Eirenefest Bergamo: l’aiuola che ci fa tanto feroci“L’aiuola che ci fa tanto feroci. Antologia contro la guerra: pacifismo,
obiezione di coscienza, disobbedienza civile” (Altreconomia, 2025), di Giulio
Marcon è stato il libro presentato nel corso di Eirenefest il 28 Aprile
all’interno della Fiera dei Librai.
Questa preziosa antologia, curata da Giulio Marcon, portavoce della campagna
“Sbilanciamoci” e attivista per la pace, nell’introduzione ricostruisce la
storia dell’impegno dei pacifisti, degli obiettori di coscienza e dei
disobbedienti alla guerra.
Nella presentazione di lunedì 28 aprile presso EireneFest Bergamo si è partiti
dal titolo evocativo che riprende una citazione dal Paradiso di Dante, “L’aiuola
che ci fa tanto feroci” quando, raggiunto il settimo cielo, Beatrice lo esorta a
volgere indietro un ultimo sguardo verso il mondo e in quello sguardo il poeta
immagina la Terra come una piccola aiuola, forse non così rilevante di fronte
all’universo, ma ferocemente contesa dai suoi abitanti.
A distanza di secoli, il genere umano si è diviso, ancora una volta, per
contendersi l’aiuola: la guerra è tornata, purtroppo, al centro della storia, lo
è sempre stata ma in questa fase ancora di più e occupa ancora il nostro
presente, si nutre del linguaggio della politica e dell’economia. Il riarmo non
può che alimentare il rischio di nuove guerre e mette a repentaglio le risorse
per quello di cui ci sarebbe bisogno: il lavoro, la transizione ecologica, il
welfare, la sanità e l’istruzione.
Nonostante questo – dice Marcon – non sono venuti meno il bisogno di rilanciare
l’obiezione di coscienza e la disobbedienza civile alla guerra e agli eserciti,
è urgente rilanciare il pensiero e il movimento pacifista nel dibattito pubblico
e introdurre nuove azioni per la pace e contro il riarmo.
Qual è la strada per mettere al bando la guerra? L’antologia propone una
selezione di testi di persone impegnate direttamente in un cammino per la
nonviolenza e la pace, costruito attraverso pratiche di obiezione di coscienza e
disobbedienza civile che ancora oggi possono insegnarci molto: testi filosofici,
religiosi e giuridici insieme a narrazioni e poesie di uomini e donne
dall’Antigone di Sofocle, al vangelo di Matteo, fino ad arrivare agli obiettori
di coscienza russi e ucraini, passando dagli scritti dei grandi maestri e
maestre del passato (Gandhi, Martin Luther King, Rosa Luxemburg, Simone Weil,
don Milani, Hannah Arendt, Norberto Bobbio, Aldo Capitini, Danilo Dolci, Alex
Langer e molti altri).
C’è bisogno di un rinnovamento della cultura pacifista – è stato detto nella
discussione – che sia in grado di fare proposte per la prevenzione delle guerre
e per la riconciliazione … Fa discutere ancora parlare oggi della legittimità di
una “guerra giusta”: ci sono sicuramente delle eccezioni (le guerre di difesa,
la Resistenza), ma per Marcon vale – in linea di massima – quanto affermava
Erasmo da Rotterdam: “è meglio una pace ingiusta che una guerra giusta”.
Nel dialogo con Giulio Marcon, coordinato da Gabriella Cremaschi, presidente
della Fondazione Serughetti La Porta, sono intervenuti Aldo Lazzari, portavoce
della Rete pace e disarmo bergamasca e Marzia Marchesi, assessora alla pace,
intercultura, educazione alla legalità del Comune di Bergamo.
Redazione Italia