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PKK: “ABBIAMO BISOGNO DI PACE, LIBERTÀ, UGUAGLIANZA E DEMOCRAZIA”. 30 GUERRIGLIERI/E BRUCIANO LE ARMI
Trenta militanti del Partito dei Lavoratori del Kurdistan, 15 donne e 15 uomini, tra i quali diversi comandanti ed esponenti storici dell’organizzazione, sono scesi dalle montagne curde dell’Iraq settentrionale e hanno distrutto simbolicamente le proprie armi alla presenza di una delegazione di deputati del Parlamento turco, giornalisti ed esponenti delle associazioni dei familiari dei detenuti. Dopo la lettura di una dichiarazione, il gruppo di guerriglieri ha sfilato accanto a un grosso bracere nel quale ognuno ha depositato un’arma. Le armi sono poi state bruciate. La cerimonia, che si è svolta vicino Sulaymaniyya, in Bașur (Kurdistan iracheno), si inserisce nel quadro del processo di pace in corso tra il movimento di liberazione curdo e la Repubblica di Turchia che era stato annunciato pubblicamente dall’Appello per la pace e una società democratica del 27 febbraio 2025. L’iniziativa di oggi, venerdì 11 luglio 2025, era stata anticipata dallo storico video-messaggio del leader e cofondatore del Pkk Abdullah Öcalan dall’isola-carcere di Imrali, dov’è detenuto dallo stato turco dal 1999. Ora, il movimento di liberazione curdo chiede che il Parlamento turco faccia la propria parte nel processo, innanzitutto licenziando una legge che consenta ai militanti che oggi hanno deposto le armi di poter entrare in Turchia (sono tutti cittadini turchi) senza essere arrestati. Nella lunga dichiarazione letta e diffusa dai guerriglieri del Pkk durante la cerimonia, i militanti rivoluzionari affermano: “Alla luce della crescente pressione fascista e dello sfruttamento in tutto il mondo e dell’attuale bagno di sangue in Medio Oriente, il nostro popolo ha più che mai bisogno di una vita pacifica, libera, equa e democratica. […] Ci auguriamo che tutti, i giovani e le donne, i lavoratori e le lavoratrici, le forze socialiste e democratiche, tutti i popoli e l’umanità osservino, comprendano e apprezzino il valore storico del nostro passo per la pace e la democrazia” (qui sotto riportiamo la nostra traduzione dell’intero comunicato). Ai microfoni di Radio Onda d’Urto è intervenuto Yilmaz Orkan, dell’Ufficio Informazione Kurdistan in Italia. Ascolta o scarica. Di seguito la dichiarazione integrale del comunicato diffuso dal Gruppo per la pace e la società democratica del Pkk, tradotto dalla redazione di Radio Onda d’Urto: Al nostro popolo e all’opinione pubblica In qualità di membri del “Gruppo per la pace e la società democratica”, costituito per accelerare il processo di cambiamento e trasformazione democratica, salutiamo rispettosamente voi e tutti coloro che assistono alla nostra storica iniziativa democratica. Per difendere l’esistenza dei curdi dalle offese di negazione e annientamento, noi, come combattenti per la libertà, uomini e donne, ci siamo uniti al Partito dei Lavoratori del Kurdistan, in tempi diversi, e abbiamo combattuto per la libertà in diverse regioni. Ora siamo qui per rispondere all’appello che il leader del popolo curdo, Abdullah Öcalan, ha lanciato il 19 giugno 2025. Il nostro arrivo qui si basa, allo stesso tempo, sull’appello che il leader Abdullah Öcalan ha lanciato in precedenza il 27 febbraio 2025 e sulle risoluzioni del 12° Congresso del Pkk, riunitosi dal 5 al 7 maggio 2025. Per garantire il successo pratico del processo “Pace e Società Democratica”, per condurre la nostra lotta per la libertà, la democrazia e il socialismo con metodi di politica legale e democratica sulla base della promulgazione di leggi per l’integrazione democratica, distruggiamo volontariamente le nostre armi, davanti alla vostra presenza, come passo di buona volontà e determinazione. Ci auguriamo che questo passo porti pace e libertà e abbia esiti favorevoli per il nostro popolo, per i popoli della Turchia e del Medio Oriente e per tutta l’umanità, in particolare per le donne e i giovani. Concordiamo pienamente con le osservazioni del leader Abdullah Öcalan che ha affermato: “Non credo nelle armi, ma nel potere della politica e della pace sociale e vi invito a mettere in pratica questo principio”. Siamo molto orgogliosi e onorati di fare ciò che è necessario per questo principio storico. Come sapete, le cose non sono avvenute con facilità, a costo zero e senza lottare. Al contrario, tutti i guadagni sono stati ottenuti a caro prezzo, lottando con le unghie e con i denti. E ciò che seguirà avrà sicuramente bisogno di lotte serrate. Siamo ben consapevoli di questo fatto e, con l’obiettivo di garantire ulteriori conquiste democratiche, crediamo fermamente nell’intuizione e nel paradigma del leader Abdullah Öcalan e confidiamo in noi stessi e nel potere collettivo della nostra comunità di compagni. Alla luce della crescente pressione fascista e dello sfruttamento in tutto il mondo e dell’attuale bagno di sangue in Medio Oriente, il nostro popolo ha più che mai bisogno di una vita pacifica, libera, equa e democratica. In questo contesto sentiamo e comprendiamo appieno la grandezza, la rettitudine e l’urgenza del passo che abbiamo compiuto. Ci auguriamo che tutti, i giovani e le donne, i lavoratori e le lavoratrici, le forze socialiste e democratiche, tutti i popoli e l’umanità osservino, comprendano e apprezzino il valore storico del nostro passo per la pace e la democrazia. Facciamo appello alle forze regionali e globali responsabili delle sofferenze del nostro popolo affinché rispettino i più legittimi diritti democratici e nazionali del nostro popolo e sostengano il processo di “Pace e Società Democratica”. Facciamo appello a tutti i popoli, ai circoli socialisti e democratici, agli intellettuali, agli scrittori, agli accademici, agli avvocati, agli artisti e ai politici affinché comprendano correttamente il nostro passo storico e siano solidali con il nostro popolo. Li invitiamo inoltre a partecipare più attivamente alla lotta per la libertà fisica del leader Abdullah Öcalan e per la soluzione democratica della questione curda, nonché a sviluppare e rafforzare la lotta e la solidarietà internazionale democratica e socialista. Invitiamo il nostro popolo e le sue forze politiche a comprendere correttamente le caratteristiche di questo processo storico di “Pace e Società Democratica” sviluppato da Leader Apo, ad assolvere con successo i propri doveri e responsabilità in campo educativo, organizzativo e operativo e a sviluppare la vita democratica. L’oppressione e lo sfruttamento finiranno; la libertà e la solidarietà prevarranno. Il processo di “Pace e Società Democratica” avrà sicuramente successo. Il Gruppo per la pace e la società democratica 11 luglio 2025
VIDEO-MESSAGGIO DI ÖCALAN DA IMRALI: “METTERE IN PRATICA LE RISOLUZIONI DEL 12° CONGRESSO. CONTINUO A SOSTENERE IL PROCESSO”
Il leader e cofondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan Abdullah Öcalan ha diffuso un video-messaggio storico dall’isola-carcere di Imrali, dov’è detenuto dallo stato turco dal 1999. È la prima volta, da quando fu catturato e arrestato 26 anni fa, che la voce di Öcalan varca le sbarre della prigione e che il militante rivoluzionario curdo compare in video. Nel video di 7 minuti nel quale compare insieme ad altri militanti del movimento di liberazione curdo, compresi gli altri detenuti sull’isola di Imrali, oltre che ad alcuni intellettuali detenuti dallo stato turco, Öcalan ribadisce – stavolta con la propria voce – l’appello ai militanti del Pkk affinché confermino lo scioglimento dell’organizzazione deciso dal 12° Congresso del Partito a inizio maggio e depongano le armi coordinandosi con una commissione parlamentare e gli osservatori internazionali. La nuova chiamata di Öcalan si inserisce nel processo di pace e dialogo in corso tra il movimento di liberazione curdo e la Repubblica di Turchia, inaugurato formalmente il 27 febbraio 2025 dall’Appello per la pace e la società democratica diffuso dallo stesso Abdullah Öcalan da Imrali – in quell’occasione tramite un testo scritto che venne letto pubblicamente da deputati e deputate del Partito Dem. Una prima cerimonia pubblica, durante la quale una ventina di militanti del Pkk scenderanno dalle montagne curde e deporranno simbolicamente le armi davanti agli osservatori internazionali e alla Commissione parlamentare turca, è prevista per venerdì 11 luglio 2025 a Sulaymaniyya, nel Kurdistan iracheno (nord-Iraq). Ai microfoni di Radio Onda d’Urto sono intervenuti, per commentare la notizia, il giornalista e nostro collaboratore Murat Cinar e Tiziano Saccucci, dell’Ufficio informazione del Kurdistan in Italia. Ascolta o scarica.   Di seguito il testo integrale della chiamata storica di Abdullah Öcalan: Cari compagni, mi sento eticamente in dovere di fornire, attraverso una lettera esaustiva – anche se ripetitiva – risposte esplicative e creative ai problemi, soluzioni, ai livelli raggiunti e alla situazione concreta del nostro Movimento di compagnerismo comunalista. 1. Continuo a difendere l’appello per “Pace e Società Democratica” del 27 febbraio 2025. 2. Convocando il 12° Congresso di scioglimento del PKK, avete fornito, con i giusti contenuti, una risposta positiva e completa al mio appello. Attribuisco un valore storico alla vostra risposta. 3. Il livello raggiunto è altamente prezioso e storicamente significativo. Gli sforzi dei compagni che hanno reso possibile questa comunicazione sono altrettanto preziosi e lodevoli. 4. Per la fine di questo processo, ho preparato un “Manifesto per la società democratica”, che deve essere valutato come una trasformazione storica. Questo Manifesto ha le caratteristiche necessarie per sostituire con successo il Manifesto di 50 anni fa della “Strada per la rivoluzione in Kurdistan”. Credo che quest’ultimo Manifesto porterà contenuti storici e sociali non solo per la società storica curda, ma anche per la società regionale e globale. Non ho dubbi sul fatto che incarnerà la tradizione storica dei manifesti. 5. Devo dire chiaramente che tutti questi sviluppi sono il risultato degli incontri che ho tenuto a Imrali. È stata prestata molta attenzione affinché questi incontri si svolgessero sulla base della libera volontà. 6. Il punto che abbiamo raggiunto richiede nuovi passi per l’attuazione. Il progresso dipende inevitabilmente dall’enfatizzazione e dalla comprensione della natura storica di questo livello e dall’adesione ai passaggi necessari. a. Il movimento del Pkk e la sua “Strategia di liberazione nazionale”, sorti come reazione alla negazione dell’esistenza dei curdi, e quindi finalizzati alla creazione di uno Stato separato, sono stati sciolti. L’esistenza dei curdi è stata riconosciuta; quindi, l’obiettivo di base è stato raggiunto. In questo senso ha fatto il suo tempo. Il resto è stato considerato una ripetizione eccessiva e una situazione di stallo. Questo costituirà la base per una critica e un’autocritica complessive. b. La politica non prevede il vuoto; pertanto, il vuoto deve essere riempito con il programma della “Società democratica”, la strategia della “Politica democratica” e la tattica di base del “Diritto olistico”. Quello a cui ci riferiamo è un processo determinante caratterizzato da un significato storico. c. Per portare avanti il processo è necessario e importante deporre volontariamente le armi e garantire le attività di una commissione legalmente autorizzata istituita dalla Grande Assemblea Nazionale Turca. Pur diffidando da approcci illogici della serie “prima tu, poi io”, questo passo necessario dovrebbe essere inesorabilmente compiuto. So che questi passi non saranno vani. Vedo la sincerità e ho fiducia. d. Pertanto, esistono degli sforzi per fare dei passi avanti attraverso l’adozione di misure più pratiche. Quelle che seguono sono le principali tesi che propongo: 1) Una prospettiva positiva universale consentirebbe al Movimento di continuare sulla propria via e di raggiungere il suo obiettivo di “pace e società democratica”. Le argomentazioni sopra citate ci portano alla seguente conclusione: il Pkk ha rinunciato al suo obiettivo dello stato-nazione; la rinuncia al suo obiettivo di base implica la rinuncia alla sua strategia militare e quindi porta alla sua dissoluzione. Questi punti storici attendono di essere portati a un ulteriore livello. 2) Dovreste tenere in considerazione il fatto che la vostra garanzia sulla deposizione delle armi davanti ai testimoni dell’opinione pubblica e degli ambienti correlati non sarebbe importante soltanto davanti alla Grande Assemblea Nazionale Turca e alla Commissione, ma rassicurerebbe anche l’opinione pubblica e onorerebbe le nostre promesse. L’istituzione di un meccanismo per deporre le armi porterà avanti il processo. Quello che è stato fatto è una transizione volontaria dalla fase della lotta armata a quella della politica democratica e del diritto. Non si tratta di una sconfitta, al contrario dev’ssere considerata come una conquista storica. I dettagli riguardo la deposizione delle armi saranno specificati e attuati rapidamente. 3) Il Partito Dem, che è sotto l’ombrello del Parlamento, farà la sua parte e collaborerà con gli altri partiti per garantire il successo del processo. 4) Per quanto riguarda la “situazione della mia libertà”, che avete posto come condizione indispensabile nei testi di risoluzione del vostro 12° Congresso, devo dire che non ho mai considerato la mia libertà come una questione personale. Filosoficamente, la libertà dell’individuo non può essere astratta dalla libertà della società. La libertà dell’individuo è una misura della libertà della società e la libertà della società è una misura della libertà dell’individuo. Verranno osservate le necessità del processo. Non credo nelle armi, ma nel potere della politica e della pace sociale e vi invito a mettere in pratica questo principio. Gli ultimi sviluppi nella regione hanno chiaramente dimostrato l’importanza e l’urgenza di questo passo storico. Devo dire che sono ansioso di ricevere tutti i tipi di critiche, suggerimenti e contributi che potete dare riguardo questo processo. Dichiaro, con ambizione e veemenza, che queste discussioni porteranno noi, forze della Modernità Democratica, a un nuovo programma teorico, a una nuova fase strategica e tattica a livello nazionale, regionale e globale, ed esprimo il mio ottimismo e la mia disponibilità per gli sforzi preparatori. Per quanto riguarda le fasi future, vi invito a mettere in pratica le risoluzioni del 12° Congresso, in linea con le opinioni e i suggerimenti di quest’ultima lettera, e a garantire un avanzamento positivo. Saluti permanenti da compagni I migliori auguri Abdullah Öcalan 19 giugno 2025
“VERSO LA PACE E UNA SOCIETÀ DEMOCRATICA IN TURCHIA. LIBERTÀ PER ABDULLAH ÖCALAN E TUTTI I DETENUTI POLITICI”. CONFERENZA STAMPA DELLA DELEGAZIONE ITALIANA RIENTRATA DA ISTANBUL
Tra il 10 e il 12 luglio 2025, nella regione di Sulaymaniyya, nel Kurdistan iracheno (nord-Iraq), una ventina di militanti del Partito dei Lavoratori del Kurdistan scenderanno dalle basi della guerriglia sulle montagne curde e deporranno simbolicamente le armi davanti alla stampa e a osservatori internazionali. Lo riferiscono in questi giorni diverse agenzie di stampa, anche legate al movimento di liberazione curdo. L’iniziativa, che sarà preceduta da un nuovo appello da Imrali del leader e cofondatore del Pkk  Abdullah Öcalan, intende aumentare la pressione politica sullo stato turco affinché compia dei passi concreti nel processo di pace aperto – in teoria – con il movimento di liberazione curdo (annunciato ufficialmente il 27 febbraio 2025 con l'”Appello per la pace e una società democratica” da Öcalan e seguito dal XII Congresso del Pkk che ha annunciato lo scioglimento dell’attuale struttura organizzativa). Intanto però, denunciano dalle montagne del nord-Iraq, gli aerei e i droni da guerra di Ankara continuano a bombardare le posizioni della guerriglia. Stamattina a Roma, al Senato, si è tenuta la conferenza stampa della delegazione italiana rientrata nelle scorse ore da Istanbul, dove si era recata insieme ad altre delegazioni internazionali  per chiedere alle autorità turche di poter incontrare Abdullah Öcalan sull’isola-carcere di Imrali. Ankara ha negato l’autorizzazione. La conferenza è stato intitolata “Verso la pace e una società democratica in Turchia. Libertà per Ocalan e tutti i detenuti politici”. L’incontro si è potuto svolgere al Senato per l’iniziativa del senatore di Avs Giuseppe De Cristofaro L’audio integrale della conferenza stampa registrato dalla redazione di Radio Onda d’Urto. Ascolta o scarica.
[2025-07-02] Abolizionismo, piccoli passi per @ Piazza nuccitelli
ABOLIZIONISMO, PICCOLI PASSI PER Piazza nuccitelli - Piazza nuccitelli (mercoledì, 2 luglio 19:00) *⛓‍💥Superare il carcere: oltre la civiltà capitalista* Primo incontro del II ciclo "Dentro e contro la prigione". Reading da "Sulla mia vita in prigione sull'isola di Imrali" e "Oltre lo stato, il potere e la violenza". La detenzione di Abdullah Ocalan oltre lo Stato, il potere e la violenza. Ne parleremo con Comune Lorenzo Orsetti e Comunità curda. 📌2 luglio, Piazza Nuccitelli al Pigneto, alle ore 19:00. 🥘Al termine dell'incontro, cena benefit in piazza: parte del ricavato sarà devoluto all'associazione Yairaiha, che dal 2006 si impegna per contrastare il carcere e le sue violenze.
[2025-06-27] NAHARINA – Resistenza comunitaria nel Kurdistan Siriano – 27 giugno 2025 @ Casale Garibaldi autogestito
NAHARINA – RESISTENZA COMUNITARIA NEL KURDISTAN SIRIANO – 27 GIUGNO 2025 Casale Garibaldi autogestito - Via Romolo Balzani, 87, Roma (venerdì, 27 giugno 19:00) Questo venerdì 27 Giugno 2025 𝐏𝐫𝐨𝐢𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐟𝐢𝐥𝐦 “𝐍𝐚𝐡𝐚𝐫𝐢𝐧𝐚” 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐫𝐞𝐠𝐢𝐬𝐭𝐚 + 𝐀𝐩𝐞𝐫𝐢𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐬𝐨𝐥𝐢𝐝𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐍𝐮𝐨𝐯𝐨 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 𝐀𝐦𝐮𝐝𝐞 dalle 19:00 :: Aperitivo a Sostegno del progetto di ricostruzione dello 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐜𝐨 𝐜𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 𝐝𝐢 𝐀𝐦𝐮𝐝𝐞, promosso dalla 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 𝐝𝐢 𝐑𝐨𝐣𝐚𝐯𝐚 e dal 𝐂𝐨𝐦𝐢𝐭𝐚𝐭𝐨 “𝐍𝐮𝐨𝐯𝐨 𝐂𝐢𝐧𝐞𝐦𝐚 𝐀𝐦𝐮𝐝𝐞” alle 21:00 :: Presentazione e proiezione del documentario Per maggiori info: https://openddb.it/film/naharina
[2025-07-03] Serata a sostegno di Jineoloji @ LOA Acrobax
SERATA A SOSTEGNO DI JINEOLOJI LOA Acrobax - via della Vasca Navale 6, Rome, Italy (giovedì, 3 luglio 18:30) SERATA A SOSTEGNO DI JINEOLOJI Dibattito Pizza Djset Dal Kurdistan alla Palestina: quale internazionalismo oggi? Dalle 18:30 ne parliamo con: - Comitato di Jineoloji - People's Bridge (da Berlino) ore 20:30 pizza!!! dalle 21 Dj set Squeert Squirt - Quasi Lab In un tempo così complesso e doloroso invitiamo le reti e le realtà di movimento che lottano contro la guerra, attive nella solidarietà internazionale con il Kurdistan e la Palestina a condividere con noi uno spazio di riflessione e socialità a sostegno Jineoloji e del movimento delle donne del Kurdistan. Alle 18:30 discuteremo insieme a People's Bridge una organizzazione nata in Germania ma impegnata sul fronte della solidarietà e dell'internazionalismo sia in Kurdistan che in Palestina, sull'attuale contesto mediorientale. Mentre Israele sta compiendo un crudele genocidio contro il popolo palestinese e sta cercando di estendere questa guerra all'intera regione,  la Turchia continua a bombardare intere regioni curde autogestite e il PKK annuncia il suo scioglimento e chiede la pace. In mezzo a tutto questo, la rivoluzione del Rojava continua a difendere le sue conquiste con il fiato sul collo del nuovo regime fondamentalista islamico in Siria. E nel frattempo si apre un nuovo fronte, quello dell' Iran, con conseguenze che potranno essere ancora più tragiche.  Insieme proveremo a comprendere gli ultimi sviluppi, gli interessi dei diversi poteri imperialisti e quali sono le prospettive per un nuovo internazionalismo che sia mosso dalla volontà di costruire un ponte tra le lotte di liberazione a partire da quella delle donne e delle libere soggettività. A seguire pizzeria libre e dj set Dalle montagne curde alle nostre città Donna Vita Libertà
KCK E PJAK CURDO-IRANIANO: “QUESTA È UNA GUERRA TRA INTERESSI E POTERI CONTRASTANTI, NON UNA GUERRA DI LIBERAZIONE PER POPOLI E NAZIONI”
L’Iran è uno dei quattro stati-nazione tra i quali, dal trattato di Losanna del 1923, è diviso il Kurdistan storico. Venerdì 13 giugno 2025, subito dopo l’inizio dei bombardamenti israeliani, il KCK, l’Unione delle comunità del Kurdistan, organizzazione ombrello delle realtà locali che in Medio oriente e non solo si organizzano secondo il modello del confederalismo democratico, ha pubblicato un comunicato dal titolo “Attraverso la guerra non si può raggiungere nessuna soluzione”. “Condanniamo questa guerra che ha causato molti danni alla popolazione. Tutti devono rendersi conto che la guerra non è un metodo per sviluppare alcuna soluzione. Le politiche di guerra devono essere abbandonate”, si legge nel comunicato del KCK. “È una realtà comprovata – prosegue il documento – che con il concetto di Stato nazionale unitario della modernità capitalista e con l’avidità di potere, autorità ed egemonia, è impossibile stabilire una vita pacifica in Medio Oriente, che è sempre stato un giardino variopinto di diritti, credenze e culture”. “Ribadiamo – conclude il consiglio esecutivo del KCK – che la soluzione ai problemi del Medio Oriente può essere raggiunta solo attraverso la modernità democratica e il concetto di ‘nazione democratica’ proposto dal leader del popolo curdo Abdullah Ocalan”. In Rojhilat, cioè il Kurdistan iraniano, è presente un’organizzazione che fa riferimento al KCK e alle idee di Abdullah Ocalan: il PJAK, Partito per la vita libera del Kurdistan. Anche il PJAK ha diffuso un messaggio rivolto al popolo dell’Iran e in particolare alla regione curdo-iraniana. Il titolo e il senso del comunicato è “Il futuro dell’Iran dipende dalla lotta democratica, non dalla guerra”. Il messaggio diffuso nelle ore successive ai bombardamenti dal PJAK, Partito per la vita libera del Kurdistan, organizzazione attiva nel Rojhilat, Kurdistan iraniano, dichiara invece che “Questa è una guerra di potere e di interessi contrastanti, non una guerra di liberazione per popoli e nazioni” e che “il popolo iraniano non dovrebbe essere costretto a scegliere tra la guerra e l’accettazione di un regime dittatoriale”. Per questo, dice il documento, “Il Partito per la vita libera del Kurdistan, che si oppone all’imposizione della guerra al popolo iraniano, sottolinea il principio della lotta democratica”. Poi, invita la società del Kurdistan iraniano all’autogoverno, alla solidarietà e al mutuo soccorso per far fronte alla situazione di guerra, occuparsi dei feriti e di tutto quello che può servire. Per comprendere meglio cosa accade nel Kurdistan iraniano e soprattutto qual è la posizione e l’approccio indicati dal movimento di liberazione curdo e dal Pjak abbiamo intervistato Jacopo Bindi, dell’Accademia della Modernità Democratica, struttura che si occupa di diffondere al di là del Medio oriente il paradigma della modernità democratica sviluppato da Abdullah Ocalan. Ascolta o scarica. “Difendiamo l’approccio politico della ‘terza via’ in Medio Oriente, al di fuori delle strutture di potere esistenti“, ha dichiarato Zegrus Enderyarî, funzionario per le relazioni estere del PJAK (Qui le dichiarazioni). Il portavoce del partito curdo-iraniano ha poi aggiunto: “Non siamo parte della guerra, né vogliamo rendere i nostri popoli parte di questi conflitti. La soluzione sta nell’instaurazione di una vita democratica per tutti i popoli. Proponiamo una vita comune, un’autonomia democratica e una governance locale per tutte le comunità etniche e religiose in Iran, non solo per il popolo curdo”. “I curdi in Iran rivendicano i loro diritti fondamentali. Non sono ‘separatisti’ come sostiene il regime”, ha dichiarato invece Peyman Viyan, co-presidente del PJAK (Qui le dichiarazioni integrali). L’esponente del partito di guerriglia curdo-iraniano ha poi spiegato: “Il popolo più organizzato e attento in Iran attualmente è quello curdo. Alcune forze hanno cercato di usare la resistenza ‘Jin, Jiyan, Azadî’ per i propri interessi. Tuttavia, noi abbiamo agito con molta cautela e abbiamo mostrato la nostra posizione in modo chiaro. Con il loro paradigma libertario, i curdi pensano in termini più ampi e chiedono i loro diritti fondamentali. Lotteremo per i nostri diritti a prescindere dalle condizioni. Siamo a favore di un’amministrazione condivisa che possa essere discussa e formulata, non di un conflitto. Allo stesso tempo, manteniamo l’autodifesa e possediamo il potere politico e organizzativo. Non rinunceremo alla nostra identità e ai nostri diritti”.    
Il comunicato del Partito per la vita libera del Kurdistan (iraniano) sulla guerra
Il PJAK ha rilasciato sabato 14 giugno la seguente dichiarazione in merito al conflitto in corso tra Israele e Iran. «Dal 13 giugno 2025, Israele ha lanciato pesanti attacchi contro i centri nucleari, militari e di comando della Repubblica Islamica dell’Iran, prendendo di mira strutture e figure associate al Corpo delle Guardie della Rivoluzione islamica (IRGC). I successivi attacchi di ritorsione della Repubblica Islamica contro Israele non sono stati sufficienti a scoraggiare i suoi attacchi mortali. Questa guerra è un ultimatum del sistema di potere globale al regime iraniano e continuerà fino a quando il regime non sarà completamente ristrutturato e neutralizzato. Questo non è indubbiamente un processo a breve termine, ma piuttosto una parte cruciale dell’attuazione del progetto “Nuovo Medio Oriente”, che è una conseguenza delle politiche di esecuzione, repressione, discriminazione, corruzione, impoverimento e disperazione della Repubblica Islamica. > Queste politiche hanno provocato un profondo risentimento pubblico in Iran, > spingendo la società iraniana verso una posizione radicalmente di opposizione > e di rifiuto nei confronti dell’attuale regime. La gioia del popolo iraniano per l’indebolimento del regime non significa che riponga tutte le sue speranze nell’esito della guerra. Questa è una guerra di potere e di interessi contrastanti, non una guerra di liberazione per popoli e nazioni. È scoppiata a causa delle politiche espansionistiche e guerrafondaie della Repubblica Islamica, che non hanno mostrato alcun riguardo per le sofferenze del popolo iraniano. I governanti hanno avviato questa guerra e i costi sono sostenuti da una popolazione già alle prese con crisi sociali ed economiche. L’elevato numero di vittime civili, soprattutto donne e bambini, in Iran e Israele durante questi attacchi evidenzia la triste realtà che gli Stati attribuiscono scarso valore alla vita delle persone. Il popolo iraniano non dovrebbe essere costretto a scegliere tra la guerra e l’accettazione di un regime dittatoriale. Il Partito per la Vita Libera del Kurdistan (PJAK), che si oppone all’imposizione della guerra al popolo iraniano, sottolinea il principio della lotta democratica. > Sono la lotta democratica del popolo e l’eccezionale rivoluzione “Jin, Jiyan, > Azadi” (Donna, Vita, Libertà) che porteranno la libertà all’Iran. Il raggiungimento degli obiettivi della nostra rivoluzione democratica richiede indubbiamente unità e collaborazione tra i sostenitori della libertà, le forze democratiche, i combattenti nazionali, le donne e i movimenti identitari. In questa fase critica e decisiva, consideriamo la cooperazione dei partiti curdi e la transizione dal governo di partito all’autogoverno popolare in Kurdistan un dovere storico. Invitiamo tutte le forze, i partiti e le organizzazioni della società civile – con le donne iraniane in prima linea – a lanciare una nuova fase della rivoluzione “Jin, Jiyan, Azadi”. Dichiariamo la nostra disponibilità a contribuire all’avvio di tale processo. > Crediamo che la transizione verso una Repubblica Democratica dell’Iran > richieda un cambiamento di prospettiva e l’abbandono della ricerca del potere, > del nazionalismo, del patriarcato e del centralismo. Affermiamo il nostro dovere di difendere il nostro popolo e gli altri popoli dell’Iran da qualsiasi forma di repressione o minaccia di massacro. Adempiremo a questo dovere nel quadro della legittima autodifesa dei nostri diritti e della nostra esistenza. Invitiamo tutto il popolo iraniano, in particolare quello del Kurdistan, a organizzarsi all’interno di strutture democratiche e popolari. Attraverso la completa solidarietà, possono minimizzare l’impatto distruttivo della guerra gli uni sugli altri. Passi vitali verso la costruzione di una società democratica e autogestita includono la creazione di gruppi di sostegno per le vittime di guerra, l’istituzione di comitati di soccorso locali e di comitati di cooperazione finanziaria e la prevenzione dell’infiltrazione di mercenari statali tra la popolazione. A questo proposito, invitiamo tutti i patrioti, i sostenitori della libertà e i membri del nostro partito a unirsi a noi». Immagine di copertina di Ostendfaxpost (wikimediacommons) SOSTIENI, DIFENDI, DIFFONDI DINAMOPRESS Per sostenere Dinamopress si può donare sul nostro conto bancario, Dinamo Aps Banca Etica IT60Y0501803200000016790388. Tutti i fondi verranno utilizzati per sostenere direttamente il progetto: pagare il sito, supportare le redattrici e i redattori, comprare il materiale di cui abbiamo bisogno L'articolo Il comunicato del Partito per la vita libera del Kurdistan (iraniano) sulla guerra proviene da DINAMOpress.
MILANO: DOMENICA 11 MAGGIO 2025 L’INAUGURAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE CONFEDERALISMO DEMOCRATICO KURDISTAN
Domenica 11 maggio 2025, a Milano, si terrà l’inaugurazione della sede dell’Associazione Confederalismo Democratico Kurdistan, dalle ore 13 in viale Monza, 255, uno spazio definito di “internazionalismo, costruzione di alternativa pratica” ispirata al pensiero politico elaborato dallo stesso Abdullah Ocalan. La nuova sede dell’Associazione Confederalismo Democratico Kurdistan, si legge nell’invito a partecipare all’iniziativa, “sarà un punto di riferimento per chi, a Milano, vuole conoscere da vicino la storia, la cultura e le lotte del popolo curdo, ma anche costruire insieme percorsi di solidarietà e autodeterminazione. Si tratta di un percorso politico e sociale costruito insieme a diverse persone e realtà appartenenti a varie aree politiche e di diverse provenienze”. L’iniziativa è promossa dalla Rete Kurdistan Italia insieme alla comunità curda e all’Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia e vuole essere “un momento di festa, incontro e confronto tra comunità diverse, unite dal desiderio di costruire insieme una società più giusta e libera da ogni forma di oppressione“. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, per presentare l’evento, è intervenuto Serkan Xozatli, di Rete Kurdistan Italia e della nuova Associazione Confederalismo Democratico Kurdistan. Ascolta o scarica. Di seguito il programma della giornata: * ore 13: Discorso di apertura * ore 13.30: Cerimonia del taglio del fiocco * Ore 14: concerto di Ashti Abdo, musicista curdo * Ore 14.45: Interventi degli ospiti * Ore 15: Musica italiana * Ore 15.40: Concerto di Ergin Xalikan, musicista curda * Ore 16: Intervento di chiusura Durante il programma sarà servito un ricco aperitivo curdo.