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Spudoratamente Nordio
L’Italia è un Paese dove la memoria evapora in fretta: la gente fatica persino a ricordare il giorno prima. Un Paese senza storia viva. Lo si capisce quando un ministro arriva a dire spudoratamente che, se un’idea di Licio Gelli era “giusta”, non ci sarebbe nulla di strano nel seguirla. […] L'articolo Spudoratamente Nordio su Contropiano.
La vittoria di Milei tra astensionismo e indebitamento: note sulle elezioni argentine
Lo scorso 26 ottobre la coalizione di Milei e del macrismo hanno vinto con il 40,7 per cento dei voti le elezioni di Midterm, che rinnovano metà del Congresso e un terzo del Senato, contro il peronismo fermo al 34,9. Si è trattato delle elezioni con l’affluenza più bassa della storia democratica argentina: solamente il 67,85% dell’elettorato si è recato alle urne, in un paese in cui il voto è obbligatorio. Un mese e mezzo prima, ad inizio settembre, si erano tenute le elezioni di midterm nella provincia di Buenos Aires, bastione storico del peronismo (nella provincia vive un terzo dei votanti argentini): il peronismo aveva vinto con oltre il 14% di voti in più, facendo sperare che il risultato si sarebbe riversato anche sulle elezioni nazionali, ma questa volta ha vinto la coalizione di governo non solo a livello nazionale, ma anche nella stessa provincia di Buenos Aires, ottenendo con il 41,5 per cento contro il 40,8 del peronismo (nella capitale Buenos Aires invece Milei, con la ministra Bullrich come candidata, ha ottenuto il 50% dei voti, in calo rispetto alle precedenti elezioni). Pur essendo stati meno voti in assoluto, e percentuali di voti più basse, rispetto al turno precedente, è stata una vittoria significativa per Milei, dopo anni di tagli, austerità, impoverimento di massa, repressione e tagli a programmi sociali e welfare. Come segnalato da questo ed altri contributi ed analisi elettorali, su questo voto ha pesato in maniera significativa l’accordo con Trump (che ha dichiarato di aver investito tanti soldi per l’elezione argentina), rispetto al prestito dell’FMI, con l’annuncio del presidente Usa di garantire la stabilità del peso sul dollaro solo in caso di vittoria elettorale del governo (se perdeva Milei ci sarebbe quindi stata una fortissima svalutazione, elemento che ha sicuramente avuto un peso non indifferente nelle scelte elettorali). Milei ha festeggiato la vittoria, che gli ha garantito un significativo aumento delle forze parlamentari a suo sostegno (passando da 43 deputati a 97, e da 7 senatori a 20): subito dopo i comizi, ha annunciato le riforme del lavoro, delle pensioni e dell’educazione, prossimi terreni di scontro politico nel paese. Seppure le elezioni parlamentari argentine hanno rafforzato la maggioranza del presidente Milei, al tempo stesso pongono una serie di interrogativi, ognuno dei quali può spiegare una parte di un tutto che non è coerente, né necessariamente stabile e che, in fondo, non va nemmeno considerato “un tutto”. Pubblichiamo una riflessione post elettorale di Ariel Pennisi, ricercatore e docente argentino: un contributo che nasce dalla discussione collettiva della Biblioteca Paolo Virno, nata due anni fa dalla collaborazione tra Red Editorial (casa editrice argentina, di cui l’autore è parte), e Tercero Incluido, casa editrice spagnola, che hanno pubblicato quattro titoli di Paolo Virno (e altri due sono in preparazione) per raccogliere in una stessa linea editoriale i contributi del filosofo italiano in spagnolo. [nota della redazione] Il dato più rilevante è forse l’astensionismo? Si tratta del tasso di astensionismo più alto dal ritorno della democrazia [in Argentina il voto è obbligatorio, ndr]. Il numero delle persone che non hanno votato, infatti, supera quello di chi ha scelto la coalizione di governo vincente. Significa che una parte consistente di chi vive in difficoltà preferisce non votare? Che non considera valide le alternative proposte, o che non crede nelle elezioni e, quindi, nelle istituzioni come strumenti per risolvere la propria condizione? Ancora: un’astensione di questa portata indica forse che l’opposizione ha un potenziale limitato e non riesce a imporsi come alternativa reale? C’è un punto in cui la sfiducia del sistema democratico formale si confonde con l’assenza di progetti politici convincenti. > I dati sull’indebitamento di una parte della popolazione con le carte di > credito sono durissimi. C’è chi si indebita persino per comprare cibo. > Economie fragilissime, esposte al minimo scossone. Prevarrà la paura di un > cambiamento troppo brusco, in un contesto di governo già indebolito? È una situazione che ricorda, in parte, quella delle persone legate al consumo a rate negli anni Novanta, quando la disoccupazione cresceva. Allora la maggioranza preferì sostenere quel regime per timore di perderne i pochi benefici, pur senza condividere troppi punti né sul piano ideologico né su quello morale. Il rapporto della popolazione con i prodotti importati non è omogeneo. I ceti medi ne approfittano per mantenere uno stile di vita in linea con il proprio immaginario, mentre per i settori popolari la possibilità di acquistare beni importati a basso costo offre spesso un’opportunità di commercio e di reddito. Un caso esemplare: una giovane donna del profondo conurbano [periferia del Gran Buenos Aires, ndt] utilizza prodotti importati dalla Cina, che ottiene grazie all’apertura indiscriminata delle importazioni, per uno dei suoi lavori, un piccolo business di decorazione di sale per eventi che affianca al lavoro domestico. Grazie a ciò ha smesso di recarsi nei mercati come La Salada per acquistare materiali. Il giorno in cui, per necessità di un prodotto non disponibile come importato, è dovuta tornare a La Salada, è stata derubata mentre raggiungeva la fermata del bus. In altre parole, la politica di apertura le garantiva non solo un miglioramento economico, ma anche, in parte, una maggiore sicurezza personale. Si può definire questo un segno di consenso al governo, o piuttosto una forma di pura sopravvivenza? In uno scenario dominato dal breve termine e dalla mancanza di orizzonti condivisi come Paese, società o collettività, le tendenze generali non incidono davvero nella percezione quotidiana delle persone. Le incoerenze del piano economico, i rischi di medio e lungo periodo raramente entrano nelle conversazioni comuni. Nessuno cambia da un giorno all’altro e, poiché si vive alla giornata, nessuno sembra desiderare un cambiamento. L’orizzonte stesso scompare dal radar. Un dettaglio, per nulla secondario: alle elezioni del 7 settembre nella provincia di Buenos Aires [vinte dal peronismo con 14% in più della coalizione di governo, ndr] hanno votato anche gli stranieri abilitati, circa il 3% del totale. In quell’occasione, circa il 90% di loro votò per il peronismo, contribuendo alla larga vittoria di Fuerza Patria. Stavolta, essendo elezioni nazionali, non hanno potuto votare. Possiamo allora ipotizzare che quel segmento avrebbe potuto modificare, se non l’esito generale, almeno la coloritura politica del vincitore nella provincia di Buenos Aires? Viviamo in una trappola? Al di là delle somiglianze ideologiche e programmatiche tra l’attuale governo e il periodo menemista, si percepisce l’odore di una realtà tenuta insieme con gli spilli. In questo senso, la paura che il governo potesse cadere dopo una sconfitta elettorale può aver pesato, anche se è difficile misurarne l’impatto. L’intervento degli Stati Uniti è stato determinante, ma in modo diverso dal passato. Se ai tempi di Menem si costruì una certa “mistica” attorno alle cosiddette relazioni carnali con gli Stati Uniti, come parte di un’alleanza modernizzatrice fondata sulla convertibilità e sull’identificazione con il dollaro, oggi il tono è ben diverso: non un futuro promettente, né un sogno americano da inseguire, ma un “salvataggio” annunciato con tono minaccioso, che alimenta la paura di perdere ancora di più. > Oltre all’intervento del Tesoro statunitense per contenere il dollaro (a > quanto sarebbe arrivato senza quel sostegno?), il messaggio di Trump è stato > inequivocabile: se il governo non avesse vinto, avrebbe perso ogni appoggio. La costruzione di uno scenario di sconfitta prima delle elezioni ora ritorna come effetto sorpresa, uno shock simbolico. Ma in realtà, al governo è andata più o meno come al macrismo nel 2017, anzi, leggermente peggio. Solo che, al tempo, Macri non aveva alle spalle un governo così debole come quello del Frente de Todos e dovette, infatti, inventarsi la storia della pesada herencia [“pesante eredità” dei governi progressisti del kirchnerismo]. L’ultimo governo di Cristina aveva lasciato punti deboli e questioni irrisolte, ma, a guardarlo oggi, i suoi risultati di gestione erano nettamente migliori. Ancora una volta, si conferma che ogni discesa riduce il margine di recupero per i settori popolari e, così, anche il livello del dibattito pubblico scende. Pesa di più l’antiperonismo reattivo o il progressismo possibilista che rinuncia a confrontarsi e a interpellare? Infine, il ricordo del fallimento del governo del Frente de Todos è ancora vivo. L’inflazione, le oscillazioni della pandemia, i vizi tipici del peronismo territoriale quando detiene il potere… > Il governo, che nel 2023 aveva suscitato aspettative, oggi non è più in grado > di generarle: ha perso oltre quindici punti rispetto a quella tornata > elettorale. Si potrebbe dire, ipotizzando, che questa volta, non avendo > bisogno di creare aspettative per il futuro, gli sia bastato evocare la paura > di tornare al passato. E, in effetti, l’opposizione peronista si comporta come quando era al governo: con gli stessi slogan, le stesse lotte interne e la stessa incapacità di cogliere la trama sottile delle vite precarie. Forse, non è possibile dare un senso unitario a ciò che è accaduto. Le diverse esperienze e le molteplici dinamiche quotidiane non si sommano in un “tutto” coerente. È quasi frustrante, per la nostra volontà analitica, non riuscire a comporre un quadro chiaro, anche se questo significasse arrivare a una conclusione sgradita. C’è qualcosa nella varietà delle ragioni minime, delle pratiche quotidiane e delle contingenze che continua a sfuggirci. Eppure, queste condizioni non ci esonerano dall’analisi, né rendono impossibile elaborare uno sguardo critico (esercizio quanto mai necessario); anzi, vale la pena interrogarsi sulla frammentazione e sulla liquidità (concetti che da quasi trent’anni ricorrono nei saggi e nelle analisi) della società argentina, e sulla crescente segmentazione dei comportamenti sociali. Articolo pubblicato originariamente in spagnolo su Canal Abierto. Traduzione in italiano a cura di Alessia Arecco per Dinamopress Immagine di copertina di Gage Skidmore da wikimedia commons SOSTIENI, DIFENDI, DIFFONDI DINAMOPRESS Per sostenere Dinamopress si può donare sul nostro conto bancario, Dinamo Aps Banca Etica IT60Y0501803200000016790388 tutti i fondi verranno utilizzati per sostenere direttamente il progetto: pagare il sito, supportare i e le redattrici, comprare il materiale di cui abbiamo bisogno L'articolo La vittoria di Milei tra astensionismo e indebitamento: note sulle elezioni argentine proviene da DINAMOpress.
Argentina. Un risultato che ha sorpreso ancora una volta, l’estrema destra conquista la maggior parte delle province
Sorprendere. Anche nel partito di governo, che questa domenica, 26 ottobre, ha ottenuto una vittoria indiscussa, che riconvalida il corso dell’aggiustamento strutturale dell’economia e della motosega, la sorpresa ha prevalso. Nessuno si aspettava che La Libertad Avanza (Lla) vincesse con la forza che ha avuto. Ha vinto in 14 province, […] L'articolo Argentina. Un risultato che ha sorpreso ancora una volta, l’estrema destra conquista la maggior parte delle province  su Contropiano.
Argentina. Vince Milei ma cresce l’astensione
Il risultato delle elezioni di medio termine segna la netta affermazione del partito di Milei, “La libertad avanza”, che, con il 40,84%, aumenta la propria delegazione alla Camera e al Senato.Il 67,85% di votanti, la percentuale più bassa da quando nel 1983 finì la dittatura, segnala un fatto nuovo nel panorama argentino, in cui settori […]
Argentina. L’ultradestra di vince le elezioni legislative, Trump festeggia
Il partito di governo ha totalizzato il 40,84 per cento dei voti scrutinati. Vince a Córdoba, Città di Buenos Aires ed Entre Ríos, tra le altre. Ottiene un risultato sorprendente anche nella provincia di Buenos Aires. Il secondo posto spetta a Fuerza Patria. Il peronismo, raggruppato in Fuerza Patria – senza contare […] L'articolo Argentina. L’ultradestra di vince le elezioni legislative, Trump festeggia su Contropiano.
Come FMI e USA hanno intrappolato l’Argentina con il debito
L’Argentina è tornata alla ribalta della cronaca con un’ennesima turbolenza finanziaria innescata dalla scarsa posizione politica del Presidente Milei. Questa posizione precaria è il prodotto della rabbia per le disastrose performance economiche dell’Argentina e della massiccia corruzione all’interno dell’amministrazione Milei, e non fa presagire nulla di buono per la performance del […] L'articolo Come FMI e USA hanno intrappolato l’Argentina con il debito su Contropiano.
BASTA DE MATARNOS! Il femminicidio di tre donne riaccende le mobilitazioni femministe in Argentina
Il collettivo NiUnaMenos ha convocato per questo sabato alle 17 una mobilitazione per chiedere giustizia dopo i femminicidi di Morena Verri, Brenda Loreley Del Castillo e Lara Morena Gutiérrez, tre ragazze scomparse da diversi giorni e trovate assassinate nella località di Florencio Varela, nella periferia di Buenos Aires. Il femminicidio delle 3 ragazze – due di 20 e […]
Emergenza imprese recuperate, in Argentina il decimo incontro internazionale
La rete internazionale “Economia dei lavoratori e delle lavoratrici” è nata a partire dall’esperienza del programma di ricerca ed estensione universitaria “Facultad Abierta” dell’Università di Buenos Aires, che da oltre quindici anni si occupa di imprese recuperate, autogestione del lavoro in Argentina e a livello internazionale, coordinato dall’antropologo Andrés Ruggeri. Il meeting è concepito come parte integrante di più «ampi processi sociali volti a un cambiamento della società, sulle basi dell’eguaglianza, della solidarietà, della libertà e dell’autogestione». L’Incontro Internazionale, che si svolge ogni due anni, alternato con incontri regionali in America del Sud, del Centro e del Nord, e in Europa, (si è tenuto un incontro a Marsiglia, nel 2014 presso la fabbrica recuperata Fralib, poi un incontro nel 2016 in Grecia presso la Viome di Salonicco e un incontro nel 2019 in Italia, presso la RiMaflow di Trezzano sul Naviglio) rappresenta un progetto comune di tante realtà, movimenti ed esperienze a livello internazionale, con l’obiettivo di articolare dibattito e costruzione politica coinvolgendo ricercator*, lavoratori e lavoratrici di imprese recuperate, cooperative, sindacati e movimenti a livello internazionale, dall’America Latina all’Europa, con partecipazioni e interlocuzioni da America del Nord, Africa e Asia. Con un appello alla solidarietà internazionale, pubblicato in italiano su Jacobin Italia, l’antropologo e coordinatore dell’Incontro Internazionale Andrés Ruggeri denuncia la grave crisi delle imprese recuperate e del movimento dell’autogestione in Argentina a causa delle politiche economiche e repressive del governo di estrema destra di Javier Milei lanciando un appello alla solidarietà internazionale, che invitiamo a sottoscrivere e diffondere [intro della redazione] «Il ruolo della solidarietà internazionale deve essere rilanciato per preservare un movimento che genera non solo lotta, ma anche speranza che un altro modo di produrre e vivere sia possibile e auspicabile, in un mondo sempre più carente di esempi da difendere e seguire. Le imprese recuperate sono importanti per riflettere una realtà che richiede la sopravvivenza dell’autogestione come strumento per la classe operaia, sia per combattere la disoccupazione e la chiusura delle fonti di produzione, sia per formulare relazioni di lavoro più umane e trasformative rispetto alle convenzionali relazioni capitale-lavoro nell’economia capitalista. Ma anche perché le imprese autogestite, in quanto rappresentanti ultime dell’essenza collettiva del lavoro e della produzione, sono forse la manifestazione ultima di ciò che il presidente ha ripetutamente definito «collettivismo maledetto». Per queste ragioni, a nostro avviso, la situazione delle Ert è di enorme importanza. Per questo, diverse organizzazioni e personalità di diversi paesi, in gran parte – ma non esclusivamente – partecipanti alla rete Economia Internazionale dei Lavoratori e delle lavoratrici, hanno deciso di allinearsi al Comitato Internazionale di Solidarietà con l’Autogestione in Argentina, con l’obiettivo di collaborare a sostegno del movimento, tanto nella diffusione delle sue azioni e nelle campagne di solidarietà attive per aiutare l’organizzazione dell’Argentina quanto nella circolazione dei suoi prodotti, come forma di visibilità e di aiuto economico, in diversi paesi del mondo, veicolando l’esempio del lavoro e della produzione senza padroni. In questo comitato ci sono già rappresentanti di organizzazioni autogestionarie e operaie di vari paesi europei (come Spagna, Italia, Francia, Germania e Grecia), dell’America del Nord (Canada e Stati Uniti) e, ovviamente, dell’America Latina.  Questo sostegno è fondamentale e ogni volta più importante quanto più si avvicina il momento difficile e inevitabile dell’esplosione di un modello invivibile per i popoli, quando, più che mai, l’incoraggiamento e la solidarietà internazionale diventano una carta fondamentale, come è stato in molti altri momenti della storia della classe mondiale.  Leggi il testo integrale dell’appello Facciamo appello a quanti vogliano collaborare e solidarizzare a far parte di questo comitato e organizzare e proporre azioni per rafforzare e sostenere un’esperienza che è esempio globale di autogestione e di lotta. Aderisci all’appello Per aderire e proporre azioni alle realtà italiane si può scrivere a 1871internazionale@gmail.com Pubblichiamo l’invito alla partecipazione e alla presentazione di proposte di articoli e di papers, con indicazioni su contenuti, struttura organizzativa e modalità di partecipazione per il 10° Incontro internazionale “L’economia dei lavoratori e delle lavoratrici” che si svolgerà nella città di La Rioja, in Argentina, dal 27 al 29 novembre 2025. Invitiamo i lavoratori e le lavoratrici delle imprese recuperate e autogestite, delle cooperative e delle organizzazioni sociali e popolari, nonché le organizzazioni sindacali e gli accademici interessati e impegnati nelle pratiche di autogestione e nel progetto di una nuova economia dei lavoratori a partecipare a questa nuova edizione dell’Incontro, uno spazio di dibattito e di presentazione delle esperienze di autogestione del lavoro, delle organizzazioni sociali e comunitarie e della classe operaia in generale, che si propongono di discutere i loro problemi e i loro relisultati, insieme agli spazi di militanza e accademici, nella ricerca di un’alternativa a partire dal lavoro e dall’autogestione di fronte alla crisi a cui il capitalismo neoliberista globale sta sottoponendo i nostri popoli. L’Incontro Internazionale si tiene ogni due anni dal primo appuntamento del 2007 a Buenos Aires, Argentina, poi ancora a Buenos Aires (2009), e successivamente in Messico (2011), Brasile (Joao Pessoa, 2013), Venezuela (Punto Fijo, 2015), Argentina (Pigüé, 2017), Brasile (Guararema, Escuela Nacional Florestan Fernandes, 2019) poi di nuovo in Messico (2021 in modalità virtuale) e infine in Argentina nella città di Rosario (2023). A loro volta, dal 2014 si sono tenuti incontri regionali, organizzati per area (Sud America, Nord e Centro America, Europa). Il successo del IV Incontro Latinoamericano che si è tenuto nella provincia di La Rioja nel 2024, organizzato dalla storica cooperativa Copegraf, editrice di “El Independiente Media” e da altre organizzazioni del resto dell’Argentina, è stata decisiva per la decisione di ripetere la sede quest’anno, ma questa volta per l’incontro internazionale che include partecipanti da altri continenti. Le sessioni si terranno nella capitale della provincia di La Rioja, nel nord dell’Argentina, presso il Paseo Cultural Pedro Ignacio de Castrobarros, proprio nel centro della città. IL CONTESTO E I DIBATTITI DEL DECIMO INCONTRO Questo nuovo Incontro si terrà nel contesto di una situazione sempre più critica sia in Argentina che nella regione, con l’aggravarsi della crisi economica internazionale, gli attacchi sempre più frequenti e profondi alle conquiste storiche della classe operaia e l’espulsione permanente di milioni di persone verso la precarietà e l’informalità, in un mondo attraversato da una gigantesca crisi ambientale che mette a repentaglio la vita stessa del pianeta, aggravata dall’esacerbazione della concentrazione della ricchezza e dall’accumulazione a livello esponenziale del capitale a spese del lavoro. La preponderanza sempre più aggressiva delle opzioni di destra e ultradestra in molti Paesi e il frequente ricorso alla guerra per risolvere situazioni di conflitto tra le nazioni e all’interno di esse, insieme alle politiche imprevedibili ma pericolose della potenza imperialista ancora egemone, soprattutto in ambito militare, gli Stati Uniti, rendono la situazione più volatile e pericolosa. Gli attacchi e le deportazioni dei migranti, il genocidio a Gaza, le guerre taciute in Africa, la distruzione delle condizioni di vita e delle politiche sanitarie, educative, abitative e del lavoro accelerate in diversi Paesi dell’America Latina, tra le altre calamità contro i popoli, minacciano anche le lotte della classe operaia. È in questo contesto che governi come quello di Javier Milei in Argentina mettono in discussione non solo le condizioni di vita minimamente dignitose del popolo, ma scelgono come nemico esplicito la classe operaia e soprattutto le organizzazioni e le tendenze politiche che cercano il bene collettivo. L’autogestione e l’economia dei lavoratori sono una visione opposta a quella della crescente ultradestra. Esprimiamo un progetto alternativo al capitale e, pertanto, dobbiamo discutere i problemi, la situazione e le realizzazioni delle nostre idee e realtà, nonché le possibilità della loro articolazione, crescita e consolidamento. In questo modo, le nostre traiettorie e idee possono essere presentate come una delle poche espressioni in grado di mostrare un’alternativa reale ed efficace, basata sulla pratica e sull’esperienza di imprese recuperate, cooperative, organizzazioni comunitarie, in città e in campagna, che nonostante le difficoltà esistono e creano quotidianamente una logica diversa. Rafforzare queste esperienze alternative attraverso lo scambio, il dibattito e l’articolazione locale, regionale e internazionale è stato lo scopo di questo incontro fin dalla sua fondazione, diciotto anni fa. A partire da questa convinzione, invitiamo a partecipare a questa nuova edizione, con l’obiettivo di rafforzare e ampliare il dibattito e l’organizzazione e di poter ripensare un progetto di economia e di società a partire dalla classe operaia e dalle sue esperienze e organizzazioni. TEMI E LINEE GUIDA DELL’INCONTRO: Ogni asse costituisce una linea guida per i temi di dibattito che saranno discussi durante l’incontro e un riferimento per l’organizzazione del programma sulla base delle proposte ricevute, compito che sarà assunto dal comitato organizzativo locale e internazionale. Assi principali: 1. Analisi della situazione della classe operaia nella crisi politica, economica e ambientale del capitalismo globale. Autogestione di fronte alla sfida delle nuove e vecchie destre. 2. L’autogestione come pratica e progetto alternativo. 3. Sfide organizzative e politiche del sindacalismo e di altre forme di organizzazione dei lavoratori salariati e di altre forme di organizzazione nel capitalismo neoliberale globale. 4. Precarizzazione e informalizzazione del lavoro nel capitalismo globale: esclusione, inclusione o riformulazione delle forme di lavoro? 5. L’economia dei lavoratori da una prospettiva di genere. 6. Problemi e sfide della produzione industriale autogestita, della commercializzazione e della loro articolazione nell’economia dei lavoratori. 7. Produzione agricola autogestita e comunitaria nell’economia dei lavoratori. 8. Stato e politiche pubbliche nell’economia dei lavoratori. 9. Che ruolo hanno la formazione, l’autosviluppo e l’innovazione? Scadenze per la presentazione di proposte di lavori: presentazione degli abstract: 30/9/25; accettazione degli abstract 10/10/25; presentazione degli articoli completi: 31/10/25. Le proposte devono essere presentate come abstract di non più di una pagina. Si raccomanda di accompagnare la proposta con un suggerimento in quale dei 10 assi tematici proposti dovrebbe essere incluso. Se la proposta viene approvata, l’elaborato non dovrà essere più lungo di 10 pagine, in Times New Roman o Arial 12, con interlinea 1,5. I lavori approvati saranno caricati su un sito web prima della riunione. Per la presentazione di documenti in altri formati, si prega di contattare gli organizzatori. La presentazione di relazioni o proposte deve essere inclusa nel modulo di iscrizione e inviata all’indirizzo e-mail xencuentrolarioja@gmail.com. Scadenze per la presentazione di proposte per workshop, presentazioni di libri e riviste e presentazioni audiovisive: presentazione: 30/9/25; accettazione: 10/10/25. Nel caso di presentazione di workshop, questi dovranno essere giustificati in termini di tema, metodologia, partecipanti e relazione con i temi principali dell’incontro. Queste proposte saranno valutate anche in base alla loro rilevanza e alla disponibilità di spazio all’interno dell’incontro. Registrazione (gratuita) su: https://forms.gle/Ak9DiHeywQt9YFbM8 Termine ultimo per la registrazione come partecipante fino all’inizio dell’Incontro. La partecipazione è gratuita e verranno rilasciati attestati di partecipazione e di relatore (per ottenere l’attestato di partecipazione, l’iscrizione deve essere effettuata entro il 20/11/2025). Maggiori informazioni su www.recuperadasdoc.com.ar Comunicazioni a xencuentrolarioja@gmail.com Immagine di copertina di Ri Maflow, incontro euromediteraneo Economia dei lavoratori e delle lavoratrici. La prima immagine nell’articolo è dell’Incontro in Grecia (foto dinamopress) e la seconda di Alioscia Castronovo, 2017, incontro presso la fabbrica recuperata Textiles Pigué, provincia di Buenos Aires, Argentina L'articolo Emergenza imprese recuperate, in Argentina il decimo incontro internazionale proviene da DINAMOpress.
Argentina. La motosega taglia un braccio a Milei
Nelle elezioni provinciali argentine, nel distretto di Buenos Aires (il più grande e importante del paese) i candidati del governatore “kirchnerista” Kicillof hanno ottenuto il 47,28 per cento, conquistando sei delle otto sezioni elettorali. I libertari, invece, hanno ottenuto il 33,71 per cento. È stata una sonora sconfitta per il […] L'articolo Argentina. La motosega taglia un braccio a Milei su Contropiano.
Milei cacciato a sassate nella provincia di Buenos Aires
Il populismo di destra, intimamente fascista, quando arriva a toccare le questioni cruciali per la vita della popolazione – pensioni, salari, sanità, casa, ecc – si rivela per quel che è: un cappio al collo per favorire i ricchi, l’imperialismo (yankee, per forza di cose), strizzando senza pietà lavoratori, pensionati, […] L'articolo Milei cacciato a sassate nella provincia di Buenos Aires su Contropiano.