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ORIO AL SERIO (BG): IL SUICIDIO DI ANDREA RUSSO RIAPRE IL DIBATTITO SULLA SICUREZZA AEROPORTUALE E LE CRITICITÀ NEI CONTROLLI
Il suicidio di martedì 8 luglio all’aeroporto bergamasco di Orio al Serio, in cui un uomo ha perso la vita finendo sotto il motore di un aereo in fase di rullaggio, ha nuovamente portato all’attenzione le problematiche di sicurezza del principale scalo bergamasco. L’episodio, ancora oggetto di indagine da parte della magistratura, ha sollevato interrogativi sulle misure di accesso e controllo nelle aree sensibili dell’aeroporto, già in passato oggetto di preoccupazioni da parte dei sindacati. La Cub Trasporti di Bergamo denuncia la gestione precaria della sicurezza all’interno dello scalo, criticando l’uso di personale part-time, turnisti e contratti a chiamata, che non risponderebbero ai necessari standard di sicurezza per un aeroporto di tale dimensione. Secondo il sindacato, questa situazione è incompatibile con i volumi di traffico e con le responsabilità che ricadono sugli operatori. La Cub ha anche evidenziato problematiche legate alla gestione degli imbarchi, sottolineando la frequente necessità di far muovere i passeggeri a piedi sulla pista, una procedura che potrebbe aumentare i rischi, soprattutto in contesti con personale ridotto o poco formato. Nonostante le segnalazioni e le richieste di intervento, tra cui una proposta di osservatorio permanente sulla sicurezza, i sindacati lamentano il mancato ascolto delle istanze presentate, per questi motivi la Cub Trasporti, ha ribadito la necessità di una mobilitazione unitaria tra tutte le sigle sindacali per migliorare le condizioni di sicurezza. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, l’intervento di Stefano Bonomi, segretario provinciale della CUB trasporti Bergamo. Ascolta o scarica.
LAVORO: ALTA ADESIONE ALLO SCIOPERO NEL SETTORE FERROVIARIO CONTRO IL NUOVO CONTRATTO NAZIONALE
Prosegue lo sciopero del settore ferroviario iniziato nella serata di lunedì 7 luglio alle ore 21, che proseguirà fino alle ore 18 di oggi, martedì 8 luglio. A fermarsi sono i lavoratori aderenti ai sindacati di base CUB Trasporti, USB, SGB e Assemblea Nazionale del Personale di Macchina e di Bordo, in protesta contro il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) firmato a maggio dalle sigle confederali. Nella mattinata dell’8 luglio decine i treni che sono stati cancellati o hanno subito forti ritardi, soprattutto nelle principali città come Milano, Roma e Napoli. Alla base dello sciopero c’è il mancato accordo con i sindacati autonomi, che contestano l’intesa sottoscritta da Filt-Cgil, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Fast-Confsal e Orsa Ferrovie. Nonostante il 68% dei votanti si sia espresso a favore dell’accordo, l’affluenza si è fermata al 53%, alimentando il malcontento tra una parte significativa del personale. I sindacati di base chiedono una revisione dell’accordo, sottolineando la necessità di maggiore rappresentanza e coinvolgimento dei lavoratori nelle decisioni che li riguardano direttamente. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, l’intervento di David Leoni, ferroviere della CUB Trasporti. Ascolta o scarica,
WORKING CLASS HEROES: LE POSIZIONI DI DIVERSI SINDACATI CONFLITTUALI AI REFERENDUM DI GIUGNO
I cinque referendum dell’8 e 9 giugno trattano alcune regole del mercato del lavoro (4 referendum) e la legge del 1992 che regola la concessione della cittadinanza (un referendum). I quattro referendum sul mercato del lavoro sono stati ottenuti con la raccolta da parte del sindacato Cgil di oltre 4 milioni di voti. Il referendum sulla cittadinanza è stato proposto con una raccolta firme principalmente on-line da parte di +Europa. Come si pongono i sindacati di base e conflittuali nei confronti di questo appuntamento referendario? Lo abbiamo chiesto a diversi esponenti: in questa trasmissione sentiamo gli interventi di Vincenzo Miliucci (Confederazione Cobas), Pierpaolo Leonardi (Usb), Mattia Scolari (Cub), Arturo Gambassi (Sudd Cobas), Fiorenzo Campagnolo (Adl Cobas), Tiziano Loreti (Si Cobas). Ascolta o scarica la puntata
TORNA LA MAYDAY, CORTEO DELL’OPPOSIZIONE SOCIALE E STREET PARADE IL PRIMO MAGGIO A MILANO
Il primo maggio a Milano “non celebriamo il lavoro, ma chi lotta per liberarsene”. È stata lanciata con questo slogan la street parade delle organizzazioni del sindacalismo di base – Adl Cobas Lombardia, Sial Cobas, Cub, Usi-Cit – che insieme a Smash Repression e realtà sociali cittadine hanno dato appuntamento in piazza a partire dalle ore 14.30 presso Piazzale Loreto ang. Viale Abruzzi. La street parade con carri di musica e djset, che a Milano indossa le vesti della storica “MayDay”, verrà aperto dai sindacati di base, seguiti dai collettivi Zam, Comitato Insostenibili Olimpiadi e Boccaccio, troveranno poi spazio i carri musicali con Firecracker, Ordignonight, Slaterztribe. A chiudere il carro punk-hip hop sotto lo slogan “rumore, rabbia, resistenza”. “Viviamo una pesante congiuntura politica, dove si intrecciano da una parte, bassi salari, occupazione precaria, crisi abitativa e welfare state sempre meno disponibile (di cui Milano è la punta più avanzata), frutto di quarant’anni di politiche concertative neoliberiste”, scrivono le realtà della MayDay in un comunicato. “Dall’altra c’è l’incremento della repressione, con il DL Sicurezza del Governo, che rappresenta un pesante giro di vite per cercare di limitare i diritti di scioperare, manifestare, protestare. Mentre i potenti trovano sempre le risorse per aumentare le spese militari, scenderemo in piazza per dire NO a un’economia di guerra che significherà ulteriori tagli alla sanità, alle scuole, ai trasporti, alle abitazioni popolari”. La presentazione con Mattia Scolari del sindacato di base Cub Milano Ascolta o scarica Il punto di vista di Riccardo Germani della Camera del Non Lavoro, tra le realtà che parteciperanno alla MayDay Ascolta o scarica