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ITALIA: L’INFLAZIONE SI MANGIA LE PENSIONI, IL GOVERNO AUMENTA LE MINIME…DI 3.13 € AL MESE
I pensionati, in particolare quelli con la minima, dall’anno prossimo potranno permettersi ben…tre caffè in più al mese. È il risultato della perequazione all’inflazione fissata, dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, all’1,4% (3.13 euro in più al mese): l’assegno passa da 616 a 619 euro al mese. La misura è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale il 28 novembre 2025. Non va meglio per altri assegni: con 800 euro netti al mese arriveranno 9 euro in più, mentre con 1000 euro netti di pensione, 11 euro in più. Ai nostri microfoni il commento di Ezio Cigna, responsabile previdenza della Cgil nazionale. Ascolta o scarica
PORTOVESME: GLI OPERAI EUROALLUMINA SOSPENDONO LA PROTESTA DEL SILOS, IN ATTESA DEL 10 DICEMBRE
Hanno deciso di interrompere la protesta a 40 metri di altezza, che andava avanti dalla mattina di lunedì 17 novembre, e scendere dal silos i quattro operai dell’Eurallumina di Portovesme dopo che ieri hanno ricevuto la visita della Ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone. La decisione è stata presa questa mattina durante l’assemblea di lavoratori e sindacati proprio per fare il punto delle azioni di lotta all’indomani dell’incontro con la Ministra, che aveva dato rassicurazioni in vista del tavolo convocato per il 10 dicembre a Roma. Il commento di Franco Bardi, segretario generale della CGIL Sardegna Sud Occidentale. Ascolta o scarica
USB: “C’è sciopero (del 28 novembre) e sciopero (del 12 dicembre), perché c’è piattaforma e piattaforma”
La mancata convergenza della CGIL sullo sciopero promosso da USB e altre organizzazioni sta suscitando un dibattito fondato sul nulla. A parte qualche vecchio ‘sempreverde’ che prova ad attribuirsi il ruolo di generoso pontiere, sembra che nessuno stia ragionando su questa scelta della CGIL, che pare ragionevole e giusta. Per il 28 e 29 novembre prossimi USB ha convocato uno sciopero generale e una manifestazione nazionale a Roma sulla scorta di un mandato vincolante su una piattaforma di lotta assolutamente chiara e dettagliata da parte dell’assemblea nazionale dei propri quadri e delegati riuniti a Roma il 1° novembre. Altrettanto, sembra di capire, ha fatto la CGIL con la propria assemblea nazionale e decidendo di convocare lo sciopero generale il 12 dicembre. Quindi la differenza di valutazione in ordine alla convocazione di uno sciopero generale non sta nella data ma nella piattaforma di lotta, cioè sui contenuti che si vuole far emergere attraverso il massimo strumento di lotta e di mobilitazione a disposizione dei lavoratori e delle lavoratrici. Se le piattaforme sono tanto diverse da non consentire una convergenza sulla stessa giornata è abbastanza naturale che questo non avvenga e non si realizzi quello che si è realizzato il 3 ottobre scorso e allora si è potuto realizzare unicamente perché la drammaticità del genocidio in corso del popolo Palestinese era al centro dello sciopero politico ‘fuori dalle regole’ che il Paese, oltre le sigle sindacali, ha caparbiamente voluto effettuare anche cosciente dei rischi che si correvano. Quando si convoca il 3° sciopero generale nel breve volgere di due mesi o poco più non lo si può fare a ‘cuor leggero’, come tante volte altri soggetti hanno fatto. Lo si fa perché una situazione insostenibile lo richiede e la piattaforma che lo convoca deve essere mirata esattamente sui motivi che hanno reso la situazione insostenibile e contenere proposte concrete, condivise e realizzabili come quella di partire da 2000 euro di salario netto per tutti come paga base. Una proposta ‘facile – facile’ ma che finora nessuno aveva avuto il coraggio di avanzare. Tanti sono i motivi alla base della proclamazione, ciascuno può trovarli dettagliati sul sito USB, e ciascuno si accorgerà delle profonde differenze nell’ impostazione, prima ancora che nel dettaglio, tra quelle emerse dall’assemblea USB del 1° novembre e quelle della CGIL. Bene quindi ha fatto la Cgil, evitando personalizzazioni che lasciamo alla Meloni in affanno di argomenti, a decidere di andare per la propria strada, decidendo la propria data in cui scioperare sulla propria piattaforma strutturalmente lontana anni luce da quella di USB. Un sussulto di consapevolezza che gli fa onore. Unione Sindacale di Base
Crocodile Landy e i paradossi della CGIL
Quello di Landini è un urlo rivolto alla piazza: “c’è una maggioranza di persone che si è rotta le scatole di non essere ascoltata e però tiene in piedi il Paese, c’è una domanda di futuro e libertà: le piazze piene sono le cose nuove di questo Paese, però c’è chi non le vuole vedere e le demonizza, hanno paura della democrazia!” Ma nel merito della manovra cosa propone per modificarla? L’attacco al governo che «nella manovra ha messo zero investimenti pubblici mentre la produzione industriale cala e e aumenta la cassa integrazione» è talmente generale da risultare generico, più morale che politico, e insieme subordinato ad una logica lavorista che inchioda i diritti dei lavoratori alle compatibilità di sistema. Un esempio? Attacca le grandi aziende che «fanno utili grazie al nostro lavoro e però anziché investirli li distribuiscono tra gli azionisti». Landy the crocodile parla come se fosse un membro del CdA delle holding, il che non è del tutto immaginario, considerato che il sindacato è uno dei principali sponsor dei fondi pensione di categoria. E sulle pensioni? Una parola sulle condizioni per accedere alla pensione, o una sul sistema contributivo e sui coefficienti di calcolo, o sulle detrazioni o la tassazione? Almeno ci prova a sottrarre quella parte di elettori incazzati che si sono fatti buggerare da Salvini e Durigon? Macché. Urla «aridatece la Fornero» quando ricorda che «siamo diventati il Paese con l’età pensionabile più alta d’Europa» e tira in ballo Matteo Salvini «che aveva promesso che cancellava la legge Fornero: in realtà è riuscito a peggiorarla, ha raccontato balle». E tu? Chi dovrebbe lanciare una semplice parola d’ordine: l’età pensionabile non si tocca!? Forse Confindustria? Oppure chi dovrebbe nominare rompendo un tabù scala mobile ed equo canone? Landy da questo orecchio non ci sente e la cedolare sugli affitti brevi neanche la nomina. Ma la realtà supera il paradosso ed è agli imprenditori che Landini infine lancia un appello: «Battetevi con noi per combattere il lavoro nero, aumentare i salari, rinnovare i contratti» e rilancia sulla legge per la rappresentanza: «Vogliamo davvero cancellare i contratti pirata? C’è solo uno strumento per farlo». Se i giovani lasciano l’Italia, riflette, «è a causa del livello di sfruttamento e precarietà: se Confindustria vuole sviluppare il Paese deve scegliere, lo sviluppo non può essere disgiunto dalla qualità del lavoro». Fine dell’omelia Proposta? Che qualcuno invece lanci un appello a Landini, ricordandogli quel referendum del 1995 sulla rappresentanza sindacale, che abrogò parzialmente l’Articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori (Legge n. 300/1970). A quel referendum che avrebbe dovuto sottrarre il monopolio della rappresentanza restituendolo ai lavoratori non è mai seguita una legge sulla rappresentatività che continua ad essere monopolio di chi si accomoda, concerta e firma. Piangendo poi lacrime di coccodrillo. Michele Ambrogio
Saldare i temi di disarmo, lavoro e disagio giovanile
Riportiamo il comunicato stampa della CGIL sulla manifestazione nazionale del 25 ottobre scorso a Roma. Le foto sono invece del nostro Mauro Zanella Oltre 200 mila persone hanno partecipato al corteo organizzato dalla Cgil a Roma. Un pomeriggio di mobilitazione, con testimonianze e interventi dal palco di Piazza San Giovanni in Laterano a Roma, per chiedere un cambio di rotta sulle politiche economiche, sociali e del lavoro. LE RAGIONI DELLA MOBILITAZIONE “Democrazia al lavoro” è il filo rosso che unisce le tante battaglie della CGIL: aumenti salariali, sanità pubblica, giustizia fiscale, pace, diritti e dignità per chi lavora. In un contesto di disuguaglianze crescenti, precarietà diffusa e impoverimento del lavoro, il sindacato rivendica politiche pubbliche capaci di restituire futuro alle persone e centralità al lavoro come strumento di coesione e giustizia sociale. “La gente non ce la fa più ad arrivare a fine mese: si è poveri lavorando. Siamo in piazza per chiedere salari dignitosi, lotta all’evasione fiscale e diritti per tutte e tutti”, ha dichiarato Maurizio Landini, segretario generale della CGIL. SALARI, DIRITTI E GIUSTIZIA FISCALE La piattaforma rivendicativa della CGIL punta a una riforma strutturale del fisco, a partire dalla restituzione dei 25 miliardi di euro che lavoratrici e lavoratori hanno pagato in più negli ultimi anni a causa del fiscal drag. Accanto a questo, la richiesta di contratti rinnovati, lotta alla precarietà e una sanità pubblica accessibile e universale, dopo anni di sottofinanziamento del Servizio sanitario nazionale. PACE, LAVORO E GIOVANI: SALDARE LE LOTTE Un tema centrale della manifestazione è anche il no al riarmo e il sì alla pace. Per la Cgil, è necessario saldare la lotta contro il riarmo con quella per il lavoro, unendo le nuove generazioni che chiedono futuro e dignità alle battaglie di chi ogni giorno difende diritti e salario. “I giovani non vedono un futuro nel lavoro, troppi sono costretti a partire. Bisogna ascoltarli e costruire con loro una società fondata sulla solidarietà e sulla giustizia”, ha sottolineato Landini. UN PIANO PER LA GIUSTIZIA SOCIALE La manifestazione del 25 ottobre porta in piazza le proposte della CGIL per: Un piano straordinario di assunzioni nel pubblico impiego, a partire da sanità e scuola; Un salario minimo contrattuale e la piena applicazione dei contratti collettivi nazionali; Un contrasto deciso alla povertà, alla precarietà e alle diseguaglianze territoriali; Una politica di pace e solidarietà internazionale, alternativa alla logica della guerra e del riarmo. Redazione Italia
Sabato 25 ottobre mobilitazione nazionale a Roma
Sabato 25 ottobre 2025 Concentramento ore 13:30 in Piazza della Repubblica, corteo fino a Piazza San Giovanni, Roma Il Global Movement to Gaza Italia aderisce alla giornata di mobilitazione nazionale del 25 ottobre, convocata dalla CGIL contro le politiche economiche e sociali del governo. Nel 2025 il governo Meloni ha destinato 45 miliardi di euro alle spese militari, e punta a 146 miliardi entro il 2035: più di quanto si spende oggi per la sanità pubblica (137 miliardi). Noi vogliamo un’altra direzione: più fondi per sanità, istruzione, casa e welfare, una tassazione equa sulle grandi ricchezze, la lotta all’evasione, salari dignitosi, pensioni giuste, diritti sul lavoro e una vera transizione ecologica e sociale, non la riconversione bellica mascherata da “difesa”. Contro la guerra, la precarietà e l’ingiustizia sociale. Vogliamo molto di più. Redazione Italia
La straordinaria mobilitazione nonviolenta, appassionata e continua del popolo sardo per la Palestina
Ieri, 8 ottobre 2025, un presidio affollato ha riempito Piazza Costituzione e le scalinate del Bastione di Saint Rémy. L’ultimo degli innumerevoli presidi e cortei che si sono svolti nel capoluogo della Sardegna, ma anche nelle altre città (Sassari, Nuoro, Oristano, Olbia, Alghero…) e pure nei piccoli centri dell’interno dall’indomani del 7 ottobre 2023 fino ai nostri giorni. Cagliari, scalinate del Bastione di Saint Rémy (foto di Rossella Pes) Sarebbe un elenco lunghissimo ricordarli tutti. La coscienza dei sardi sul genocidio che si stava compiendo a Gaza, soprattutto quella dei giovani e delle giovani, è cresciuta nel tempo, dopo lo smarrimento iniziale dovuto all’attacco di Hamas del 7 ottobre in territorio israeliano al confine con la Striscia di Gaza, col suo carico di morti, tra cui numerosi civili. L’Associazione “Amicizia Sardegna Palestina” e il “Comitato di Solidarietà con la Palestina”, composto da innumerevoli associazioni, sigle sindacali di base, partiti politici presenti nel territorio, sono stati i propulsori delle manifestazioni per la Palestina in questi due anni. Negli ultimi mesi, la protesta contro la connivenza del governo italiano, che ha continuato a inviare armi a Israele – avendo in Sardegna la fabbrica bellica RWM di Domusnovs/Iglesias della tedesca Rheinmetall – è  stata numericamente sempre più consistente. Inoltre, la motivazione della solidarietà verso la Global Sumud Flotilla, su una imbarcazione della quale era imbarcato Marco Loi, un nostro concittadino, ha contribuito alla partecipazione. Il motto “Rompiamo il silenzio” sul genocidio nella Striscia di Gaza e su quanto succede nella Cisgiordania occupata, col pericolo dell’annessione da parte dello Stato d’Israele, ha contribuito a convogliare molte persone nelle manifestazioni. A partire dalla prima “Marcia dell’Indignazione” convocata dal Movimento spontaneo “Can’t Stay Silent”, del 5 settembre scorso, la partecipazione è andata assumendo vere e proprie caratteristiche di folla: non più centinaia di persone hanno manifestato e percorso le strade cittadine, ma migliaia (almeno seimila persone).  Venerdì, 19 settembre, una seconda “Marcia dell’Indignazione”, organizzata insieme da Comitato Can’t Stay Silent, Comitato sardo di solidarietà con la Palestina, Associazione Amicizia Sardegna Palestina, ha quasi raddoppiato le presenze (circa 10 mila). Ha raggiunto, infine, le decine di migliaia al corteo dello sciopero generale indetto per il 22 settembre dall’USB (almeno 20 mila persone). E ancor più numerosi sono state le persone partecipanti allo sciopero congiunto USB – CGIL del 3 0ttobre, indetto al momento in cui la Flotilla è stata abbordata dalla Marina militare israeliana e i membri degli equipaggi catturati e messi in carcere (25 – 30 mila, circa). Cagliari, Manifestazione del 22 settembre – Sciopero generale USB (foto Facebook) Tra i due scioperi, il 24 settembre, UNA NOTTE PER GAZA, corteo e presidio in Piazza Costituzione con l’intervento di musicisti, danzatori e artisti. Durante la manifestazione è stata consegnata la bandiera della Palestina al sindaco di Cagliari Massimo Zedda per issarla sulla facciata del Palazzo Comunale. All’annuncio dell’attacco dell’IDF la sera del 1° ottobre con l’abbordaggio delle imbarcazioni in rotta verso Gazza, a circa 75 miglia dalla Striscia, dunque in acque internazionali, una folla spontanea ha gremito Piazza Costituzione a Cagliari, dalle ore 20.30. Il 2 ottobre, il presidio notturno del personale sanitario davanti all’Ospedale San Michele di Cagliari e al Policlinico Universitario di Monserrato, con la lettura dei nomi di più di 1500 operatori sanitari uccisi a Gaza. Il 4 ottobre, in concomitanza della grande manifestazione nazionale indetta dalle comunità palestinesi a Roma, anche a Cagliari alcune migliaia di persone sono scese in piazza e hanno sfilato per le strade cittadine. Cortei e presidi sono continuati nelle giornate di lunedì 6 e mercoledì 8 ottobre. Cagliari, presidio “Luci per Gaza” davanti all’Ospedale San Michele (foto di Pierpaolo Loi) Manifestazioni, dunque, affollate da persone di ogni età, soprattutto da giovani, da famiglie intere con bambini/e, con bandiere della Palestina, con cartelli creativi, strumenti per far rumore e chiasso per rompere il silenzio e slogan inneggianti alla fine del massacro, del genocidio ormai acclarato che si sta compiendo nella Striscia di Gaza, al diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese: Palestina libera! La presa di coscienza delle moltitudini isolane, ha scavalcato le istituzioni del nostro Paese, dimostratesi reticenti e conniventi col governo d’Israele, al di là di dichiarazioni di facciata, anche nei confronti dei nostri connazionali partecipanti alla grande azione umanitaria della Global Sumud Flotilla. In risposta alla Presidente del Consiglio – che ha definito come “irresponsabili” le cittadine e i cittadini italiani membri degli equipaggi della Flotilla – , e al Ministro degli Esteri –  la cui infelice ma sintomatica espressione “il diritto internazionale conta fino a un certo punto” ha scatenato la costernazione, il sarcasmo e l’ironia -, la straordinaria mobilitazione nonviolenta, appassionata e continua del popolo sardo. Pierpaolo Loi
Studenti e insegnanti alla mobilitazione dell’8 ottobre: tante voci in un coro unanime
Mentre si diffondeva il manifesto dei dirigenti scolastici, a Casale Monferrato si svolgeva un incontro pubblico sul tema LA MILITARIZZAZIONE DELLA SCUOLA E DELLA SOCIETÀ e tra gli striscioni esposti al presidio di Novara spiccava uno con scritto SOLDI ALLA SCUOLA, NON ALLA GUERRA. Intanto, si prepara la mobilitazione globale SINDACATI PER LA PACE, organizzata in concomitanza con la SETTIMANA PER IL DISARMO. “Dopo la recente repressione, in acque internazionali, della missione civile e umanitaria della Flotilla, riteniamo sia giunto il momento di dare pubblicamente voce al nostro sdegno – è proclamato nel documento, firmato da 250 dirigenti scolastici campani e aperto all’adesione di tutti gli altri di tutta Italia – Perché a Gaza sta morendo l’Occidente con la sua civiltà. Perché le ragioni dell’umano prevalgano sempre sulla barbarie, continueremo a lavorare nelle scuole che dirigiamo promuovendo innanzitutto lo sviluppo del pensiero critico e l’educazione alla cittadinanza attiva”. A Napoli gli studenti hanno occupato tre isitituti e il manifesto elaborato dai dirigenti delle scuole campane fa eco alla protesta dei giovani affermando che la scuola italiana la scuola “trova nella Costituzione il suo faro e i suoi valori di riferimento”, che il proprio lavoro li impegna a formare persone “consapevoli, capaci di leggere il presente e comprendere la complessità del mondo, persone che non perdano mai la speranza nella nostra umanità” e “che non perdano la fiducia nella conoscenza e nella democrazia e siano in grado di schierarsi a favore dei diritti, della dignità umana e della pace”. Di queste responsabilità degli educatori e dei docenti nel presente l’8 ottobre hanno parlato le torinesi Alessandra Alberti, referente della Rete Università per la Pace e dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università e rappresentante del sindacato di base CUB Scuola Università e Ricerca, e Maria Teresa Silvestrini, insegnante di scienze umane e filosofia all’Istituto Einstein di Torino e referente della Scuola per la Pace, intervenendo all’incontro pubblico svolto a Casale Monferrato (AL) sul tema LA MILITARIZZAZIONE DELLA SCUOLA E DELLA SOCIETÀ, prima del ciclo di 6 conferenze nel programma di attività esperienziali, didattiche e formative PACIF I CARE : COSTRUIRE PERCORSI DI SOLUZIONE DEI CONFLITTI. Casale Monferrato, AL / 8 OTTOBRE 2025 – Mirella Ruo, Maria Teresa Silvestrini e Alessandra Alberti al tavolo della conferenza Contemporaneamente, a Novara nel presidio di sostegno per gli equipaggi della Freedom Flotilla Coalition sequestrati dalla marina militare israeliana in violazione dei principi e delle norme di diritto internazionale veniva esposto lo striscione con scritto SOLDI ALLA SCUOLA, NON ALLA GUERRA. E l’8 ottobre alle sedi locali della CGIL veniva recapitata la lettera del segretario generale, Maurizio Landini, per la partecipazione degli italiani allo sciopero del 25 ottobre prossimo e, dal 24 al 31 ottobre, alla settimana di mobilitazione globale SINDACATI PER LA PACE indetta, in occasione della Settimana ONU per il disarmo, dall’ITUC CSI IGB / International Trade Unions Confederation che aggrega 340 rappresentanze nazionali e 191 MILIONI di lavoratori di 169 stati. MANIFESTO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI Le sottoscrizioni al possono venire inviate alla casella di posta elettronica dspergaza@libero.it * Gaza, 250 presidi campani firmano contro il genocidio: “Sta morendo la civiltà dell’Occidente” / IL FATTO QUOTIDIANO – 7 OTTOBRE 2025 * Gaza, protesta nelle scuole a Napoli e duecento presidi firmano per la Palestina / LA REPUBBLICA – 7 OTTOBRE 2025   “La militarizzazione della scuola e della società”, conferenza a Casale Monferrato / PRESSENZA – 7 OTTOBRE 2025   ‘Democrazia al Lavoro’: piattaforma manifestazione nazionale 25 ottobre 2025 / CGIL – 8 OTTOBRE 2025 La CGIL aderisce alla campagna del sindacato mondiale “Unions for Peace” – Mobilitazione globale dal 24 al 31 ottobre 2025 / CGIL – 8 OTTOBRE 2025   Maddalena Brunasti
Napoli, occupazioni e cortei per la Flottilla: binari bloccati, università presidiate, nuove mobilitazioni
Dalla Stazione Centrale a Corso Umberto, studenti e attivisti scendono in strada. Presidi a L’Orientale e a Lettere e Filosofia. Venerdì lo sciopero generale A Napoli la mobilitazione in sostegno alla Global Sumud Flotilla è iniziata ieri pomeriggio con un’azione eclatante: circa trecento manifestanti hanno occupato i binari della Stazione Centrale, bloccando la circolazione ferroviaria per oltre mezz’ora. La protesta ha causato disagi al traffico ferroviario ma si è conclusa senza incidenti. Le iniziative sono proseguite nelle ore successive con cortei su Corso Umberto e presidi davanti alla Federico II – Lettere e Filosofia (Porta di Massa) e a L’Orientale (Palazzo Giusso), occupati dagli studenti che si definiscono “equipaggio di terra” in solidarietà con i partecipanti alla Flottilla. Per venerdì 3 ottobre è previsto uno sciopero generale indetto da CGIL e USB, che coinvolgerà anche la Campania. Le due sigle sindacali hanno dichiarato che l’azione è finalizzata a denunciare l’abbordaggio israeliano in acque internazionali e a chiedere un corridoio umanitario verso Gaza. Tra i partecipanti alla spedizione navale c’è anche un napoletano di 86 anni, Lu (Roberto) Ventrella, a bordo della nave Mango. Intervistato da La Stampa, ha dichiarato: “Qui sono il più in forma di tutti, non ci fermeranno”, aggiungendo di non sentirsi un eroe, ma “una persona perbene” pronta a rischiare per un’idea di giustizia. Le manifestazioni a Napoli si inseriscono in un quadro nazionale di mobilitazione che ha visto proteste anche a Roma, Torino e Genova, con presidi e cortei contro l’intercettazione della Flottilla da parte della Marina israeliana. Oltre ai presidi già in corso, per stasera è prevista una manifestazione in Piazza Mercato, convocata dalla rete cittadina a sostegno della Palestina e della Flottilla. Gli organizzatori annunciano che sarà un momento di ulteriore mobilitazione pubblica in vista dello sciopero generale di venerdì 3 ottobre, quando cortei e assemblee attraverseranno ancora le strade di Napoli. Quali che siano stati gli eventi, un grazie speciale va a chi ci ha creduto davvero e, a nome di tutti, ha avuto il coraggio di andare avanti. Davanti a un governo distratto, è andato fino in fondo. Senza paura. FONTI ACCERTATE * ANSA – Pro Pal a sostegno di Flotilla, treni bloccati mezz’ora a Napoli * Sky TG24 – Manifestazioni a Napoli, Roma e Torino. Cgil e USB * Fanpage – Manifestanti occupano i binari della stazione di Napoli per Gaza * NapoliToday – A bordo della Flotilla l’86enne napoletano Lu Ventrella * La Stampa – La testimonianza di Roberto Ventrella, 86 anni, sulla nave Mango * RaiNews – Flotilla: intercettazioni israeliane e proteste in Italia * PressAgency – Napoli si mobilita per la Flottilla, nuova manifestazione in Piazza Mercato   Lucia Montanaro
CGIL per Gaza a Firenze:le foto
Un corteo affollatissimo tutto istituzionale  con la partecipazione del sindaco di Firenze e i vertici sindacali toscani, quello chiamato dalla CGIL regionale  per Gaza  che ieri pomeriggio che ha attraversato la periferia nord fiorentina. Una manifestazione e uno sciopero ( limitato) indetto in tutta  fretta forse  sollecitato dal basso e dovuto dalla situazione a Gaza che non ammette più silenzi ed ambiguità.  Ma anche separato da quello nazionale di lunedì prossimo indetto dalle sigle sindacali di base. La lotta comune per valori più alti per la giustizia e la salvaguardia dei diritti internazionali e per la pace, avrebbe consigliato il superamento delle divergenze sindacali fra i due scheramenti per realizzare una potente opposizione popolare unitaria per la salvaguardia del diritto internazionale violato e contro  la deriva governativa nell’appoggio e complicità con il governo genocitario Israeliano; così non è stato. Si allontana la possibilità  di creare un movimento ampio dal basso nella società civile e nel mondo del lavoro,  gli unici  che possono contrastare efficacemente  col boicottaggio l’obbiezione di coscienza e la disobbedienza civile la produzione militare, una economia di guerra folle, il proseguimento del genocidio in Palestina e delle guerre in generale. ph Cesare Dagliana cgil per gaza fi ph C.Dagliana CGIL per Gaza ph C.Dagliana CGIL per Gaza ph C.Dagliana CGIL per Gaza ph C.Dagliana CGIL per Gaza ph C.Dagliana CGIL per Gaza ph C.Dagliana CGIL per Gaza ph C.Dagliana CGIL per Gaza ph C.Dagliana CGIL per Gaza ph C.Dagliana CGIL per Gaza ph C.Dagliana   Cesare Dagliana