guerra…continua a leggere su www.ilfattoquotidiano.it.
BARDOLINO (VR): SABATO 8 NOVEMBRE CONVEGNO SUI “DIRITTI DEL LAGO DI GARDA E DELLE SUE COMUNITÁ”
“Giuriste e giuristi uniti per la tutela del Lago di Garda e delle sue Comunità” in un convegno che si svolge sabato 8 novembre dalle ore 11 presso la Sala della Disciplina di Borgo Giuseppe Garibaldi 55 a Bardolino, provincia di Verona. Il convegno, organizzato dalla senatrice e presidente del network per un ambiente sano al Consiglio d’Europa Aurora Floridia, pone l’accento sui diritti delle comunità che vivono il Benaco, a partire dal diritto all’abitare. Altre problematiche che verranno affrontate nel convegno aperto a tutta la cittadinanza, riguardano la cementificazione in corso sul Garda, le infrastrutture quali il collettore e quelle legate alla mobilità. Ci presenta l’iniziativa Aurora Floridia, senatrice dei Verdi del Sudtirolo – Alto Adige e Presidente del network per un ambiente sano al Consiglio d’Europa. Ascolta o scarica
Partecipanti triplicati al Convegno “La scuola non va alla guerra. L’educazione alla pace risponde alla repressione”
COMUNICATO STAMPA Il convegno di formazione/aggiornamento per il personale della scuola, promosso dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università vietato dal ministro Valditara, in spregio al CCNL della scuola e, soprattutto, in assoluto contrasto con la nostra Costituzione (ricordiamo almeno gli articoli 11 e 33) non solo si è svolto regolarmente, ma, come tutti hanno potuto constatare, è stato seguito da migliaia di partecipanti, che ringraziamo per aver scelto consapevolmente di “disubbidire”, dimostrando quanto pensiero critico, nonostante la repressione, sia oggi presente nel mondo dell’istruzione. Oltre il triplo di partecipanti rispetto ai mille che si erano iscritti al convegno annullato (fino al momento in cui viene pubblicato in comunicato n.d.r.). La qualità delle relazioni, l’ampiezza dei temi affrontati, la scientificità delle argomentazioni proposte (chiunque ne abbia voglia può vedere la registrazione, collegandosi al canale Youtube dell’Osservatorio) hanno rappresentato la risposta migliore alle provocazioni del ministro, secondo cui “gli organizzatori hanno scambiato la formazione per una occasione di indottrinamento contro il governo”. Un governo che, sempre secondo Valditara, “difende la scuola costituzionale e mette al centro il rispetto verso lo studente e la necessità di una formazione seria e non ideologica”. Di fatto il ministro imputa all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università il modo di procedere di questo governo, sempre più preoccupato che nelle scuole e nelle università si possa esprimere, nonostante circolari e direttive, un pensiero critico e libero. Del resto, tutti ricordano la lettera di Valditara del 10 novembre 2022 in cui proponeva, nella qualità di ministro, una lettura tutta ideologica e politicamente orientata del periodo storico concluso con la caduta del muro di Berlino. Quello sì un esempio, un po’ banale, di indottrinamento. L’impegno dell’Osservatorio per una scuola che impara a gestire i conflitti e educa alla pace prosegue. Oggi pomeriggio con manifestazioni in 40 città italiane per riaffermare che il 4 novembre non c’è nulla da festeggiare. Un’orrenda carneficina, come fu la prima guerra mondiale, figlia dello scontro fra le nazioni più importanti della “civile Europa”, va studiata e condannata, senza se e senza ma. Ma il medesimo impegno verrà profuso, giorno dopo giorno, per fermare l’israelizzazione dello studio e del sapere, perché la ricerca e la pedagogia mettano al centro i diritti sociali e l’impegno per un mondo libero da genocidi e guerre. L’unico futuro per il quale vale la pena lavorare. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Registrazione video del Convegno 4 novembre “La scuola non va alla guerra. L’educazione alla pace risponde alla repressione”
PUBBLICHIAMO DI SEGUITO LA REGISTRAZIONE VIDEO DEL CONVEGNO ANDATO IN ONDA QUESTA MATTINA, 4 NOVEMBRE 2025, SUL NOSTRO CANALE YOUTUBE, DOPO CHE IL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE E DEL MERITO HA ANNULLATO IL PRECEDETE EROGATO COME CORSO DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PER IL PERSONALE SCOLASTICO DAL CESTES (ENTE ACCREDITATO PRESSO LO STESSO MIM). Il Convegno è stato seguito da un numero costante di circa 500 utenti, ma già al momento siamo in grado di affermare che si sono registrate circa 3000 utenze diverse che si sono avvicendate durante le 4 ore di interventi di una estrema lucidità teorica e pratica, anche in relazione alle iniziative da intraprendere nelle prossime giornate, cominciando dall’affollare le piazze questo pomeriggio (qui l’elenco delle 38 piazze in cui manifestare).
Genova, 1223° ora in silenzio per la pace. Solidarietà Convegno annullato “La scuola non si arruola”
Da parecchi anni ormai le forze armate stanno cercando di entrare all’interno delle scuole con proposte di tipo sportivo e/o informativo: da “open day” all’interno delle caserme, a campi estivi in montagna, all’affidamento ai carabinieri dell’educazione civica, a convenzioni con l’università per la partecipazione di studenti e studentesse ad esercitazioni NATO; fino a  a conferenze per il reclutamento che credevamo di aver visto solo nei film sulla guerra del Vietnam. Lo scopo è evidente: far digerire ai ragazzi, alle ragazze, alle loro famiglie e, indirettamente a tutti e tutte noi le politiche internazionali e italiane sempre più aggressive e le spese militari che continuano a crescere. E, perché no, acchiappare e reclutare qualche “buon elemento” cui mettere un’arma in mano; facendo leva anche sul vergognoso mercato del lavoro che costringe molte persone a venire a patti con la coscienza in cambio di un “posto fisso”. Un “posto fisso” che potrebbe anche comportare l’uccisione di “nemici”; in prevalenza civili come avviene sempre in tutte le guerre. Un “posto fisso” al servizio degli USA, che occupano parte del nostro territorio con basi militari anche nucleari, e dettano legge nella nostra politica estera: prova ne sia che, nonostante la maggior parte dei paesi del mondo abbia già riconosciuto lo stato di Palestina, l’Italia continua a non volerlo fare per non disobbedire agli ordini USA. Un “posto fisso” che, con le spese per gli armamenti in continua crescita, sottrae risorse alla salute, all’istruzione, all’arte, al welfare. Lo stato italiano non assume medici, infermieri, ingegneri ed insegnanti di ruolo, ma fa giurare ogni anno migliaia di militari. In coincidenza con la ricorrenza dell 4 novembre, in cui le forze armate celebrano l’INUTILE STRAGE della prima guerra mondiale Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha annullato il corso che il Cestes-Proteo insieme all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università aveva organizzato per il 4 novembre 2025 un convegno  con il titolo: “4 novembre la scuola non si arruola” L’intento era di parlare di storia, descrivendo la prima guerra mondiale come un evento che costò all’Italia 600 000 morti per vantaggi territoriali che si sarebbero potuti ottenere con la neutralità;  un evento frutto di un vero e proprio colpo di stato (il Parlamento era contrario all’entrata in guerra); e  di analizzare in modo critico il detto “chi per la patria muor, vissuto è assai”. E di invitare il mondo della scuola a respingere ogni tentativo di militarizzare la scuola e l’istruzione. Qualche giorno fa, arriva il fermi tutti: il Ministero dell’istruzione e del merito annulla l’accreditamento al corso. Gli insegnanti non potranno usufruire per il convegno del monte ore di aggiornamento che costituisce per loro un diritto/dovere; a pochi giorni dal suo inizio e a iscrizioni già avvenute. Le motivazioni ufficiali del ministero affermano che “l’iniziativa  LA SCUOLA NON SI ARRUOLA non appare coerente con le finalità di formazione professionale del personale docente presentando contenuti e finalità estranei agli ambiti formativi riconducibili alle competenze professionali dei docenti, così come definite nel CCNL scuola e nell’Allegato 1 della Direttiva 170/2016.” Consapevoli del dettato costituzionale che impone il ripudio della guerra, e certi che il continuo intrufolarsi delle forze armate nelle scuole abbia già fatto abbastanza danni, esprimiamo a chi è colpito da questo ingiusto provvedimento tutta la nostra solidarietà. Ora in silenzio contro la guerra 
Convegno 4 novembre: “La scuola non va alla guerra. L’educazione alla pace risponde alla repressione”
Come anticipato, dopo che il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha annullato il corso di formazione e aggiornamento che il CESTES-PROTEO (ente di formazione accreditato presso il MIM) insieme all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università aveva organizzato per il 4 novembre 2025 con il titolo “4 novembre, la scuola non si arruola”, abbiamo deciso, come atto di dissenso e di disobbedienza, di confermare ugualmente la data dell’evento con un nuovo Convegno che, però, non potrà godere dell’accreditamento presso il MIM, per cui non è possibile chiedere un esonero per formazione per il personale scolastico. Di seguito il programma e tutte le indicazioni per seguire il Convegno dal titolo: “LA SCUOLA NON VA ALLA GUERRA. L’EDUCAZIONE ALLA PACE RISPONDE ALLA REPRESSIONE”. PROGRAMMA CONVEGNO ONLINE 4 NOVEMBRE 9.00 -13.00 Modera Serena Tusini Roberta Leoni, Militarizzazione e repressione nella scuola Presidente Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Marco Meotto, Sguardi coloniali. Il genocidio nella didattica della storia Docente e ricercatore Antonio Mazzeo, Genocidio crimine collettivo. Verso l’israelizzazione della società italiana? Insegnante e giornalista Mjriam Abu Samra, Critica decoloniale dell’accademia neoliberale: La Conoscenza non marcia Ricercatrice e attivista italopalestinese Caterina Donattini, La scuola per la Palestina: il racconto degli ultimi mesi di lotta BDS Italia Don Andrea Bigalli,  La libertà delle coscienze e il significato della disobbedienza Facoltà Teologica dell’Italia Centrale Tommaso Marcon, La militarizzazione della formazione, tra scuola gabbia e Valditara Studente OSA Leonardo Cusmai, L’Università ai tempi della crisi tra militarizzazione, repressione e riforme Studente universitario – Cambiare Rotta Conclusioni: Roberta Leoni,  Il 4 novembre non è la nostra festa! LINK DEL CONVEGNO CLICCA QUI PER LE PIAZZE DEL 4 NOVEMBRE CLICCA QUI INVITIAMO TUTTI E TUTTE, PERSONALE DELLA SCUOLA E DELL’UNIVERSITÀ, STUDENTI E STUDENTESSE, GENITORI E GENITRICI A SEGUIRE IL CONVEGNO. RICORDIAMO A TUTTI I E A TUTTE LE DOCENTI CHE IL CORSO DI FORMAZIONE NON È COPERTO DALL’ESONERO.