#India-#Pakistan, a rischio l’integrazione euroasiatica #war Nuova Delhi ha
avviato bombardamenti mirati contro quelle che definisce “basi terroristiche”,
"responsabili" dell’attacco che aveva causato la morte di 26 turisti nel
#Kashmir
https://www.youtube.com/watch?v=hO2F7HiIlso&t=2588s
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Scontro aperto tra India e Pakistan: “Operazione Sindoor”
A seguito dell’attentato che ha ucciso 26 turisti indiani nel Kashmir
amministrato dall’India avvenuto a fine aprile, la risposta dello stato indiano
è arrivata nella notte tra martedì 6 maggio e mercoledì 7 maggio, con
l’Operazione definita Sindoor: una serie di bombardamenti si sono abbattuti sul
Pakistan, nella parte di territorio pachistana del Kashmir e […]
KASHMIR: SPIRANO VENTI DI GUERRA TRA INDIA E PAKISTAN DOPO L’ATTACCO AI TURISTI DI PAHALGAM.
In Kashmir, territorio conteso tra India e Pakistan, sale sempre di più la
tensione dopo che una nota del governo pachistano sostiene di avere
“informazioni attendibili secondo cui l’India intende lanciare un attacco
militare nelle prossime 24-36 ore, usando i fatti di Pahalgam come pretesto“. Il
tutto mentre il primo ministro indiano, Narendra Modi, ha concesso piena
“libertà operativa” all’esercito indiano in Kashmir.
Ogni notte, lungo la LoC — la Linea di Controllo che dal 1971 divide non
ufficialmente le aree controllate da India e Pakistan — si verificano scontri
armati. Le ostilità si sono intensificate dopo l’attacco del 22 aprile a
Pahalgam, dove 25 turisti indiani e uno nepalese sono stati uccisi (oltre a 17
feriti) e rivendicato da un gruppo seperatista kashmiro che – secondo l’India –
è foraggiato da Islamabad. A sua volta nega ogni responsabilità il Pakistan,
alleato regionale della Repubblica Popolare Cinese, che da decenni occupa una
piccola porzione dello stesso Kashmir, territorio conteso fin dall’indipendenza
ottenuta dal subcontinente indiano dal colonialismo inglese, subito dopo la
Seconda Guerra Mondiale.
Come spiega il quotidiano “Il Manifesto”, l’attacco di Pahalgam è stato
“rivendicato da The Resistance Front”, sigla minore fondata nel 2019 “che le
autorità indiane indicano vicina alla ben più nota Lashkar-e-Taiba”, gruppo
facente riferimento alla galassia di “al-Qaeda. Per Trf, l’azione è stata la
risposta al rilascio di più di 80mila permessi di residenza in Kashmir a
cittadini indiani non kashmiri, un modo per «creare una corsia preferenziale per
un cambio demografico» dell’unica regione a maggioranza musulmana” dell’India,
“oltre al piccolo arcipelago delle Laccadive”.
Dopo l’attacco di Pahalgam, il più significativo dell’ultimo quarto di secolo
contro civili, i due Paesi hanno annunciato espulsioni di massa dei rispettivi
cittadini, la chiusura dei confini, il congelamento dei rapporti commerciali e –
sul lato indiano – anche la revisione del delicato accordo che regola la
gestione delle acque in arrivo dal bacino del fiume Indo.
Su Radio Onda d’Urto l’intervista sul Kashmir a Diego Maiorano, docente di
Storia dell’Asia moderna e contemporanea all’Università Orientale di Napoli.
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