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Ottime notizie dalla Germania: sciopero studenti e studentesse contro la militarizzazione
Gli studenti e le studentesse tedesche si stanno preparando a uno sciopero della scuola per venerdì 5 dicembre, in contemporanea con il voto al Bundestag sulla riforma della leva. Sarà uno sciopero capillare con manifestazioni previste in ben 60 città della Germania (clicca qui per la notizia). La Germania punta a realizzare l’esercito più forte d’Europa e questo significa anche rinforzare in modo significativo il numero dei propri soldati; la legge che sarà discussa punta direttamente a questo e ciò che ha mobilitato i giovani tedeschi è la possibilità di procedere con una lotteria se non saranno sufficienti gli arruolamenti volontari. Il sistema della lotteria non è nuovo: oltre ad essere attualmente impiegato di Danimarca, è stato utilizzato anche dagli USA per la guerra del Vietnam, addirittura con diretta televisiva. I ministri tedeschi si sono affrettati a dichiarare che la lotteria non sarà presa in considerazione e sarà solamente l’ultima ratio di fronte a scenari bellici molto impegnativi, ma intanto si apprestano ad approvare il dispositivo legislativo che la renderà possibile. L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università solidarizza con gli studenti e le studentesse tedesche e auspica che sappiano trovare, da subito, la forza per bloccare il loro governo e dare un esempio a tutti i giovani del continente; ci auguriamo che gli studenti non siano lasciati soli dalla società civile tedesca che deve capire come la loro lotta sia decisiva per allontanare la guerra dal loro paese e dall’Europa tutta. Serena Tusini, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Obbligo di leva in Germania: venti di guerra all’orizzonte
Come ampiamente annunciato, la Germania si appresta ad operare importanti cambiamenti per quanto riguarda il sistema del reclutamento militare; l’obiettivo è chiaro: aumentare di 80.000 uomini gli effettivi dell’esercito e arrivare ad avere 200.000 riservisti (clicca qui per la notizia). Il problema dei guerrafondai tedeschi è quello di tutti i governi europei: inserire una qualche forma di obbligo senza suscitare una poco controllabile opposizione nella popolazione giovanile e nell’opinione pubblica tutta. Per questo anche la Germania si è ispirata al modello scandinavo: un questionario iniziale obbligatorio, una prima selezione e successivamente visite militari obbligatorie; la selezione punta a ridurre drasticamente il numero dei giovani non volontari che saranno costretti a svolgere un periodo di leva. Tuttavia, accanto a questo è necessario rendere più attraente il servizio militare per il quale sono previsti forti aumenti economici (2.600 euro al mese) e incentivi vari (come un aiuto per prendere la patente). Il governo tedesco si riserva comunque la possibilità di estendere l’obbligo di leva se le condizioni internazionali lo richiederanno e in questo caso i giovani da chiamare al servizio militare saranno sorteggiati. Il primo step è dunque quello di aumentare il numero di volontari, ma per ottenerlo c’è bisogno non solo di incentivi economici e pratici, ma soprattutto è necessario investire molto in propaganda, nella diffusione di quella cultura della difesa che tanto si sta dispiegando anche nel nostro paese; si punta così ad un intervento più diretto nelle scuole: in Germania si parla di introdurre nelle scuole due ore settimanali nelle scuole di cultura della sicurezza, seguendo in questo le raccomandazioni arrivate direttamente dal parlamento europeo e già attive in Polonia. Sempre nel solco della ricezione delle raccomandazioni europee, non manca il potenziamento in direzione militare e della sicurezza del servizio civile, nell’ottica di una difesa totale che deve coinvolgere il maggior numero di cittadini possibili. La Germania dunque punta molto concretamente a costruire la difesa più forte d’Europa e lo fa con massicci investimenti in armi e in personale (si prevede la programmazione di un progressivo aumento delle spese militari fino ad arrivare nel 2029 a 152,83 miliardi). Ciò che sta accadendo oggi in Germania deve preoccupare tutta l’Europa, non solo perché sembrano riaffiorare i fantasmi delle due guerre mondiali del secolo scorso, ma perché se una potenza politica e economica come la Germania decide di intraprendere un percorso di queste dimensioni (sia come investimento economico sia sfidando l’impatto con la propria opinione pubblica), significa che i guerrafondai davvero pensano a una guerra imminente e noi dobbiamo da subito con tutte le nostre forze impedire che ciò avvenga, intralciando tutti i loro piani di propaganda, e per quanto ci riguarda più direttamente come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università continuare a costruire opposizione alla militarizzazione delle nostre scuole. Serena Tusini, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Incontro a Bologna contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Si è svolto a Bologna mercoledì 12 novembre un incontro tra Serena Tusini e Giuseppe Curcio dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università e alcuni/e docenti e pacifisti/e della città. La questione della militarizzazione delle scuole ha suscitato interesse e molte sono state le domande del pubblico. La discussione si è allargata anche alle università, alla situazione di guerra internazionale, alle attività didattiche percorribili dentro le aule, al contributo che internamente ed esternamente alle scuole può dare chi alla guerra e alla militarizzazione vuole opporsi. L’incontro si è concluso con la volontà di proseguire il percorso sul territorio di Bologna e costruire altri appuntamenti. Qui alcuni scatti della giornata a Bologna.
Bologna, 12 novembre: Incontro “Il processo di militarizzazione nell’istruzione”
MERCOLEDÌ, 12 NOVEMBRE ALLE ORE 17:00 BOLOGNA, CENTRO SOCIALE COSTARENA (SALA SOPRA IL BAR), VIA AZZO GARDINO 48 L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, a seguito dell’interesse mostrato da insegnanti di Bologna, ha organizzato un incontro formativo ed informativo dal titolo “il processo di militarizzazione nell’istruzione: strumenti per insegnanti e spunti di metodo“, in programma per mercoledì 12 novembre alle 17:00 (durata: 2 ore). L’iniziativa arriva subito dopo la censura del MIM con l’annullamento del corso organizzato dal Cestes e promosso dallo stesso Osservatorio. Una censura governativa alla quale non è tardata la determinata risposta sul campo col convegno e le piazze del 4 novembre e con il rilancio delle iniziative dirette a docenti delle scuole. Intervengono Serena Tusini e Giuseppe Curcio, entrambi promotori dell‘Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università L’obiettivo rimane naturalmente quello di arrestare il processo di militarizzazione in atto nei luoghi d’istruzione e nel Paese.
Convegno 4 novembre: “La scuola non va alla guerra. L’educazione alla pace risponde alla repressione”
Come anticipato, dopo che il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha annullato il corso di formazione e aggiornamento che il CESTES-PROTEO (ente di formazione accreditato presso il MIM) insieme all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università aveva organizzato per il 4 novembre 2025 con il titolo “4 novembre, la scuola non si arruola”, abbiamo deciso, come atto di dissenso e di disobbedienza, di confermare ugualmente la data dell’evento con un nuovo Convegno che, però, non potrà godere dell’accreditamento presso il MIM, per cui non è possibile chiedere un esonero per formazione per il personale scolastico. Di seguito il programma e tutte le indicazioni per seguire il Convegno dal titolo: “LA SCUOLA NON VA ALLA GUERRA. L’EDUCAZIONE ALLA PACE RISPONDE ALLA REPRESSIONE”. PROGRAMMA CONVEGNO ONLINE 4 NOVEMBRE 9.00 -13.00 Modera Serena Tusini Roberta Leoni, Militarizzazione e repressione nella scuola Presidente Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università Marco Meotto, Sguardi coloniali. Il genocidio nella didattica della storia Docente e ricercatore Antonio Mazzeo, Genocidio crimine collettivo. Verso l’israelizzazione della società italiana? Insegnante e giornalista Mjriam Abu Samra, Critica decoloniale dell’accademia neoliberale: La Conoscenza non marcia Ricercatrice e attivista italopalestinese Caterina Donattini, La scuola per la Palestina: il racconto degli ultimi mesi di lotta BDS Italia Don Andrea Bigalli,  La libertà delle coscienze e il significato della disobbedienza Facoltà Teologica dell’Italia Centrale Tommaso Marcon, La militarizzazione della formazione, tra scuola gabbia e Valditara Studente OSA Leonardo Cusmai, L’Università ai tempi della crisi tra militarizzazione, repressione e riforme Studente universitario – Cambiare Rotta Conclusioni: Roberta Leoni,  Il 4 novembre non è la nostra festa! LINK DEL CONVEGNO CLICCA QUI PER LE PIAZZE DEL 4 NOVEMBRE CLICCA QUI INVITIAMO TUTTI E TUTTE, PERSONALE DELLA SCUOLA E DELL’UNIVERSITÀ, STUDENTI E STUDENTESSE, GENITORI E GENITRICI A SEGUIRE IL CONVEGNO. RICORDIAMO A TUTTI I E A TUTTE LE DOCENTI CHE IL CORSO DI FORMAZIONE NON È COPERTO DALL’ESONERO.
Intervista a Serena Tusini per Radio Rogna sulle mobilitazioni e il Convegno del 4 novembre
Serena Tusini, docente e promotrice dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, interviene a Radio Rogna, emittente radiofonica indipendente, presentando la giornata di mobilitazione del 4 novembre con il Convegno nazionale “La scuola non si arruola” e le mobilitazioni in tutta Italia. L’intervista è anche un’occasione per riflettere sulle mobilitazioni che si sono prodotte nel Paese a partire dal 22 settembre a sostegno del popolo palestinese e contro le politiche di riarmo. Di seguito il file audio dell’intervista.
Orientamento con la Marina Militare? Noi abbiamo la Flotilla
Come ogni anno la Marina Militare si affaccia nelle nostre scuole promettendo mirabolanti carriere lavorative ai nostri studenti e alle nostre studentesse. È dello scorso 8 ottobre l’invito arrivato a tutte le scuole per le attività di orientamento per l’anno 2025/26 “al fine di far conoscere ai/alle giovani i propri valori, la propria etica e la propria missione”. Conosciamo ormai benissimo questo tipo di attività: l’esercito, in tutte le sue varie articolazioni, si presenta nelle nostre scuole e, mentre fa indottrinamento sui valori militari, fa intravedere ai nostri ragazze e alle nostre ragazze la possibilità di avere un futuro lavorativo stabile e ben remunerato sfruttando il futuro di precarietà feroce che intanto il nostro paese presenta loro. Ma noi, cari signori e care signore della guerra, abbiamo capito come si sta sul mare: sul mare si sta con le nostre Flotillas, si sta con chi rifiuta il futuro di morte e di guerra che ci state apparecchiando. Il movimento imponente che si è manifestato in Italia e che ha visto protagonisti studenti, studentesse e docenti saprà espellere dalle nostre scuole i vostri “valori” e la vostra presenza. Invitiamo tutti i nostri colleghi, colleghe, gli studenti, le studentesse e i genitori ad avvalersi degli strumenti contenuti nel nostro Vademecum ed agire concretamente per fermare la militarizzazione delle nostre scuole e della società tutta. L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università continua a lavorare nelle nostre scuole non per costruire soldati, ma marinai per tutte le Flotillas che ancora continueremo ad organizzare e che metteremo in mare per mettere la guerra fuori dalla storia. Serena Tusini, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
La Spezia, 27 settembre: Osservatorio contro la filiera bellica di Seafuture
L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università ha partecipato alla grande manifestazione che ieri, sabato 27 settembre si è tenuta a La Spezia contro la fiera bellica Seafuture, a sostegno della Palestina e della missione della Global Sumud Flottiglia. Al termine del corteo sono state montate le tende davanti all’arsenale militare, una acampada che si collega a quanto sta succedendo in molte città d’Italia. L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, insieme a molte altre realtà, è fortemente impegnato per la demilitarizzazione di La Spezia e per contrastare l’economia di guerra su cui ruota da decenni la nostra città. Qui un articolo in cui viene citata Serena Tusini dell’Osservatorio sulla vicenda de La Spezia. Qui l’intervento di Cristina Ronchieri dell’Osservatorio alla manifestazione a La Spezia. Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Liguria
Parma, 19 settembre: Democrazia a Scuola, incontro con Osservatorio militarizzazione
Venerdì 19 settembre, alle ore 17.15, nella Sala conferenze dell’Assistenza Pubblica in via Gorizia 2/A a Parma si terrà un incontro pubblico sul tema “La democrazia a scuola e nelle università. Una rivoluzione necessaria”, organizzato da Parma Città Pubblica APS e dal Movimento 5 Stelle di Parma. Come insegnanti e studenti che credono nella scuola disegnata dalla nostra Costituzione riteniamo urgente interrogarci sulla situazione del nostro sistema educativo, nel quale appaiono sempre più compressi gli spazi di confronto e dibattito democratico e sempre più lontane dai valori di pace, inclusione, non violenza, dialogo e cura le indicazioni imposte dall’alto per condizionare la didattica e impedire il pensiero critico. Le politiche economiche neoliberiste assunte dall’Italia negli ultimi trent’anni hanno portato alla creazione della scuola-azienda attraverso una serie di riforme degli ordinamenti scolastici e dei programmi. Il linguaggio economico è entrato nella valutazione con l’introduzione dei concetti di debito e credito; nell’organizzazione della scuola con l’offerta formativa; nell’accento sullo studente come individuo e lavoratore che costruisce il proprio curriculum. Come questi cambiamenti hanno inciso nella concezione e nella pratica della scuola, dell’università e dell’educazione come bene comune? Quali le prospettive future? Può esistere una scuola veramente democratica senza un nuovo modello economico? Fino a che punto siamo disposti ad accettare che la militarizzazione e l’ideologia della guerra, della competizione e dell’esclusione entrino a scuola e in università? Per discuterne Roberta Roberti e Silvia Delitala dialogheranno con alcuni ospiti provenienti dal mondo della politica e dell’educazione: la senatrice Barbara Floridia (Movimento 5 Stelle), la professoressa Vincenza Pellegrino, docente di Sociologia e membro dell’Osservatorio paritetico docenti e studenti contro la normalizzazione della guerra e per la pace di UNIPR, Antonino Cento e Annachiara Galli, rappresentanti delle associazioni studentesche universitarie UDU e SSU, Serena Tusini dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università e il Dott. Alessandro Monchietto del Movimento per la Biodiversità neurologica Neuropeculiar. Il mondo della scuola e la cittadinanza tutta sono invitati a partecipare.
L’Osservatorio contro la militarizzazione alla Festa Antifascista a Carrara
Si è svolta sabato 30 agosto 2025 una intensa giornata alla Festa Antifascista organizzata a Carrara dal collettivo della Casa Rossa Occupata (vittima di sgombero qualche mese fa, ma più che mai attiva e disseminata sul territorio). L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università è stato invitato a tenere un incontro nel primo pomeriggio, nel quale Serena Tusini  e Cristina Ronchieri hanno raccontato come lavoriamo, quali sono le attività in corso e programmate per i prossimi mesi, a partire dalla volontà di organizzare una giornata di sciopero e mobilitazione per il 4 novembre. Una tavola rotonda partecipata da molt* giovani e  student*, singoli e organizzati, come il gruppo di OSA, da educatrici e anche da operatori dell’editoria indipendente. Abbiamo discusso anche analizzando gli strumenti che l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuola e dell’università ha elaborato,  il vademecum e le proposte della campagna di inizio anno scolastico. Sono state ipotizzate anche alcune ipotesi di collaborazione educativa, che speriamo davvero possano concretizzarsi. A seguire, si è svolto l’incontro/dibattito politico ” Guerra alla guerra”, alla presenza di Alessandro Volpi (storico), USB trasporti, Freedom Flottiglia, Comitato No Base Coltano e Osservatorio. Le analisi e le azioni in corso descritte hanno confermato la necessità di continuare a lavorare con unità di intenti, contro le politiche guerrafondaie di NATO e UE, per la solidarietà e la pace tra i popoli.