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Bologna, Extinction Rebellion dissemina poesie e denuncia il greenwashing dell’amministrazione comunale
Stamattina presto, Extinction Rebellion Bologna è passata all’azione e ha preso parola sulla questione alberi in vaso nelle piazze del centro. Ha fatto apparire poesie nei vasi e ha “adottato” un alberello chiamandolo “Ribellione”, che monitorerà fino alla piantumazione, aderendo alla campagna mediatica lanciata da hansy lumen. Nelle prossime settimane continueranno le azioni sul tema, che hanno il duplice obiettivo di affermare che gli alberi sono esseri viventi e denunciare le contraddizioni e il greenwashing dell’attuale amministrazione comunale. Siamo rimaste davvero basite e senza parole all’annuncio dell’iniziativa. Infatti, in prima battuta, la trovata è stata giustificata come azione per mitigare il calore eccessivo nelle piazze. Riconosciamo il potere refrigerante degli alberi, ma se sono sani e piantumati in terra e non certo se sono poggiati in un vaso su lastroni di porfido rovente, come per altro segnalato da diversi esperti, alcuni facenti parte del Comitato per “BOLOGNA VERDE”. Ci domandiamo se anche il Sindaco riconosce il potere refrigerante, perché dal 2022 ha fatto abbattere gli alberi della fascia boscata, attorno al Passante, nonostante l’opera fosse ancora in stallo. Perché si continua con i tagli indiscriminati? Perché si continuano a pensare progetti che prevedono abbattimento di alberi sani, com’è successo con il Parco Don Bosco, con il nodo di Rastignano, come succederà per la caserma Sani, per Piazza dell’Unità, per il Lazzaretto e da ultimo con il Giardino di San Leo? Per quale motivo il Bilancio arboreo è fermo al 2021? Dopo le critiche Il Sindaco ha parlato dell’iniziativa come una sperimentazione e l’inizio di una rivoluzione culturale, guidata dal programma Bologna Verde, che prevede piantumazioni di 100 mila alberi e una desigillazione di 10 ettari.  Peccato però che il piano sia stato finanziato, per ora, con soli 11,8 milioni (Il Comune per manutenzione ordinaria del verde spende circa 10 mln all’anno) peccato però che secondo l’ISPRA a Bologna si cementificano 20 ettari all’anno. Non ci sembra di trovarci di fronte ad una rivoluzione, ma a un’operazione di greenwashing. Inoltre, di tutte queste iniziative è stata data notizia sui social, con diversi post. Nel corso dei giorni si è passati da un numero iniziale di 100 alberi, poi 110, fino ad arrivare, a posa in corso a 90 alberi e 68 annunci. Allo stesso modo si è passato dall’annuncio di un piano di 23 mln di euro per Bologna Verde, a quello del suo parziale finanziamento di 11,8 mln. Riteniamo che per provvedimenti che richiedono sacrifici o adattamenti da parte della cittadinanza sia indispensabile la chiarezza e la veridicità delle informazioni. Chiediamo che la crisi climatica venga trattata con la serietà che merita, dato che di caldo si muore. Chiediamo di stoppare ogni nuovo consumo di suolo e di fermare gli abbattimenti a San Leo. Chiediamo di sapere i numeri reali degli alberi presenti in città, di quelli piantumati e di quelli abbattuti. Chiediamo una rivoluzione verde, reale. Extinction Rebellion
Ultima Generazione: un’altra assoluzione con formula piena
Un’altra sentenza, un’altra assoluzione questa mattina al Tribunale di Roma. Cinque persone, aderenti ad Ultima Generazione, sono stati assolte “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di interruzione di pubblico servizio (art. 340 c.p.) per un’azione di protesta in via Appia Nuova il 29 settembre del 2023; contestualmente a due degli imputati è stata riconosciuta la tenuità del fatto per la violazione di foglio di via. Questa sentenza si unisce alle già diverse assoluzioni per le azioni dirette nonviolente e arriva a pochi giorni dal parere di incostituzionalità della Corte di Cassazione a proposito del dl Sicurezza, nato proprio per criminalizzare queste forme di proteste e non affrontare i reali problemi del paese: il collasso climatico – di cui il caldo feroce di questi giorni è sintomo – e il caro vita. Samuele, una delle persone imputate ha dichiarato: Siamo state assolte completamente, il reato non sussiste. La giudice ha ascoltato il nostro avvocato che ha giustamente fatto notare come sia insensato condannare dei cittadini che si mettono in prima fila, che rischiano la propria incolumità, per adempiere al proprio dovere e proteggere il nostro ambiente; non è che il minimo. Tutto questo ci rincuora ed evidenzia la giustezza delle nostre pratiche di resistenza e ci spinge ad andare avanti. PERCHÈ L’AZZERAMENTO DELL’IVA SUI BENI ESSENZIALI? In un Paese dove il potere d’acquisto reale è calato del 10%, azzerare l’IVA su pane, pasta, olio e altri beni di base — oggi tassati tra il 4% e il 10% — è il minimo indispensabile. Ultima Generazione sfida il governo sul suo stesso terreno: chiediamo l’attuazione di una promessa fatta da Fratelli d’Italia, poi rimasta lettera morta. Loro ne hanno fatto propaganda. Noi vogliamo realizzarla davvero. Tagliamo l’IVA! PERCHÉ IL BOICOTTAGGIO? La campagna lanciata oggi è semplice: se entro l’autunno raccoglieremo 100.000 adesioni, da ottobre partirà un boicottaggio organizzato contro i supermercati, per chiedere al governo il taglio dell’IVA sui beni essenziali, finanziato con un prelievo sugli extraprofitti delle grandi aziende responsabili della crisi climatica. Il boicottaggio è una tattica di pressione collettiva che può funzionare: in Croazia ha portato il governo a calmierare i prezzi. Colpendo economicamente e mediaticamente la GDO, possiamo spingerla a sostenere la nostra richiesta. Non toglie responsabilità alla grande distribuzione, che è uno dei settori più potenti e meno trasparenti del Paese: mentre milioni di famiglie e agricoltori subiscono l’inflazione climatica, i colossi del commercio aumentano profitti e potere, scaricando i costi su chi è più fragile. Il boicottaggio sarà complementare alle altre forme di disobbedienza civile già praticate da Ultima Generazione: non è una rinuncia, ma un passo in avanti verso una partecipazione di massa, accessibile, determinata ed efficace. E se smettessimo di fare la spesa tutti assieme? Fallo anche tu: https://vai.ug/boicottaggio COSA CHIEDIAMO? PROTEGGIAMO I RACCOLTI DALLA CRISI CLIMATICA L’agricoltura è in crisi per colpa del collasso climatico: siccità, alluvioni e grandinate mettono a rischio i raccolti e, di conseguenza, la sopravvivenza delle piccole aziende agricole italiane. Proteggiamo i raccolti attraverso politiche che sostengano economicamente gli agricoltori e tutelino le risorse naturali, fermando il consumo di suolo e promuovendo pratiche climaticamente sostenibili. AGGIUSTIAMO I PREZZI TAGLIANDO L’IVA Il cibo costa troppo per chi lo compra e rende poco a chi lo produce. Chiediamo a Meloni il taglio immediato dell’IVA sui beni essenziali: basta tassare i bisogni vitali. Impegniamoci in almeno 100.000 a dire questo basta coi fatti: niente spesa nei supermercati da sabato 11 ottobre finchè non verrà tagliata l’IVA sui beni essenziali. Quando la rabbia collettiva si organizza, diventa forza vera. FACCIAMO PAGARE I RESPONSABILI Chi rompe paga: la transizione non può essere finanziata con le nostre tasse ma con le ricchezze e privilegi di chi ha speculato per decenni sul nostro benessere e sul nostro ambiente. È responsabilità del governo reperire le risorse dove già esistono: l’agrobusiness, la GDO, i grandi patrimoni, l’industria fossile e quella militare. Ultima Generazione
Mezzo mondo come Gaza?
Come sarà il mondo di domani? Gran parte di esso, oltre la metà, sarà come è adesso Gaza e come era stata, ormai quasi un secolo fa e oltre, gran parte della comunità ebraica europea. Si sta avverando la tremenda profezia di Primo Levi: è successo, può succedere ancora. Intere popolazioni, giudicate superflue o dannose, si ritroveranno rinchiuse entro confini invalicabili, senza poter andare altrove perché nessuno le vuole, condannate allo sterminio con bombardamenti, caccie all’uomo, o per fame, sete, malattie non curate, accampate in territori lunari perché tutto quello che avevano deve essere distrutto per comprometterne la sopravvivenza. Gaza – come ha rilevato Ida Dominejanni – è un esperimento per abituare i popoli a convivere con lo sterminio altrui e ad accettarlo come inevitabile; proprio come i governi dell’Unione Europea e degli Stati Uniti stanno abituando anno dopo anno i loro cittadini – noi – a convivere e ad abituarsi allo stillicidio di rastrellamenti, deportazioni, annegamenti, morti, torture, violenze di ogni genere inflitte alla “genti in cammino” (people on the move) che cercano di abbandonare le loro terre di origine perché lì la vita è diventata impossibile, ma che nessun altro Paese accetta, se non per il tempo necessario a spremere dai loro corpi, dalle loro famiglie, dalle loro vite, tutto quello di cui è ancora possibile appropriarsi. Fantapolitica? No, semplice previsione di quello che non vogliono farci vedere i nostri governanti, i media che li assecondano, gli accademici e gli intellettuali che chiudono gli occhi. Entro la fine del secolo – ne abbiamo già consumato un quarto – più di metà della Terra sarà inabitabile: qualunque provvedimento venga preso oggi, i ghiacci delle calotte polari e dei ghiacciai continueranno a sciogliersi, il livello del mare a crescere e gran parte delle terre costiere, con il loro entroterra, verranno sommerse. I fiumi cesseranno di scorrere regolarmente, alternando piene devastanti a periodi di siccità, i raccolti continueranno a soffrirne, le foreste a bruciare senza acqua per spegnerle, le epidemie a imperversare. Crisi climatica e ambientale e migrazioni sono strettamente connesse: più si faranno sentire gli effetti della prima, destinati a crescere, più il numero dei profughi ambientali aumenterà in modo esponenziale. Ad accrescerne gli effetti concorrono poi le guerre a cui i governi di tutto il mondo stanno destinando i fondi che hanno negato e continuano a negare alla “transizione” (in realtà, alla conversione ecologica, che non è solo un processo tecnico ed economico, ma anche e soprattutto culturale, sociale, morale e democratico e che per questo viene osteggiata con sempre maggior ipocrisia). Gaia Vince (Il secolo nomade, Bollati Boringhieri, 2023) e Parag Khanna (Il movimento del mondo, Fazi, 2023), due studiosi che hanno cercato di guardare il futuro, concordano nel delineare un panorama come questo, ma loro sono ottimisti. Vince immagina che metà della popolazione mondiale, in fuga dalle terre di origine, troverà ospitalità nelle aree subartiche del pianeta, rese fertili e praticabili dal riscaldamento globale; le migrazioni giovano sia a chi le fa che a chi le accoglie, sostiene. Inoltre, tra un secolo la geo-ingegneria potrà restituire poco per volta vivibilità al pianeta devastato. Khanna, altrettanto fiducioso nei benefici della tecnologia, sostiene che essa – grazie soprattutto ad aria condizionata, colture idroponiche, desalinatori, energie rinnovabili e molto denaro – creerà isole vivibili anche in aree desertiche, énclave aperte alle persone dotate di professionalità e spirito di iniziativa, provenienti da tutte le parti del mondo. Per tutti gli altri, quelli non qualificati, la recuperata vivibilità delle aree subartiche offrirà comunque l’opportunità di una vita da schiavi. Nessuno dei due prende però in considerazione che l’alternativa possa essere invece uno scenario “alla Gaza”. Ma questo è. Come pensiamo che possano sopravvivere in territori devastati dalla catastrofe climatica e ambientale le popolazioni che li abitano oggi? Dove pensiamo che possano trasferirsi, senza essere respinti, tutti coloro che “a casa loro” non potranno più vivere? O addirittura che una casa loro non l’avranno più, perché sommersa dalle acque, o bruciata dalla siccità o dagli incendi? E come pensiamo che reagiranno i governi dei Paesi – “sviluppati” o no che siano – nei quali cercheranno rifugio quelle popolazioni tutte intere, se già ora, di fronte all’arrivo alla spicciolata delle avanguardie di quelle genti in cammino, i governi degli Stati forti mettono in atto politiche di respingimento basate sempre più sugli strumenti e le modalità della guerra? La vera guerra a cui ci stanno preparando. Se proiettate su uno scenario di lungo periodo – quello in cui, diceva Keynes, siamo tutti morti – le misure per respingere i migranti adottate oggi dai governi appaiono sì ciniche e spietate, ma anche risibili e inadeguate. Ma in realtà fungono da scuola per addestrare tutti noi ad accettare come normali quelle politiche di sterminio: esattamente come ci succede per Gaza. Ovviamente tutto questo ha delle ripercussioni anche sugli Stati che “si difendono dall’invasione” dei profughi: militarizzazione, sospensione o abolizione di diritti e welfare, violazione delle convenzioni, razzismo di Stato e fascismo. Gli Stati Uniti di Trump stanno aprendo la strada a tutti gli altri Stati, retti da tempo da governanti che aspettavano solo di dovergli “baciare il culo”. D’altronde la strada è quella anche senza Trump. Di fronte a prospettive del genere, purtroppo evidenti, l’inerzia nei confronti della crisi climatica e ambientale mostrata dai nostri governanti – tutti proiettati a combatterne le conseguenze e non le cause – ma anche quella dei popoli, cioè di noi tutti, sembra paradossale. Ma si spiega con il senso di impotenza che tutti – governi e forze politiche comprese – avvertono anche se cercano in tutti i modi di non prenderne atto. E’ la dismisura tra le dimensioni di questi processi e la capacità di agire di una popolazione atomizzata, senza riferimenti culturali, sociali e politici condivisi, se non quelli “di piccola e piccolissima taglia”: le mille associazioni e comitati a cui molti di noi partecipano senza trovare alcun riscontro nel mondo della politica. Potremmo però indirizzarle meglio, quelle pratiche, per costruire le ridotte da cui affrontare il futuro feroce che incombe: rendere il più possibile resilienti e vivibili i territori che abitiamo, mostrare che l’accoglienza – anche su scala ridotta – può tradursi in benefici per tutti, far conoscere e valorizzare le esperienze positive, battersi in tutti i modi per il disarmo. Troppo poco? E che altro, per ora? Guido Viale
L’impatto della crisi climatica sul diritto alla salute globale
È stato presentato oggi a Roma, presso la Camera dei Deputati, il policy paper “Salute globale e One Health: le sfide della crisi climatica”, realizzato dal Network italiano Salute Globale e da Aidos-Associazione italiana Donne per lo Sviluppo, per approfondire il nesso fra gli effetti del cambiamento climatico e il diritto alla salute globale, con interventi di persone esperte e le testimonianze dal campo di alcune organizzazioni della società civile (Osc) che aderiscono al Network. Dal report emerge l’importanza dell’approccio One Health per garantire la piena attuazione del diritto alla salute globale. Si tratta di progettare una strategia integrata che esplori le interazioni tra ambiente, salute umana e salute animale, per promuovere una collaborazione intersettoriale e affrontare sfide complesse. come la resistenza antimicrobica nella cura di alcune malattie e il degrado ambientale in cui vivono molte persone, specie animali e vegetali. Le testimonianze degli interventi di cooperazione sanitaria di Amref Health Africa, Medicus Mundi Italia, Progettomondo e World Friends, evidenziano sia gli impatti concreti della crisi climatica sulla salute sia le risorse messe in campo per mitigarne gli effetti promuovendo interventi efficaci laddove i sistemi sanitari sono fragili (dall’impiego delle unità sanitarie mobili alle pratiche di coinvolgimento delle comunità locali). “Politiche sanitarie che non prevedono piani di resilienza climatica, così come politiche climatiche che trascurano le implicazioni per la salute sono destinate a fallire” – ha dichiarato Stefania Burbo, focal point del Network italiano Salute Globale. “Per questo chiediamo all’Italia di proseguire lo storico impegno per la salute globale, in un momento in cui l’intensificarsi dei conflitti armati aumenta le diseguaglianze nell’accesso al diritto alla salute”. Le Osc riunite nel Network sottolineano l’importanza di: promuovere politiche di salute globale di lungo periodo per rafforzare i sistemi sanitari pubblici e di comunità, garantendone l’operatività nell’ambito della prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie; continuare a sostenere il Global Fund nell’anno del suo ottavo processo di rifinanziamento, quale principale donatore multilaterale nella lotta contro Aids, tubercolosi e malaria, nonché nel rafforzamento dei sistemi sanitari nazionali e comunitari; rispettare gli impegni sul clima presi nei forum multilaterali e internazionali, per una transizione energetica equa anche per la salute pubblica. Inoltre, come afferma Maria Grazia Panunzi di Aidos, è necessario “prevenire la violenza di genere e le pratiche dannose, come le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni precoci, che aumentano in situazioni di crisi climatica e conflitti e garantire la partecipazione attiva della società civile, delle comunità, delle donne e delle ragazze, riconoscendone il ruolo di agenti di cambiamento, a livello locale, nazionale e internazionale”. L’intero rapporto è online su www.networksaluteglobale.it Network italiano Salute Globale Aidos-Associazione italiana Donne per lo Sviluppo Redazione Italia
Venezia, finto matrimonio in Piazza San Marco: nuova protesta di Extinction Rebellion per le nozze di Bezos
Extinction Rebellion ha organizzato un finto matrimonio in Piazza San Marco, in segno di protesta contro lo sfarzoso matrimonio del miliardario Jeff Bezos e Lauren Sanchez. Il movimento denuncia le influenze dei super ricchi sulla crisi ecoclimatica e sugli equilibri democratici di molti Paesi del mondo. È il primo dei tre giorni del matrimonio di lusso di Jeff Bezos e Lauren Sanchez, e a Venezia non si fermano le proteste. Questa mattina è tornata in azione Extinction Rebellion, con due figure mascherate in abito nuziale comparse in Piazza San Marco, legate con una mano a un finto pianeta e con l’altra ad altre persone che reggevano cartelli con scritto “i governi”, “i media”, “l’economia” e la “giustizia”. Alle loro spalle avrebbero dovuto issare un grande striscione che recitava “The 1% ru(i)ns the world” (ovvero “L’1% rovina il mondo”). Ma la polizia è intervenuta immediatamente disperdendo una pacifica manifestazione e sgomberando di peso decine di persone. Questo nonostante non vi fossero problemi per ordine pubblico e sicurezza. “Il diritto di manifestare pacificamente è garantito dalla Costituzione e la polizia può disperdere i manifestanti solo se pongono un pericolo per la sicurezza e l’ordine pubblico” afferma Elisa, una delle persone spostate di peso. “Il nostro messaggio di dissenso non può essere silenziato con la forza: il matrimonio di Jeff Bezos e dei suoi 250 invitati ultraricchi nella città simbolo della crisi climatica è uno dei paradossi del nostro tempo” continua Elisa. “Questo accade mentre la concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi super miliardari sta influenzando l’intero sistema globale, condizionando i governi, i media, minacciando le democrazie e aggravando la crisi eco-climatica, di cui Venezia è un triste simbolo tangibile”. Ancora una volta, Extinction Rebellion riporta l’attenzione sull’impatto sproporzionato dei consumi e dello stile di vita delle persone più ricche del pianeta sul riscaldamento globale. Secondo uno degli ultimi studi pubblicati su Nature, infatti, si stima che l’1% più ricco della popolazione mondiale sia responsabile di circa il 20% dell’aumento delle temperature globali. Negli ultimi anni, inoltre, l’influenza delle persone più ricche del mondo è cresciuta in molti settori, da quello politico e quello mediatico. Sono diversi infatti i governi che sono stati, e vengono ancora oggi, supportati direttamente o indirettamente da ultra miliardari, influenzando molte delle politiche in tema di diritti, innovazione tecnologica e transizione energetica. Molte sono anche le piattaforme mediatiche di proprietà di pochi imprenditori miliardari che ne influenzano la libertà e la qualità di informazione, come Mark Zuckerberg, Elon Musk e lo stesso Bezos. Egli è infatti proprietario del Washington Post, giornale al quale, a partire dall’autunno scorso, ha imposto una linea editoriale che si occuperà solo di “libertà personali e libero mercato”, non potendo quindi più pubblicare opinioni contrarie a questi principi. “Mentre Venezia combatte, anno dopo anno, con l’intensificarsi degli effetti della crisi climatica e della speculazione, i nostri politici invitano la città a rimanere asettica di fronte all’arrivo di chi sta contribuendo in modo sproporzionato alla condizione in cui siamo” commenta Angela, riferendosi al commento del presidente della Regione Veneto sulle numerose proteste degli ultimi giorni. “Democrazia non è stare zitti, ma poter esercitare il diritto al pacifico dissenso!”. La protesta di oggi segue infatti quella di martedì all’Hotel Danieli, in cui 4 persone avevano appeso uno striscione in cima ad una gru con scritto “Tassare i ricchi per ridare al pianeta”, e quelle del comitato cittadino “No space for Bezos” e di Greenpeace. Proteste che sono state capaci di far spostare le nozze dalla Scuola Grande della Misericordia all’Arsenale, un luogo più semplice da “difendere” da eventuali altre iniziative di dissenso. Iniziano così tre giorni di festeggiamenti che promettono sfarzo senza precedenti, tra feste in palazzi storici e l’invasione della laguna di Venezia da parte di yacht di lusso, mentre crescono le diseguaglianze nel mondo, che hanno raggiunto livelli estremi e costituiscono, come ricorda il Presidente Mattarella, una minaccia per la democrazia. Fonti * Il Manifesto, https://ilmanifesto.it/bezos-e-in-citta-i-comitati-preparano-la-festa * Nature Cliamte Change, https://www.theguardian.com/environment/2025/may/07/two-thirds-of-global-heating-caused-by-richest-study-suggests#:~:text=Two%2Dthirds%20of%20global%20heating,suggests%20%7C%20Climate%20crisis%20%7C%20The%20Guardian * The Guardian, https://www.theguardian.com/business/2025/jan/22/influence-of-super-rich-on-donald-trump-threatens-democracy-say-patriotic-millionairesTax Justice Network, * Wired, https://www.wired.it/article/jeff-bezos-washington-post-sezione-opinioni-trump/ * Venezia Today, https://www.veneziatoday.it/politica/zaia-matrimonio-bezos-venezia.html * Italia Che Cambia, https://www.italiachecambia.org/news/jeff-bezos-extinction-rebellion/ * BBC, https://www.bbc.com/news/articles/cd0vjr07570oOpen, https://www.open.online/2025/06/14/venezia-matrimonio-jeff-bezos-polemiche-zaia-brugnaro/ * Corriere della Sera, https://www.corriere.it/economia/finanza/25_maggio_28/chi-sono-i-centimiliardari-e-perche-fanno-male-alla-democrazia-i-nuovi-oligarchi-e-la-societa-piu-diseguale-dell-antico-egitto-aac394a8-e702-4713-a4f6-4a062a442xlk.shtml * AskaNews, https://askanews.it/2025/04/04/monito-di-mattarella-sulla-democrazia-concentrare-potere-la-indebolisce-2/   Extinction Rebellion
Sanzioni, crisi energetica, riarmo: dove ci sta portando l’UE
L’Unione Europea dopo aver approvato il 17° pacchetto di sanzioni alla Russia, sta approntando il 18° nonostante i pesanti effetti sulla propria economia creati dai precedenti e il caro petrolio causato dall’attacco israeliano e Usa all’Iran. Le politiche di riarmo … Leggi tutto L'articolo Sanzioni, crisi energetica, riarmo: dove ci sta portando l’UE sembra essere il primo su La Città invisibile | perUnaltracittà | Firenze.
Nel 2024 nelle regioni costiere 10.332 reati (+0,7% sul 2023), con la Campania che si conferma in testa
Tra abusivismo edilizio, occupazioni illecite del demanio marittimo,  cave fuorilegge e illeciti negli appalti per opere pubbliche, i reati registrati lo scorso anno nelle regioni costiere del nostro Paese sono stati ben 10.332 (+0,7% sul 2023), con una media di circa 28 reati al giorno (1,3 ogni ora). Reati che hanno fatto scattare 28.030 sanzioni amministrative per un valore economico che supera i 53 milioni di euro (+46,2% rispetto all’anno precedente). Sono alcuni dei dati di anteprima del dossier Mare Monstrum di Legambiente. La Campania si conferma in testa nella classifica del mare violato nell’ambito della filiera del cemento illegale, con 1.840 reati accertati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, pari al 17,8% del totale nazionale (in aumento rispetto ai 1.531 illeciti registrati nel 2023, +2,9%). Primato confermato, inoltre, dal numero di persone denunciate e arrestate, rispettivamente 2.073 e 4, e dal dato sui sequestri (343). Al secondo posto troviamo ancora la Puglia, con 1.219 reati accertati (sebbene in calo rispetto ai 1.442 dell’anno precedente), pari all’11,8% del totale nazionale. A seguire la Sicilia, con 1.180 reati (11,4%) e la Toscana, al quarto posto con 946 reati (il 9,2% dei reati nazionali) che scavalca la Calabria, ora al quinto posto, con 869 reati (8,4%). Si conferma pesante, dunque, il bilancio nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, nelle quali si concentra quasi la metà dei reati relativi alle diverse filiere del cemento illegale, per un totale di 5.108 illeciti gravi (49,4%), con 5.377 tra denunce e arresti. In sesta posizione troviamo la prima regione del nord Italia, il Veneto, che fa registrare 746 reati (il 7,2%), mentre il Lazio con 649 reati (6,3%) si ferma al settimo posto, nonostante il primato negativo conquistato sul versante degli illeciti amministrativi, ben 7.006 (cresciuti esponenzialmente rispetto ai 1.110 del 2023). A livello provinciale al primo posto si colloca Salerno con 606 reati (+104,7% rispetto al 2023), che supera la provincia di Napoli, con 378 reati (-16,4%), seguita da Cosenza, Lecce, Bari e Foggia. Colpisce il dato relativo alla provincia di Chieti, settima, con 156 reati e un incremento del +167,9% rispetto al 2023. Intanto sta per partire anche quest’anno Goletta Verde, che inizierà il suo viaggio il 23-24 giugno da Trieste, proseguendo dal 25 al 27 giugno a Porto Baseleghe (VE), dal 28 al 30 a Marina di Ravenna con focus sulle rinnovabili. A luglio salperà il 1° a Senigallia (AN), poi Ancona (2-3 luglio), Pescara (3-5), Termoli (6-7), Bari (8-12). L’11 sarà a Taranto, con focus sempre sulle rinnovabili, con visita in catamarano al parco eolico offshore. E ancora Tropea (14-16 luglio) con un’attività di pulizia nell’ambito della campagna “Puliamo il mondo” insieme ai sub; Augusta (SR) (17-18), Agrigento (20-21), Cagliari (23-25 luglio) e Maratea (PZ) (28-29 luglio). Il 30 e 31 luglio sarà la volta di Santa Maria di Castellabate (SA) con un’attività dimostrativa della squadra dei tartadog, il primo esempio in Europa di unità cinofila specializzata nel trovare nidi di tartaruga, in più si farà un punto sulle nidificazioni in Italia delle Caretta caretta. Infine, ad agosto: l’1-2 a Formia (LT), il 4-5 a Marina di Carrara e il 7-9 agosto a Santa Margherita Ligure (GE). Ricordiamo che al servizio SOS Goletta di Legambiente i cittadini possono segnalare scarichi anomali, chiazze sospette o casi di inquinamento lungo le coste, le spiagge e i laghi. E anche quest’anno la Goletta Verde ospita i laboratori di educazione ambientale. Con Life Turtlenest si scoprirà attraverso giochi, laboratori e attività didattiche per tutte le età come proteggere i nidi di tartarughe marine e come aiutare i piccoli a raggiungere il mare in sicurezza. Insieme a Life SeaNet si farà luce sulla straordinaria ricchezza dei siti marini della Rete Natura 2000 presenti in Italia. In concomitanza con il tour di Goletta Verde, il progetto Life Sea.Net lancia la seconda edizione del contest fotografico Deep Blue con in palio fantastici premi: la call to action per fotografi professionisti e semplici appassionati dell’arte fotografica prevede l’invio di immagini a info@lifeseanet.eu che ritraggono i siti marini Natura 2000 e le aree marine protette in Italia, le specie target di Life Sea.Net e paesaggi naturali e attività economiche connesse. Con Life Muscles si scopriranno soluzioni alternative alle retine in polipropilene (PP) utilizzate negli impianti di mitilicoltura, uno dei rifiuti più trovati nei fondali e sulle spiagge del Mediterraneo. Life AgreeNet lancerà il report “Clima e Salute” sulle connessioni tra ondate di calore e salute dei cittadini nelle città costiere del Medio-Adriatico, suggerendo buone pratiche di adattamento alla crisi climatica degli ambienti urbani. Qui per approfondire Goletta Verde 2025: https://golettaverde.legambiente.it/goletta-verde/.   Giovanni Caprio
IRC: Mentre gli sfollati globali raggiungono numeri da record, le politiche statunitensi peggiorano la situazione
I nuovi dati diffusi oggi dalle Nazioni Unite confermano un altro tragico record: oltre 122 milioni di persone sono attualmente sfollate con la forza nel mondo, più della popolazione di Spagna e Regno Unito messe insieme, e in aumento rispetto ai 120 milioni dell’anno scorso. Le cifre includono rifugiati e sfollati interni, costretti ad abbandonare le proprie case a causa di conflitti, disastri e persecuzioni. Nell’ultimo decennio, il numero è più che raddoppiato. Il 40% degli sfollati nel mondo sono minori sotto i 18 anni. Contrariamente alla percezione diffusa nei Paesi più ricchi, la grande maggioranza degli sfollati (73%) vive in Paesi a basso e medio reddito, e il 60% non oltrepassa mai un confine internazionale. Sono stati registrati 45,8 milioni di sfollamenti legati al clima, un drammatico aumento rispetto ai 26,3 milioni dello scorso anno, che riflette l’impatto crescente del cambiamento climatico incontrollato. Un terzo di tutte le persone sfollate nel mondo proviene da solo quattro Paesi devastati dalla guerra: Sudan, Siria, Afghanistan e Ucraina. Allo stesso tempo, contesti caratterizzati da alti livelli di fame e malnutrizione, come i Territori Palestinesi Occupati e la Repubblica Democratica del Congo rappresentano alcune delle principali crisi di sfollamento. I Paesi inseriti nella Watchlist dell’International Rescue Committe (IRC), tra cui Sudan, Afghanistan e Yemen, affrontano crisi sovrapposte di conflitto, cambiamento climatico e povertà, contribuendo in modo sproporzionato al numero globale di sfollati e risultando particolarmente vulnerabili ai continui tagli ai finanziamenti umanitari. David Miliband, Presidente e CEO dell’International Rescue Committee (IRC), ha dichiarato: “Le cifre relative agli sfollati ‘forzati’ battono record da oltre un decennio, sintomo del fallimento nel prevenire e risolvere i conflitti, proteggere i civili e offrire rifugio. I dati di oggi rappresentano il peggio di questa ‘nuova normalità’, con livelli altissimi di sofferenza e un preoccupante aumento delle persone sfollate a causa della crisi climatica. Queste cifre dimostrano chiaramente che non è il momento di tagliare i finanziamenti agli aiuti. Con la maggior parte dei rifugiati e degli sfollati nei Paesi più poveri, la riduzione del sostegno ai servizi essenziali porterà a nuovi sfollamenti da questi Paesi. I numeri dimostrano anche che il ricollocamento nei Paesi più ricchi può offrire una via di salvezza fondamentale per chi è più a rischio. E ci ricordano che, quando torna la pace, rifugiati e sfollati vogliono tornare a casa. Dopo un decennio di guerra, è fondamentale che paesi come la Siria ricevano il sostegno necessario. Una crisi senza precedenti richiede un impegno altrettanto straordinario. I rifugiati in fuga dalla guerra non sono il problema, né la causa del problema. Rappresentano una prova da superare. Non è il momento di eludere la responsabilità, ma di affrontarla con decisione, con il sostegno a chi è in difficoltà e la diplomazia per risolvere le cause dell’instabilità.” International Rescue Committee (IRC) Redazione Italia
Ultima Generazione: Roma, assolti attivisti per azione alla Fontana di Trevi
Assolte per tenuità del fatto le nove persone che presero parte all’azione nel maggio 2023. Nel primo pomeriggio di oggi è stata emessa, con rito abbreviato, la sentenza per l’azione alla fontana di Trevi del 21 maggio 2023. Come nella precedente azione alla Barcaccia, le persone imputate versarono carbone vegetale nella vasca per richiamare, a pochi giorni dalla disastrosa alluvione in Emilia Romagna, l’attenzione sul collasso eco-climatico e sulle responsabilità del governo che continuava – e continua – a foraggiare le industrie del fossile. Anche questa azione, come quella della Barcaccia, è stata condotta con l’intento di lanciare un messaggio forte e necessario, ma senza danneggiare il monumento: “Si è verificato – si legge nella perizia tecnica depositata nel corso della prima udienza – che le superfici non avevano assorbito il colorante: nessuna traccia è rimasta visibile sul marmo del bordo della vasca, né sui travertini della scogliera”. Il giudice ha quindi assolto le persone imputate per tenuità del fatto. Rischiavano fino a tre anni di carcere con l’accusa di “imbrattamento di beni artistici” (articolo 518 duodiecis c” c.p.) Questa sentenza è una vittoria della disobbedienza civile nonviolenta. Mentre il governo approva nuovi strumenti repressivi con il Dl Sicurezza, noi rilanciamo. Continueremo a protestare, a bloccare, a costruire. E lo faremo insieme, con la forza collettiva di chi chiede giustizia climatica e sociale. Per questo chiamiamo al boicottaggio della grande distribuzione organizzata: per chiedere il taglio dell’IVA sui beni essenziali e dire basta a un sistema che protegge i profitti, non le persone. LA NOSTRA NUOVA CAMPAGNA: PERCHÉ L’AZZERAMENTO DELL’IVA SUI BENI ESSENZIALI? In un Paese dove il potere d’acquisto reale è calato del 10%, azzerare l’IVA su pane, pasta, olio e altri beni di base — oggi tassati tra il 4% e il 10% — è il minimo indispensabile. Ultima Generazione sfida il governo sul suo stesso terreno: chiediamo l’attuazione di una promessa fatta da Fratelli d’Italia, poi rimasta lettera morta. Loro ne hanno fatto propaganda. Noi vogliamo realizzarla davvero. Tagliamo l’IVA! PERCHÉ IL BOICOTTAGGIO? La campagna lanciata oggi è semplice: se entro l’autunno raccoglieremo 100.000 adesioni, da ottobre partirà un boicottaggio organizzato contro i supermercati, per chiedere al governo il taglio dell’IVA sui beni essenziali, finanziato con un prelievo sugli extraprofitti delle grandi aziende responsabili della crisi climatica. Il boicottaggio è una tattica di pressione collettiva che può funzionare: in Croazia ha portato il governo a calmierare i prezzi. Colpendo economicamente e mediaticamente la GDO, possiamo spingerla a sostenere la nostra richiesta. Non toglie responsabilità alla grande distribuzione, che è uno dei settori più potenti e meno trasparenti del Paese: mentre milioni di famiglie e agricoltori subiscono l’inflazione climatica, i colossi del commercio aumentano profitti e potere, scaricando i costi su chi è più fragile. Il boicottaggio sarà complementare alle altre forme di disobbedienza civile già praticate da Ultima Generazione: non è una rinuncia, ma un passo in avanti verso una partecipazione di massa, accessibile, determinata ed efficace. E se smettessimo di fare la spesa tutti assieme?  Fallo anche tu: https://vai.ug/boicottaggio COSA CHIEDIAMO? PROTEGGIAMO I RACCOLTI DALLA CRISI CLIMATICA L’agricoltura è in crisi per colpa del collasso climatico: siccità, alluvioni e grandinate mettono a rischio i raccolti e, di conseguenza, la sopravvivenza delle piccole aziende agricole italiane. Proteggiamo i raccolti attraverso politiche che sostengano economicamente gli agricoltori e tutelino le risorse naturali, fermando il consumo di suolo e promuovendo pratiche climaticamente sostenibili. AGGIUSTIAMO I PREZZI TAGLIANDO L’IVA Il cibo costa troppo per chi lo compra e rende poco a chi lo produce. Chiediamo a Meloni il taglio immediato dell’IVA sui beni essenziali: basta tassare i bisogni vitali. Impegniamoci in almeno 100.000 a dire questo basta coi fatti: niente spesa nei supermercati da sabato 11 ottobre finché non verrà tagliata l’IVA sui beni essenziali. Quando la rabbia collettiva si organizza, diventa forza vera. FACCIAMO PAGARE I RESPONSABILI Chi rompe paga: la transizione non può essere finanziata con le nostre tasse, ma con le ricchezze e privilegi di chi ha speculato per decenni sul nostro benessere e sul nostro ambiente. È responsabilità del governo reperire le risorse dove già esistono: l’agrobusiness, la GDO, i grandi patrimoni, l’industria fossile e quella militare. PROSSIMI PROCESSI: * 9 giugno, ore 12.30: Roma, udienza dibattimentale (esame testi dell’accusa e imputate, visione documenti prodotti) per interruzione Beach Volley * 10 giugno, ore 9: Roma, udienza predibattimentale per accusa di diffamazione da ENI contro professore di storia Michele Giuli * 10 giugno, ore 9.00: Roma, udienza predibattimentale per coloramente dei muri del Ministero della Transizione Ecologica I NOSTRI CANALI: Aggiornamenti in tempo reale saranno disponibili sui nostri social e nel sito web: * Sito web:https://ultima-generazione.com * Facebook@ultimagenerazione.A22 * Instagram@ultima.generazione * Twitter@UltimaGenerazi1 * Telegram@ultimagenerazione Ultima Generazione è una coalizione di cittadini ed è membro del network A22. Ultima Generazione
Ecco come la vegetazione compensa le emissioni climalteranti
Il ciclo del carbonio Il pianeta terra da un paio di secoli immette in atmosfera gas climalteranti in quantità sempre maggiore. In particolare il biossido di carbonio è il principale prodotto della combustione delle sostanze organiche fossili e del metabolismo … Leggi tutto L'articolo Ecco come la vegetazione compensa le emissioni climalteranti sembra essere il primo su La Città invisibile | perUnaltracittà | Firenze.