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Intervista ad Alessandra Alberti e Cristina Ronchieri dell’Osservatorio su “Il Paese delle donne”
RILANCIAMO LA VIDEO-INTERVISTA AD ALESSANDRA ALBERTI E CRISTINA RONCHIERI, DOCENTI E REFERENTI PER I CONTATTI CON LE ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALI PER L’OSSERVATORIO CONTRO LA MILITARIZZAZIONE DELLE SCUOLE E DELLE UNIVERSITÀ, DA PARTE DI MARIA PAOLA FIORENSOLI DE IL PAESE DELLE DONNE. L’Osservatorio contro la militarizzazione nelle scuole e nelle Università collabora a livello nazionale e internazionale con soggetti impegnati sui temi della democrazia, dell’educazione alla pace, del contrasto alla cultura armista e militarista che in Europa, nelle Americhe e altrove si sta diffondendo capillarmente specie nei luoghi elitari della istruzione e della socialità delle generazioni più giovani.  Delle recenti iniziative dell’Osservatorio – compreso il VADEMECUM proposto a insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado – e del GLOBAL WOMEN FOR PEACE – UNITED AGAINST NATO, rete nata nel 2023 a Bruxelles e che in occasione del 75° anniversario della NATO (2024), ha organizzato a Washington DC una serie di iniziative contro il modello culturale della “sicurezza” articolato solo al militare, profittevole per il mercato delle armi, ostacolante lo sviluppo di società inclusive, che valorizzino le relazioni pacifiche e diplomatiche, ne parlano CRISTINA RONCHIERI (docente di lingue straniere nella scuola secondaria di II° grado, attivista nel Sindacato Sociale di Base), e ALESSANDRA ALBERTI (docente di lingua e letteratura inglese nella scuola secondaria di II° grado, del sindacato di base della scuola CUB SUR). Roncheri parla dell’opera di monitoraggio e di denuncia dei tanti e sempre più pervasivi programmi specifici del “Comitato per lo sviluppo e la valorizzazione della difesa” istituito dal ministro Crosetto l’indomani della sua nomina: iniziativa governativa in linea con quanto sta accadendo in Europa e non solo, con preoccupante gradualità nelle forme e nell’imposizione. Lo scorso WEBINAR del GLOBAL WOMEN (disponibile sul sito del network womenagainstnato.org), partecipato da centinaia di soggetti di vecchia (es. WILPF) e nuova costituzione, uniti nel contrastare la “cultura della difesa” e contro la NATO, ha accompagnato la preoccupazione per la diffusione di politiche militariste e di riarmo alla proposta di modelli sociali inclusivi che valorizzano le relazioni pacifiche e la risoluzione diplomatica dei conflitti e sostengano le organizzazioni internazionali a rischio di delegittimazione nello scenario mondiale. In merito, Alberti cita alcuni interventi: quello di Vera Zalka, esponente del “Sistema della società critica dell’Ungheria”, a contrasto della “fortissima militarizzazione della società ungherese dove, in un clima sempre più oppressivo e autoritario, nel 2024 sono state introdotte lezioni di militarismo nei programmi scolastici e dove gli/le insegnanti scioperando per rivendicare l’indipendenza della scuola dal mondo militare e proteggere la libertà d’insegnamento a oggi molto limitata. Quello della bielorussa Olga Karach, fondatrice e presidente dell’organizzazione per i diritti umani OUR HOUSE (condannata l’11 luglio dal regime di Lukashenko a 12 anni di carcere), attivista anche della WILPF (la più antica delle associazioni di donne per la pace, nata ai primi del Novecento e tra le maggiori sostenitrici del GLOBAL WOMEN). Olga K. ha denunciato la militarizzazione in atto dell’infanzia sotto il titolo di “educazione patriottica, con lezioni di coraggio effettuate da militari assegnati alle scuole che nel tempo costruiscono stabili relazioni anche con le famiglie e la scuola.” Altro intervento molto interessante, quello di Karin Utat Karson (Svezia) “Promuovere una cultura di pace insegnando la prevenzione dei conflitti e la risoluzione dei conflitti” con citazione di John Burton (teoria dei bisogni umani, vedi “piramide di Maslow”), che ha coniato la parola “provention” che combina “prevention” (prevenzione) con “promotion” (promozione), dove “prevenire” non significa prevenire un attacco armandosi ma prevenire la costruzione dell’immagine di un nemico, funzionale alle politiche di riarmo, e promuovere una società in cui vogliamo vivere e che non può esistere se non nel bene comune.” Gli scorsi appuntamenti del controvertice europeo NO NATO WAR SUMMIT, all’Aja (Paesi Bassi) e la manifestazione del 26 giugno a Roma con adesione di circa 500 tra associazioni, sindacati e movimenti politici, sono stati momenti di grande esposizione e presa di parola di movimenti sempre più diffusi contro politiche liberticide collegate alla “cultura della difesa”, alla corsa al riarmo e al rafforzamento della NATO. A chiusura dell’intervista, Roncheri ricorda la condanna dell’Osservatorio e la mobilitazione della scuola a sostegno della popolazione civile palestinese. Fonte: Il Paese delle Donne.
Radio Onda Rossa intervista Serena Tusini dell’Osservatorio sulla leva obbligatoria
Radio Onda Rossa ha intervistato Serena Tusini, docente e attivista dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e dell’università, sulla proposta di legge riguardante la riserva ausiliaria volontaria; al contempo si torna a parlare di leva obbligatoria in maniera molto concreta: già sono state depositate due proposte di legge, una della Lega, l’altra del PD e nel quadro europeo molti paesi si muovono nella stessa direzione. Clicca qui per l’intervista su Radio Onda Rossa.
Unimondo.org: La scuola va in guerra, alla faccia del ripudio, intervista ad Antonio Mazzeo
DI MADDALENA D’AQUILIO SU WWW.UNIMONDO.ORG DEL 4 GIUGNO 2025 Ospitiamo con piacere sul nostro sito l’interessante contributo scritto da Maddalena D’Aquilio, pubblicato su www.unimondo.org il 4 giugno 2025 in cui viene ribadito quanto l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università denuncia da due anni a questa parte, vale a dire un pericolosissimo processo di occupazione degli spazi del sapere e della formazione da parte delle Forze Armate e di strutture di controllo in occasione di una intervista ad Antonio Mazzeo, attivista e promotore dell’Osservatorio. «Come si concretizza nelle attività scolastiche questa militarizzazione? AM: Sebbene non sia un processo nuovo, negli ultimi due o tre anni ha subito una fortissima accelerazione. Dal 2014 è iniziato a formalizzarsi con la sottoscrizione dei primi protocolli tra il Ministero dell’Istruzione e il Ministero della Difesa…continua a leggere su www.unimondo.org.
Intervista a Ilan Pappé delle classi V del Liceo Scientifico “Righi” di Roma
Oggi, 15 maggio 2025, giorno in cui ricorre la nakba, la catastrofe causata dall’operazione di pulizia etnica del 1948 con cui le truppe sioniste cacciarono 750.000 palestinesi dalla propria terra e ne massacrarono migliaia, divulghiamo un lavoro sulla questione palestinese a cui hanno lavorato le classi VA, VE, IVE del Liceo Scientifico “Righi” di Roma. Si tratta di un libro che contiene un’intervista allo storico di fama internazionale Ilan Pappé, realizzata dagli studenti e dalle studentesse delle suddette classi, uno stimolo alla conoscenza della questione coloniale in Palestina e alla lotta per spezzare il silenzio, la censura e la complicità di governi e istituzioni non solo riguardo alla nakba storica, ma anche a quella che i palestinesi definiscono ”al nakba al mustamirra”, “nakba in corso”, il genocidio che tristemente osserviamo impotenti dai nostri cellulari. Diffondiamo il più possibile. Palestina libera! Libro-Intervista a Pappé student liceo RighiDownload
Intervista CambiareRotta “La Sapienza” a Radio Onda d’Urto su collaborazioni con Israele
Proseguono, a tutt’oggi, gli accordi di ricerca con immediate ricadute belliche tra università italiane, in questo caso La Sapienza di Roma ed atenei israeliani. “Altro che dual use o Food for Gaza!” “Entrambe, infatti – urla a gran voce Bartolomeo, rappresentante degli studenti di Scienze per il movimento CambiareRotta – sono due foglie di fico che secondo tutti noi, studenti di matematica e fisica dell’ateneo capitolino, nascondono connivenze che, diremmo noi dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, dopo oltre 15 mesi di massacri e di pulizia etnica si configurano, come “concorso in crimini contro l’umanità” e “crimini di guerra”. In questi due crimini la diretta responsabile è la rettrice Polimeni che da oltre 15 mesi di fronte alle proteste degli studenti, le “acampade” non fa altro che tergiversare e prendere tempo ma senza riuscire a nascondere più di tanto la realtà dei fatti che ci raccontano gli studenti anche sul piano tecnico. Nell’intervista rilasciata a Radio Onda d’Urto (clicca qui per l’intervista) da Bartolomeo, si racconta di studi e ricerche applicate che non hanno “eventualmente” anche una qualche ricaduta civile ma di tecnologie direttamente utilizzabili nei teatri di guerra come ad esempio sensori ottici di precisione ed altre strumentazioni che paradossalmente servono all’esercito israeliano per evitare di incappare nelle mine o bombe inesplose che loro stessi hanno lanciato in questi 15 mesi di massacri contro una popolazione inerme, spesso su donne e bambini, o addirittura su ospedali, ambulanze e mercati affollati. Stefano Bertoldi, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Intervista a Gianmarco Pisa su Radio Onda D’Urto sulla didattica di pace nelle scuole
In questa ultima intervista rilasciata a Radio Onda d’Urto per la trasmissione Scuola Resistente, Gianmarco Pisa illustra quali sono i parametri e i paradigmi da seguire per intavolare anche a livello trasversale in varie materie, compresa storia dell’arte, il tema della pace. Gianmarco Pisa, scrittore e formatore esperto in tematiche riguardanti la pedagogia della pace, affronta un tema cruciale come la prevenzione, colpevolmente abusato e banalizzato dalle forze dell’ordine e dai militari che intendono questo concetto non come un lungo lavoro di conoscenza storica e geopolitica o di studio di complesse relazioni sociali e culturali conflittuali, ma come “vademecum” per l’individuazione del nemico per evitarlo oppure punirlo o contenerlo. Nell’intervista questi temi si affrontano non in maniera astratta, ma con l’intento di destrutturarne stereotipi, pregiudizi e semplificazioni. Le problematiche metodologiche e didattiche che devono affrontare tutti i/le colleghi/e insegnanti, in questo momento storico in cui siamo circondati da guerre nel fare passare tra i giovani il valore della pace, sono tante e prima fra tutte è proprio il tranello banalizzante che si avvale di concetti sintetici, ma dalla forte presa, della dinamica “inevitabile ed antica quanto l’uomo”, dell’aggredito e dell’aggressore, della vittima e del carnefice. Il punto di partenza è, tra gli altri, quello della semplificazione riassunta nella frase esclamativa “che male c’è?”, a proposito della discutibile presenza militare, o di forze dell’ordine, a scuola che qualsiasi insegnante avrà sentito pronunciare, almeno una volta nella propria carriera, da un* collega sprovvedut* o peggio, in malafede. Clicca qui per il link su Radio Onda D’Urto. Stefano Bertoldi, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università