Tag - Eirenefest

Cecina conclude la rassegna degli Eirenefest locali 2025
Si è conclusa questo finesettimana a Cecina la lunga serie di Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza che ha percorso quest’anno tutta la penisola, rafforzando l’idea che la pace si costruisce dal basso e che la nonviolenza è il metodo e l’atteggiamento personale da cui partire. Nella due giorni al Palazzo dei Congressi si sono alternati presentazioni, laboratori, giochi, mostre di artisti, proiezioni di documentari in una grande varietà di temi e con una partecipazione molto qualificata di esperti sia locali che di persone provenienti da varie parti d’Italia. La giornata di domenica, dedicata anche alla Festa della Toscana ha visto anche la partecipazione di Bintou Mia Diop, neo vicepresidente della Regione con delega alla pace la quale ha ricordato che la Festa è ispirata alla significativa abolizione della pena di morte da parte del Granducato di Toscana, primo stato al mondo a compiere quest’atto. Ecco alcune foto scattate dai partecipanti e dalla redazione toscana: Redazione Toscana
Anche a Cecina Eirenefest, Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza
Si svolgerà a Cecina il prossimo 29 e 30 novembre presso il Palazzetto dei Congressi Eirenefest, Festival del libro per la pace e la nonviolenza. L’iniziativa, che prosegue l’impegno avviato con la “Terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza” dello scorso anno, sarà un’occasione preziosa di approfondimento, interscambio e rafforzamento delle reti e relazioni tra tutte e tutti coloro che si impegnano per la Pace e la Nonviolenza. La violenza sembra oggi occupare spazi sempre più imponenti nelle famiglie, nella città, nei rapporti fra Stati. La percezione è che si tratti di un unico canale in cui viene abbandonata l’etica e si concepisce la pace solo come il dominio del vincitore sul vinto. Una storia che credevamo chiusa nei nostri territori con la fine della Seconda Guerra Mondiale ma per un’illusione: i conflitti sono presenti da tempo in varie zone del mondo e si alimentano con la finanza, la produzione di materiale bellico e l’indifferenza di chi non è colpito dalla guerra. Da queste considerazioni è nato il comitato promotore di Eirenefest, composto da associazioni, istituzioni, case editrici, scrittori/scrittrici, giornalistə, personalità del mondo della cultura che si propongono di costruire “un cammino permanente e duraturo verso un’altra visione del mondo con al centro le persone, la solidarietà, il dialogo, la convergenza, i diritti umani, l’ambiente, la diversità.” Poiché la pace richiede un intenso e difficile lavoro sia dentro di sé che fuori di sé abbiamo imbastito un programma ricco di stimoli, contenuti, esperienze per innescare scintille di cambiamento capaci di liberare energia pacifica da cui far nascere rinnovati percorsi territoriali. Ringraziamo quindi le relatrici e i relatori che ci accompagneranno nelle 2 giornate del festival nonchè la Vice Presidente della Regione Toscana Bintou Mia Diop che, in ragione della sua delega alla Pace, sarà presente per scrivere insieme a tutte e tutti noi il libro bianco per la pace del nostro territorio. Vi aspettiamo sabato 29 alle ore 10:00 per l’inaugurazione e poi alle plenarie, laboratori, mostre, docufilm, giochi e per conoscere case editrici come Multimage e Marotta & Cafiero, gli spacciatori di libri di Scampia. Erienefest è stato promosso a Cecina dal CAMPUS DEL CAMBIAMENTO, con il Patrocinio del COMUNE DI CECINA, il contributo di Unicoop Etruria, dell’Otto per Mille della  Chiesa Valdese e la collaborazione di ANPI, CIAPE, GEOMETRIA DELLE NUVOLE, LEGAMBIENTE, LIBERA, MESTIZAJE, OXFAM, UN PONTE PER, IL RIFUGIO, WHLIVE e il TAVOLO PER LA PACE. Redazione Italia
Massa Marittima (GR), presentazione Eirenefest 2025 all’insegna della pace
Nell’ambito dell’edizione grossetana dell’Eirenefest 2025, Massa Marittima dà il suo contributo per sostenere la cultura della Pace e della nonviolenza. Lo fa in collaborazione con la seconda edizione di “Creare la Pace”, una manifestazione che ruota attorno ad una raccolta di opere di artisti e di alunni delle scuole locali dedicate alla Pace. L’Eirenefest massetana, in particolare, si concentra sul mettere in risalto il ruolo cruciale dell’educazione e della formazione delle giovani generazioni per promuovere una società nonviolenta e solidale. Il 12 novembre, si incontreranno Pio Castagna (Pax Christi), Annabella Coiro (Rete EDUMANA- Centro di Nonviolenza Attiva) ed Ermete Ferraro (M.I.R Italia) per dialogare su “Comunicazione nonviolenta. Dai conflitti alle connessioni”, alla presenza di un pubblico composto anche da docenti, educatori, genitori. Durante la settimana dal 10 al 15 Novembre, invece, si terranno laboratori creativi con bambini e ragazzi delle scuole, con letture sulla Pace e produzione di piccoli post-it o altri piccoli messaggi scritti e grafici da affiggere all’”Albero della Pace”, fissato su una delle pareti delle sale della mostra e lì conservato per tutta la durata della stessa. La realizzazione dell’iniziativa, coordinata dal Gruppo per la Pace, è stata sostenuta anche da alcune associazioni locali, quali: Accademia Musicale Omero Martini, Associazione Dire Fare – Centro Studi Storici Agapito Gabrielli, Associazione Iride, Associazione Liber Pater.
Si è conclusa la seconda edizione fiorentina di Eirenefest
Un pubblico attento e numeroso ha popolato prima le Baracche Verdi e poi la Comunità delle Piagge Centro Sociale il Pozzo nella domenica conclusiva delle seconda edizione di Eirenefest, Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza che si teneva per la seconda volta a Firenze. Nella giornata forte l’ispirazione e la presenza di Alexander Langer, una delle due figure importanti della nonviolenza che il festival ha voluto ricordare insieme a quella di Danilo Dolci. Ma anche, alle piagge, sono state presentate due importanti campagne: una per far istituire il Samuradipen, giornata di ricordo del genocidio dei Rom e dei Sinti e quella per far dichiarare il Medio Oriente libero da armi nucleari. Redazione Toscana
Iniziata la seconda edizione di Eirenefest a Firenze
Eirenefest 2025, il Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza, si è aperto oggi   24  ottobre con due presentazioni a BiblioteCaNova Isolotto, continuando poi la sera alle Baracche Verdi con la proiezione del documentario Inchiesta su Danilo Dolci. L’evento proseguirà all’Isolotto e alla Comunità delle Piagge – Centro Sociale il Pozzo per tutto il finesettimana seguendo l’idea forza che anima questa edizione Se vuoi la Pace, prepara la Pace. Eirenefest Firenze Eirenefest Firenze eirenefest fiEirenefest Firenze Eirenefest Firenze Eirenefest Firenze, Dale artista Eirenefest Firenze Eirenefest Firenze Eirenefest Firenze Eirenefest Firenze, Dale Redazione Toscana
“Se vuoi la pace, prepara la pace”: seconda edizione a Firenze del Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza
Ritorna a Firenze l’appuntamento con la cultura, la riflessione e l’impegno per la Pace e la nonviolenza: Eirenefest 2025, il Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza, si terrà dal 24 al 26 ottobre tra la BiblioteCaNova Isolotto, le Baracche Verdi e la Comunità delle Piagge – Centro Sociale Il Pozzo. Giunta alla sua seconda edizione locale con il titolo programmatico “Se vuoi la pace, prepara la pace”, la manifestazione si propone di sottolineare il ruolo cruciale dell’educazione e del dialogo nella formazione di una società nonviolenta e solidale, in un momento storico segnato da crescenti conflitti. Il Festival offrirà un ricco programma di presentazioni di libri, laboratori, spettacoli e proiezioni a ingresso gratuito, pensati per un pubblico di tutte le età. Infatti accanto a attività per adulti saranno sempre presenti in contemporanea letture e laboratori per i più piccoli. In particolare verrà reso omaggio in vari eventi alle figure di Danilo Dolci e di Alex Langer. Nel corso del festival, l’artista contemporaneo Dale accompagnerà i diversi interventi con l’esposizione di una sezione dell’opera d’arte più lunga del mondo – The Walk of Peace. Il programma completo è disponibile a: https://www.eirenefest.it/2025/09/18/programma-eirenefest-firenze-2025/ Info: firenze@eirenefest.it Redazione Italia
EireneFest Unisa. L’Università degli Studi di Salerno dedica quattro giorni intensi alla cultura della nonviolenza
Inizia lunedì 29 settembre 2025 e prosegue fino al tardo pomeriggio di giovedì 2 ottobre, Giornata Internazionale della Nonviolenza, EireneFest Unisa (https://www.eirenefest.it/universita-di-salerno/), la prima edizione locale di EireneFest – Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza organizzata in una università italiana. Il festival si svolgerà nelle aule, nel teatro e nel centro bibliotecario dell’Università di Salerno, presso il campus di Fisciano, e si svilupperà in orari diurni, in modo da facilitare la partecipazione della comunità studentesca. Ci saranno probabilmente anche dei momenti conviviali negli spazi esterni del campus, che ben si prestano alle conversazioni spontanee nate intorno a argomenti di comune interesse. Il festival sarà aperto da un incontro sulla comunicazione nonviolenta: qualcosa di cui si sente un enorme bisogno, anche sul piano giornalistico; e poi da una conferenza stampa alla quale parteciperanno, insieme alle autorità accademiche, gli ospiti della giornata, tra i quali Olivier Turquet, coordinatore nazionale di EireneFest, e naturalmente gli organizzatori dell’edizione UniSA: la prof.ssa Valentina Ripa, che ha coordinato l’iniziativa, i proff. Francesco Schiaffo, Rossana Palladino e Anna Cavaliere, che ne sono stati promotori insieme a lei con il Dipartimento di Scienze Giuridiche, il prof. Davide Monaco, del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale, che ha coordinato una “call” interna dalla quale è derivata una serie di iniziative, la direttrice del Centro Bibliotecario di Ateneo, che ospita le mostre e alcuni degli incontri, e vari docenti anche del Dipartimento di Scienze Politiche, che ha aderito a sua volta all’iniziativa, del Dipartimento di Scienze Aziendali Management & Innovation System, che partecipa in particolare attraverso il prof. Alfonso Amendola e le sue Open Class, e di altri Dipartimenti dell’Università di Salerno; nonché, e assolutamente non ultimi, i dottori di ricerca, i dottorandi e le studentesse che hanno preso parte ai lavori nella fase organizzativa, rispondendo alla “call” aperta a tutte e tutti, e hanno promosso con entusiasmo il festival presso colleghi e amici e presso le associazioni del territorio. Sono state allestite delle mostre: una piccola rassegna di libri della nonviolenza organizzata dalla Biblioteca di Area Umanistica e un’esposizione fotografica e cinematografica sul tema delle sparizioni forzate, una delle pratiche più disumane che purtroppo continua a essere diffusa in vari luoghi. Si rifletterà su quello nella prospettiva umanizzante del movimento per i diritti umani che si è sviluppato in Argentina (Paese dal quale si è diffusa in tutto il mondo la parola desaparecido) già durante la dittatura, con pratiche comunitarie nonviolente tese ad avere verità e giustizia e a costruire una società democratica ispirata ai diritti; e lo si farà guardando a un altro luogo, dove la rivendicazione di diritti, compreso quello alla verità, è ancora osteggiato. Le fotografie e il film Bîr, di Veysi Altay, avvicineranno il pubblico al popolo curdo e alla richiesta di verità per i desaparecidos curdo-turchi. Ma la grande sorpresa del festival al riguardo sarà la presenza di Julio Santucho, che porterà il mediometraggio di sua figlia Florencia e di Rodrigo Vázquez-Salessi sul “recupero” (per usare il lessico delle madri e nonne di Plaza de Mayo), di Daniel Santucho Navajas, partorito da sua madre Cristina in un centro clandestino, “appropriato” da una famiglia vicina al regime dittatoriale e venuto a conoscenza della sua vera identità solo nel 2023, quando suo padre Juilo – di una famiglia di cui si parlerà, così come del lavoro per i diritti umani attraverso il cinema – e i suoi fratelli hanno potuto avere, grazie all’instancabile lavoro delle Abuelas de Plaza de Mayo, la gioia insostituibile di incontrarlo e iniziare un percorso di vita insieme a lui. Si prosegue sempre lunedì con il Tribunale Permanente dei Popoli, con una proiezione fotografica di Mario Laporta sulla vita quotidiana in vari “territorio ostili” del mondo e con la presentazione, con il protagonista e coautore, di un libro sul lavoro di operatore umanitario svolto da Gennaro Giudetti, il quale negli scorsi mesi è tra i pochi cooperanti internazionali ad avere operato a Gaza. Insieme a lui e a Angela Mona, di Un Ponte Per, si discuterà con Anna Motta e Pino Paciolla, il cui figlio Mario avrebbe avuto diritto a maggiori tutele quando operava in Colombia nell’ambito di una missione ONU nella quale purtroppo ha perso la vita violentemente; e si proseguirà dunque sul diritto alla verità ricordando una persona che, come continuano a fare Gennaro e tanti altri, ha speso la sua vita per migliorare le condizioni altrui. Si prosegue martedì 30 aprendo la giornata con l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti nel Mondo e proseguendo con una tavola rotonda nella quale giuristi esperti (M. Nino, M. Fasciglione, M. Pace, L. Saltalamacchia) parleranno delle responsabilità condivise da Stati e imprese nelle violazioni dei diritti umani e ambientali, poi con una tavola rotonda di Eritrea democratica che aiuterà a capire anche il motivo per i quali in tanti cercano di fuggire dalla dittatura che funesta quel Paese da decenni e sono purtroppo ostacolati dalle leggi restrittive europee.  Si proseguirà sulla stessa línea con Riccardo Noury, portavoce nazionale di Amnesty International, e Antonio Marchesi, professore presso l’Università di Teramo che è stato presidente della stessa ONG, i quali presenteranno il loro libro sui Genocidi. Nel frattempo presso il DiSPaC quella mattina il prof. Monaco e la prof.ssa Calloni avranno condotto un workshop di filosofía e pratiche della nonviolenza e nel pomeriggio, dopo l’incontro sui genocidi del passato e attuali, la prof.ssa Annamaria Sapienza con la compagnia teatrale Putéca Celidònia parleranno della diffusione della cultura della pace nel teatro sociale e di comunità. Ed è presso il Teatro di Ateneo che si aprirà la giornata di mercoledì 1, con una lezione-concerto sull’America degli anni ’60 nelle canzoni di Simon & Garfunkel, poi il film Tides (Maree), del regista e poeta dei diritti umani Alessandro Negrini, sul conflitto in Irlanda del Nord e i sogni che si cerca di rendere realtà, e infine con due performance teatrali: Brecht in Palestina, di A. de Goyzueta in base al Galileo di Brecht e a scritti di Bifo e di bell hooks e con le musiche di F. Elvetico, e la lettura di “Parole di pace e libertà”, una selezione operata da Valentina Acca che leggerà accompagnata da G. Fontanella. Si prosegue poi in aula con un incontro sul cinema per costruire la pace curato da Mariangela Palmieri in collaborazione con Filmidea Unisa, Linea d’Ombra Festival e Fitzcarraldo Cineclub, e Nicolás López-Pérez, uno dei promotori del festival, coordinerà una lettura collettiva – con voci anche dall’Algeria e dall’Ucraina – di poesía scritta in tempi di guerra, in Palestina e in Ucraina. Giovedì 2 ottobre la Giornata Internazionale della Nonviolenza sarà aperta da un incontro sull’obiezione di coscienza intorno al libro e insieme a una persona che per non svolgere il servizio militare è stato in carcere a Gaeta nei primi anni ’70, e si proseguirà con un incontro di eccezione: sarà infatti ospite dell’università di Salerno padre Alex Zanotelli, figura esemplare delle pratiche della nonviolenza attiva e della diffusione, attraverso l’esempio e il magistero, di questa cultura presso persone agnostiche e di ogni religione. In seguito con i proff. Daraio e Schiaffo e gli ospiti Ferrari e Esposito ci si soffermerà su ciò che si vorrebbe in una società maggiormente civilizzata: misure per chi commette crimini tese soprattutto alla reintegrazione sociale. Si proseguirà con le azioni artistiche del Teatro dell’Oppresso, la pratica mediante la quale Augusto Boal creò, sulla base della Pedagogia di Paulo Freire, questo strumento di coscientizzazione volto alla trasformazione delle relazioni di potere tra Oppresso e Oppressore, e lo si farà con la compagnia U Buntu e a Capo. Come degna conclusione di giornate intense e nelle quali i dibattiti proseguiranno dopo i vari incontri in locandina, studentesse e studenti dell’Ateneo, coordinati da Cristiana Pia Iadicicco, hanno organizzato una tavola rotonda intitolata “Spazi di resistenza”, alla quale, rispondendo alla parte della “call” su Femminismo intersezionale, abilismo, violenza di genere, grassofobia, antispecismo che senza di loro sarebbe rimasta quasi inascoltata, hanno invitato ospiti che porteranno contributi interessanti e innovativi. Come sempre, l’ingresso è libero e gratuito e si auspica un’ampia partecipazione. I libri del Festival (e anche altri libri di alcuni dei relatori del Festival, come p. Alex Zanotelli) non saranno venduti in sede ma nelle librerie del territorio e sono stati resi disponibili da almeno due di queste: la Libreria Paoline e Imagine’s Book, site entrambe a Salerno. Programma completo https://www.eirenefest.it/2025/09/27/programma-universita-di-salerno-2025/ Redazione Italia
Eirenefest Napoli: una tavola rotonda sul disarmo nucleare
Tavola Rotonda a IoCiSto È gremita la Sala intitolata a Giancarlo Siani nella Libreria IoCiSto che ha ospitato l’Eirenefest, il Festival del libro per la pace e la nonviolenza, per la prima volta a Napoli. Incontri, dibattiti, laboratori, presentazioni di libri, la parola condivisa, l’impegno che cercano di spezzare le sbarre dell’indifferenza. Giorni pieni, intensi, ricchi di emozioni, di confronto e consapevolezza. La partecipazione è altissima anche per la Tavola Rotonda sul disarmo nucleare nel Medioriente, sul punto delle campagne che chiedono l’abolizione delle armi nucleari e sull’impegno profuso in questa direzione negli anni. Ci sono i grandi protagonisti di queste campagne, Emanuela Bavazzano, padre Alex Zanotelli e Giorgio Ferrari che hanno presentato la Petizione “Medioriente senza armi nucleari” e hanno dato vita a un incontro che ha coinvolto i presenti con la narrazione attraverso gli anni delle battaglie condotte per la denuclearizzazione del Medioriente. Il racconto ha attraversato tanti passaggi storici e politici fornendo una visione ampia e chiarificatrice che giunge fino all’attuale situazione drammatica, all’azione genocidaria che Israele sta compiendo sotto gli occhi atterriti e sgomenti del mondo intero, o almeno della società civile del mondo intero. Un’analisi lucida e corredata da riferimenti e documenti ha svelato tanti aspetti sconosciuti alla gente comune, inquietanti per la portata del rischio che implicano ma giustificati e legittimati dal potere, dal profitto e dalle lobby industriali e militari. Emanuela Bavazzano, psicologa, psicoterapeuta, vicepresidente di Medicina Democratica, collaboratrice in progetti per il welfare, attivista nei movimenti per la pace e co-promotrice insieme con Giorgio Ferrari della campagna “Medioriente senza armi nucleari” , apre la Tavola Rotonda ricordando l’impegno di Angelo Baracca, fisico, attivista, impegnato nelle campagne contro le guerre e per il disarmo nucleare, che ha tracciato con i suoi numerosi scritti le linee guida dell’impegno antinucleare. L’informazione deve essere collettiva, portare all’azione, deve diventare Movimento” afferma la dottoressa Bavazzano, “per chiedere che l’Italia aderisca al Trattato per l’abrogazione del nucleare (TPNW). Pensando alla situazione in Palestina, alla sistematica violazione dei diritti più elementari, Angelo Baracca aveva lanciato negli ultimi suoi anni un appello oggi più che mai attuale e urgente: “Fermare la guerra e imporre la pace. Si sta correndo verso l’Apocalisse, solo l’eliminazione delle armi nucleari può evitarla.” Ma cos’è la Petizione? È un appello promosso da 26 associazioni italiane affinché l’Italia sia attiva nel processo di definizione di un Trattato ONU che istituisca nel Medioriente un’area libera da armi nucleari e da armi di distruzione di massa chimiche e biologiche. La Petizione è stata rivolta nel novembre 2024 alle massime istituzioni italiane: al Presidente della Repubblica, ai Presidenti del Senato e della Camera, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Affari Esteri e ai gruppi parlamentari di Camera e Senato. Hanno aderito realtà associative, Ong, gruppi per la pace, movimenti civici. Lo spiega Giorgio Ferrari, esperto nucleare e sostenitore attivo di questo progetto, tra i primi firmatari degli appelli che chiedono all’Italia di non astenersi nelle votazioni ONU su questi temi. È l’anima promotrice della campagna per la Conferenza Permanente ONU per istituire una zona franca da armi nucleari nel Medioriente e che si terrà a novembre prossimo nella sesta sessione: “Bisogna chiedere che il Governo appoggi la Conferenza.” Ma cosa chiede la petizione? Creare urgentemente una zona libera da armi nucleari nel Medioriente, che tutti gli Stati della regione firmino e ratifichino il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW). Chiede che Israele dichiari e smantelli il suo arsenale nucleare mai dichiarato. “È il segreto di Pulcinella, lo conosciamo tutti” ha detto Ferrari. “Israele ha circa 80 testate nucleari, ma non lo ha mai riconosciuto ufficiale e non ha mai firmato il TPNW. Come ha potuto costruire l’arsenale che possiede? – si chiede il dott. Ferrari – sicuramente ci sono colpe gravissime dell’Occidente. Israele non fa parte del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari e dunque non si sente obbligato a un controllo internazionale, facendo riferimento al fatto che non c’è in Medioriente un contesto in cui la sua sicurezza sia garantita. Dunque, posizione ambigua ma inattaccabile.” Ferrari poi la posizione dell’Italia che analizza, pur dichiarandosi d’accordo con il TPNW, non lo ha firmato né ratificato, probabilmente a causa degli impegni nei confronti della NATO. Nel prossimo novembre 2025 a New York ci sarà la sesta sessione della Conferenza permanente per il disarmo nucleare, che dovrà, come da mandato ONU, dare seguito a quello che è un impegno ormai vecchio della diplomazia internazionale. Cosa ci si aspetta realisticamente da questa ennesima sessione? Un avanzamento, un documento più vincolante che impone impegni legali per gli Stati, incluso Israele, e che introduce misure concrete di trasparenza affinché l’impegno dichiarato presso l’ONU non resti solo dichiarativo. L’obiettivo della creazione di una zona libera da armi nucleari e di armi chimiche e biologiche di distruzione di massa in Medioriente risale alla risoluzione ONU del 2018 che ha dato vita alla Conferenza permanente, che in un contesto geopolitico altamente instabile assume una visione coraggiosa volta a coinvolgere tutti gli Stati della regione in un processo di disarmo multilaterale e trasparente. Lo spiega in modo chiaro Giorgio Ferrari che, anche per le sue specifiche conoscenze e competenze in campo nucleare, conosce i rischi ad esso collegati. Non ha mai smesso di spendersi per la campagna di denuclearizzazione e si batte in ogni contesto in un’opera di sensibilizzazione civile per focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica sul fatto che bisogna chiedere al Governo italiano che appoggi la Conferenza di novembre e non si astenga nelle votazioni ONU. “Il disarmo non è solo una questione di politica internazionale, ma un imperativo etico” – non ha dubbi Ferrari – “una Conferenza permanente per il Medioriente che lavori verso un trattato vincolante per rendere tutta l’area libera da armi nucleari, ma anche da quelle chimiche e biologiche di distruzione di massa, è senza dubbio da considerarsi esempio di diplomazia preventiva.” Nel 2018 l’ONU convocò per l’anno successivo la conferenza per l’istituzione di questa zona libera da armi nucleari e da altre armi di distruzione di massa , ma il processo di disarmo si è arenato e addirittura si è invertito perché tutti i Paesi hanno intrapreso programmi plurimiliardari di modernizzazione del sistema e degli armamenti nucleari. E così la Conferenza non ha trovato ancora attuazione anche per la mancanza di trasparenza di alcuni Stati e per i rifiuti di ispezioni. Ferrari denuncia la distanza tra le dichiarazioni e le attuazioni delle numerose risoluzioni ONU, che fanno fatica a tradursi in trattati vincolanti. La Petizione chiede fermamente un mutamento di questo atteggiamento, che il Governo italiano voti a favore del trattato e non si limiti ad astenersi. Tra i promotori della Petizione c’è, ancora una volta, padre Alex Zanotelli, voce storica del pacifismo italiano, simbolo instancabile di un impegno che non conosce tregua. E mentre il mondo torna a parlare di arsenali lui rilancia con forza la sua battaglia per abolire tutte le armi nucleari. Missionario delle periferie globali, attraversa i confini della politica e della fede e da anni chiede all’Italia e al mondo di voltare pagina: “Basta con le minacce atomiche.” Sembra un gigante la cui voce si staglia solitaria e spesso scomoda, oggi in particolare in un mondo segnato dai conflitti. Coerente con il suo pensiero antinucleare e radicato in una visione profondamente etica, testimone del Vangelo, ha denunciato la follia della deterrenza nucleare e l’ipocrisia delle potenze mondiali: “La deterrenza non può giustificare il possesso del nucleare”. È una denuncia che si sostiene di spiritualità e di impegno civile. “Il nucleare è l’espressione di un potere che mette a rischio la vita umana e la Terra stessa.” Ha spiegato infatti come sia falsa la narrazione del nucleare positivo per l’uso energetico, per i grandi rischi ambientali impliciti, per l’impatto sociale delle centrali che richiedono forti investimenti e sottraggono risorse alle energie rinnovabili, le uniche sostenibili. “Il complesso militare-industriale è il vero potere che comanda il mondo e la politica.” E con il pensiero rivolto alla Palestina e al dolore per la sorte dei palestinesi, si è dichiarato “scioccato” e non ha nascosto il dispiacere per la latitanza, il silenzio delle comunità cristiane che non reagiscono con fermezza di fronte all’orrore del genocidio, al fatto che la negazione della vita a Gaza è in netto contrasto con l’insegnamento e lo spirito del Vangelo, che è religione della Vita e della continua rinascita alla Vita. Ha voluto ricordare le parole di papa Francesco sulla questione della presunta “giustificazione” di una guerra e quando questa possa ritenersi giusta e legittima. E non si può scomodore Sant’Agostino stravolgendone il pensiero, contestualizzato in altra epoca, per trovarne un riferimento che legittima la guerra come male a volte necessario anche sul piano della fede. Padre Zanotelli rigetta questa tesi e ribadisce che mai la guerra può essere legittimata. “Bisogna capire bene il problema del nucleare: Israele possiede 70 bombe atomiche, la fine, il suicidio di Israele sarebbe il suicidio di tutto l’Occidente. Oggi davvero siamo sull’orlo dell’abisso, dominati dal paradigma: più armi, più guerre, più surriscaldamento globale del pianeta. Eppure, paradossalmente, l’Umanità ha un potere immenso su se stessa, sulla sua stessa possibilità di sopravvivenza, ma sta camminando verso il baratro. Se si continua sulla strada scelta si rischia di finire in un inverno nucleare o in un’estate infuocata.” E concludo, in piena sintonia con il pensiero di papa Francesco, che “non solo l’uso, ma perfino il possesso del nucleare è immorale”. Il dibattito che ne è seguito è stato partecipazione molto sia perché molte domande erano sconosciute a gran parte dei partecipanti, sia perché la conoscenza genera la consapevolezza che molti aspetti delle nostre vite non sono nelle nostre mani, ma in mani altrui che decidono per il nostro futuro senza che se ne abbia la percezione. “Diamoci da fare perché vinca la Vita” – ha esortato padre Zanotelli. La Tavola Rotonda ha aperto una prospettiva di conoscenza che non si esaurisce con la fine dell’incontro, ma si protrae con l’impegno: altri momenti ci saranno, ed è anche questo l’obiettivo dei relatori e del loro impegno civico, favorendo l’emergere di una coscienza civile che diventi sempre più consapevole e si riappropri dei diritti. Redazione Napoli
Per un Medio oriente libero da armi nucleari e da altre armi di distruzione di massa. La campagna parte da Napoli
Eirenefest Napoli 20-09-2025 Se siamo qui, oggi, è perché si è scelto di raccogliere le eredità e le proposte; se saremo qui, domani, sarà perché saremo capaci di fare memoria – informazione – futuro. Scriveva padre Alex Zanotelli, presentando un testo di Angelo Baracca (“Per la memoria, l’informazione e il futuro. Scritti per le prossime generazioni”): “Se l’umanità continuerà a camminare sulla strada che ha scelto, rischia di finire in un inverno nucleare oppure in un’estate infuocata. (…) Oggi la minaccia atomica torna a terrorizzare il mondo (…) Oggi rimangono 15.000 testate intatte nel mondo: una minaccia mortale per il futuro dell’umanità e del Pianeta. E i venti di guerra soffiano forti. (…) Baracca è l’autore di vari volumi importanti nel campo del nucleare: “A volte ritornano. L’Italia ritorna al nucleare” e soprattutto “SCRAM”, scritto insieme a Giorgio Ferrari”. Oggi siamo qui, a Napoli, terra su cui insistono le lotte e, nel contesto di questo Eirenefest, le persone, che quel grido di allarme accorato e competente (coerente) hanno lanciato. Continua padre Alex, ricordando Angelo: “Oltre a essere uno scrittore, è anche un impegnato attivista contro il nucleare. Infatti l’informazione deve portare all’azione per essere efficace. E non basta l’informazione individuale, ma deve essere collettiva”. Questo significa poter trasformare l’essere parte di, in termini di appartenenza, ad una dimensione di significato (entro e oltre l’essere religiosi, prima di tutto essendo orientati dentro un orizzonte spirituale, di ricerca del senso delle vite dell’essere donne e uomini in cammino per la costruzione di percorsi di Pace) nell’essere “parte di un grande movimento che, a gran voce, esiga che l’Italia aderisca al Trattato per l’abrogazione del nucleare (TPNA)”, quindi che, in una prospettiva di Utopia, “(l’Italia…) elimini dal proprio suolo tutto l’armamentario atomico”. Ad Angelo Baracca è stata dedicata una giornata, nel novembre 2023: eravamo a Firenze, padre Alex partecipava attraverso un suo contributo registrato ed inviato a noi, Giorgio aderiva ed era attivo sostenitore dentro la proposta di Medicina Democratica – Sez. Pietro Mirabelli, che umilmente contribuii a pro-muovere, nel luglio 2023; come scrivevo, a introduzione del testo – atti di quella giornata: “perché possano trasformarsi in proposte, perché il ricordo non sia pietra scolpita e tenuta a memoria nel tempo che cristallizza le immagini, bensì movimento collettivo che, nascendo dalla simpatia, dall’essere stati (ed ancora oggi essere) in cammino insieme, recupera le pietre e le lavora insieme”. “Uomo di scienza e di pace” e “amico e compagno di lotte”: Angelo così lo avevamo voluto ricordare, nel rappresentare due mondi e due anime: ambiti in cui il pensiero e le prassi si sono venuti contaminando e, restando nella fedeltà alla complessità della storia di Angelo, sceglievamo di tenerli insieme; Angelo negli ultimi (suoi) tempi, era attivo nell’impegno nell’appello, oggi sempre più attuale ed urgente, sempre più contingente: “fermare la guerra e imporre la pace”, consapevole di andare “verso l’apocalisse” e che l’eliminazione delle armi nucleari fosse “unico presupposto per evitarla”, “sull’orlo del precipizio”… Nel marzo 1999, scriveva: “Si pensi alla situazione della Palestina”: “una situazione di grave e sistematica violazione dei diritti individuali più elementari, oltre che di diritti collettivi, negati dalla perdurante politica israeliana di insediamento di “coloni”, e da un regime di segregazione etnica assimilabile all’apartheid” ed anche “una recrudescenza nella repressione della popolazione locale”, “un problema di esodi di massa e di “pulizia etnica” del territorio che va avanti da oltre quarant’anni”, “una serie continua e insistita di risoluzioni dell’Assemblea Generale e del Consiglio di Sicurezza dell’ONU”. Nel luglio 2020, scriveva la denuncia del rischio nucleare, rischio che oggi teniamo insieme rispetto al rischio (od alla quasi certezza, oltre l’utopia che possa invertire il senso della storia contemporanea) dello sterminio di un popolo attraverso “pulizia etnica”, utilizzo di mezzi – armi di distruzione di massa che difficilmente possono essere legittimate nell’uso pensando alla deterrenza (nucleare e non): “il processo di disarmo si è arenato e addirittura invertito, perché tutti i paesi nucleari hanno intrapreso programmi plurimiliardari di “modernizzazione” del sistema degli armamenti nucleari (avviati dal Nobel per la Pace Barack Obama!)”. Analizza il percorso promosso dalla campagna internazionale ICAN rispetto all’approvazione del TPAN, entrando nel merito di quanto, meglio e soprattutto con maggiore competenza e pertanto titolo a parlare rispetto a me, Giorgio Ferrari analizzerà, nelle evidenze di pericolosità di quelle “vere bombe a orologeria” rappresentate da reattori e testate nucleari e nella proposta politica specifica per la quale siamo qui. Se siamo qui, oggi, è perché riteniamo che il pensiero critico, quello insegnato dentro i luoghi dove si formano le persone, “le prossime generazioni”, ed anche nelle piazze dove si parla attraverso il megafono che amplifica riflessioni ed emozioni distopiche finalizzati a muovere le coscienze (anche attraverso quel rullo di tamburi e quel fare rumore, che, oggi, attraversa i luoghi dove si Urla per Gaza), sia ancora ancoraggio su cui anche questi Eirenefest basano le proposte di incontri – con-fronti, ancoraggio delle lotte alle basi che ne definiscono le ragioni; manifestare richiede alle persone partecipi di conoscere i perché, studiarli, confrontarli, dialogarli, se possibile anche metterli in crisi, mettersi in crisi: dobbiamo avere la Saggezza di tenere insieme e il Coraggio di mettere e mettersi in discussione. Oggi, ancora più di due anni fa, la convergenza è necessaria eppure è fondamentale mantenere i pensieri critici e orientati, non semplicemente messi accanto, ma finalizzati all’attuare proposte che non siano vuote di retorica ed orientati a plagiare le masse a-critiche e obbedienti. Scriveva Angelo Baracca nel suo testo, con il quale ho aperto queste mie brevi riflessioni (“Per la memoria, l’informazione e il futuro. Scritti per le prossime generazioni”), ricordando il proprio metodo di insegnamento, perché oggi siamo qui a fare memoria – informazione – futuro: “iniziavo i miei corsi dicendo: Le mie idee sono spesso diverse da quelle prevalenti (tanto più nel campo della scienza), io le enuncerò sempre nel modo più chiaro e senza reticenze, non intendo in alcun modo plagiarvi, ma sottoporvi a ragionare con la vostra testa: se, alla fine, arriverete a conclusioni opposte alle mie avrò comunque ottenuto il risultato, l’importante è che le idee siano vostre e non uno dei tanti stereotipi”. In un tempo come l’attuale, in cui non è facile trovare Vie, in uno spazio – tempo in cui spesso siamo stati sopraffatti da quell’impotenza derivante dal Che fare, perché la costruzione di percorsi di Pace (non di pacifismo) potesse essere sospinta verso anche solo una minima coscienza di cambiare uno scenario di Apocalisse (data dalle armi, nucleari e di distruzione di massa, particolarmente incidenti in questo), la richiesta di Giorgio Ferrari, al termine di Eirenefest (nazionale, a Roma) a giugno 2024, non poteva non essere accolta: la richiesta di mettere a disposizione conoscenza e scienza perché potesse esserci una spinta verso il governo italiano di un differente posizionamento. Oggi, nel tempo che ci separa da quel giugno 2024 (15 lunghi mesi) in una terra e per un popolo martoriato che sta subendo una pulizia etnica senza precedenti (o, se vogliamo rimettere memoria rispetto all’olocausto, anche se ogni paragone rischia – ed ha rischiato – di ridurre la portata dell’una piuttosto che dell’altra Storia, rischiando di creare una competizione tra drammi cui hanno concorso e stanno concorrendo responsabili diversi e simili perché le storie – purtroppo – si stanno in-consapevolmente ripetendo), siamo tutte e tutti coinvolti, corresponsabili, perché (sia pure giustificandoci attraverso l’impotenza – il non-potere) assistiamo e sentiamo di agire poco o di non agire. E se anche una piccola goccia possa alimentare un fiume di speranza, che sia realismo di utopie concrete, non è sovra- dimensionare la portata del messaggio di Giorgio assumerci la responsabilità di rispondere Sì a questa sua, specifica e motivata proposta, che è diventata collettiva, inizialmente con fatica eppure anche oggi con volontà che le informazioni messe a disposizione possano contribuire a spostare (o fermare) le lancette del Tempo (verso l’inverno nucleare o l’estate infuocata). Vi lascio con le parole di Samah Jabr, un messaggio di speranza, oggi forse di sola utopia: un sogno, frutto di un bisogno di ridare prospettiva al nostro continuo incessante persistente movimento dentro i movimenti di “Urla per Gaza”: “Abbracciando l’amore rivoluzionario dichiariamo che la lotta per porre fine all’occupazione della Palestina è una lotta ispirata dall’amore per l’umanità, non dall’odio – contrariamente a ciò che viene falsamente sostenuto dai nostri avversari. È una richiesta d’azione che incita le persone del mondo a unirsi non come osservatori passivi ma come partecipanti attivi nella lotta per la giustizia. (…) Sostenendo il popolo palestinese non solo contribuite alla nostra lotta, arricchite anche le vostre vite, entrando in connessione con un senso più profondo di scopo e umanità. L’amore rivoluzionario ci insegna che i nostri destini sono intrecciati, che la giustizia per uno è giustizia per tutti”. Emanuela Bavazzano   Eirenefest Napoli Eirenefest Napoli Eirenefest Napoli Cesare Dagliana
Riprendono con Napoli i Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza
Eirenefest Napoli 2025 – Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza Napoli, 19 – 20 – 26 settembre 2025 La Libreria IoCiSto – Presidio Permanente di Pace, insieme a altre realtà – in particolare, il Comitato Pace, Disarmo e Smilitarizzazione del Territorio – e ad altre sedi napoletane (la libreria Dante & Descartes, lo studio Z.E.N.), ospita per la prima volta a Napoli (Città di Pace che si è dichiarata, anni fa, anche porto denuclearizzato) l’edizione locale di Eirenefest, il Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza (www.eirenefest.it) nato a Roma con le edizioni nazionali del 2022, 2023 e 2024 e oggi diffuso attraverso edizioni locali organizzate in diverse città italiane. Tre giornate – 19, 20 e 26 settembre – per riflettere insieme sul valore della parola e del libro come strumenti di dialogo, costruzione e disarmo, in un tempo segnato da guerre, conflitti e violenze. La pace è un cantiere aperto: Eirenefest porta a Napoli scrittori, attivisti per la pace, psicoanalisti, docenti, giornalisti e religiosi che, attraverso incontri, presentazioni e tavole rotonde, apriranno uno spazio comune di confronto.   Il programma Si parte venerdì 19 settembre alla Libreria IoCiSto (via Cimarosa 20, Vomero), con un laboratorio sull’educazione alla cittadinanza globale curato da Pietro Varriale e Serena Correro, seguito da un incontro sulla spiritualità nei tempi contemporanei con Andrea Billau, Vincenzo Musolino e Olivier Turquet (presidente della Multimage, ideatore di EireneFest). Nella stessa giornata, una tavola rotonda promossa dall’Istituto Italiano di Cultura esplorerà il rapporto tra inconscio, guerra e pace, con Roberto Pasanisi e altri ospiti. Nel pomeriggio spazio a nuove uscite editoriali: Con Nome e Cognome di Maria La Bianca (Multimage, 2025) e Con loro come loro di Gennaro Giudetti (operatore umanitario da quindici anni, adesso appena rientrato da Gaza) e Angela Iantosca (Paoline, 2024). Sabato 20 settembre, sempre alla Libreria IoCiSto, il tema centrale sarà il disarmo nucleare e da armi di distruzione di massa in Medio Oriente, con la partecipazione di Emanuela Bavazzano e Giorgio Ferrari, promotori della petizione “Medio Oriente senza armi nucleari” (http://Mediorientesenzarminucleari.org), e di Alex Zanotelli. Seguirà una riflessione sulla nonviolenza attiva tra teoria e Vangelo con Giuliana Martirani e padre Zanotelli. La giornata si chiuderà con la presentazione del romanzo Dugo e le stelle di Francesco Troccoli (L’Asino d’Oro, 2025), introdotto da Valentina Ripa, docente presso l’Università di Salerno e membro del Comitato promotore nazionale di EireneFest. Venerdì 26 settembre il festival si sposterà alla Libreria Dante & Descartes (piazza del Gesù Nuovo, 14), dove il Comitato Pace e Disarmo, con la partecipazione di padre Alex Zanotelli, Ermete Ferraro (M.I.R.), Angelica Romano (Un ponte per) e Claudio Pozzi (che sperimentò il carcere militare nel ’72 per la sua “renitenza alla leva” e ha raccontato la sua esperienza in un libro), sposterà il focus sull’obiezione alla leva militare, tema purtroppo attuale e urgente. Tra gli ospiti anche Annabella Coiro (Centro di Nonviolenza Attiva, comitato promotore nazionale EireneFest) e Cesare Moreno (fondatore e presidente dei Maestri di strada), in una tavola rotonda sul valore educativo della nonviolenza “come antidoto al virus del dominio”. In chiusura, la presentazione del libro Logiche del bene contro le guerre (Prospettiva edizioni, 2023) e un aperitivo conviviale presso lo Studio Z.E.N.@arte e benessere all’interno del quale interverrà anche Aristide Donadio. Un festival diffuso Eirenefest Napoli nasce grazie alla collaborazione tra libreria IoCiSto, Presidio Permanente di Pace, il Comitato Pace, Disarmo e Smilitarizzazione del Territorio – Campania e numerose altre realtà locali, con il sostegno della rete nazionale di Eirenefest. L’obiettivo è trasformare Napoli in un luogo di incontro e confronto, dove i libri diventino semi di pace piantati nel tessuto della città. Redazione Napoli