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Il coraggio del Venezuela davanti all’arroganza statunitense
Nel corso delle celebrazioni per il 105º anniversario dell’Aviazione militare bolivariana, il presidente Nicolás Maduro ha rivolto un appello al popolo venche suona come una chiamata alla difesa collettiva della patria: rimanere vigili, imperturbabili, pronti a rispondere a ogni minaccia esterna. Maduro ha ricordato come ormai da 17 settimane gli […] L'articolo Il coraggio del Venezuela davanti all’arroganza statunitense su Contropiano.
Colpiti ma non fermi: la Ocean Viking si prepara a tornare in mare
Dall’attacco subito il 24 agosto da parte della Guardia Costiera Libica, la Ocean Viking è ancora ferma in porto per le riparazioni necessarie a garantire che la nave torni in mare in piena sicurezza e funzionalità. Da oltre due mesi la nostra squadra lavora senza sosta per tornare a salvare vite, ma l’obiettivo di ripristinare le condizioni ottimali per il ritorno in mare non è ancora stato raggiunto. A settembre abbiamo promosso un crowfunding e ci sono buone notizie. I due RHIB – i nostri gommoni veloci di salvataggio danneggiati durante l’attacco sono stati riparati e sono tornati a bordo della nave. Sono stati anche riparati i “Centifloats” forati dai proiettili: tubi galleggianti usati come paraurti e barriere per proteggere gli scafi, stabilizzare le manovre e creare corridoi d’imbarco sicuri. Le nuove finestre su misura per la plancia di comando, che andranno a sostituire quelle distrutte a colpi di mitra, arriveranno la prossima settimana. I vari componenti del team sono impegnati nei lavori di riparazione, in attesa di poter tornare a fare quello per cui hanno rischiato la vita: salvare persone in difficoltà e portarle in un posto dove possano sentirsi al sicuro. Nel frattempo, nel Mediterraneo centrale continua la strage silenziosa: nei giorni scorsi in diversi naufragi hanno perso la vita 3 bambini e una donna incinta, tra gli altri. “L’unica cosa che ha fatto il governo in questi mesi – spiega Valeria Taurino, direttrice generale di SOS MEDITERRANEE Italia – è stata rimanere immobile: immobile di fronte all’attacco ingiustificato e ingiustificabile che abbiamo subito e immobile di fronte al rinnovo automatico del Memorandum Italia Libia, che dal prossimo 2 novembre non sarà più modificabile. Abbiamo appaltato la gestione dell’immigrazione a uno Stato non sicuro, dove vengono sistematicamente violati i diritti umani e il diritto internazionale, solo per interessi politici e sulla pelle di uomini, donne e bambini innocenti: come associazione umanitaria non possiamo accettare questo epilogo, per questo riteniamo urgente tornare in mare a ribadire con forza che il diritto marittimo internazionale non è un’opzione trascurabile, ma dovrebbe essere alla base di ogni scelta compiuta in mare. Nonostante tutto quello che ci è capitato, torneremo presto dove c’è più bisogno di noi“. Redazione Italia
Allarme università: è ora di mobilitarsi
I processi che avevo tratteggiato in Libera università (uscito nello scorso febbraio) sono puntualmente partiti, e le prossime settimane saranno decisive: la ‘riforma’ dell’università per la quale il governo aveva avuto delega parlamentare sarà approvata entro l’anno come collegato alla legge di stabilità. Dunque, se c’è un momento in cui mobilitarsi, quel momento […] L'articolo Allarme università: è ora di mobilitarsi su Contropiano.
Trump annuncia l’attacco al Venezuela
“Presto vedremo azioni di terra in Venezuela“: lo ha detto Donald Trump alla Casa Bianca aprendo la tavola rotonda sulla lotta ai cartelli della droga e al traffico di esseri umani. Nelle ultime settimane gli Usa hanno compiuto raid marittimi contro innocui pescherecci, uccidendo diverse persone, spacciandole come “imbarcazioni dei narcos“. […] L'articolo Trump annuncia l’attacco al Venezuela su Contropiano.
Presidi e cortei in tutta Italia per la Freedom Flotilla e per Gaza. Le foto
Come la settimana scorsa dopo il brutale attacco israeliano alle barche della Global Sumud Flotilla e il rapimento degli equipaggi, anche oggi alla notizia che lo stesso copione criminale si era ripetuto con la Freedom Flotilla la mobilitazione è stata immediata. Di seguito una photogallery in aggiornamento con le foto dei diversi presidi scattate dagli attivisti. Cagliari Casale Monferrato Gorizia Milano   Napoli Novara Roma Varese Redazione Italia
Netanyahu ha ordinato attacchi con droni contro le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla attraccate in Tunisia
Palestina occupata – Quds News. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha approvato direttamente un attacco illegale con droni contro due imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, diretta a Gaza, attraccate in Tunisia. L’emittente statunitense CBS News, citando funzionari dell’intelligence americana informati sulla questione, ha riferito che le forze israeliane hanno lanciato droni da un sottomarino e hanno sganciato ordigni incendiari sulle imbarcazioni, ormeggiate fuori dal porto tunisino di Sidi Bou Said, provocando un incendio. Nessuno è rimasto ucciso o ferito negli attacchi, che hanno preso di mira una nave battente bandiera portoghese e una battente bandiera britannica in incidenti separati l’8 e il 9 settembre. L’uso di armi incendiarie contro popolazioni o obiettivi civili è vietato in ogni circostanza dal diritto internazionale umanitario e dal diritto dei conflitti armati. Questa settimana, le forze israeliane hanno intercettato più di 40 imbarcazioni civili e arrestato circa 500 attivisti della Global Sumud Flotilla mentre tentavano di rompere l’assedio illegale di Israele su Gaza. Israele ha una lunga storia di intercettazioni e attacchi alle flottiglie dirette nella Striscia di Gaza, soprattutto da quando ha imposto un blocco all’enclave, nel 2007.
Presidi a oltranza per la Global Sumud Flotilla in tutta Italia. L’equipaggio di terra si mobilita
Dopo la prima, straordinaria reazione all’attacco israeliano alle barche della Global Sumud Flotilla, la mobilitazione continua in tutta Italia con un elenco in continuo aggiornamento, che riportiamo di seguito. * Napoli, Stazione Centrale. * Roma, Piazza dei Cinquecento – Piazza Gaza * Livorno, Varco Zara * Torino, Piazza Palazzo di città * Pisa, Piazza XX settembre * Firenze, Piazza Annunziata * Milano, Piazza della Scala * Modena, Piazza Garibaldi * Palermo, Piazza Sant’Anna * Varese, Piazza Montegrappa * Genova, Varco Albertazzi * Bologna, Piazza Maggiore * Ravenna, Piazza del popolo * Cuneo, Piazza Europa * Cagliari, Piazza Costituzione * Bergamo, Zona stadio * Ferrara, Piazza della Cattedrale * Taranto, Piazza Garibaldi * Vicenza, Piazza dei Signori * Catania, Piazza Stesicoro * Lecce, Piazza Sant’Oronzo * Pesaro, Piazzale delle libertà * Lodi, Piazza della Vittoria * Brescia, Piazza Duomo * Sassari, Piazza d’Italia * Alghero, Piazza Porta Terra * Cuneo, Piazza Europa * Sassuolo, Piazza Garibaldi * Savona, Piazza Mameli * Perugia, Piazza IV Novembre * Terni, Largo Villa Glori * Parma, Piazzale Picelli * Massa Carrara, Piazza del Teatro * Padova, Corso pedonale Liston * Trieste, Piazza della Borsa * Pavia, Piazza Vittoria * Busto Arsizio, Piazza San Giovanni * Lecco, Largo Montenero * Monza, Via Boccaccio Redazione Italia
Conferenza stampa alla Camera dei Deputati: confermato sciopero generale se la Global Sumud Flotilla verrà attaccata
Si è conclusa da poco la conferenza stampa sulla situazione della Global Sumud Flotilla indetta alla Camera dei Deputati e condotta da Fabrizio Cassinelli dell’Ansa, che ha ringraziato partiti, sindacati e associazioni per il loro aiuto alla flotilla in una situazione che può cambiare da un momento all’altro. Elisabetta Piccolotti di AVS ha ribadito un concetto fondamentale: gli attivisti della flotilla stanno facendo ciò che dovrebbero fare i governi e per questo sono sostenuti dalla maggior parte degli italiani. Se i governi assomigliassero alla società civile saremmo in una condizione ben diversa. Maria Elena Delia, portavoce italiana del Global Movement to Gaza, ha fatto il punto della situazione, a partire dalla notte appena trascorsa, in cui tutti si aspettavano l’attacco israeliano. In realtà ci sono state un’osservazione ravvicinata e manovre di disturbo, ma ancora nessuna intercettazione. E’ lo schema seguito da Israele nelle missioni precedenti, con la differenza che bloccare più di 40 barche è ben diverso da bloccarne una sola, anche se è probabile che le cose cambino nelle prossime ore. Il governo italiano definisce irresponsabili gli attivisti che si ostinano a proseguire il loro viaggio, ma bisognerebbe chiedersi perché mai dovrebbe essere pericoloso muoversi in acque internazionali. La risposta purtroppo è semplice: quando c’è di mezzo Israele la legge non vale più e dunque sono gli attivisti a dimostrarsi responsabili, visto che rispettano il diritto internazionale, mentre Israele lo viola da decenni. Le cose però stanno cambiando: nonostante le violente dichiarazioni del governo e le bugie e le diffamazioni di tanti media mainstream, la gente si è svegliata e ha capito che quello che sta accadendo non riguarda solo Gaza e la Palestina, ma un rispetto della vita e delle leggi che va recuperato. Lasciare che l’asticella dell’orrore si alzi ogni giorno di più crea un precedente pericoloso anche per chi finora non si è curato molto dei palestinesi. Se anche le cose dovessero andare nel modo “migliore”, con l’abbordaggio, gli arresti e l’espulsione degli attivisti, sarebbe comunque una violazione dello stato di diritto e del principio secondo cui la legge è uguale per tutti. Alla domanda sulla sensazione provata quando la fregata italiano Alpino si è allontanata mentre si trovavano tutti a 150 miglia da Gaza, in acque internazionali e quindi ben lontano dalle 12 miglia definite “zona di guerra” da Israele, Delia ha risposto che una mossa simile non aumenta certo la fiducia in quelli che ci dovrebbero tutelare. In quanto al presunto legame con Hamas denunciato da Israele la risposta è semplice: è un ulteriore tentativo di diffamazione senza prove, non avendo altri elementi sostanziali. E’ poi intervenuto Yazan Eissa, del direttivo della GSF, che ha ripercorso la lunga storia di crimini israeliani commessi nella più totale impunità e violazione di diritti, sentenze e risoluzioni, fino al chiaro intento di pulizia etnica e genocidio ormai sotto gli occhi di tutti. La sintesi è chiara: quando chiediamo di applicare il diritto internazionale ci chiamano terroristi, mentre noi vogliamo solo seguire il principio per cui la legge è uguale per tutti. Maurizio Landini, Segretario generale della CGIL, ha ringraziato la Global Sumud Flotilla perché con un gesto di coraggio e dignità ha suscitato un’ondata di mobilitazione e solidarietà in tutte le forme possibili. Intercettarla in acque internazionali rappresenta un atto di guerra contro chi sta svolgendo una missione politica e umanitaria in modo nonviolento e portando avanti valori sanciti dalla Costituzione italiana e dalle convenzioni internazionali. Ha poi confermato l’intenzione di proclamare uno sciopero nel caso la flotilla venisse intercettata. E’ il momento di scendere di nuovo in piazza e ridare continuità alla domanda di democrazia, libertà e solidarietà con il popolo palestinese, difendendo così il diritto all’autodeterminazione di ogni popolo. Guido Lutrario dell’esecutivo nazionale dell’USB ha ricordato che non intervenire, non protestare significa essere complici del genocidio, come lo è il nostro governo. Bisogna seguire e amplificare l’esempio dei portuali di Genova, Livorno e Ravenna, che hanno bloccato le navi cariche di armi dirette in Israele e lo sciopero generale è un’occasione in più per rafforzare la loro azione. Ha ricordato le oltre 80 manifestazioni che il 22 settembre hanno invaso le piazze e le strade italiane, dimostrando maturità, determinazione, coraggio ed entusiasmo. L’eccezione rappresentata dalle violenze di Milano dimostra solo che il questore dovrebbe dare le dimissioni, dato che si è dimostrato incapace di gestire una situazione che nelle altre città non ha creato problemi. Anche Antonio Amoroso della CUB ha ringraziato la Global Sumud Flotilla perché ha portato più che mai alla ribalta il massacro dei palestinesi e ha ribadito l’intenzione di proclamare uno sciopero generale senza preavviso nel caso le venisse impedito di proseguire la sua missione. Il primo sciopero, il 22 settembre, ha rotto ogni argine e consentito iniziative in tutta Italia e il secondo vedrà di nuovo un’alta partecipazione, così come si può immaginare riguardo alla manifestazione nazionale del 4 ottobre a Roma. Vincenzo Miliucci dei Cobas ha paragonato il movimento contro il genocidio a Gaza all’opposizione alla guerra in Vietnam, ricordato l’importanza di opporsi a guerra e riarmo, dato che la Palestina è parte integrante della terza guerra mondiale a pezzi denunciata da Papa Francesco e si è augurato che lo sciopero, proclamato probabilmente venerdì 3 ottobre, diventi una manifestazione incontenibile come quella del 2003 contro l’invasione dell’Iraq. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, ha posto due domande fondamentali: chi sta minacciando chi? Un gruppo disarmato e nonviolento, che rappresenta la solidarietà globale, o uno degli eserciti più potenti del mondo? Cos’è più imperativo? Fermare la solidarietà o fermare il genocidio? Insomma, si può dire che un ulteriore merito della Global Sumud Flotilla è quello di aver unito i principali sindacati italiani, finora divisi e in competizione tra loro. Lo slogan lanciato dai portuali di Genova: “Se bloccano la flotilla blocchiamo tutto” si è ampliato in una scelta condivisa e potente: “Se toccano la flotilla, sciopero generale immediato, unitario e senza preavviso”.         Anna Polo
La vera minaccia è l’assedio, non la Flotilla
La Presidente del Consiglio ha definito la Global Sumud Flotilla un pericolo per il “piano di pace” americano. Avete letto bene: civili disarmati, attivisti nonviolenti e navi cariche di farina e medicinali sarebbero una minaccia alla stabilità. Il paradosso è evidente: si chiama pace un progetto che condanna Gaza a restare una prigione a cielo aperto e si bollano come “nemici” coloro che tentano di spezzare un assedio illegale. Stanotte non è a rischio solo l’equipaggio della Flotilla, ma il diritto internazionale stesso, calpestato da un governo che preferisce accodarsi ai diktat di una strategia neocoloniale. Diversi Paesi hanno scelto di rispettare la legge; l’Italia, invece, certifica la propria noncuranza. Colpisce che la Presidente Meloni non abbia mai pronunciato la parola “legalità” e non abbia citato l’artefice del genocidio: lo Stato di Israele. Non una calamità naturale, non una “guerra”, ma la responsabilità precisa di un potere che assedia, affama e bombarda una popolazione civile. A fine agosto l’OMS aveva lanciato l’allarme: entro la fine di settembre oltre 640 mila persone a Gaza sarebbero entrate in carestia — l’equivalente dell’intera città di Palermo.     Redazione Italia
La Zim Virginia nel porto di Livorno. In banchina un carico sospetto. Pronti allo sciopero generale in caso di attacco alla Global Sumud Flotilla
Mentre la Global Sumud Flotilla si avvicina a Gaza sotto costante minaccia dell’esercito israeliano, a Livorno, con un giorno e mezzo di ritardo, è appena entrata in porto la nave Zim Virginia. Nelle società coinvolte nelle operazioni è stato proclamato sciopero, sia da USB che dalla CGIL. I lavoratori portuali non scaricheranno né caricheranno. Proprio in questi minuti, dal Gruppo Autonomo Portuali è arrivata la segnalazione di alcuni contenitori da 10 piedi con materiale sospetto (militare) da imbarcare proprio sulla Zim. Questa nave deve lasciare subito il nostro porto. Questa è la richiesta ufficiale che arriva dai lavoratori e dal presidio di protesta che da giorni anima il porto di Livorno. Non un chiodo verso Israele! USB conferma lo sciopero anche per le prossime ore. Aggiornamento Grazie alla determinazione dei lavoratori portuali, dei cittadini e a seguito dello sciopero proclamato da USB e CGIL nelle società interessate dalle operazioni in Darsena Toscana, la Zim Virginia lascerà il porto di Livorno. Come USB Livorno insieme alle altre realtà che hanno animato, e stanno ancora animando, il presidio permanente al Varco Zara, abbiamo sostenuto attivamente dalla giornata di ieri i lavoratori portuali che hanno deciso di incrociare le braccia contro l’arrivo della nave israeliana. In questo momento drammatico per la popolazione di Gaza e mentre la Global Sumud Flotilla è costantemente minacciata dall’esercito israeliano, era importante lanciare un segnale forte di boicottaggio diretto. Questa volta a prescindere dalla presenza o meno di armi o mezzi militari a bordo. La parola d’ordine è sempre stata: “Se non lo fa il governo lo facciamo noi” è così è stato Ci prepariamo allo sciopero generale che verrà proclamato nell’immediato qualora la Flotilla dovesse essere attaccata. Sciopero che coinvolgerà tutte le categorie e che ci vedrà ancora una volta in piazza con blocchi e manifestazioni. Unione Sindacale di Base